viktor orban giorgia meloni

COMPLOTTO! – “REPUBBLICA” CONTINUA A MENARE IL TORRONE CON IL PERICOLO DELLA SVOLTA AUTORITARIA DELL’ITALIA SUL MODELLO ORBANIANO. SECONDO IL QUOTIDIANO DI MOLINARI, “UNA INTERNAZIONALE REAZIONARIA SAREBBE AL LAVORO PER PIEGARE LE REGOLE DELLE DEMOCRAZIE OCCIDENTALI E TRASFORMARLE IN AUTOCRAZIE”. OVVIAMENTE, L’ITALIA È L’EPICENTRO DI QUESTA STRATEGIA, CHE AVREBBE IL SUO COMPIMENTO CON LA VITTORIA DI GIORGIA MELONI…

 

Paolo Mastrolilli e Paolo Berizzi per “la Repubblica”

 

giorgia meloni e viktor orban

Un'internazionale reazionaria è al lavoro nelle democrazie occidentali, per piegarne le regole allo scopo di trasformarle in autocrazie conservatrici. Il modello, anche per gli Usa del trumpismo, è l'Ungheria di Orbán.

 

L'Italia è coinvolta, al punto che con le elezioni del 25 settembre potrebbe diventare il prossimo banco di prova per questa strategia globale. L'allarme per il "barlume del nostro futuro autoritario" è stato lanciato dal "New Yorker", col reportage del 27 giugno di Andrew Marantz dalla Conservative Political Action Conference a Budapest, e il collegamento col nostro paese sta nella partecipazione di italiani come il parlamentare europeo di Fratelli d'Italia Vincenzo Sofo, il vice segretario della Lega Lorenzo Fontana, e il presidente di Nazione Futura Francesco Giubilei.

MARION LE PEN MATTEO SALVINI VINCENZO SOFO

 

La Cpac è una conferenza fondata nel 1974 dall'American Conservative Union, con discorso inaugurale di Ronald Reagan. Dunque un conservatorismo tradizionale, oggi più in linea con Liz e Dick Cheney che aborriscono Trump e il trumpismo. Con Donald però è stata deragliata verso posizioni sempre più estremistiche su immigrazione, diritti sociali e snaturamento della democrazia.

 

Il 19 e 20 maggio la Cpac ha tenuto il primo evento all'estero, scegliendo Budapest perché modello da seguire per scardinare le democrazie dall'interno. La linea per il futuro dell'Europa sono più Brexit, anche se Orbán evita la Huxit, perché ha troppo da guadagnare da Bruxelles e preferisce ostruirla stando dentro.

FRANCESCO GIUBILEI

 

Il richiamo della foresta è la protezione delle radici giudaico-cristiane, anche se di giudaico c'è rimasto poco, e cristiano non descrive una fede religiosa ma la base del suprematismo bianco.

 

Globalisti, gay e "woke" sono anatemi. L'abilità di Orbán è stata costruire il dispotismo usando le leggi per aggirarle, modello esportabile del "Goulash Authoritarianism". Controllare i media per zittire l'opposizione; colonizzare le università; manipolare il sistema elettorale per ottenere maggioranze solide, da usare allo scopo di cambiare le regole a piacimento.

 

VIKTOR ORBAN GIORGIA MELONI

Così nasce l'autoritarismo travestito da democrazia. Ma vediamo chi sono, e cosa ci facevano, gli italiani che erano a Budapest. Iniziamo da Sofo. Classe 1986, milanese figlio di calabresi, già fondatore del blog "Il Talebano", l'eurodeputato è famoso soprattutto per essere il fidanzato di Marion Maréchal-Le Pen, nipote della leader di Rassemblement National. Responsabile giovanile a Milano de La Destra-Fiamma Tricolore di Francesco Storace, si è poi avvicinato alla Lega, della cui svolta sovranista uno degli artefici.

 

giorgia meloni vincenzo sofo

Alle europee 2019 Salvini lo fa eleggere a Bruxelles. È il premio per le idee sovraniste espresse attraverso "Il Talebano". È dal blog di Sofo che nasce il laboratorio "Mille Patrie": l'atto fondativo è un convegno del 2015 a cui partecipano Salvini, l'allora europarlamentare Fontana e delegazioni del movimento di estrema destra francese Bloc Identitaire e degli xenofobi tedeschi di Pegida. Cosa aveva in mente Sofo?

Creare un «fronte identitario italiano » che comprendesse, oltre alla Lega, anche FdI. Nel 2017 a Firenze "monsieur Le Pen" organizza «il primo evento politico congiunto delle due forze». A febbraio 2021, dopo la decisione del Carroccio di entrare nel governo Draghi, Sofo lascia la Lega e aderisce a FdI.

 

giorgia meloni con viktor orban

Veniamo, dunque, a Budapest. Il senso della presenza lo spiega lo stesso Sofo in un post del 22 maggio 2022: «Sono stato a Budapest per rappresentare FdI. Ho spiegato che siamo in una società nella quale non c'è più nulla da conservare perché le sinistre progressiste hanno bruciato tutto.

 

Il nostro compito è quello di essere ricostruttori. Del ruolo centrale della famiglia come nucleo fondante della società. Del tessuto economico locale distrutto dalla concorrenza extracomunitaria. Della coesione sociale lacerata da diseguaglianze provocate dal darwinismo sociale sottostante alla globalizzazione. Di un rapporto con la nostra storia e la nostra identità. Di un rapporto complementare con la nostra Chiesa. Di un sentimento patriottico. Di un'Europa che torni a essere faro di civiltà».

 

viktor orban incontra matteo salvini a roma

Musica per le orecchie di Giubilei, giovane intellettuale vicino a Meloni. Presidente della Fondazione Tatarella e del movimento di idee "Nazione Futura", è autore del libro "Giorgia Meloni - la rivoluzione dei conservatori". L'edizione spagnola è stata pubblicata dalla casa editrice "Homo Legens", legata a Vox.

 

È Fontana l'altro nome italiano di richiamo a Budapest. Vicesegretario della Lega, già ministro per la Famiglia e la Disabilità nel governo Conte I. Veronese, ultracattolico e ultraconservatore, tifosissimo dell'Hellas. Nel 2019 è uno dei promotori a Verona del Congresso mondiale delle famiglie. Una tre giorni della destra integralista- oscurantista inondata di soldi dalla Russia di Putin e che riunisce nazionalisti ortodossi russi, conservatori evangelici americani e ultrà cattolici italiani.

 

MARION MARECHAL LE PEN CON VINCENZO SOFO

Agli ospiti vengono regalati feti di plastica. Perché l'antiabortismo è uno dei temi chiave. L'opinione di Fontana sull'aborto? «La prima causa di femminicidio nel mondo». E la Russia di Putin? «Il riferimento per chi crede in un modello identitario di società». Nemico dichiarato di immigrazione, matrimoni gay e "gender", il vice di Salvini nel 2018 ha chiesto l'abolizione della legge Mancino, emanata nel 1993 per punire gesti, azioni e slogan legati all'ideologia nazifascista. Ma di che stupirsi? Nel 2015 Fontana viene fotografato a Verona accanto al ras neofascista di Forza Nuova Luca Castellini. Tutti schierati per il Family Pride.

GIORGIA MELONI VIKTOR ORBANVINCENZO SOFOMARION MARECHAL LE PEN CON VINCENZO SOFO GIORGIA MELONI VIKTOR ORBAN

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…