ALTRA TEGOLA SUL GOVERNO LEGA-M5S: NEANCHE IL SANTONE BANNON CREDE PIU’ ALL’ALLEANZA - L’EX STRATEGA DI TRUMP SENTENZIA: “NON TUTTI I MATRIMONI FUNZIONANO, VE LO DICE UNO CHE SI E’ SPOSATO TRE VOLTE. PENSO CHE QUELLO TRA SALVINI E DI MAIO SIA STATO UN NOBILE ESPERIMENTO. MI PIACEREBBE VEDERLO CONTINUARE MA HANNO CERCATO DI TENERE UNITE DUE VISIONI DIVERSE DELL'ECONOMIA. E POI CREDO CHE SALVINI STIA DANDO UN MESSAGGIO A CHI LO HA VOTATO ALLE EUROPEE”

-

Condividi questo articolo


Viviana Mazza per il “Corriere della sera”

 

STEVE BANNON STEVE BANNON

«Non tutti i matrimoni funzionano, ve lo dice uno che si è sposato tre volte». L'ex stratega di Donald Trump, Stephen K. Bannon, era stato il primo a benedire le nozze tra Lega e Cinque Stelle, sin dalla vigilia elezioni del 4 marzo 2018, vedendovi il coronamento del suo sogno di avvicinare nazionalisti di destra e populisti di sinistra. Ora però - in un' intervista che verrà pubblicata in versione integrale venerdì su 7 - suggerisce che potrebbe essere arrivato il momento del divorzio.

 

«Penso che quello tra Salvini e Di Maio sia stato un nobile esperimento. Mi piacerebbe vederlo continuare, sarebbe fantastico, ma capisco perché potrebbe non accadere. Hanno cercato di tenere unite due visioni diverse dell' economia, da una parte il salario minimo e dall' altra la flat tax. E poi credo che Salvini stia dando un messaggio a chi lo ha votato nelle elezioni europee».

luigi di maio matteo salvini luigi di maio matteo salvini

 

Siamo al confine degli Stati Uniti, dove il Messico diventa New Mexico, a Sunland Park, vicino alla città texana di El Paso. Qui, una settimana prima della sparatoria in cui un suprematista bianco ha ucciso 22 persone, soprattutto ispanici, si sono radunati per una conferenza sull' immigrazione centocinquanta attivisti conservatori con i soliti cappelli rossi «Make America Great Again». Si definiscono «le forze speciali» di Trump. E Bannon è il loro generale.

 

di maio conte salvini di maio conte salvini

Nella proprietà privata della fabbrica American Eagle Brick Co., il gruppo «We Build the Wall» in cui Bannon figura come presidente del comitato consultivo, ha costruito poco più di un chilometro di Muro al confine con il Messico: un progetto parallelo a quello federale. «Questa è la mia Masada», proclama Bannon, avanzando in scarponi militari, pantaloni cargo e camicia nera - metà soldato e metà evangelista - verso la vetta su cui sventola una bandiera a stelle e strisce.

 

intervento di steve bannon (11) intervento di steve bannon (11)

Tra gli attivisti che masticano polvere, bagel e cream cheese a 40 gradi, sotto il tendone bianco eretto accanto al Muro, c' è chi pensa che Salvini sia già il premier italiano, come la giornalista di un sito cristiano, Mary Moore: «Lo adoriamo, lo chiamiamo Little Trump».

Bannon pensa che possa diventare premier, anche se è «una mossa ardita convocare le elezioni in un momento rischioso per la crescita, con i tassi di interesse negativi della Banca centrale europea».

 

matteo salvini luigi di maio matteo salvini luigi di maio

Per il leader leghista comunque Bannon non ha che elogi, mentre lo stesso non vale per Di Maio. «Penso che Di Maio abbia esibito un' incredibile ingenuità andando a Pechino, ha dimostrato che non è ancora pronto per la ribalta. Che ingenuo. Ho visto gli articoli che arrivavano dalla Cina, è tornato con gli occhi spalancati, e loro sono abili nell' insistere su aspetti come questo».

 

Quanto a Giuseppe Conte, oggi forte di un indice di approvazione del 58% (Salvini è al 54%), l' ex stratega di Trump commenta: «È una falsa equivalenza. Conte ha un ruolo molto più facile: va al G7, al G20, può far crescere la propria popolarità senza dover prendere decisioni difficili, a differenza di Salvini. Se dovesse decidere sugli enormi problemi finanziari dell' Italia o sull' immigrazione, vedremmo per quanto tempo manterrebbe quel tasso di popolarità».

steve bannon ospite di lettera22 alla biblioteca angelica di roma 11 steve bannon ospite di lettera22 alla biblioteca angelica di roma 11

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - CONTINUA L’IMBROGLIO-SCHLEIN: ELLY RINCULA SUL NOME NEL SIMBOLO DANDO LA COLPA A BONACCINI (SIC!) E SI RIMANGIA ''CAPOLISTA OVUNQUE": LO SARA' SOLO AL CENTRO E NELLE ISOLE - ALLA DIREZIONE NAZIONALE DEL PD DI IERI LA SVALVOLATA MULTIGENDER HA PERSO LA MAGGIORANZA DEL PARTITO. I VENTI DI RIVOLTA INVESTONO TUTTE LE VARIE ANIME DEL PD - ELLY SI È RIMBOCCATA LA LAPIDE QUANDO HA DETTO: O IL MIO NOME NEL SIMBOLO O MI METTETE CAPOLISTA IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. DI TALE PROPOSTA, LA ZARINA DEL PD NE AVEVA PARLATO SOLO CON BONACCINI. IL PRESIDENTE DEL PD HA ACCONSENTITO IN CAMBIO DELLA CANDIDATURA NEL SUD DEL RAS DELLE PREFERENZE, RAFFAELE “LELLO” TOPO, FIGLIO DELL’AUTISTA DI GAVA, CHE OVVIAMENTE FA PARTE DELLA SUA CORRENTE (AH! I CACICCHI…) - ALLA FINE VICINO A SCHLEIN RESTANO SOLO IN DUE, IL MULTI-TRASFORMISTA ZINGAR-ELLY E FRANCESCO BOCCIA, IL VERO ARTEFICE DEL SISTEMA PUGLIA, GARANTE DI DECARO ED EMILIANO - ANCHE SE ALLE EUROPEE IL PD GALLEGGERA' AL 20%, SINESTR-ELLY DOVRA' FARE LE VALIGIE...

DAGOREPORT: 100 SCALFARI MENO UNO - NON È SOLTANTO TELE-MELONI A CENSURARE GLI SCRITTORI: C'E' ANCHE IL GRUPPO GEDI – IL LIBRO SUL CENTENARIO DI SCALFARI CURATO DA SIMONE VIOLA, NIPOTE DI EUGENIO, IN EDICOLA INSIEME A ‘’REPUBBLICA’’, SQUADERNA CENTO INTERVENTI DI ALTRETTANTI TESTIMONIAL, TRANNE QUELLO INNOCUO E DEL TUTTO PERSONALE DI GIOVANNI VALENTINI, EX DIRETTORE DELL’ESPRESSO - LE SUE CRITICHE, MANIFESTATE SUL "FATTO QUOTIDIANO" SULL’OPERAZIONE “STAMPUBBLICA” E POI NEL SUO LIBRO SULLA PRESA DI POSSESSO DEL GIORNALE DA PARTE DI ELKANN, GLI VALGONO L’OSTRACISMO E LA DAMNATIO MEMORIAE – IL TESTO CENSURATO…

DAGOREPORT –  PER SALVARE IL "CAMERATA" ROSSI, PROSSIMO A.D. RAI, UNA MELONI INCAZZATISSIMA VUOLE LA TESTA DEL COLPEVOLE DEL CASO SCURATI PRIMA DEL 25 APRILE: OGGI SI DECIDE IL SILURAMENTO DI PAOLO CORSINI, CAPO DELL'APPROFONDIMENTO (DESTINATO AD ESSERE SOSTITUITO DOPO LE EUROPEE DA ANGELA MARIELLA, IN QUOTA LEGA) – SERENA BORTONE AVEVA PROVATO A CONTATTARE CORSINI, VIA TELEFONO E MAIL, MA SENZA RICEVERE RISPOSTA - ROSSI FREME: PIÙ PASSA IL TEMPO E PIU’ SI LOGORA MA LA DUCETTA VUOLE LE NOMINE RAI DOPO IL VOTO DEL 9 GIUGNO SICURA DEL CROLLO DELLA LEGA CON SALVINI IN GINOCCHIO…)