carola rackete

"NON SPERONÒ UNA NAVE DA GUERRA". COSÌ LA CASSAZIONE HA SALVATO CAROLA RACKETE, L’IRA DI SALVINI: "UN PERICOLOSO PRECEDENTE" - RESE NOTE LE MOTIVAZIONI CON LE QUALI I GIUDICI DELLA SUPREMA CORTE HANNO RIGETTATO IL RICORSO DELLA PROCURA DI AGRIGENTO SULLA SCARCERAZIONE, AVVENUTA A LUGLIO, DELLA COMANDANTE DELLA NAVE DELL’ONG TEDESCA - NELLE MOTIVAZIONI DEI GIUDICI POI, SI FA RIFERIMENTO ALLO STATUS DELLA MOTOVEDETTA DELLA FINANZA, LA QUALE...

carola rackete

Mauro Indelicato per il Giornale

Il 17 gennaio scorso la Corte di Cassazione ha definito legittima la scarcerazione, operata dal Gip di Agrigento Alessandra Vella il 2 luglio 2019, di Carola Rackete.

 

 

Nelle scorse ore sono state rese note le motivazioni che hanno portato la suprema Corte a dare ragione al giudice per le indagini preliminari ed a rigettare, contestualmente, il ricorso avanzato dalla procura di Agrigento. Il caso in questione, come si ricorderà, riguarda lo speronamento operato da Carola Rackete, in qualità di comandante della nave dell’Ong tedesca Sea Watch, nei confronti di una motovedetta della Guardia di Finanza all’ingresso del porto di Lampedusa.

 

Era il 29 giugno 2019 e, dopo alcuni giorni in mare a seguito del divieto di ingresso decretato dall’allora ministro dell’interno Matteo Salvini, la stessa Carola Rackete ha deciso di forzare fisicamente il blocco per entrare con la Sea Watch all’interno dello scalo portuale lampedusano. A bordo della nave vi erano alcuni migranti recuperati alcuni giorni prima nel Mediterraneo centrale.

matteo salvini in senato

 

Una volta giunta sull’isola, la procura di Agrigento ha arrestato la ragazza tedesca trasferita poi poche ore dopo nella città siciliana per l’interrogatorio. Il resto della storia è stato prima accennato: il 2 luglio è arrivata la scarcerazione, considerata legittima dalla Cassazione.

 

I giudici del “palazzaccio”, com’è possibile osservare dalle motivazioni depositate, hanno sposato la linea del Gip: “Carola Rackete – si legge nel documento della Cassazione – agì in adempimento del dovere di soccorso in mare e, correttamente, il gip di Agrigento non convalidò il suo arresto ritenendo configurabile questa causa di giustificazione che comporta uno specifico divieto di arresto in flagranza e fermo.”

CAROLA RACKETE

 

“Le convenzioni internazionali in tema di soccorso in mare – si legge ancora nel testo – e prima ancora l’obbligo consuetudinario di soccorso in mare, norma di diritto internazionale generalmente riconosciuta e pertanto direttamente applicabile nell’ordinamento interno, in base all’articolo 10 della Costituzione, tutte disposizioni ben conosciute da coloro che operano il salvataggio in mare, ma anche da coloro che, per servizio, operano in mare svolgendo attività di polizia marittima, sono il parametro normativo che ha guidato il gip di Agrigento nella valutazione dell’operato dei militari per escludere la ragionevolezza dell’arresto di Rackete, in una situazione nella quale la causa di giustificazione era più che verosimilmente esistente”.

matteo salvini in senato

 

Dunque, secondo la Cassazione, c’era una situazione di pericolo che ha giustificato il comportamento della capitana della nave dell’Ong e, per tal motivo, quest'ultima non andava arrestata. Il pericolo derivava, in particolare, dal fatto che i migranti non si trovavano in un luogo sicuro.

 

In tal senso, i giudici della Cassazione hanno richiamato la convenzione di Amburgo, secondo cui “l'obbligo di prestare soccorso – si legge ancora nel documento – non si esaurisce nell'atto di sottrarre i naufraghi al pericolo di perdersi in mare, ma comporta l'obbligo accessorio e conseguente di sbarcarli in un luogo sicuro, e tale non può essere qualificata, una nave in mare che, oltre ad essere in balia degli eventi meteorologici avversi, non consente il rispetto dei diritti fondamentali delle persone”.

 

CAROLA RACKETE

Nelle motivazioni dei giudici poi, si fa riferimento allo status della motovedetta della finanza, la quale non poteva essere considerata come nave da guerra: "I mezzi della Guardia di finanza - si legge nel documento - sono certamente navi militari, ma non possono essere automaticamente ritenute anche navi da guerra”. E questo perché, come c’è scritto nela sentenza della Cassazione, “per poter essere qualificata come nave da guerra, l'unità della Guardia di finanza deve altresì essere comandata da un ufficiale di Marina al servizio dello Stato e iscritto nell'apposito ruolo degli ufficiali o in documento equipollente, il che nel caso in esame non è dimostrato”.

 

Le motivazioni redatte dai giudici hanno già portato, come prevedibile, a numerose reazioni sotto il profilo politico. Tra queste, è da registrare anche quella proprio dell’ex ministro dell’interno Matteo Salvini: “Se è vero quello che leggo, che si può speronare una nave della guardia di Finanza con a bordo cinque militari della guardia di Finanza – ha dichiarato il segretario della Lega – è un principio pericolosissimo per l’Italia e per gli italiani”

 

carola rackete

Secondo Salvini, come si legge nelle dichiarazioni rilasciate subito dopo la diffusione delle motivazioni della Cassazione, “Un conto è soccorrere dei naufraghi in mare, che è un diritto o dovere per chiunque, un conto è giustificare un atto di guerra”.

 

carola rackete all'europarlamento 5

“Se io, in Germania – ha concluso l’ex ministro – speronassi una nave militare tedesca, penso che giustamente sarei messo in galera. Mi leggerò la sentenza: se così fosse, sarebbe un pericoloso precedente perché da domani chiunque si sentirebbe titolato a fare quello che non va fatto”.

TAORMINA - IL MURALE DI TVBOY DEDICATO A CAROLA RACKETE carola rackete all'europarlamentoCAROLA RACKETE ALL'EUROPARLAMENTO

Ultimi Dagoreport

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…