fabrizio palenzona giuseppe guzzetti francesco profumo giovanni azzone

DIO PERDONA, GUZZETTI NO. E PALENZONA NON SARÀ IL VICEPRESIDENTE DI ACRI - UNA VOLTA NOMINATO AZZONE, IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE SE NE SBATTE DEL PATTO CON IL “CAMIONISTA” DI TORTONA E GLI MOLLA UNO SCHIAFFONE NEGANDOGLI LA VICEPRESIDENZA - L'ALTRO GIORNO PALENZONA AVEVA AMMESSO CANDIDAMENTE AL “SOLE 24 ORE”: “SARÒ IO, ALTRIMENTI NON AVREI SOSTENUTO LA CANDIDATURA DI AZZONE” - ANCORA: MICCICHE', OTTIMO RAPPORTO CON "FURBIZIO", FA SAPERE CHE NON CI PENSA PROPRIO DI ANDARE ALLA PRESIDENZA DI CDP...

1. ACRI AMARA PER PALENZONA, SFUMA LA VICEPRESIDENZA

Da www.lospiffero.com

 

fabrizio palenzona foto di bacco

Dall’Acri all’acredine è un niente per Fabrizio Palenzona. Quella di ieri, che ha visto l’incoronazione di Giovanni Azzone alla presidenza dell’associazione che riunisce le fondazioni di origine bancaria e le Casse di Risparmio, è stata una giornata aspra per Furbizio.

 

Il presidente della Fondazione Crt puntava alla vicepresidenza e pare fosse convinto di averla già in mano. Invece è rimasto con un pugno di mosche.

 

Quel posto pare ormai destinato a Giacomo Spissu, numero uno della Fondazione di Sardegna e formalmente rappresentante delle fondazioni minori, bilanciando così il ruolo di Azzone, al vertice di Fondazione Cariplo e di fatto espressione delle casseforti principali.

 

GIUSEPPE GUZZETTI

Lo stesso patto tra Palenzona e Giuseppe Guzzetti che ha portato al sostegno da parte del primo all’elezione di Azzone, ancora una volta ha confermato l’abilità del grande vecchio della finanza bianca lombarda nel siglare accordi da cui sicuramente a trarre vantaggio è egli stesso.

 

Indiscutibile, infatti, è che a decidere di portare Azzone al vertice dell’Acri, da lui governata come un regno per quasi vent’anni, e a far convergere anche un inizialmente recalcitrante (perché direttamente interessato a quella poltrona) Palenzona sia stato proprio Guzzetti.

 

giovanni azzone

Che esce, per l’ennesima volta, vincitore. Altrettanto non si può davvero dire dell’inquilino di via XX Settembre di cui erano ben note le iniziali mire per succedere a Francesco Profumo, riaggiustate poi sulla vicepresidenza, con uno sguardo ben concentrato su una partita importante come quella, ancora da giocare, per la presidenza di Cassa Depositi e Prestiti.

 

Va chiarito, anche rispetto a non disinteressati rumors provenienti da ambienti vicini al Camionista di Tortona, che Acri non ha alcun ruolo formale nelle decisioni sul vertice di Cdp. Lo stesso Azzone ieri ha ribadito che “non si è parlato di Cassa Depositi e Prestiti” e mai se ne parlerà ufficialmente nell’ambito dell’associazione, essendo quella scelta di pertinenza delle sole fondazioni socie della cassaforte di Stato.

 

francesco profumo giuseppe guzzetti

Delle 84 fondazioni aderenti all’Acri (insieme a 10 Casse di Risparmio) solo 62 sono presenti in Cdp, di cui soltanto 4 superano la soglia dell’1,5%, ovvero Fondazione di Sardegna, Cariplo, Compagnia di San Paolo e Crt. Il Mef, cui spetta la scelta dell’amministratore delegato, possiede l’82,77%, le fondazioni il 15,93 mentre il restante è in azione proprie.

 

Partita ancora da giocare, si diceva, quella sul vertice di via Goito e incertezza non solo sui nomi, ma ancor prima anche sui tempi. Fonti di Palazzo Chigi spiegano che sarebbe intenzione di Giorgia Meloni affrontare il rinnovo dopo le elezioni europee e così, quasi certamente, sarà.

 

GIOVANNI GORNO TEMPINI DARIO SCANNAPIECO

Nel frattempo pare farsi sempre più consistente l’ipotesi di una riconferma dell’attuale presidente, Giovanni Gorno Tempini, sostenuto da Azzone e Guzzetti e che non dovrebbe trovare grandi difficoltà nel vedere ribadita la fiducia delle fondazioni, a partire da quelle più grandi. Più ostacoli per l’altro nome, quello di Gaetano Miccichè, avanzato e sostenuto proprio da Palenzona.

 

La prima e difficilmente insormontabile difficoltà alla sua nomina la porrebbe lo stesso diretto interessato, oggi al vertice della divisione Imi di Intesa-Sanpaolo che in colloqui informale avrebbe manifestato tutte le sue perplessità all’ipotesi di lasciare un ruolo, come quello attuale, assai ben più remunerato rispetto all’emolumento previsto in Cdp, senza contare che quella poltrona gli precluderebbe una nutrita serie di incarichi. Se Palenzona arriverà all’incontro, previsto a breve, dei vertici della quattro fondazioni maggiori con il nome di Miccichè è facile che Big Fabrizio ne uscirà, per la seconda volta nel giro di poco, sconfitto.

 

gaetano miccichè

2. UNI-CREDIT, MULTI-PALENZONA – IL BOSS DI CRT FA FELICE ORCEL TOGLIENDO DI MEZZO IL SUO NEMICO PIU’ INTIMO IN UNICREDIT,  LAMBERTO ANDREOTTI - ORCEL ABBANDONA LA CONQUISTA DI BPM E CRT VENDE LE AZIONI DELLA BANCA DI CASTAGNA, CON PLUSVALENZA DI 80 MILIONI – IN BARBA A FAZZOLARI, TENTENNA SUL FAMIGERATO DL CAPITALI ED ELOGIA GENERALI DI DONNET, IRRITANDO CALTARICCONE – MOLLA UNA PANZATA A PROFUMO ANNUNCIANDO CHE E’ FINITO IL POTERE ASSOLUTO DI GUZZETTI NELLE FONDAZIONI – CON PRELIOS RIMASTA SULLO STOMACO, PERDE LA TESTA PER PIGNATARO AL PUNTO DI INVITARE LA MELONA A INCONTRARLO: MEJO DEL ''TRANSUMANO ELON MUSK''…

 

Estratto dell’articolo di Laura Galvagni per “il Sole 24 Ore” – 20 febbraio 2024

 

fabrizio palenzona foto di bacco (2)

Sempre in tema di governance, si è appena concluso il confronto per il rinnovo del vertice Acri, è stato scelto Azzone all’unanimità. Soddisfatti di questa scelta e della precedente gestione dell’Acri? A tal proposito avevate messo nero su bianco una sorta di programma di lavoro per il futuro, immagino auspichiate una gestione che segua le vostre ambizioni. Lei ne sarà il vicepresidente?

 

Sì, altrimenti non avrei sostenuto la candidatura di Giuseppe Azzone. Per quanto riguarda la precedente gestione di Acri non ho l’ansia di commentare le prestazioni di Profumo. Nei fatti, è la prima volta che si elegge il presidente dell’Acri in quanto nella Prima Repubblica i metodi erano appunto quelli da Prima Repubblica.

 

GIOVANNI AZZONE

Dopo, grazie a Dio, le fondazioni hanno goduto per lungo tempo della presidenza di un fuoriclasse come Giuseppe Guzzetti. Il quale, come si addice ai regnanti, ha indicato in Profumo il suo successore. In questo contesto ho ritenuto proporre alla Consulta delle Fob di Piemonte e Liguria, che ricordo rappresentano il 40% del patrimonio presente in Acri, un programma che una volta condiviso costituisse il metro per valutare l’operato dei nuovi vertici. In Acri Fondazione Crt è ben rappresentata dal nostro vicepresidente vicario, professor Maurizio Irrera, che continuerà nel suo impegno. […]

 

Intesa, 'infondate le ricostruzioni su Miccichè a Cdp'

(ANSA) - "Gaetano Micciche' non intende lasciare il gruppo Intesa Sanpaolo, dove ricopre il ruolo di presidente della divisione Imi Cib". Così un portavoce di Intesa Sanpaolo interpellato dall'ANSA dopo le indiscrezioni di stampa su una candidatura di Gaetano Miccichè alla presidenza di Cdp. "Le ricostruzioni giornalistiche - aggiunge - riguardanti una sua candidatura alla presidenza della Cdp sono infondate".

giovanni gorno tempini foto di bacco

palenzona micciche

CARLO MESSINA GIUSEPPE GUZZETTI DARIO SCANNAPIECO GIOVANNI GORNO TEMPINI

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO