giuseppe conte beppe grillo

CONTE, UN UOMO SOLO ALLO SBANDO! - GRILLO OSSERVA DA LONTANO PEPPINIELLO APPULO CHE SPROFONDA NELLE SABBIE MOBILI E GODE: L’ELEVATO È MOLTO RISENTITO PER COME L’EX PREMIER HA TRATTATO CHIARA APPENDINO E VIRGINIA RAGGI. E COSÌ SI RIFIUTA DI DARE UNA MANO A “GIUSEPPI” NELLA LOTTA CONTRO I GRUPPI PARLAMENTARI E SI GUARDA BENE DAL VENIRE A ROMA. IL MESSAGGIO È CHIARO: IL PADRE PADRONE DEL MOVIMENTO È LUI E NON L’AVVOCATO DI CASALINO, E USA DI MAIO PER LOGORARLO A FUOCO LENTO…

GIUSEPPE CONTE E BEPPE GRILLO A MARINA DI BIBBONA

1 - DAGONEWS

Ogni giorno è una pena per Giuseppe Conte. Peppiniello Appulo ormai prende solo schiaffi, ed è sempre più in difficoltà, dai vice-presidenti “pulcini” alla battaglia (persa) per i capigruppo. Grillo da lontano lo osserva affondare nelle sabbie mobili, guardandosi bene dal venire a Roma, come era previsto.

 

beppe grillo luigi di maio

Beppe-Mao sarebbe molto risentito per come Conte ha “trascurato” e bistrattato Virginia Raggi e Chiara Appendino dopo le amministrative. Le due ex sindache sono le donne a cui l’Elevato sogna di affidare la guida del Movimento, mentre “Giuseppi” le snobba.

 

Mariolina Castellone

È anche per questo che Grillo si sta rifiutando di dare una mano a Conte nella sua lotta con i gruppi parlamentari. Il messaggio è chiaro: il fondatore del M5s vuole dimostrare ancora una volta che il vero padre padrone resta lui, e usa il moderato Di Maio per logorarlo a fuoco lento. Dimostrando così di condividere le parole di Carlo De Benedetti su Peppiniello Appulo, cioè un “vuoto a rendere”.

 

 

CHIARA APPENDINO GIUSEPPE CONTE

2 - GRILLO COMMISSARIA GIUSEPPI. PRONTE RAGGI E APPENDINO

Domenico Di Sanzo per “il Giornale”

 

Oggi boh, domani forse, magari la settimana prossima. «Se non viene lui da noi, andremo noi da lui», scherza Giuseppe Conte, che da giorni cerca invano un incontro con il patriarca del Movimento. Nel frattempo deputati e senatori si riuniscono con il leader in un'assemblea definita come «la fiera dell'assurdo» da un partecipante.

 

GIUSEPPE CONTE A OTTO E MEZZO

Però il presidente pentastellato fa di tutto per stoppare i malumori. Ribadisce il suo «no al voto anticipato» per calmare i peones che hanno paura delle urne. Per il Quirinale parla di «scelta condivisa su una persona di grande profilo morale».

 

Alla Camera manca Beppe Grillo, ma lui dalla sua casa di Genova continua a pensare a quella che ancora considera la «sua» creatura. Il M5s è sempre un caravanserraglio agitato, il Garante studia soluzioni. Tra le carte nel mazzo del comico c'è una «tentazione» - così riferisce chi l'ha sentito - che colpisce per la portata rivoluzionaria che avrebbe sul nuovo corso di Giuseppe Conte.

 

grillo raggi

Una specie di reset per scongiurare la possibilità di una scissione di una cinquantina di deputati e senatori decisi ad abbandonare la nave dopo la riffa del Quirinale. E allora ripartire dai territori e dalle donne. Con due figure pesanti al vertice, azzerando la squadra dei cinque vicepresidenti nominati da Conte e ad oggi non ratificati dal voto online.

 

conte grillo

Nella testa del fondatore frullano i nomi di Virginia Raggi e Chiara Appendino, ex sindache di Roma e Torino. Dunque un presidente, Conte, con due vice autonome, Raggi e Appendino. «A quel punto Conte si occuperebbe solo della scuola di formazione politica», sorridono beffardi i tanti che non amano l'avvocato. Luigi Di Maio, a Cartabianca su Rai3, smentisce il dualismo con Conte e dice «non rimetterò più quella cravatta» tolta quando si è dimesso dalla guida del M5s. «Conte sarà brillante». Sul Quirinale invoca «un patto del silenzio» per non bruciare i nomi migliori e poi si precipita a Montecitorio alla congiunta.

 

CHIARA APPENDINO E VIRGINIA RAGGI

Per ora la fascinazione di Grillo rimane nel cassetto, ma potrebbe essere tirata fuori al momento opportuno. E non dovrebbe esserci nemmeno bisogno di votare un'altra modifica allo Statuto, che non indica un numero preciso di vicepresidenti nominabili. In assemblea c'è qualche banco vuoto, molti parlamentari hanno optato per il weekend lungo e sono arrivati a Roma solo oggi. Conte si sfoga contro i giornalisti che dipingono un M5s diviso, popolato da «malpancisti».

 

giuseppe conte vs beppe grillo meme

Chiama a raccolta tutti «contiani e non contiani» e ripete che «i cerchi magici non esistono». Cerca di buttare acqua sul fuoco e converge su Di Maio sull'ingresso dei grillini nella famiglia europea dei socialisti. Chiede ai parlamentari di «abbracciare il nuovo corso» e non farsi «ingannare dai giornali». Scavata la trincea sulla difesa a oltranza del reddito di cittadinanza. Richiami all'unità che vengono smentiti subito da un battibecco del leader con il senatore Primo Di Nicola, che aveva criticato duramente in chat il diktat sulle apparizioni tv solo per i cinque vicepresidenti.

 

grillo conte

«Diktat? Attentato alla libertà di informazione? Quando usiamo le parole dobbiamo stare attenti», spiega Conte infastidito. A quel punto Di Nicola si alza e chiede di intervenire ma Conte lo blocca. «Gli interventi ci saranno in un secondo momento», ammonisce. «Sarò a giorni fissi alla Camera e al Senato», promette. Intanto viene ratificata l'elezione di Mariolina Castellone come capogruppo a Palazzo Madama. E per Conte è la prima sconfitta.

grillo conteconte grillobeppe grillo giuseppe conte luigi di maiogrillo raggiGIUSEPPE CONTE BY OSHO

 

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...