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La piccola Lydia-LouiseCoomer aveva solo tre settimane di vita quando, nel 2016, è stata trovata morta dai genitori che l’avevano messa a dormire con loro nel loro letto. Dopo tre anni al via il processo
Tre anni fa, il 27 settembre del 2016, un grave lutto ha colpito la famiglia Coomer: la figlia di questa coppia inglese, nata appena tre settimane prima, è morta dopo essersi addormentata nel lettone con i suoi genitori. Al suo risveglio, intorno alle ore 07:30 del mattino, la mamma ha visto che la piccola non si muoveva, non respirava ed era cianotica in viso. Per lei non c’è stato niente da fare. Da questi fatti ha preso l’avvio un’inchiesta, atta a determinare le precise circostanze della morte della piccola Lydia-Louise Coomer.
Una telefonata, giunta al numero di emergenza nel corso della mattina del 27 settembre 2016, ha portato i medici a recarsi nell’abitazione di Tom Coomer e di Ebony-Jade Pearson, nello Staffordshire. I soccorsi sono stati allertati dopo quanto scoperto dalla donna: la loro figlioletta, nata da sole tre settimane, non si muoveva e non respirava più perché forse, nel sonno, il padre l’aveva schiacciata con la sua schiena. Nonostante l’intervento dei sanitari non è stato possibile salvare la vita alla neonata. Tre anni fa, dunque, da questa morte è partita un’inchiesta.
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Secondo quanto ricostruito in prima battuta dagli inquirenti che si sono occupati del caso, la piccola Lydua-Louise Coomer era stata messa sul letto matrimoniale dal padre che le aveva da poco dato da mangiare. L’uomo, dopo la poppata, l’aveva rimessa nel suo lettino, ma il pianto insistente della neonata l’aveva convinto a portarla a letto, e a sistemarla tra lui e la moglie.
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Questo è successo intorno alle ore 03:30 del mattino, e quindi per le successive quattro ore la bimba ha dormito insieme ai genitori. Fino alle 04:30 Tom Cooper è rimasto sveglio perché alle 04:00 sua figlia ha ricominciato a piangere; l’uomo ha ricordato poi di aver ricevuto una notifica sul cellulare circa mezz’ora dopo, prima di addormentarsi e di non avere più ricordi di quella tragica notte. Fino a quando la moglie non l’ha svegliato urlando per quello che era successo alla figlia. Queste dichiarazioni lasciano presumere che fino alle 04:30 del mattino alla neonata non sia successo nulla.
Nelle dichiarazioni rilasciate al coroner, la madre della bimba ha ripercorso attraverso i suoi ricordi le ore che hanno preceduto la morte di sua figlia. La donna ha anche specificato che sia lei sia il marito fumavano entrambi cannabis, ma che nessuno di loro due lo aveva fatto in casa proprio per non nuocere alla piccola. Inoltre, la donna ha dichiarato di non bere alcolici e di aver fumato cinque sigarette al giorno durante i nove mesi della sua gravidanza. “(…)
Il 23 settembre ho pensato che avesse il raffreddore e le sono state prescritte alcune gocce nasali. Il 26 settembre Lydia è stata messa nella sua culla alle 19:30 e si è svegliata alle 22:00 per un pasto. sono andata a letto alle 23:00 e Tom è rimasto sveglio. Lydia mi ha svegliato verso le 3 del mattino piangendo e Tom l’ha nutrita seduta sul letto. Mi sono svegliata e ho pensato che fosse insolito che Lydia non mi avesse svegliata. Ho poi capito che Lydia era nel letto alla mia destra.(…)
Ho tirato su Lydia ed era blu e pallida. Ho provato a svegliare Tom, dicendogli che la stava schiacciando, e l’ho mandato in cerca di aiuto. Ho sdraiato Lydia sul letto. Le ho fatto due respirazioni e poi i soccorsi sono intervenuti.”, ha dichiarato la donna.
Secondo quanto riportato dal Daily Star, l’esame autoptico effettuato sul corpo della piccola ha stabilito che vi è una mancanza di prove sufficienti ad affermare che la morte della neonata sia stata provocata da asfissia.