GLI AUDACI COLPI DEI 'PINK PANTHERS' - FURTI SPETTACOLARI PER 200 MILIONI, ARRESTATO UN COMPONENTE DELLA BANDA DI ORIGINE BALCANICA COMPOSTA DA EX MILITARI ADDESTRATISSIMI - INSIEME A DUE COMPLICI, AL MOMENTO IRREPERIBILI, È CONSIDERATO IL RESPONSABILE DELLA RAPINA MESSA A SEGNO IN UNA GIOIELLERIA IN PIENO CENTRO A MILANO, IL 20 DICEMBRE SCORSO…

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Emilio Randacio per la Stampa

 

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Hanno messo a segno colpi rocamboleschi in tutto il mondo. Gli investigatori stimano un bottino complessivo che si aggira addirittura sulla cifra iperbolica di 200 milioni di euro. L' interpol sospetta che sia una banda di origine balcanica composta da ex militari addestratissimi, conosciuta come i "pink panthers" e, ieri all' alba, uno dei suoi componenti è stato estradato dalla Svizzera in Italia dagli uomini della squadra Mobile di Milano.

 

Insieme a due complici, al momento irreperibili ma che sono comunque stati identificati, è considerato il responsabile della rapina messa a segno in pieno centro a Milano, il 20 dicembre scorso, nella gioielleria Paradiso Luxury di via Pontaccio.

 

Quel giorno, nel giro di 50 secondi, i tre sono riusciti a impadronirsi di orologi di pregio per un valore complessivo superiore ai 200 mila euro. L' ordine di carcerazione emesso dal gip di Milano Giuseppina Barbara, su richiesta del pm David Monti, riguarda un cittadino serbo del 1982.

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Il colpo a Milano Il 20 dicembre la banda era entrata in azione intorno alle 10.30 - dopo aver monitorato l' ingresso fin dall' apertura - nella gioielleria. Il trio prima di mettere a segno il piano aveva consumato in un bar vicino una grappa "per brindare al colpo", hanno spiegato ieri gli investigatori. Durante la rapina, però, uno dei banditi si è ferito alla mano, lasciando due gocce di sangue.

 

Se la visione di circa mille ore di immagini dei sistemi di videosorveglianza - di negozi, puntate su strade e in metropolitana- ha permesso di ricostruire la rapina e i due giorni precedenti quando il gruppo ha effettuato diversi sopralluoghi, è stata la traccia di sangue analizzata dalla Polizia scientifica che ha permesso di individuare con certezza i responsabili. Dalla traccia ematica, infatti, è stato possibile estrarre il Dna che, comparato con gli archivi dei profili internazionali, ha dato il riscontro sull' arrestato, Danilo Vucinic, 36enne originario di Belgrado.

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Quando è stato bloccato dalla polizia svizzera, aveva con sé un documento croato falso. L' arrestato è stato bloccato a Basilea, dove si trovava secondo gli investigatori, per pianificare un altro colpo. È stato fermato dalla polizia elvetica che alla fine di agosto ha dato esecuzione al mandato d' arresto europeo e, a seguito dell' estradizione, ieri i poliziotti della Squadra Mobile hanno eseguito l' ordinanza di custodia cautelare in un carcere milanese.

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