Paolo Conti per il "Corriere della Sera"
![SILVIO BERLUSCONI UMBERTO BOSSI](https://cdn-static.dagospia.com/img/foto/09-2011/silvio-berlusconi-umberto-125211_tn.jpg)
«Il patto Berlusconi-Bossi esiste, secondo me e secondo altri c'è anche un atto notarile che risale al gennaio 2000, un anno prima delle elezioni politiche in cui Lega e Forza Italia sarebbero state alleate». Parola di Gigi Moncalvo, direttore de la Padania dal 2002 al 2004, ospite di Lucia Annunziata ieri su Raitre alle 14.20 per In 1/2 ora durante la puntata intitolata «Lega Predona». Annunziata premette che molti leghisti, sapendo dell'invito, erano contrari alla presenza del giornalista in studio.
![gigi moncalvo](https://cdn-static.dagospia.com/img/foto/archivio/d31/pzcort24_gigi-moncalvo_tn.jpg)
Ma Moncalvo è lì e parla: «La prova del patto? Appena sei mesi dopo in una lettera alla Banca di Roma l'allora tesoriere Giovanni dell'Elce su carta intestata di Forza Italia scrive: "Firmiamo una fideiussione di due miliardi per qualsiasi debito contratto dalla Lega". Per la prima volta nella storia italiana un partito firma una fideiussione a favore di un altro». Moncalvo aggiunge altri particolari: «Secondo talune fonti giornalistiche, e diversi libri, l'intervento di Berlusconi a favore della Lega fu ancora più pesante, il partito di Bossi era in crisi, le sedi erano pignorate, non arrivavano gli stipendi».
![LUCIA ANNUNZIATA](https://cdn-static.dagospia.com/img/foto/06-2011/112776_tn.jpg)
Chiede Annunziata: «Ma è vero che il risultato di questo patto è che il simbolo della Lega è di Berlusconi?». Risposta: «Secondo me sì, è nel carattere dell'uomo pensare al marchio, anche se il simbolo risulta di proprietà per un terzo di Bossi, un altro terzo di sua moglie e l'ultimo terzo è di Giuseppe Leoni».
Infine Moncalvo conferma: «C'era un piano Bossi-Berlusconi anche per arrivare a una riforma costituzionale per far eleggere il presidente della Repubblica dal popolo. Napolitano, per fair play, si sarebbe dimesso e Berlusconi avrebbe avuto sette anni di immunità assoluta al Quirinale».