badoglio 8 settembre

IL DISCORSO DELL’8 SETTEMBRE 1943 FU FATTO IL 7 PER DARE TEMPO AL RE E A BADOGLIO DI FUGGIRE – IL NIPOTE DEL TECNICO EIAR CHE REGISTRO’ IL MESSAGGIO DEL GENERALE RACCONTA CHE ANCHE BADOGLIO LASCIO’ ROMA PRIMA DELL’ANNUNCIO DELL’ARMISTIZIO (E PRECEDETTE IL RE SENZA AVVERTIRLO) - IL GENERALE NON È MAI STATO UN PERSONAGGIO LIMPIDO. GIÀ NELLA GRANDE GUERRA ERA STATO CORRESPONSABILE DELLA RITIRATA DI CAPORETTO

Andrea Cionci per “Libero quotidiano”

 

8 settembre

Lo spettro di Badoglio torna a far sentire la sua voce: non è una metafora per commentare l' attuale situazione politica, con "costruttori" e "responsabili" che cambiano disinvoltamente casacca, ma la cronaca dell' effettivo ritrovamento - ad opera di chi scrive - di un documento storico di cui si erano perse le tracce da 77 anni e che vi proponiamo in esclusiva.

 

È il disco originale sul quale il Maresciallo d' Italia Pietro Badoglio, dal 25 luglio '43 capo del governo (dopo la deposizione - e l' arresto con l' inganno - di Mussolini) incise il famoso Proclama dell' Armistizio diffuso via radio l' 8 settembre.

Per la precisione, si tratta di un "Decelith", il vinile autarchico del Terzo Reich - una tecnologia appena precedente al nastro magnetico, che consentiva di incidere il sonoro su un supporto pronta-resa.

 

badoglio

Il proprietario è l' architetto Roberto Cottini, nipote di Gino Orsini, all' epoca importante funzionario dell' EIAR che, nel dopoguerra, diverrà anche direttore tecnico RAI.

La testimonianza di Orsini anticipa l' operazione di un giorno rispetto alla storiografia ufficiale. «Mio zio ci raccontava - spiega Cottini - che la mattina del 7 settembre '43, Badoglio si presentò alla sede Eiar, in Via del Babuino 9, accompagnato dalla scorta. Fece uscire tutti chiedendo a mio zio e a un tecnico del suono di registrare un messaggio.

 

Una volta inciso il disco, Badoglio ordinò di trasmetterlo in radio solo quando sarebbe stato al sicuro e dietro precisa comunicazione. Così andò: l' 8 settembre mattina mio zio ricevette una telefonata - forse dallo stesso Badoglio - che diceva qualcosa come "lei sa cosa fare" e la sera il proclama fu diffuso dalla radio, una volta ogni quarto d' ora».

Il proclama fu registrato in anticipo per dare tempo al corteo reale di fuggire a Pescara e da lì a Brindisi.

 

Badoglio, addirittura, precedette il Re senza avvertirlo.

badoglio

il parere Abbiamo sottoposto il Decelith ai tecnici della Discoteca di Stato di Roma che, con grande disponibilità, lo hanno riversato in digitale.

 

Appena posata la puntina sul disco, siamo stati tutti proiettati in quei giorni convulsi: «Il governo italiano, riconosciuta la impossibilità di continuare la impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell' intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla Nazione, ha chiesto un armistizio al generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate anglo-americane. La richiesta è stata accolta. Conseguentemente, ogni atto di ostilità contro le forze anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo. Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza".

 

La voce è chiara, si percepisce un vago accento del Monferrato e l' incerta pronuncia inglese: "Aisenover". La resa incondizionata agli Alleati era stata firmata già il 3 settembre a Cassibile (ancor oggi l' anniversario viene incredibilmente festeggiato nella cittadina, persino con spontanee partecipazioni di mafiosi inneggianti a Lucky Luciano).

 

PIETRO BADOGLIO

Nonostante l' armistizio, dato che Badoglio tergiversava nel divulgarlo, gli Alleati, forse anche come "sollecito", bombardarono indiscriminatamente Frascati, quartier generale di Kesselring, uccidendo oltre 600 civili italiani. La sera, alle 18.00, l' emittente alleata Radio Algeri, annunciò l' armistizio con l' Italia che venne subito intercettato dai tedeschi. Alle 19.42 anche l' Eiar diffuse il comunicato di Badoglio. Sono le ultime dieci parole del proclama ad agghiacciare per la loro tragica ambiguità.

 

Spiega lo storico Marco Patricelli, già autore di Settembre 1943 - i giorni della vergogna (Laterza): «L' ipocrisia della formula sugli "eventuali attacchi da altra provenienza" paralizzò le nostre Forze Armate, privandole di qualsiasi iniziativa. Il piano segretissimo OP 44, stilato pochi giorni prima per prendere le armi contro la Germania, non ricevette l' ordine esecutivo: Badoglio si illudeva che i tedeschi avrebbero semplicemente lasciato l' Italia e ne aveva una gran paura, tanto che a Crecchio disse, guardando meditabondo gli alberi:

 

8 settembre

"Chissà a quale di questi ci impiccheranno". Quanto alla registrazione del proclama il giorno 7, è plausibile, dato che Badoglio si aspettava la pubblicazione dell' Armistizio, condivisa con gli Alleati, per il 12. Il Gen.Castellano, che non parlava inglese, a Cassibile aveva infatti equivocato.

 

Il 13 ottobre 1943, il definitivo passaggio al nemico verrà comunicato con una dichiarazione di guerra alla Germania lasciata nella portineria dell' Ambasciata tedesca a Madrid, ma non avrebbe avuto alcun effetto giuridico, poiché il Regno del Sud non era riconosciuto da nessuno.

 

8 SETTEMBRE

L' Italia, infatti, a febbraio del '47 venne trattata solo ed esclusivamente da paese sconfitto. Un completo disastro».

 

caporetto Del resto Badoglio non è mai stato un personaggio limpido. Già nella Grande Guerra era stato corresponsabile della ritirata di Caporetto mancando di difendere con l' artiglieria il tratto di fronte a lui assegnato. Al processo, gli incartamenti su di lui sparirono misteriosamente, salvandolo, cosa che fece parlare di una protezione da parte della Massoneria. Nonostante le pesanti ombre sul suo conto, raggiunse i vertici della gerarchia militare e fece il pieno di onori, guadagnandosi i titoli di marchese del Sabotino e di duca di Addis Abeba.

 

Nella Campagna d' Etiopia, usò il gas contro gli abissini per autonoma scelta; ne deportò 100.000 e anche in questo caso non verrà mai processato per crimini di guerra come chiesto dal negus Hailé Selassié.

mussolini vittorio emanuele III

 

A fine 1940, Badoglio, criticato dal gerarca Farinacci per gli insuccessi nella guerra di Grecia - che, pure, aveva sconsigliato, ma senza far nulla per impedirla - diede le dimissioni da Capo di Stato Maggiore Generale (credendo che Mussolini non le avrebbe accettate) per tornare a galla solo nel '43 con questa presunta patente di antifascismo.

È vero che è più difficile perdere le guerre che vincerle, ma la storia dovrebbe insegnare a respingere certi esempi. Forse per questo - quasi come un monito junghiano - è oggi riemersa questa "reliquia" dall' inconscio collettivo italiano? Chissà.

vittorio emanuele III vittorio emanuele III

Ultimi Dagoreport

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."