CHI C’È DIETRO L’INTESA PER PRODURRE IL VACCINO RUSSO IN ITALIA? A FARE DA TRAMITE TRA L’AZIENDA SVIZZERA ADIENNE E MOSCA È VINCENZO TRANI, IL PRESIDENTE DELLA CAMERA DI COMMERCIO ITALO-RUSSA MOLTO CONOSCIUTO AL CREMLINO – CI SONO ALTRE DUE AZIENDE ITALIANE INTERESSATE A PRODURRE “SPUTNIK”: MA È SOLO PROPAGANDA PER PUTIN, VISTO CHE IL VACCINO NON SI PUÒ COMMERCIALIZZARE IN ITALIA SENZA L’OK DI EMA E AIFA – L’IRRITAZIONE DEGLI STATI UNITI E LA PRESA DI DISTANZA DI MARIO DRAGHI

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1 – L’ITALIA PRODURRÀ LO SPUTNIK V, GELO DEGLI STATI UNITI. IL GOVERNO DRAGHI PRENDE LE DISTANZE

Marco Antonellis per www.tpi.it

sputnik sputnik

 

Lo Sputnik V “made in Putin” entra a tutti tondo nel dibattito italiano (ed europeo) sui vaccini. L’azienda farmaceutica italo-svizzera Adienne Pharma&Biotech ha firmato un accordo con il Russian Direct Investment Fund (RDIF), che tratta la distribuzione dello Sputnik all’estero, per produrre il vaccino russo in Italia, presso gli stabilimenti di Caponago, a Monza.

ursula von der leyen e vladimir putin ursula von der leyen e vladimir putin

 

Si tratta di una prima assoluta per il vecchio continente; in poche parole l’Italia sarà per la Russia la porta d’ingresso nella vecchia Europa, per la gioia del partito leghista che da settimane tifava per il vaccino russo. Ma se a Bruxelles non hanno preso per niente preso bene la “svolta” italiana a favore del vaccino di Putin, perplessità non sarebbero mancate nemmeno da parte del grande alleato d’oltreoceano.

 

MARIO DRAGHI ALLA CAMERA MARIO DRAGHI ALLA CAMERA

Riservatamente ma fermamente nelle scorse ore sull’asse Washington-Roma sarebbero già stare espresse perplessità in merito all’operazione “proprio ora che gli Stati Uniti stanno partendo con una grande controffensiva nei confronti dell’ex Unione sovietica” spiegano ambienti molto bene informati. Il punto è che l’amministrazione Biden starebbe approntando una vera e propria rappresaglia contro la Russia per le attività di cyber-attacchi contro agenzie e società governative americane venute alla luce negli ultimi mesi. Azioni che potrebbero essere accompagnate anche da sanzioni economiche.

MEME SUL VACCINO RUSSO MEME SUL VACCINO RUSSO

 

Insomma, proprio mentre la Casa Bianca sta per partire al contrattacco con un’azione in grande stile nei confronti della Russia, l’Italia apre le porte allo Sputnik. E qui viene il bello perché la Casa Bianca sta monitorando con grande attenzione il tentativo della Russia di diffondere disinformazione sui vaccini anti-Covid Moderna e Pfizer.

 

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Gli Stati Uniti hanno già identificato tre pubblicazioni online dirette dai servizi di intelligence russi che “diffondono molti tipi di disinformazione, incluso sui vaccini Pfizer e Moderna, nonché organizzazioni internazionali, conflitti militari, proteste e qualsiasi questione divisiva che possono sfruttare”, ha detto recentemente la portavoce di Biden, Jen Psaki. Aggiungendo che “combatteremo con ogni strumento che abbiamo”.

 

GIANCARLO GIORGETTI E MARIO DRAGHI LEGGONO DAGOSPIA GIANCARLO GIORGETTI E MARIO DRAGHI LEGGONO DAGOSPIA

E proprio per evitare imbarazzanti “incidenti diplomatici”, da palazzo Chigi si sono affrettati a prendere le distanze dall’operazione e a far sapere che si tratta solamente di un’iniziativa privata. Con buona pace delle dichiarazioni di giubilo dei leghisti.

 

2 – LA PROPAGANDA DI PUTIN E GLI INTERESSI DELLA LEGA, ECCO QUELLO CHE NON TORNA NELL'OPERAZIONE SPUTNIK IN ITALIA

Giuliano Foschini e Fabio Tonacci per www.repubblica.it

 

vincenzo trani vincenzo trani

Con un’accelerazione che riesce a spiazzare contemporaneamente Regione Lombardia, Palazzo Chigi e Commissione Europea, facendo esultare la Lega sovranista e Forza Italia, la Camera di Commercio Italo-Russa (ente milanese privato) annuncia che l’Italia sarà il primo Paese europeo a produrre le dosi dello Sputnik V.

 

“Sarà coinvolto lo stabilimento della Adienne Srl a Caponago, a Monza, a partire da luglio - spiega Vincenzo Trani, presidente della Camera di Commercio Italo-Russa -  È stato firmato un accordo tra l’amministratore delegato Kirill Dmitriev del Russian Direct Investment Fund (Fondo governativo del Cremlino, ndr) e l’azienda italiana. Produrranno 10 milioni di dosi entro l’anno”. L’intesa maturata sull’asse Milano-Mosca, tanto caro a una certa ala del partito di Salvini, e a Salvini stesso, sembra però destinata a generare più polemiche che altro. Andiamo con ordine.

 

L’esultanza di Lega e di Forza Italia

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Le prime reazioni di alcuni esponenti della Lega sono entusiastiche. “E’ un bellissimo segnale e motivo di orgoglio per la Brianza”, si affretta a dire l’onorevole Massimiliano Capitanio. E un leghista della prima ora come il senatore Roberto Calderoli aggiunge: “I 200 milioni liberati ieri dal ministro Giorgetti per la produzione nazionale di vaccini, l’accordo per produrre Sputnik in Italia, la pressione politica sulla Commissione Ue e sull’Ema (Agenzia europea del farmaco, ndr) per lo sblocco degli antidoti di Johnson & Johnson e Sputnik segnano un cambio di passo”.

 

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Anche Forza Italia, attraverso il coordinatore nazionale Antonio Tajani, rivendica a sé un ruolo: “Siamo stati i primi a chiedere all’Ema di autorizzare lo Sputnik, utilizziamo ogni strumento possibile per sconfiggere il Covid-19”. E però, su tutta la partita, si allunga l’ombra della propaganda del governo di Mosca.

 

La Farnesina non sapeva e Bruxelles prende le distanze

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Intanto perché, a differenza di quanto sostengono alla Camera di Commercio Italo-Russa, non risulta che sull’“operazione Sputnik” sia stata fornita alcuna esplicita approvazione da parte dell’ambasciata italiana a Mosca, che si è limitata a mettere in contatto gli italiani con il fondo russo per possibili investimenti, ma non in ambito vaccini. E la Commissione Ue, attraverso uno dei portavoce, fa sapere che “attualmente non sono in corso colloqui per integrare lo Sputnik V nella strategia Ue sui vaccini”. Se uno Stato membro intende procedere d’iniziativa, lo farà sotto la propria responsabilità.

 

Trani, l’uomo di Mosca in Italia

antonio fallico sergei lavrov antonio fallico sergei lavrov

Il presidente Vincenzo Trani è uomo assai conosciuto dal Cremlino. È in contatto con Antonio Fallico, presidente di Banca Intesa Russia. Il quale ha appena annunciato che ci sono altre due aziende italiane interessate alla produzione del vaccino russo sono due: “Molto note nel settore - spiega Fallico - sono nella fase finale delle trattative con il Fondo russo”. Il nome di Trani spunta anche nelle carte dell’indagine vaticana su monsignor Becciu e i fondi della Santa Sede attraverso la Mikro Kapital, di cui è fondatore. “Una volta mi arrivò l’indicazione di investire 30 milioni in Mikro Kapital, che fa prestiti a piccole imprese”, ha raccontato in un’intervista Enrico Crasso, che per 27 anni è stato gestore del patrimonio riservato della Segreteria di Stato. Trani, che ha sempre difeso l’operato dell’ex ministro Salvini all’epoca dello scandalo del Metropol e di Savoini, era anche presente alla cena a Villa Madama organizzata nel luglio del 2019 in onore della visita in Italia del presidente Vladimir Putin.

antonio fallico antonio fallico

 

Sputnik non è autorizzato

Il farmaco russo non è approvato dall’Agenzia europea del farmaco, che giusto in queste ore ne comincia la cosiddetta “rolling review”, la procedura di analisi prodromica alla valutazione finale. Dunque, se anche dallo stabilimento di Caponago (che fa parte della società biofarmaceutica Adienne Pharma & Biotech, con sede a Lugano) uscissero all’improvviso milioni di fiale, non sarebbero utilizzabili e somministrabili in Europa. Non solo. Le autorità sanitarie russe dovrebbero aprire i laboratori agli ispettori ema, permettendo loro di verificare tutte le fasi della produzione, e rendere disponibili i dati dei trial clinici per fasce e per tipo di popolazione sottoposta al campione.

 

putin salvini putin salvini

 

L’irritazione di Palazzo Chigi

Ora, il punto è che l’accelerazione salutata con giubilo dalla Lega non è stata minimamente concordata né con la Regione Lombardia (“non ne sapevamo niente, siamo estranei all’accordo”) né soprattutto con Palazzo Chigi.

 

La strategia Draghi, per come è stata declinata sinora dal ministro Giorgetti, punta a sostenere aziende italiane dotate di bioreattori in grado di produrre i vaccini già autorizzati: Pfizer-BionTech, AstraZeneca e Moderna.

vincenzo trani vincenzo trani

 

Non sono tante quelle che, nel Paese, hanno le strumentazioni necessarie, dunque si capisce l’irritazione del governo di fronte alla “colonizzazione” da parte del fondo russo di una delle aziende candidate. “Adienne - confermano dalla Camera di Commercio Italo-Russa - ha il bioreattore per produrre i vaccini basati su adenovirus”. Come quello di AstraZeneca, per intenderci, a cui l’Italia si affida per la campagna vaccinale di massa.

coronavirus, il vaccino russo coronavirus, il vaccino russo

 

Le manovre russe

È evidente, però, che la partita che si sta giocando attorno al vaccino non è, soltanto, di natura sanitaria. Dietro ci sono manovre di politica estera perchè oggi quelle fiale pesano molto più di qualsiasi tipo di armi.

 

il vaccino russo il vaccino russo

Lo sa anche la nostra intelligence che da mesi sta seguendo le manovre attorno a Sputnik. Non è un caso che Mosca abbia scelto San Marino per dimostrare all’Europa la bontà del suo vaccino. E non è un caso che a muoversi in Italia siano stati direttamente Dmitriev, il capo del fondo sovrano russo, e Vincenzo Trani che in Italia è considerato il riferimento diretto di Putin. Dmitriev, prima di arrivare alla Adienne di Monza, aveva contattato altre aziende offrendo lo stesso pacchetto.

 

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