maria elena boschi

1. LA BOSCHI ATTACCA SALVINI, SPIEGA CHE IL PD HA PERSO PER COLPA DEI SOCIAL E SI SCAGLIA CONTRO LE FAKE NEWS. DA RIDERE: UN PO' COME DIRE 'ROCCO SIFFREDI CONTRO IL PORNO’ - SUI FONDI DELLA LEGA, LA BOSCHI SPARA DUE BUGIE IN UN COLPO SOLO. ECCO QUALI - POI SENTENZIA: "NON È POSSIBILE CHE CI SIANO POLITICI CHE CAMBIANO IDEA...". MA LEI E RENZI NON AVEVANO PROMESSO DI LASCIARE LA POLITICA IN CASO DI SCONFITTA AL REFERENDUM? - LA BORDATA A NICOLA ZINGARETTI

 

http://www.lapresse.it/video/pd-boschi-zingaretti-deve-pensare-al-lazio-maturi-per-un-donna-segretaria.html

 

 

Da www.huffingtonpost.it

 

maria elena boschi

"Il Pd è un partito maturo per avere un segretario donna". Così Maria Elena Boschi a Torino per la festa dell'Unità ha risposto a una domanda su una candidatura di Teresa Bellanova.

 

2. BOSCHI

(ANSA) "Stimo Zingaretti e il lavoro che sta facendo. Lui però non ha la maggioranza in consiglio regionale e rischia se si concentra solo sul congresso". Così Maria Elena Boschi questa sera a Torino per la festa dell'Unità rispondendo a domande sul congresso del Pd

 

3. LA PROFESSIONISTA DELLE FAKE NEWS LE SPARA GROSSE

Daniele Capezzone per la Verità

 

È tornata Maria Etruria Boschi. Dismessa la divisa da crocerossina con cui era salita e discesa dalla Diciotti, tolta la mascherina protettiva, fatto un veloce passaggio in sala trucco e parrucco, si è ripresentata più svolazzante che mai sul palco della festa dell' Unità di Ravenna. Tema del dibattito: «La politica al tempo delle fake news». Sì, avete letto bene: la Boschi contro le fake news.

Fa già ridere così: un po' come dire «Rocco Siffredi contro il porno».

 

BOSCHI

Vale la pena di ricordare subito tre episodi chiave che illustrano il palmarès boschiano nel settore B&b, che in questo caso non vuol dire Bed & breakfast ma Balle & bufale.

 

Primo episodio. Vigilia del referendum del 4 dicembre 2016. Matteo Renzi, la Boschi e il Giglio tragico hanno un controllo venezuelano dei media, sono appoggiati da giornaloni-televisioni-confindustrioni. La vittoria del sì appare (a loro) scontata. Tronfia e solenne, la Boschi, ospite di Lucia Annunziata, scandisce: «Se vince il no, lascerò la politica insieme con Matteo Renzi. Non succederà, perché noi il referendum lo vinceremo. Ma se dovesse andar male, noi non continueremo il nostro progetto politico. E allora verranno altri a prendere il nostro posto». Sapete come siano andate le cose: hanno straperso, ma entrambi ci allietano ancora, come cozze incollate allo scoglio.

Secondo episodio. Siamo nel 2015, si vota alla Camera una mozione di sfiducia individuale contro la Boschi. Lei interviene commossa, difende papà, e garantisce di non essere mai intervenuta rispetto alla banca di cui suo padre è vicepresidente. Passano meno di due anni, ed è Giuseppe Vegas, allora presidente della Consob, a smentirla clamorosamente: «Ho parlato di Banca Etruria con l' allora ministro Boschi, mi illustrò la situazione e io dissi che la Consob non era competente». Sdeng, come gli schiaffi dei fumetti. Ma Vegas non si ferma, e spiega che l' incontro era stato richiesto proprio dalla Boschi. Secondo sdeng. Ma non finisce qui: ancora Vegas spiega che in un successivo incontro la Boschi lo informò che il padre sarebbe diventato vicepresidente di Banca Etruria. Altro sdeng.

maria elena boschi instagram

 

Terzo episodio, sempre nella commissione sulle banche. Viene ascoltato l' ex ad di Unicredit, Federico Ghizzoni, che dichiara: «Il 12 dicembre 2014 incontrai la Boschi da solo a Palazzo Chigi. Il ministro mi chiese se era pensabile per Unicredit valutare un' acquisizione o un intervento su Etruria: risposi che non ero in grado di dare nessuna risposta».

 

Capite bene che, con questo pedigree, ogni volta che si parla di balle e fake news, la Boschi farebbe bene a fuggire nella campagne etrusche, e nascondersi dietro un folto gregge di pecore a pelo lungo.

E invece eccola lì sul palco di Ravenna a concionare con il ditino alzato. Spara a palle incatenate contro Matteo Salvini e i grillini, e naturalmente (è più forte di lei) mentre parla sforna nuove fake news.

 

MARIA ELENA BOSCHI SBRACIOLA ALLA FESTA DELL'UNITA' DI SANTOMATO (PISTOIA)

La più clamorosa riguarda la Lega. Parlando del maxisequestro dei fondi del Carroccio, la Boschi ripete ossessivamente che sono «49 milioni degli italiani, 49 milioni rubati ai cittadini italiani». Due bugie in un colpo solo, come i lettori della Verità sanno bene: perché la presunta malversazione di Umberto Bossi e Francesco Belsito è di alcune centinaia di migliaia di euro, e perché i 49 milioni oggetto del sequestro sono in realtà della Lega, in base alla (brutta, bruttissima, ma allora vigente) legge che attribuiva ai partiti una somma per ogni voto ricevuto, senza obbligo di rendicontare le spese.

MARIA ELENA BOSCHI AL MARE

 

Quando si parla di Salvini, la Boschi si attorciglia, riesce a contraddirsi nello spazio di due frasi. Prima lo accusa di «intimidire i magistrati». E qui l' ex ministra strilla come un' aquila: «Salvini dice che gli italiani sono con lui? Ma abbiamo perso la via di hasa (per i non etruschi: casa) se pensiamo che basti il consenso...». Dev' essere un' omonima rispetto alla Boschi, che, insieme con Renzi, ripeteva come una giaculatoria il risultato del 40% alle Europee del 2014 come passepartout per giustificare qualunque scelta del Pd.

Ma non perdiamo il filo. Dicevamo che l' accusa della Boschi a Salvini è quella di intimidire i giudici. Basta aspettare 30 secondi e la Boschi fa testacoda e accusa Salvini dell' esatto contrario: «Salvini ha detto che i magistrati sono amici suoi». Quindi: le Procure sono amiche o nemiche di Salvini? Non è chiaro, non si capisce: ma in entrambi i casi Salvini ha fatto piangere la Boschi.

 

MARIA ELENA BOSCHI AL MARE

E qui si arriva al momento di maggiore comicità. La Boschi sentenzia: «Non è possibile che ci siano politici che cambiano continuamente idea senza che nessuno si indigni! Sono politici disonesti che dicono una cosa, e poi confidano che la gente se lo dimentichi!». A questo punto, amici lettori, voi immaginerete che un paio di robusti barellieri siano saliti sul palco per prelevare la Boschi e prendersi cura della povera smemorata. Tipo il finale del Viale del tramonto, con Gloria Swanson convinta di parlare al suo regista («Sono pronta per il primo piano...») mentre poliziotti e infermieri se la portano via.

 

boschi

E invece no, la Boschi ha proseguito senza fare un plissé, e, in questo stato di lucidità ha illustrato le ragioni della sconfitta del Pd del 4 marzo scorso. Le banche? Noooo.

L' immigrazione? Noooo. Il problema più grave (non l' unico, ha la bontà di ammettere la Boschi) è stata la «carente presenza del Pd nel mondo dei social network». Insomma, non è che Renzi e i suoi erano detestati dagli italiani: è che il Pd ha twittato troppo poco. La Boschi non si dà pace: «Il 4 marzo è stata la prima hampagna (per i non etruschi: campagna) nel nostro Paese con un' influenza così forte dei social media». Secondo la Boschi, che bastona Paolo Gentiloni senza neanche citarlo, «opporre a quella hampagna una hampagna mite, moderata, che non ha risposto colpo su colpo, è stato un errore». Ed ecco il gran finale: «Ci raccontiamo che non siamo stati abbastanza nelle periferie: e invece no, dovevamo stare sui social...».

Avete letto bene, ha detto proprio così. Direbbe Maurizio Costanzo: «Sigla, sipario».

MARIA ELENA BOSCHI MARIA ELENA BOSCHI CON LE AMICHE IN MAREMMAmaria elena boschi e giancarlo giorgettimaria elena boschifranceschini giachetti lotti guerini boschimaria elena boschi gattinomaria elena boschi 1maria elena boschi 2juve milan salvini boschi gallianimaria elena boschimaria elena boschi (2)maria elena boschi e il fratello 4maria elena boschi e le amiche 3maria elena boschi e le amiche 6maria elena boschi candidata a bolzano

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…