frutteto ditalia - vignetta by macondo matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT! - IL VENTO STA CAMBIANDO? A OTTOBRE, SI RITORNA ALLE URNE? SALVINI MOLLA MELONI? - DELIRIO PER I SONDAGGI CHOC DELLE REGIONALI IN SARDEGNA: ALESSANDRA TODDE, CANDIDATA DI SCHLEIN+CONTE, AVREBBE DUE PUNTI DI VANTAGGIO SUL MELONIANO TRUZZU - IN VISTA DELLE EUROPEE, UNA SCONFITTA SAREBBE UN PESSIMO SEGNALE PER LA MELONA - SALVINI AL MURO: SE LA LEGA VA SOTTO L’8%, POTREBBE TOGLIERE L’APPOGGIO AL GOVERNO - IN CASO DI CRISI, NESSUN GOVERNO TECNICO: SI VOTA SUBITO, A SETTEMBRE/OTTOBRE. LA MELONA VUOLE CAPITALIZZARE IL CONSENSO, PRIMA DELL'ARRIVO DELLA CRISI ECONOMICA - RESO INERTE TAJANI, PER GOVERNARE, LA DUCETTA HA BISOGNO DI UNA LEGA DESALVINIZZATA - E NON È DETTO CHE IL CAPITONE RIMANGA AL SUO POSTO: LA BASE ELETTORALE DEL CARROCCIO HA UN DNA MODERATO E PRAGMATISTA, E NE HA PIENE LE PALLE DELLA POLITICA DESTRORSA, AFFOLLATA DI LE PEN E NAZISTOIDI. I FEDRIGA, I ZAIA, I FONTANA, I GIORGETTI SONO LEGHISTI BEN COMPATIBILI CON GIORGIA “FASCIO TUTTO IO!”. E’ SALVINI CHE SI È ESTREMIZZATO

DAGOREPORT

meloni paolo truzzu

 

Il vento sta cambiando? Dopo un anno e mezzo, la luna di miele della Melona si ammoscia? Secondo le rilevazioni di Supermedia YouTrend/Agi, il centrodestra perde colpi, mentre è in ripresa il centrosinistra. Fratelli d’Italia perde mezzo punto in due settimane (dal 1 al 14 febbraio), e fa segnare il suo dato più basso (28,1%) dall'insediamento del governo. Stesso discorso per la Lega ora all’8,3% (-0,2) che segna a sua volta una flessione. Guadagna invece il Pd che sale a sua volta di mezzo punto raggiungendo il 19,7.

schlein todde

 

Ma il dato choc arriva dalla Sardegna. Ieri Dagospia ha raccolto e messo in rete indiscrezioni su un sondaggio sulle regionali, prime elezioni del 2024, che circola riservatissimo. Stando ai numeri, Alessandra Todde, candidata unitaria del centrosinistra (Schlein+Conte), raggiunge il 45% mentre Paolo Truzzu, sindaco di Cagliari, fortemente imposto dalla Ducetta nel culo di Salvini, che voleva ricandidare Solinas, si deve accontentare del 42,5%. Sempre a sinistra (del buon senso) Renato Soru, con la sua 'Coalizione sarda’, intasca l'11,2%.

alessandra todde mario turco giuseppe conte paola taverna michele gubitosi riccardo ricciardi

 

Se domenica prossima, tali rilevazioni diventassero voti, il centrodestra perderebbe la regione Sardegna e per Giorgia Meloni sarebbe la prima bruciante sconfitta. Mentre per il fatidico “campolargo” suonerebbe l’ora di finirla con il maso-tafazzismo e il sogno di una alleanza Pd-M5S potrebbe diventare realtà nazionale.

 

Ora l’eventualità di una vittoria della Todde con il centrosinistra unito che strappa la regione Sardegna al centrodestra non sarebbe la fine della Regina della Garbatella. Ma di sicuro si trasformerebbe in una pessima premonizione in vista delle europee di giugno. Forti del 27%, la brama di stravincere ha inebriato le sinapsi dei Fratellini d’Italia che, ineducati alla cultura del potere, non conoscono la saggezza  dell’antica Roma.

 

matteo salvini in ogliastra

I vari Cicerone, Catullo, Seneca mettevano sempre in guardia i vari Cesari di sottrarsi al piacere di schiacciare e umiliare i nemici sconfitti. Per loro,  “Stravincere è l’inizio della fine”. (Infatti, conquistata la Palestina, i romani non si sedevano sul trono, lo facevano occupare dal palestinese Erode, mentre di lato il console Pilato pensava a intascare tasse e prodotti).

 

Invece, dopo tanti anni passati nelle grotte di Colle Oppio e sui marciapiedi di via della Scrofa, Melona e camerati sono affamatissimi: una presa assoluta del potere in ogni ordine di posti. Conquistata la Lombardia, puntano all’annessione del Veneto di Zaia con il nostalgico del ventennio Luca De Carlo; sulle nomine in scadenza in aprile, dai Servizi Segreti alle Ferrovie, dalla Cdp alla Rai, i nostri eroi di governo litigano e si sfanculano, ogni giorno che Dio manda in terra.

 

SALVINI: DOPO DI ME, IL PEDILUVIO?

SALVINI MELONI

E il malconcio Salvini, finito in un cul de sac cucito dalla vorace e coatta premier, ora si trova davanti a sé tre scenari, uno più brutto dell’altro, in vista di un dopo 9 giugno che potrebbe intitolarsi “Dopo di me, il pediluvio!”.

 

Scenario 1 – La Lega prende meno voti di Forza Italia e scoppia la ribellione nel Carroccio. Non solo da parte dei governatori deprivati dalla bieca Ducetta del terzo mandato (Zaia, Fedriga e Fontana): ora che i fratellini d’Italia hanno occupato tutti i posti, e si sono presi pure lo strapuntino, l’incazzatura dilaga ormai in superficie tra esponenti apicali come Garavaglia, Calderoli, perfino di Durigon, ben riassunta nella frase: “Salvini ci sta portando a sbattere”.

 

MATTEO SALVINI AL PAPEETE

Nel profondo nord della Lega, ad esempio, pochi capiscono la fissa del Ponte: “Ma che i voti Salvini li prende a Messina e Reggio Calabria?”. E poi si chiedono interdetti: “Cche c’entra con la Lega questo Denis Verdini, a parte la figlia-fidanzata Francesca?’’.

 

A questo punto, calzato l’elmetto, Salvini camuffato da Rambo decide di resistere col coltello tra i denti e va alla battaglia finale con gli oppositori che lo vogliono dimissionare. (L’aria che tira è lo striscione apparso ieri sulla Milano-Meda: “DA VERDI A VERDINI / ORA BASTA / CONGRESSI SUBITO”)

 

roberto vannacci si tuffa a viareggio 5

Scenario 2 – Presa la batosta di finire sotto l’8% (alle politiche del 2022 incassò il magro risultato dell’8,8%), magari viene umiliato anche da Forza Italia, per mantenere in vita la leadership, Matteo Salvini entra in modalità Papeete: fatti fuori un paio di mojito, raduna i suoi fedeli parlamentari (messi in lista tutti da lui, e se non lo seguono diventa sudditanza nei confronti di FdI) e quindi toglie l’appoggio al detestato governo di Giorgia Meloni.

SALVINI PAPEETE

 

Scenario 3 – La Lega supera Forza Italia e raggiunge il 10 per cento. Un risultato che i sondaggisti ritengono quasi impossibile. Per Capitano furioso è invece possibile calando sul tavolo l’asso Vannacci. Nei prossimi giorni l’ardito della Folgore ritorna in pista con un nuovo libro ma sembra che riciccerà le solite farneticazioni su omosessuali e trans. Il rischio che corre il Generalissimo, se non occupa tutti i giorni giornali e talk, è quello di diventare una  macchietta, del tipo “Marziano a Roma” di Flaiano: risucchiato dal cono d’ombra, dimenticato dalle telecamere, inseguito dalla pernacchia: “Arieccolo!”, “Mo’ ricomincia!”, fino al finale triste e solitario: “Vannacci chi?”.

 

MELONI: DOPO IL VOTO, IL DILUVIO?

GIANCARLO GIORGETTI - GIORGIA MELONI

Se un Salvini sconfitto decidesse di togliere il disturbo alla “Io so’ Giorgia e voi non siete un cazzo”, che succederà? Nel caso di una crisi di governo, quello che è certo è che per Sergio Mattarella è impensabile un esecutivo tecnico alla Monti-Draghi: si andrà a votare, e di corsa pure: settembre o ottobre. Melona freme di capitalizzare il consenso, sogna il plebiscito alle urne, la corona di salvatore della patria, prima che il paese si trovi davanti alla recessione economica, da una parte.

 

FEDRIGA SALVINI

Dall’altra, mica è detto che Salvini rimanga alla guida del partito fondato da Umberto Bossi: la base elettorale  del Carroccio ha un Dna conservatore, di centro, moderato e pragmatista, e ne ha piene le palle della politica destrorsa del Capitone, affollata di Marine Le Pen e nazistoidi tedeschi di Afd. Gratta gratta, i Fedriga, i Zaia, i Fontana, i Giorgetti sono leghisti ben compatibili con la Fiamma Magica, e infatti vanno d’accordo con la Sora Giorgia. E’ Salvini che si è estremizzato.

MELONI FEDRIGA

 

Ha editorialeggiato Stefano Folli su “Repubblica”: “Se la Lega fosse affidata un domani a Fedriga o a Zaia, nell’ottica di Palazzo Chigi si avrebbe un partito leale, contento di presidiare alcune roccaforti nordiste e lungi dal nutrire ambizioni nazionali. Il tema della leadership nel destra-centro sarebbe chiuso forse per sempre. Si ha quindi la conferma che Giorgia Meloni ragiona oggi come se fossimo già in un sistema non solo bipolare, ma quasi bipartitico”.

 

meme giorgia meloni matteo salvini

 

Ultimi Dagoreport

giuseppe conte elly schlein matteo ricci giorgia meloni francesco acquaroli

DAGOREPORT - COME E' RIUSCITO CONTE, DALL’ALTO DEL MISERO 5% DEI 5STELLE NELLE MARCHE, A TENERE IN OSTAGGIO IL PD-ELLY? - L'EX ''AVVOCATO DEL POPOLO'' È RIUSCITO A OTTENERE DALLA "GRUPPETTARA CON L'ESKIMO" LE CANDIDATURE DI ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA, E SENZA SPENDERSI GRANCHE' PER MATTEO RICCI. ANZI, RIEMPIENDO I MEDIA DI DISTINGUO E SUPERCAZZOLE SULL’ALLEANZA (“NON SIAMO UN CESPUGLIO DEL PD”) – IL PIU' MADORNALE ERRORE DEL RIFORMISTA RICCI E' STATO DI FAR SALIRE SUL PALCO L'"ATTIVISTA" DEL NAZARENO, AGITANDOSI PER GAZA ANZICHE' PER UNA REGIONE CHE LA GLOBALIZZAZIONE HA IMPOVERITO LE INDUSTRIE (SCAVOLINI, TOD'S, ETC.), LA DISOCCUPAZIONE E' ARRIVATA E I MARCHIGIANI SI SONO SENTITI ABBANDONATI - VISTO IL RISCHIO-RICCI, E' ARRIVATA LA MOSSA DA CAVALLO DELLA DUCETTA: ''ZONA ECONOMICA SPECIALE'' E UNA PIOGGIA DI 70 MILIONI DI AIUTI...

al-thani netanyahu trump papa leone bin salman hamas

DAGOREPORT – STASERA INIZIA LA RICORRENZA DI YOM KIPPUR E NETANYAHU PREGA CHE HAMAS RIFIUTI IL PIANO DI PACE PER GAZA (ASSEDIATO IN CASA DALLE PROTESTE E DAI PROCESSI, PIÙ DURA LA GUERRA, MEGLIO È). NON A CASO HA FATTO MODIFICARE LAST MINUTE IL TESTO RENDENDOLO PIÙ DIFFICILE DA ACCETTARE PER I TERRORISTI CHE, A LORO VOLTA, INSISTONO SU TRE PUNTI: UN SALVACONDOTTO PER I CAPI; UN IMPEGNO A CREARE LO STATO DI PALESTINA; IL RITIRO DELL’ESERCITO ISRAELIANO, ANCHE DALLA ZONA CUSCINETTO – PRESSING FORTISSIMO DI VATICANO, ONU E PAESI ARABI PER CHIUDERE L'ACCORDO – EMIRI E SCEICCHI INFURIATI PER IL RUOLO DI TONY BLAIR, CHE BOMBARDÒ L’IRAQ SENZA MAI PENTIRSI – L’UMILIAZIONE DI “BIBI” CON LA TELEFONATA AL QATAR: L’EMIRO AL THANI NON HA VOLUTO PARLARE CON LUI E HA DELEGATO IL PRIMO MINISTRO – L’OBIETTIVO DEI “FLOTILLEROS” E L’ANTISEMITISMO CHE DILAGA IN EUROPA

luca zaia matteo salvini roberto vannacci

IL CORAGGIO SE UNO NON CE L'HA, MICA SE LO PUO' DARE! LUCA ZAIA, ETERNO CACADUBBI, NICCHIA SULLA CANDIDATURA ALLE SUPPLETIVE PER LA CAMERA: ORA CHE HA FINALMENTE LA CHANCE DI TORNARE A ROMA E INCIDERE SULLA LEGA, DUELLANDO CON VANNACCI E SALVINI CONTRO LA SVOLTA A DESTRA DEL CARROCCIO, PREFERISCE RESTARE NEL SUO VENETO A PIAZZARE QUALCHE FEDELISSIMO – SONO ANNI CHE MUGUGNANO I “MODERATI” LEGHISTI COME ZAIA, FEDRIGA, GIORGETTI, FONTANA MA AL MOMENTO DI SFIDARE SALVINI, SE LA FANNO SOTTO...

elly schlein tafazzi

DAGOREPORT: IL “NUOVO PD” DI ELLY NON ESISTE - ALIMENTATA DA UN'AMBIZIONE SFRENATA, INFARCITA SOLO DI TATTICISMI E DISPETTI, NON POSSIEDE L'ABILITÀ DI GUIDARE LA NOMENKLATURA DEL PARTITO, ISPIRANDOLA E MOTIVANDOLA - IL FATIDICO "CAMPOLARGO" NON BASTA PER RISPEDIRE NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO L'ARMATA BRANCA-MELONI. NELLE MARCHE IL PD-ELLY SUBISCE IL SORPASSO DELLE SORELLE D'ITALIA - QUELLO CHE INQUIETA È LO SQUILIBRIO DELLA DUCETTA DEL NAZARENO NELLA COSTRUZIONE DELLE ALLEANZE, TUTTO IN FAVORE DI UN'AREA DI SINISTRA (M5S E AVS) IN CUI LEI STESSA SI È FORMATA E A CUI SENTE DI APPARTENERE, A SCAPITO DI QUELLA MODERATA, SPAZIO SUBITO OCCUPATO DALLA SCALTRISSIMA DUCETTA DI VIA DELLA SCROFA, CHE HA LANCIATO AMI A CUI HANNO ABBOCCATO LA CISL E COMUNIONE E LIBERAZIONE - CHE ELLY NON POSSIEDA VISIONE STRATEGICA, CAPACITÀ DI COMUNICAZIONE, INTELLIGENZA EMOTIVA, PER FRONTEGGIARE IL FENOMENO MELONI, E' LAMPANTE - OCCORRE URGENTEMENTE, IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, RISPEDIRE ELLY SUI CARRI DEI GAY-PRIDE, PUNTANDO, DOPO LE REGIONALI D'AUTUNNO, SU UNA NUOVA LEADERSHIP IN SINTONIA COI TEMPI TUMULTUOSI DI OGGI

raoul bova beatrice arnera

DAGOREPORT: RAOUL, UN TRIVELLONE ''SPACCANTE''! - DAGOSPIA PIZZICA IL 54ENNE BOVA ATTOVAGLIATO ALL'ORA DI PRANZO AL RISTORANTE “QUINTO”, A ROMA, IN COMPAGNIA DELLA FASCINOSA TRENTENNE BEATRICE ARNERA, CON CUI RECITA NELLA FICTION “BUONGIORNO, MAMMA”, ATTUALMENTE IN ONDA SU CANALE5 – GLI AVVENTORI DEL RISTORANTE NON HANNO POTUTO FARE A MENO DI NOTARE L'AFFETTUOSA INTIMITÀ TRA I DUE ATTORI: BACI GALEOTTI, ABBRACCI E CAREZZE FURTIVE FINO A UN INASPETTATO E IMPROVVISO PIANTO DI BOVA – DOPO LO SCANDALO DEGLI AUDIO PICCANTI INVIATI A MARTINA CERETTI, DIFFUSI DA FABRIZIO CORONA, CHE HANNO TENUTO BANCO TUTTA L’ESTATE, ORA QUEL MANZO DI BOVA SI RIMETTE AL CENTRO DELLA STALLA…

beatrice venezi

DAGOREPORT: VENEZI, IL "MOSTRO" DELLA LAGUNA – COME USCIRANNO IL MINISTRO "GIULI-VO" E IL SOVRINTENDENTE COLABIANCHI DAL VICOLO CIECO IN CUI SONO FINITI CON L’INSOSTENIBILE NOMINA DELLA “BACCHETTA NERA”? – IL “DO DI STOMACO” DEGLI ORCHESTRALI DEL TEATRO LA FENICE HA RICEVUTO LA SOLIDARIETÀ DEI PIÙ IMPORTANTI TEATRI LIRICI, DA LA SCALA DI MILANO AL SAN CARLO DI NAPOLI: CHE FARE? – CHISSÀ SE BASTERÀ LA MOSSA ALL’ITALIANA DI “COMPRARSI” LE ROTTURE DI COJONI COL VIL DENARO, AUMENTANDO LO STIPENDIO DEGLI ORCHESTRALI? – L’ARMATA BRANCA-MELONI DEVE FARE I CONTI NON SOLO CON IL FRONTE COMPATTO DEL MONDO SINDACALE LIRICO, MA ANCHE CON I 48MILA VENEZIANI RIMASTI A SOPRAVVIVERE NELLA CITTÀ PIÙ FATALE DEL MONDO. ABITUATI AD ALTI LIVELLI DI DIREZIONE D’ORCHESTRA, DA ABBADO A CHUNG, I LAGUNARI SONO SCESI SUL PIEDE DI GUERRA CONTRO LO SBARCO DELL’”ABUSIVA” VENEZI (I LAVORATORI DELLA FENICE HANNO ORGANIZZATO UN VOLANTINAGGIO CONTRO LA BIONDA VIOLINISTA)E GIULI E COLABIANCHI FAREBBERO BENE A RICORDARSI CHE I “VENESIAN” SONO POCHI MA IRRIDUCIBILI: I PRINCIPI NON SI COMPRANO. COME SI È VISTO NELLA LORO VITTORIOSA GUERRA CONTRO IL PASSAGGIO DELLE GRANDI NAVI DA CROCIERA NEL CUORE DELLA CITTÀ…- VIDEO