roncone cazzullo

UN GIALLO PER DUE - ALDO CAZZULLO E FABRIZIO RONCONE FIRMANO A QUATTRO MANI “PECCATI MORTALI”, LIBRO DI FANTAPOLITICA CHE METTE INSIEME LA NOMENCLATURA DELLA PRIMA, SECONDA E TERZA REPUBBLICA - SI RACCONTA UN’ITALIA IN CUI I GRILLINI, RIBATTEZZATISI “POPOLO DELL’ONESTÀ”, GOVERNANO CON IL PD E HANNO DUE LEADER CHE UNA VOLTA ERANO MOLTO AMICI E ORA SI FANNO LA GUERRA - E CONTRO DI LORO SI ALLEANO RENZI E SALVINI (SOTTO LA DIREZIONE D’ORCHESTRA DI DENIS VERDINI)…

Antonio D’Orrico per www.corriere.it

 

ALDO CAZZULLO E FABRIZIO RONCONE - PECCATI MORTALI

C’è una poesia di Ennio Flaiano che ha immortalato la nomenklatura (e la soprannomenklatura) romana degli anni Sessanta/Settanta. Comincia così: «C’erimo io, Jacovacci e Liliana,/ Manuccia, Brigitte e Flora,/ La Pittata, la Siciliana,/ Fellini, la Ficona e la Mora». E finisce così: «C’era Arbasino, Cagnara, il Bandito,/ Moravia, Pasolini e Culosfranto./ Verso la fine entrorno senza invito /er magnaccia co’ ’n frocio, e fu lo schianto».

 

In Peccati immortali, il romanzo di fantapolitica in uscita da Mondadori scritto dall’inedita coppia Aldo Cazzullo e Fabrizio Roncone (firme che i lettori del «Corriere della Sera» conoscono bene), c’erino, invece, per riprendere la lista di Flaiano: Fausto e Lella Bertinotti (corrente Comunisti presenzialisti), Ugo Sposetti, Roberto Calderoli, Paolo Romani, Maurizio Gasparri, Pierferdi Casini, Clemente Mastella, Matteo Salvini (ministro dell’Interno costretto alle dimissioni su sollecitazione simultanea del Quirinale e del Papa) e Matteo Renzi (nel romanzo come nella realtà fresco fondatore di un nuovo partito: ormai la fantapolitica è direttamente politica). La nomenclatura, cioè, della Prima, Seconda e Terza Repubblica.

 

aldo cazzullo

E poi, nella tribuna d’onore dell’Olimpico (gioca la Maggica), c’erino gli habitué: Massimo D’Alema, Pierfrancesco Favino, Claudio Amendola, Sabrina Ferilli (con Flavio Cattaneo), Claudia Gerini, Giovanni Malagò (che ha lasciato il Coni per diventare presidente della Roma), Francesco Totti e Enrico Vanzina in un irresistibile cammeo. Ma soprattutto in quell’altolocato parterre continua a primeggiare, malgrado il figlio sia stato venduto al City per 120 milioni, l’onnipresente mamma di Nicolò Zaniolo.

 

Vi chiederete: ma nel romanzo fantapolitico di Cazzullo e Roncone si racconta un’Italia in cui sono già scomparsi i grillini? Ovviamente no. Per questo più che un romanzo ci vuole un miracolo. I grillini ci sono eccome. Si sono ribattezzati Popolo dell’Onestà e governano con il Pd (qui la realtà ha anticipato al fotofinish la fantasia di Cazzullo e Roncone) e hanno due leader che una volta erano molto amici e ora si fanno la guerra: il tatuatissimo Dario Gianese (Di Battista, I presume) e il subdolo Andrea Ferro (Di Maio, I suppose). Nello scenario disegnato da Cazzullo e Roncone, contro il Popolo dell’Onestà e il Pd hanno stretto una ferrea alleanza Renzi e Salvini (sotto la direzione d’orchestra di Denis Verdini), decisi a far cadere «l’Azzeccagarbugli terrone», il detestato primo ministro. Ci potrebbe stare.

 

fabrizio roncone

Scrivere un romanzo sul mondo della politica italiana, fucina di macchinazioni, congiure e tripli giochi, è come portare vasi a Samo (si sarebbe detto una volta) o dementi a Temptation Island Vip (si direbbe oggi). Anche la più fervida, paradossale e spregiudicata fantasia di scrittore stenta a tenere il passo con la barocca creatività degli onorevoli nazionali (nemmeno a uno scrittore potente come Balzac sarebbero mai potuti venire in mente personaggi complessi come i democristiani).

 

Nondimeno Cazzullo e Roncone si sono lanciati coraggiosamente nell’impresa giocandosi l’all-in sin dalla prima riga: «Essere immortali è facilissimo. Tutti gli animali ci riescono. Tutti, tranne l’uomo: l’unico che sa che deve morire». A formulare questo pensiero è il cardinale Michelangelo Aldrovandi mentre, appena celebrata la messa, si cambia nel suo appartamento in Vaticano per andare a donne. «E magari fossero state solo donne». C’è bisogno d’altro per descrivere il personaggio? Forse soltanto la frase preferita di Sua Eminenza: «I poveri hanno rotto i coglioni».

 

salvini renzi

Poche pagine dopo, infrangendo un fondamentale comandamento narrativo (non si elimina mai un personaggio promettente all’inizio della storia), e beandosi di farlo (sono un po’ teppisti i nostri due autori), Cazzullo e Roncone ammazzano a bruciapelo il cardinale. Addosso al cadavere viene trovato un telefonino. Qui i due autori, dopo aver disobbedito ai comandamenti narrativi, ritornano all’ortodossia letteraria e rivolgono un reverente pensiero al maestro Dumas e ai Tre moschettieri. Come funziona lo straordinario romanzo di D’Artagnan & Co. che resiste al tempo e alle mode?

 

Qual è il segreto della sua eternità? Semplicissimo: nei Tre moschettieri si racconta la storia di alcuni diamanti che devono essere recuperati pena la rovina della regina di Francia. Tutto qui. È una caccia al tesoro. Peccati immortali funziona con lo stesso meccanismo. Il telefonino trovato addosso al cardinale contiene fotografie di un’orgia molto hot che potrebbero provocare il finimondo in Vaticano e negli altri palazzi del potere. Il fatto è che intanto il telefonino è sparito. Chi ce l’ha? La caccia al tesoro comincia.

 

di battista di maio

All’inseguimento del telefonino corrono tutti i personaggi di Peccati immortali. E sono personaggi assai pittoreschi.

 

C’è la bellissima super escort Emmanuelle, figlia di proletari del Pigneto, specializzata in teatrini lesbo, che alla domanda: «Quando hai imparato a usare il frustino?», risponde serafica: «Dopo aver preso il primo stipendio da commessa». C’è la virtuosa e pura Suor Remedios (di una purezza che al cardinale Aldrovandi — ricordandolo da vivo — procurava brividi di perversione), «che somiglia a Penelope Cruz, ma senza il naso un po’ da topo». C’è Padre Celestino, cardinale de sinistra in odore di santità, che scrive su «Micromega» ed è amico del priore di Bose, Enzo Bianchi. Segni particolari: forfora abbondante. C’è il formidabile cardinale Achille Tarchiani, legato alla Roma nera e papalina, adoratore del demonio (coltiva una sua anti-teologia), che considera il Papa un pericoloso populista.

 

anan magnani

La fauna del libro comprende poi il capo rom dell’Anagnina (Dragomir: serie tv preferita Narcos), truci boss della mafia nigeriana, vecchi arnesi dei servizi, nostalgici del Duce, ex leader di Lotta Continua, notai faccendieri, soci del Circolo Canottieri, capistruttura Rai, ex finaliste del Grande Fratello.

 

Tutti coinvolti nella sanguinosa serie di delitti che scandisce la caccia al telefonino.

 

I frontman del romanzo sono due. Uno è Gricia, «fidanzato» di Emmanuelle, pastasciuttaro perso (da cui soprannome e stazza ragguardevole), un James Bond o un Indiana Jones de noantri, con un passato da infiltrato nelle Br e un cuore d’oro (ogni mese va al Verano a mettere un mazzetto di margherite sulla tomba del nonno, tipografo all’«Unità», e anche un fiore sulla sepoltura di Alberto Sordi). Morta Anna Magnani, Gricia è il più serio pretendente al titolo di Mamma Roma oggi sul mercato (e non formalizziamoci su questioni di genere). Fanatico di tennis, ha un sogno: fare due palle con Adriano Panatta (suo eroe anche politico per l’idea di presentarsi in maglietta rossa alla finale di Davis contro il Cile del dittatore Pinochet).

 

giulio andreotti

L’altro grande personaggio di Peccati immortali è l’ex senatore Giulio Nardi, una vita a muoversi nell’ombra di Quirinale, Vaticano, Confindustria, Cgil, Rai, Servizi: «Garantendo tutti e non scontentando nessuno; ma anche badando a non accontentarli del tutto». La politica al tempo dei tweet sembrava aver tagliato fuori il vecchio senatore. Ma ora che davanti al telefonino introvabile trema tutta Roma, ora che il gioco si fa duro, questo raffinatissimo scienziato del potere torna in auge. Nardi, discepolo di Giulio Andreotti, ama le battute come il suo mentore. Tipo: «Due sono le leggi di Roma: tutte le attrici sono troie, e tutti i politici hanno soldi da parte». Non si sa precisamente dove, ma un cuore batte anche dentro il cinico senatore. Non ha mai perdonato, infatti, Il Divo a Paolo Sorrentino. Per quel film Andreotti soffrì molto. «Arriverei a dire che ne morì», dice Nardi e si intenerisce al ricordo di Andreotti che ascolta Renato Zero e si commuove per il verso: «Il sole muore già, e di noi questa notte avrà pietà».

 

renato zero6

Il vecchio senatore è il personaggio a cui, come si diceva una volta, gli autori affidano il messaggio della loro opera. E sono così convincenti che, dopo aver letto questo brillante, travolgente romanzo (che non è solo di fantapolitica, ma è un romanzo romanzo, a tutto tondo), al senatore Giulio Nardi verrebbe voglia di dare i pieni poteri. A lui soltanto, beninteso.

 

Peccati immortali è un libro multitasking. Romanzo a chiave (chi sarà mai Veronica Grassi, «giornalista di scrittura modesta, ma con una diabolica capacità di stare nell’intrigo, e di intrigare»?). Manuale di cucina (ricetta della pasta alla gricia, piatto che, come si sarà capito, ha un ruolo non minore nella vicenda: pecorino romano, guanciale salumificio Sano di Accumoli, spaghettoni del pastificio abruzzese Mancini). Guida all’happy hour romano. L’aperitivo giusto? Dipende. Se Negroni, al Locarno; se Martini, all’Inghilterra (sembra quasi di rileggere Hemingway: «Il mio daiquiri al Floridita, il mio mojito alla Bodeguita»).

 

In questo romanzo, allegramente sinistro (e viceversa), su Roma come location, magnifica e cadente, del potere, accade di tutto. Vi si gira perfino il remake (non vi dico tra chi, ma c’entra un grillino) del bacio tra Riina e Andreotti. E, a un certo punto, si instaura un raggelante parallelo tra il delitto Pecorelli e il delitto Matteotti.

 

sergio leone

È evidente che Cazzullo e Roncone si sono assai divertiti a mettere su casa (narrativa) assieme. Non si sono fatti mancare niente: c’è perfino un finale con duello in stile western di Sergio Leone. E hanno azzeccato in pieno storia, personaggi e linguaggio, condendo ogni cosa con la giusta ironia, ma anche con un filo di vero dispiacere (povera Patria!).

 

Dopo Peccati immortali (un libro che asfalterà le classifiche di vendita), il giornalismo nazionale rischia di perdere due protagonisti. D’ora in poi Cazzullo & Roncone (onoriamoli con la e commerciale, se la meritano) saranno una coppia fissa letteraria. Categoria? La più chic (ma anche pratique): quella del bestseller di qualità.

Ultimi Dagoreport

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...