bagnoli area ex cementir francesco gaetano caltagirone

GLI UTILI SO' SEMPRE PRIVATI, LE ROGNE PUBBLICHE - FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE HA MOLLATO ALLO STATO UNA BELLA GATTA DA PELARE – LA SOCIETÀ DELL’IMPRENDITORE E EDITORE ROMANO HA CEDUTO A INVITALIA, A TITOLO GRATUITO, I TERRENI INQUINATI DELL’EX AREA CEMENTIR DI BAGNOLI – ORA L’AGENZIA PARTECIPATA DAL TESORO DOVRA’ BONIFICARE I TERRENI E ABBATTERE GLI EDIFICI PRESENTI CON I SOLDI PUBBLICI – IL SINDACO DI NAPOLI MANFREDI: “SI CHIUDE UN CONTENZIOSO CHE SAREBBE DURATO MOLTI ANNI…”

Estratto dell’articolo di Nello Trocchia per “Domani”

 

francesco gaetano caltagirone

Era un peso morto per il privato, una rogna legale anche per il pubblico e alla fine è arrivato l’accordo. La Catalgirone spa è riuscita nell’obiettivo: ha ceduto i terreni inquinati di Bagnoli a Invitalia e quest’ultima si è presa l’onere di bonificarli. La proprietà dell’area ex Cementir era di Basi 15, una società della holding dell’imprenditore romano, da tempo si prospettava l’ipotesi di cessione a costo zero dell’area che attende da anni la bonifica definitiva.

 

Francesco Gaetano Caltagirone, editore del Messaggero e del quotidiano Il Mattino di Napoli, ha un impero che spazia dall’editoria alla finanza passando per l’intramontabile cemento.

 

[…]  Il possibile accordo tra le parti era stato già anticipato, lo scorso gennaio, dalla relazione del commissario e sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi.Un documento che faceva riferimento al pluriennale contenzioso che era in via di risoluzione attraverso un accordo poi da sottoporre alla cabina di regia che si occupa del risanamento e rilancio dell’area. In pratica la chiusura delle dispute amministrative porta a un esito auspicato soprattutto dal privato: le bonifiche saranno eseguite con soldi pubblici e da Invitalia.

 

AREA EX CEMENTIR A BAGNOLI

Un costo alto a fronte della cessione a titolo gratuito dei terreni. Alla bonifica si aggiunge anche l’abbattimento dei manufatti esistenti e anche in questo caso il costo è a carico dello stato, cioè dei contribuenti italiani.

 

«L’area di proprietà di Caltagirone è inquinata come tutto il resto e i commissari hanno chiaramente dato indicazioni di bonificare, ma era un costo rilevante. Visto che sono naufragate le ipotesi di modifica al piano regolatore con l’idea di costruirci, la cessione allo stato era la soluzione più conveniente», racconta chi conosce bene la lunga storia dell’area est di Napoli che da decenni aspetta il rilancio definitivo.

 

L’INQUINAMENTO

ex area industriale di bagnoli

Di questo accordo si parla da tempo, già nel 2020, in un documento inviato da Basi 15 all’attenzione di Invitalia e commissariato di governo, la srl chiariva: «L’attività di risanamento ambientale della propria area descritta nel Piano è da intendersi a totale ed esclusivo carico di Invitalia S.p.A. e tiene, pertanto, a precisare che ogni diversa e contraria interpretazione/determinazione tale da imporle (anche indirettamente) obblighi (anche futuri) non sarà accettata».

 

In pratica o la bonifica era a carico dello stato oppure non ci sarebbe stato accordo tra le parti visto che, stando alla ricostruzione della società partecipata da Caltagirone spa, la società non è «responsabile dello stato di contaminazione di tale area».

 

GAETANO MANFREDI

E per chiarirlo evidenziava: «L'origine delle sostanze contaminanti non è in alcun modo riconducibile al processo produttivo del cemento svolto nell'area dall'IRI, bensì deve senza dubbio considerarsi legata  ai processi industriali esercitati nella confinante e vastissima area dell'ex Ilva e/o alle caratteristiche naturali della zona del grande complesso vulcanico dei Campi Flegrei».

 

Proprio lo scorso luglio è stato firmato un protocollo d’intesta tra governo e commissario che ha previsto l’assegnazione di 1,2 miliardi di euro «per gli interventi di bonifica, la costruzione delle infrastrutture e il recupero della fruibilità delle aree in modo da consentirne la rigenerazione», annunciava Invitalia, l’agenzia dello sviluppo del ministero dell’Economia, guidata da Bernardo Mattarella, nipote del presidente della Repubblica.

 

azzurra e francesco gaetano caltagirone

[...] dal commissariato, guidato dal sindaco Manfredi, arrivano parole entusiastiche: «Si chiude contenzioso tra l’azienda e Invitalia, sarebbe durato molti anni e, invece, questa soluzione sblocca i lavori. Su Bagnoli svoltiamo dopo decenni di immobilismo». 

ex area industriale di bagnoli

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?