Fabrizio Peronaci per roma.corriere.it
auto elettrica caricata in casa nel quartiere prati
Ma guarda certe volte la fortuna. Primo: quella di avere i soldi per comprarti una Tesla, l’auto-pilota della transizione ecologica non propriamente alla portata di tutti. Secondo: abitare al piano rialzato. Più comodo di così! Butti il filo dalla finestra et voilà, il bolide è pronto a partire...
Nella Roma dell’arrangiamose - una via di mezzo tra furbizia e disincanto, che non di rado sconfinano nella maleducazione e nell’allegra violazione delle regole - questa non s’era ancora vista: le colonnine per la ricarica delle auto elettriche nella capitale sono poche, mal segnalate e spesso invase da quei cafoni che le occupano per andarsene a cena, confidando nell’assenza di vigili? Bene, un sistema c’è (come documentato dal gruppo Fb “Roma fa schifo”): allacciarsi direttamente da casa.
Il tubo dalla finestra
L’idea è venuta al proprietario della Tesla bianca che vive in via Edoardo Fabbri, quartiere Prati, a pochi passi da piazza Mazzini. La prima mossa è stata forse la più complicata: trovare parcheggio esattamente sotto la finestra. Poi, grazie alla Wallbox, il dispositivo che preleva la corrente dall’utenza domestica e la trasmette alle macchine ad alimentazione elettrica, è stato un gioco da ragazzi: è bastato lanciare il cavo dalla cucina al piano rialzato, agganciare lo spinotto al «bocchettone» sulla fiancata posteriore sinistra e dare il via alla ricarica. E poco importa se i passanti rischiano di farsi male, inciampando: l’unica accortezza è stata quella di attaccare dei foglietti bianchi, per renderlo più visibile, senza neanche un «grazie» o - non sia mai - uno «scusi il disturbo».
Immediate le reazioni in Rete. Tante divertite e sul filo dell’ironia, alcune indignate. «Un grande!», «Ma che davero?», «Neanche in Brasile, benvenuti a Les favelas», i commenti più frequenti, scritti d’istinto. «Transizione ecologica alla romana», la sintesi esemplare di Francesco Z. «Sarebbe forte se la mattina dopo al momento di staccare la spina al posto della Tesla trovasse un bell’ambulante kebabbaro attaccato col suo furgoncino!», l’auspicio di tal Simone D. « Almeno usa la sua corrente e non quella condominiale, come avviene spesso», si consola Salvatore.
Rifornimento dalla finestra
Molti hanno pensato subito al bucato: «La lavatrice ha finito, stendi i panni...» (Sandro P.), «Io ci avrei messo qualche maglietta stesa ad asciugare» (Andrea C.), «Io invece le mutande…» (Rafal), per sottolineare lo sfregio al decoro. Ma c’è anche chi ringrazia per l’idea: «Sto progettando di farlo anche io, mi serve una prolunga da 40-50 metri», annuncia Tiziano T., che evidentemente abita a un piano alto. Giorgio P., anche lui proprietario di macchina elettrica, ha invece un’obiezione di carattere tecnico: «Non ha senso caricare così, ho anche io una Tesla... Si fa molto prima con le colonnine Fast in giro, massimo venti minuti, col carichino lo lasci tutta la notte e neanche arrivi a metà batteria...»
Il dibattito
Il dibattito, nella Roma del «faccio come me pare» (giorni fa i proprietari di un furgone lasciarono un biglietto con su scritto «Peace&Love» dopo aver completamente bloccato una macchina), è aperto: «Condannare lui o condannare il fatto che la maggior parte delle volte le stazioni di rifornimento elettrico sono non funzionanti o occupate abusivamente?», riflette Cristiano. Già, questo è il dilemma... Ma poi interviene un certo Enrico Paolo che, esaminata più attentamente la fotografia, cambia argomento e sbotta: «E la macchina parcheggiata in fondo, in curva, che impedisce di attraversare, la vedete? Uno schifo dietro l’altro!» Tempo due minuti e un altro internauta rincara la dose: «Sta anche contromano, vergogna!» È Roma, ragazzi... (fperonaci@rcs.it)
auto elettrica caricata in casa nel quartiere prati