luca zaia matteo salvini

ZAIA CHE TIRA – SALVINI TREMA: IN VENETO LA LISTA DEL GOVERNATORE, CHE SI AVVIA VERSO UNA TRIONFALE RICONFERMA, SUPERA LA LEGA DI 11 PUNTI - IL SEGRETO? UN GRADIMENTO TRASVERSALE: PIACE ANCHE A DEM E GRILLINI. LUI NON VUOLE SENTIR PARLARE DI ALTRO CHE DEL VENETO MA IN MOLTI NEL CARROCCIO (GIORGETTI E CONGIUNTI) LO VEDONO COME UN ANTI-CAPITONE. SARA’ PER QUESTO CHE SALVINI HA DATO ORDINE DI BOICOTTARE LA LISTA ZAIA. SI VA VERSO LA SPACCATURA NEL CARROCCIO?

Nando Pagnoncelli per corriere.it

zaia salvini

L’ultimo sondaggio in vista delle prossime elezioni regionali è dedicato al Veneto, dove di preannuncia un vero e proprio trionfo per il presidente in carica Luca Zaia che si appresta a vincere per la terza volta, come pure fece il suo predecessore Giancarlo Galan. Il consenso rilevato si attesta su valori del tutto inusuali. In dettaglio: il 76% dei veneti esprime una valutazione positiva sull’operato dell’amministrazione uscente.

 

 

Il gradimento è trasversale, prevale persino tra gli elettori del M5s (55%), solitamente molto critici nei confronti delle giunte di centrodestra, e risulta minoritario solo tra gli elettori del centrosinistra tra i quali, peraltro, il 45% dichiara di apprezzarlo. Più di due intervistati su tre (68%) si augurano che il prossimo vincitore intenda proseguire nel lavoro portato avanti in questi anni.

zaia salvini

 

E, ancora, tre su quattro (73%) esprimono gradimento per la candidatura di Zaia; se in determinate circostanze il plebiscito (95%) tra i propri elettori risulta possibile, molto difficilmente tra gli elettorati più distanti si registra un gradimento di questa entità: 47% tra i pentastellati, 31% tra gli elettori del centrosinistra e 44% tra gli astensionisti e gli indecisi. Sarebbe riduttivo attribuire i giudizi positivi alla sola gestione dell’emergenza sanitaria, sebbene Zaia si sia distinto positivamente in quest’ambito, talora in contrapposizione al suo omologo lombardo Attilio Fontana, appartenente allo stesso partito.

 

GIORGIA MELONI LUCA ZAIA MATTEO SALVINI

Ne consegue che Zaia prevale nelle intenzioni di voto con il 74%, seguito a molta distanza dal candidato del centrosinistra Arturo Lorenzoni, stimato al 16,3%, e da Enrico Cappelletti del Movimento 5 Stelle al 4,9 per cento. Un ulteriore elemento di conferma del favore di cui gode il presidente è testimoniato dagli orientamenti di voto attribuiti alla sua lista (Zaia Presidente) che con il 34,5% precede il suo partito di appartenenza, la Lega, accreditata del 23,5%. A seguire il Partito democratico con il 15,1%, Fratelli d’Italia con l’8,8%, il M5S con il 5,2% e Forza Italia con il 3,5 per cento. L’affluenza alle urne è stimata al 63%, in linea con le europee dello scorso anno. In questo contesto non stupisce che il voto disgiunto favorisca Zaia che otterrebbe il 2,5% in più rispetto alla somma dei voti dalla coalizione che lo sostiene.

 

 

Per il presidente in carica, già vincitore nel 2010 con il 60% e nel 2015 con il 50%, si delinea quindi un successo personale di grandi proporzioni: se queste stime venissero confermate si tratterebbe del più largo successo elettorale alle elezioni regionali, dall’introduzione della legge Tatarella nel 1995.

GIORGIA MELONI - LUCA ZAIA - MATTEO SALVINI

 

In sintesi, a conclusione dei sondaggi pubblicati su queste pagine negli ultimi giorni lo scenario che emerge è il seguente: in tre regioni su sei (Veneto, Liguria e Marche) si registra un vantaggio netto per il centrodestra, in Campania prevale largamente il centrosinistra, mentre in due regioni giochi sono aperti. Si tratta della Toscana che presenta un lieve vantaggio per il centrosinistra e della Puglia dove prevale di poco il centrodestra. Non ci resta che attendere.

 

 

 

SALVINI BOICOTTA ZAIA: LA LEGA SI SPACCA IN VENETO

Riccardo Lozzi  per money.it

 

Salvini ordina ai militanti del Veneto di fare campagna solo per la Lega mentre i sondaggi danno la lista di Zaia come primo partito. Si rischia la spaccatura?

 

matteo salvini luca zaia e le ciliegie

Matteo Salvini prova a mettere i bastoni tra le ruote e a boicottare Luca Zaia in vista delle prossime elezioni in Veneto. Il leader del Carroccio ha mandato una lettera alle sezioni del territorio ribadendo che queste “devono fare campagna elettorale solo per la lista Lega”.

 

Secondo gli ultimi sondaggi, infatti, l’attuale presidente della Regione può contare su un consenso dell’80% degli elettori e la lista civica che lo appoggia supererebbe la Lega.

 

Elezioni Veneto: Lega a rischio spaccatura

matteo salvini luca zaia e le ciliegie 2

Una situazione che metterebbe in seria difficoltà Salvini, il quale da tempo vede la sua leadership insidiata da Zaia. Quest’ultimo ha voluto invece smorzare qualsiasi polemica, dichiarando pubblicamente: “Anche io avrei fatto lo stesso. Nessuna azienda lavora per un’altra azienda”.

 

Non la pensano così i militanti, i quali in questa campagna elettorale stanno promuovendo tutti i simboli a sostegno del governatore veneto e che non hanno gradito il diktat arrivato dai vertici di partito, commentando: “Questa è la dimostrazione che Salvini ha paura di Zaia”.

 

Lo stesso sembrano credere anche diversi osservatori, riconoscendo come lo strafavorito alle regionali venete abbia offerto una gestione della crisi da coronavirus ottimale, mentre l’ex ministro dell’Interno, nei mesi della pandemia, ha subito un tracollo nei sondaggi.

 

matteo salvini luca zaia e le ciliegie 1

Zaia è un pericolo per Salvini?

Non è un caso che da diversi mesi si ipotizza una scissione all’interno della nuova Lega per Salvini Premier, con lo stesso Zaia pronto a capitalizzare anche a livello nazionale un apprezzamento sempre più trasversale.

 

 

L’iniziativa di Salvini sembrerebbe nascere proprio da questi timori. Riuscendo a garantire alla Lega la posizione di primo movimento politico alle consultazioni del prossimo 20 e 21 settembre, il segretario federale vorrebbe ridimensionare la figura del Doge.

 

Tuttavia, pare che il senatore non abbia fatto i conti con l’appoggio popolare di cui gode Zaia nel territorio. Tra le possibili conseguenze della missiva inviata, ci sarebbe proprio quella di far aumentare ulteriormente le percentuali della lista civica Zaia Presidente, oltre al rischio di portare ad una spaccatura della Lega in Veneto.

LUCA ZAIA MATTEO SALVINIsalvini zaiamatteo salvini mangia ciliegie mentre zaia parla dei bambini morti

Ultimi Dagoreport

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)