CINZIA MONTEVERDI SMENTISCE PRESSIONI SUI SOCI DEL “FATTO” (NOI AVEVAMO SCRITTO ''CHIEDE'', MICA ''FA PRESSIONI''), MA NON CHE “EDIMA” VOGLIA VENDERE LA SUA QUOTA NEL GIORNALE DI TRAVAGLIO: “CONSIDERO L'ESIGENZA DI MONETIZZARE DA PARTE DEGLI AZIONISTI UN FATTO FISIOLOGICO E FONDAMENTALE PER LA CRESCITA DI QUALSIASI SOCIETÀ PER AZIONI” - INOLTRE, SMENTISCE CHE LA RAGIONE DELLA VENDITA SIA LEGATA ANCHE ALLA LINEA FILO-GOVERNATIVA DI TRAVAGLIO. MA A CHE TITOLO LA DOTT.SSA MONTEVERDI INTERPRETA LE INTENZIONI DI SOGGETTI TERZI?

-

Condividi questo articolo


 

 

 

Riceviamo e pubblichiamo:

 

MARCO TRAVAGLIO E CINZIA MONTEVERDI MARCO TRAVAGLIO E CINZIA MONTEVERDI

Con riferimento all'articolo dal titolo "C'È DEL MOVIMENTO TRA I SOCI DEL "FATTO", apparso in data odierna sul vostro sito alla pagina https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/39-movimento-soci-39-39-fatto-39-39-248268.htm sono a precisarvi che risulta assolutamente falso che abbia mai chiesto o potuto chiedere ai rappresentanti e/o soci di Edima di recedere dall'intenzione di vendere, al fine di evitare, come da voi falsamente propalato, che le loro quote siano cedute a soggetti terzi ostili all'attuale direzione de il Fatto Quotidiano, nonché al fine di evitare la nomina in cda di nuovi membri ostili e scomodi all'attuale governante.

quotazione del fatto quotidiano marco lillo antonio padellaro peter gomez cinzia monteverdi marco travaglio quotazione del fatto quotidiano marco lillo antonio padellaro peter gomez cinzia monteverdi marco travaglio

 

Per nessuna ragione o motivo ho mai esercitato pressioni o ingerito nelle libere scelte e determinazioni degli attuali soci di SEIF e né tantomeno in occasione della asserita vendita delle quote di pertinenza di Edima per timore di un socio "scomodo".

 

Al contrario considero l'esigenza di monetizzare da parte degli azionisti un fatto fisiologico e fondamentale per la crescita di qualsiasi Società per azioni. L'uscita di un Socio, oltre a essere un diritto e lecita, non costituisce alcuna preoccupazione dato che il nostro Statuto ci difende da qualsiasi "nocività" e garantisce la salvaguardia dei nostri principi fondamentali.

 

quotazione del fatto quotidiano marco lillo antonio padellaro peter gomez cinzia monteverdi marco travaglio quotazione del fatto quotidiano marco lillo antonio padellaro peter gomez cinzia monteverdi marco travaglio

Pertanto l'eventuale ingresso di un nuovo azionista è piuttosto un'opportunità. Ritengo grave e dannoso per la nostra immagine asserire, senza alcun fondamento oggettivo, che Edima intende uscire causa linea editoriale Travaglio-Conte-Casalino e per i conti in rosso, in coincidenza peraltro di un bilancio semestrale che mette in evidenza esattamente il contrario; Ciò chiarito mi corre altresì l'obbligo di precisare in riferimento alla posizione del consigliere delegato Luca D'aprile che quest'ultimo non ha alcuna intenzione di dismettere la propria partecipazione in SEIF, essendo egli stesso parte integrante e compartecipe , nel suo ruolo di consigliere delegato, del progetto di crescita e sviluppo della nostra società.

 

 

Cinzia Monteverdi

 

 

DAGO-RISPOSTA: Nessuno ha scritto di ''pressioni'' su Edima per aspettare di vendere, bensì abbiamo scritto solo che Cinzia Monteverdi avrebbe ''chiesto'' di aspettare. Come dice il proverbio, chiedere è lecito. Luca D'Aprile non ci risulta avere una partecipazione in SEIF, bensì ha il 10% di Edima, che a sua volta controlla l'11,36% del ''Fatto Quotidiano''. Infine, sulle ragioni che spingono gli imprenditori marchigiani a vendere la loro quota del ''Fatto'', e se siano legate al cambio di linea editoriale di Travaglio, attendiamo una smentita direttamente dagli interessati, e non dalla controparte di questa trattativa, che non ci risulta avere una delega a rispondere riguardo le loro intenzioni o idee politiche. 

 

 

 

 

cinzia monteverdi marco travaglio giorgia solari cinzia monteverdi marco travaglio giorgia solari

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…