gravina abodi infantino

GRAVINA MEJO DI LUKASHENKO! IL PRESIDENTE DELLA FIGC RIELETTO PER LA TERZA VOLTA CON  IL 98,68% DEI VOTI – LA SCONFITTA DI LOTITO (IN ROTTA DI COLLISIONE ANCHE CON L’EX ALLEATO DE LAURENTIIS), IL PATTO DI GRAVINA CON JUVE, INTER E ATALANTA E LA STOCCATA ALLA POLITICA A CUI HA CHIESTO ANCHE UN FONDO PUBBLICO PER RIFARE GLI STADI: “MI SI DICE CHE PER EURO 2032 NON CI POSSANO ESSERE CONTRIBUTI: IL CALCIO NON E' LA CENERENTOLA DI TUTTO LO SPORT” -  LA RISPOSTA AL VELENO DI ABODI SULL’APPLICAZIONE NON SEMPRE PUNTUALE DELLE REGOLE NEL CONTROLLO SUI BILANCI E LA BATTUTA DI INFANTINO (CHE VA VIA PRIMA DELLA PROCLAMAZIONE) SUI MONDIALI…

Matteo Pinci per "la Repubblica" - Estratti

 

GABRIELE GRAVINA - FIGC

 

Su un divano di velluto dell’hotel Cavalieri sedevano vicini, scambiando convenevoli, persino due nemici giurati come Infantino e Ceferin. Nemmeno loro, leader intoccabili di Fifa e Uefa. volevano rovinare la festa di Gabriele Gravina.

 

Sei anni dopo la sua prima elezione, il consenso intorno al presidente della Federcalcio è persino aumentato: il 98,68% con cui è stato eletto per la terza volta alla guida del pallone italiano — senza avversari a contendergli la corona — supera il già bulgaro 97,02% della prima volta. In mezzo, da quel 2018 a oggi, Gravina ha dovuto affrontare una pandemia, la vittoria di un Europeo, l’esclusione da un Mondiale, il disastro di Euro 2024, gli assalti della politica con decreti e emendamenti.

 

E poi la battaglia senza esclusione di colpi con Lotito e con la serie A. Fino all’accusa di autoriciclaggio che da marzo pende sulla sua testa e prima di fine mese potrebbe produrre un rinvio a giudizio. Un anno fa pensava di non ricandidarsi, Gravina, o almeno questo diceva ai fedelissimi.

lotito gravina

 

Ieri invece puntava l’indice contro «tranelli, calunnie e traditori».

 

A certificarne il successo politico era l’assenza del suo avversario principe: Claudio Lotito. Il potere del presidente della Lazio si è consumato in pochi mesi: dal controllare la Lega al restare fuori dal Consiglio della Federcalcio, senza nessun incarico nella politica del pallone. In autunno Gravina riuscì a far passare la sua riforma dei pesi elettorali senza farsi bocciare dai grandi club.

 

Oggi le big — Juventus, Inter e Atalanta su tutte — hanno creato un nuovo asse di potere e stretto un patto d’acciaio con Gravina, mentre Lotito è rimasto solo, come al tavolo del pranzo stellato organizzato dalla Lega serie A prima dell’ultima assemblea, in rotta di collisione anche con il suo alleato storico De Laurentiis. A conti fatti, solo una squadra di serie A non ha votato per il presidente rieletto, oltre alla Lazio assente.

 

Ma i suoi avversari non sono tutti in quell’1,32% di voti contrari. Infantino, numero uno del calcio mondiale, non è mai stato vicino a Gravina. E ieri ha lasciato l’assemblea prima della proclamazione, senza quindi applaudirne il successo. Con una battuta eloquente: «Da due Mondiali sono presidente della Fifa e in entrambi l’Italia non si è qualificata. Datevi una mossa».

ceferin gravina

 

(...) Ma alla politica ha chiesto anche un fondo pubblico proprio per rifare gli stadi: «Mi si dice che per Euro 2032 non ci possano essere contributi: apprezzo siano sostenuti ciclismo o sci, ma non amo quando il calcio viene considerato la cenerentola di tutto lo sport». E invoca «un commissario per gli stadi che possa eliminare lacci e lacciuoli burocratici, gli imprenditori stanno andando via».

 

Al ministro per lo Sport Abodi devono essere fischiate le orecchie se in quei minuti ha chiamato in causa la Figc per «l’applicazione non sempre puntuale delle regole» nel controllo sui bilanci delle squadre.

 

(...)

 

 

 

GRAVINA

Ivan Zazzaroni per il Corriere dello Sport

 

GABRIELE GRAVINA GIUSEPPE MAROTTA

L ’invidia, il livore di Aleksandr Lukashenko non appena ha saputo che Gabriele Gravina era stato rieletto alla presidenza del calcio italiano col 98,7%. Pare che ieri pomeriggio il leader bielorusso abbia radunato i fedelissimi per esprimere la proprio irritazione e annunciare punizioni esemplari per i dispersori di consenso. 

 

Il risultato delle elezioni federali è effettivamente imbarazzante per le proporzioni che ha assunto: il 71enne Gravina, numero uno di via Allegri dal 2018, ha di fatto ottenuto il premierato e per i prossimi anni potrà disporre di uomini e cose approfittando dell’assenza di un’opposizione forte e agguerrita. 

 

gravina buffon

Il leader dei No Grav, il senatore Claudio Lotito, non si è nemmeno presentato, mentre non si sono fatti mancare Gianni Infantino e Aleks Ceferin: il presidente Fifa è riuscito addirittura a polemizzare con l’omologo dell’Uefa sul numero delle manifestazioni organizzate nell’ultimo anno. Il bue ha dato del cornuto all’asino: è un detto popolare, nessuno s’ingrugni e faccia lo sforzo di riconoscersi nell’una o nell’altra bestia. 

 

Vengo al punto-chiave: Simonelli (Lega di serie A), Bedin (B), Marani (Lega Pro), Abete (Dilettanti), Calcagno (calciatori) e Ulivieri (allenatori) hanno cantato uno dopo l’altro lo stesso motivetto, sottolineando che «adesso c’è pace e unità». 

 

ceferin infantino

Siamo felici che il calcio italiano abbia ritrovato tanta serenità in così poco tempo. Ma, di fronte a un consenso bielorusso o bulgaro, non possiamo fare altro che pretendere dei cambiamenti sostanziali e che Gravina riporti il calcio al centro del tavolo, facendo applicare le regole che peraltro già ci sono, garantendo una giustizia sportiva giusta e autonoma, interessandosi seriamente della base e restituendo dignità politica all’intero sistema. 

 

Sia chiaro: Lotito non è stato trombato, s’è semplicemente fatto da parte (non so fino a quando...). Sembra dunque finito il tempo dei conflitti interni, dei tradimenti e degli alibi. Ora il Premier ha il dovere di sporcarsi le mani recuperando tutte quelle riforme abbandonate troppo a lungo nel cassetto della (sua) sopravvivenza. 

GABRIELE GRAVINA - FIGCabodi lollobrigida gravinaabodi lollobrigida gravinaabodi lollobrigida gravina

 

Ultimi Dagoreport

benjamin netanyahu giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – CORRI A CASA IN TUTTA FRETTA, C’È UN CAMALEONTE CHE TI ASPETTA: QUELLA SIGNORINA ALLA FIAMMA CHE VUOLE MANTENERE UN RAPPORTO CON L’EUROPA MA NELLO STESSO TEMPO, TEMENDO DI ESSERE SCAVALCATA A DESTRA DA SALVINI, SBATTE GLI OCCHIONI A TRUMP. LA STESSA CHE IMPLORA LA FINE DELLA TRAGEDIA DI GAZA MA L’ITALIA CONTINUA A FORNIRE ARMI A ISRAELE (SECONDO PAESE DOPO GLI USA DOPO LA DECISIONE DI MERZ DI FERMARE L’INVIO DI ARMI A NETANYAHU) - A UNA DOMANDA SULL'EXPORT MILITARE ITALIANO VERSO ISRAELE, CROSETTO IN PARLAMENTO HA DETTO: "ABBIAMO ADOTTATO UN APPROCCIO CAUTO, EQUILIBRATO E PARTICOLARMENTE RESTRITTIVO". RISULTATO? NESSUNO È PIÙ IN GRADO DI SAPERE CON ESATTEZZA COSA L’ITALIA VENDE O ACQUISTA DA ISRAELE – TRA LA DISCORDANZA DELLE DICHIARAZIONI UFFICIALI E LA TRACCIABILITÀ REALE DELLE FORNITURE BELLICHE A NETANYAHU, C’È DI MEZZO LO SPORT PREFERITO DEL GOVERNO MELONI: IL SALTO TRIPLO DELLA VERITÀ… - VIDEO

elly schlein giuseppe conte goffredo bettini gaetano manfredi piero vincenzo de luca roberto gualtieri silvi salis vincenzo decaro michele emiliano

DAGOREPORT - IL PD GUIDATO DA ELLY SCHLEIN? E' COME "'A PAZZIELLA 'MMAN 'E CRIATURE". IL GIOCATTOLO STA IN MANO AI BAMBINI. E LORO CHE FANNO? CI GIOCANO, SO' BAMBINI. E LO FANNO A PEZZI - CONFONDENDO LA LEADERSHIP CON L'AMBIZIONE, LA SEGRETARIA DEL PD SI E’ RINTANATA IN UN BUNKER: DIFFIDA DI TUTTI E SI CIRCONDA SOLO DEI SUOI “PASDARAN”: BONAFONI, ALIVERNINI E TARUFFI - NON SOPPORTA L’ASSE TRA CONTE E BETTINI; VIVE CON LA PAURA CHE BONACCINI VOGLIA SOSTITUIRLA AL PRIMO PASSO FALSO E CHE SILVIA SALIS LE FREGHI LA SEGRETERIA – SOSPETTI VERSO IL SINDACO DI NAPOLI GAETANO MANFREDI, POSSIBILE “PAPA STRANIERO” DEL “CAMPO LARGO” – ELLY DIFFIDA (EUFEMISMO) DI PRODI, CHE NON LA VEDE CANDIDATA PREMIER, E DI FRANCESCHINI, CHE LA PENSA ALLO STESSO MODO MA NON LO DICE - IL FASTIDIO VERSO MISIANI, GUALTIERI, MANCINI E ONORATO - VOLEVA ELIMINARE I ''CACICCHI'' MA HA RINCULATO CON DE LUCA E SOFFRE LE SMANIE DI EMILIANO IN PUGLIA - QUALCHE ANIMA PIA SPIEGHI ALLA GRUPPETTARA DI BOLOGNA CHE NON SIAMO ALL’OCCUPAZIONE DEL LICEO, NÉ TANTOMENO SUL CARRO DEL PRIDE DOVE SI È ESIBITA IN MODALITÀ “CUBISTA” SULLE NOTE DI “MARACAIBO” (VIDEO)

beppe grillo marco travaglio giuseppe conte elly schlein eugenio giani

DAGOREPORT: IL CONTE TRAVAGLIATO - DI BOTTO, SIAMO RITORNATI AI TEMPI DI BEPPE GRILLO: SULL’OK ALLA CANDIDATURA IN TOSCANA DEL DEM EUGENIO GIANI, CONTE NON TROVA IL CORAGGIO DI METTERCI LA FACCIA E RICICCIA IL ''REFERENDUM'' ONLINE TRA GLI ISCRITTI, L’UNO VALE UNO, LA “BASE” DA ASCOLTARE - MA L'EX "AVVOCATO DEL POPOLO" NON DOVEVA ESSERE IL LEADER CHE I 5STELLE NON HANNO MAI AVUTO, QUELLO CHE SI IMPONE E TRACCIA LA VIA AL SUO PARTITO? - DATO CHE GIANI, PER VINCERE, PUO' FARE A MENO DEI VOTI 5STELLE, NEL PD S'INCAZZANO CON LA SUBALTERNITÀ A CONTE DI ELLY SCHLEIN CHE HA ACCETTATO E PROMOSSO LA CANDIDATURA DEL 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA: "QUESTI INGRATI È MEGLIO LASCIARLI CHE PRENDERLI" - MA TRA ELLY E PEPPINIELLO, C’È DI MEZZO LA COLONNA DI PIOMBO DI MARCO TRAVAGLIO, CHE DETTA OGNI MATTINA I DIECI COMANDAMENTI DELL'IDEOLOGIA M5S, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" PD-M5S SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL''ARMATA BRANCA-MELONI...

netflix disney plus streaming

DAGOREPORT - “TOPOLINO” HA FAME - DISNEY SCUCE 3 MILIARDI DI DOLLARI PER COMPRARSI LE ATTIVITÀ MEDIA DELLA NFL, LA LEGA DEL FOOTBALL AMERICANO. QUALE SARÀ IL PROSSIMO PASSO? UN CONSOLIDAMENTO NELLO STREAMING È INEVITABILE (IL MERCATO È SATURO DI SERVIZI E CONTENUTI) E C’È CHI SI SPINGE A UN’ACQUISIZIONE DI PESO, COME NETFLIX - LA PIATTAFORMA CAPITALIZZA IL DOPPIO MA FATTURA UN TERZO DELLA DISNEY  – RUMORS ANCHE SU UN INTERESSE DI AMAZON PER SPOTIFY: LÌ I SOLDI NON SAREBBERO UN PROBLEMA (IL SERVIZIO DI E-COMMERCE DI BEZOS CAPITALIZZA 2MILA MILIARDI CONTRO I 130 DELLO STREAMING MUSICALE)...

matteo piantedosi giorgia meloni carlo nordio giusi bartolozzi alfredo mantovano almasri

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI RISCHIA DI BRUTTO SUL CASO ALMASRI: PRENDERSI LA RESPONSABILITÀ DELLA SCARCERAZIONE E DEL RIMPATRIO (CON VOLO DI STATO) DEL TORTURATORE LIBICO EQUIVALE A UNA PUBBLICA SCONFESSIONE DEI MINISTRI NORDIO E PIANTEDOSI, CHE IN AULA HANNO MINIMIZZATO CON BUGIE LA QUESTIONE ATTACCANDO I GIUDICI – IL TRIBUNALE DEI MINISTRI, SCAGIONANDO LA STATISTA DELLA GARBATELLA E RINVIANDO A GIUDIZIO I DUE MINISTRI E IL SOTTOSEGRETARIO ADDETTO AI SERVIZI SEGRETI, HA APERTO UNA BOTOLA DOVE, DALL'ALTO DEL SUO DILENTATTISMO, MELONI È CLAMOROSAMENTE CADUTA - LO "SCUDO" PER SALVARE GIUSI BARTOLOZZI NON ESISTE: NON ESSENDO STATA RINVIATA A GIUDIZIO, IL GOVERNO NON PUÒ  ESTENDERE "IL CONCORSO" NEL REATO COL MINISTRO NORDIO. COSI', IL PARLAMENTO PUO' NEGARE L'AUTORIZZAZIONE A PROCEDERE CONTRO PIANTEDOSI, NORDIO E MANTOVANO, MA LA PROCURA DI ROMA NON AVRÀ ALCUNO OSTACOLO A RINVIARE A GIUDIZIO LA BARTOLOZZI, CON CONSEGUENTI ''RICADUTE POLITICHE'' SU MELONI - PERCHE' NON HANNO MESSO IL SEGRETO DI STATO...