1. IL MINISTRO SACCO-DANNI FA SCRIVERE A 80 MILA INSEGNANTI CHE DOVRANNO RESTITUIRE, A BOTTE DA 150 EURO AL MESE, I SOLDI IN PIÙ PERCEPITI NEL 2013. IL TUTTO ALLA FACCIA DI UN MINIMO DI BUON GOVERNO, DI UN MINIMO DI BUON SENSO, DI UN MINIMO DI ATTENZIONE E RISPETTO VERSO CHI HA IN MANO L’ISTRUZIONE DEI RAGAZZI E L’UNICA POSSIBILITÀ, PER QUESTO PAESE, DI UNA RINASCITA NEL MEDIO-LUNGO TERMINE 2. DI FRONTE ALLA GRAVITÀ DEL PASTICCIO, RENZIE - CHE UN’INSEGNANTE CE L’HA IN CASA, VISTO CHE SUA MOGLIE È UNA PRECARIA DELLA SCUOLA - HA ATTACCATO A TESTA BASSA 3. IL PD NON PUÒ GIOCARSI I VOTI DELLA SCUOLA (MA SALVA I MAGISTRATI) MENTRE SI BALOCCA TRA “JOB ACT” E ALTRE DIAVOLERIE STUDIATE PER “SFONDARE AL CENTRO”. QUEI PROFESSORI CHE DA ANNI VOTANO A SINISTRA, CONVINTI CHE QUESTA SINISTRA LI POSSA IN QUALCHE MODO TUTELARE, MAGARI DA OGGI FARANNO UNA RIFLESSIONE PIÙ APPROFONDITA. SE NON FOSSERO DIPENDENTI STATALI, AVREBBERO GIÀ FATTO LA FINE DEGLI OPERAI

a cura di colinward@autistici.org (Special Guest: Pippo il Patriota)

1 - INSEGNANTI FIGLI DI NESSUNO
Il ministro Paccomanni fa scrivere a 80 mila insegnanti che dovranno restituire, a botte da 150 euro al mese, i soldi in più percepiti nel 2013 perché è stato esteso anche al 2013 il blocco degli scatti che già aveva congelato i loro stipendi nel triennio precedente. Il tutto alla faccia di un minimo di buon governo, di un minimo di buon senso, di un minimo di attenzione e rispetto verso chi ha in mano l'istruzione dei ragazzi e l'unica possibilità, per questo Paese, di una rinascita nel medio-lungo termine.

Di fronte alla gravità del pasticcio, Renzie ha attaccato a testa bassa il ministero dell'Economia e il governino di Mezze intese. La speranza è che non si tratti di mera tattica, tanto per mettere in difficoltà Lettanipote, ma di un ragionamento politico con un inizio e una fine. L'inizio è quello di cui sopra, in base al quale un governo che già pasticcia anche troppo sulle tasse (della casa e non solo) non può permettersi di umiliare una volta di più gli insegnanti.

E Renzie un'insegnante ce l'ha in casa, visto che sua moglie è una precaria della scuola. La fine è che, anche solo per mero calcolo strategico, il Pd non può giocarsi i voti della scuola mentre si balocca tra "job act" e altre diavolerie studiate per "sfondare al centro". Quanto a quei professori che da anni votano a sinistra, convinti che questa sinistra li possa in qualche modo tutelare, magari da oggi faranno una riflessione più approfondita. Se non fossero dipendenti statali, avrebbero già fatto la fine degli operai.

Il Corriere della Sera ha il merito di aprire la prima pagina su questa indecorosa vicenda: "Il pasticcio sugli insegnanti. Tagli in busta paga a 80 mila: restituiranno scatti non dovuti. Renzi contro Saccomanni sulla scuola". Duro il commento di Paolo Conti: "Si sta giocando col fuoco, demotivando una categoria per pochi euro". Anche il Messaggero spara a tutta prima: "Insegnanti, aumento bloccato", e dentro riporta: "Nella classifica Ue i nostri docenti sono i meno pagati" (p. 5). Ci sguazza il Giornale (dei lavoratori), che fomenta così l'odio di classe: "Saccomanni spenna i docenti ma salva magistrati e avvocati" (p. 4).

Repubblica si emoziona infinitamente di più per un futuro incontro Renzie-Banana, però intervista un insegnante di filosofia di Nuoro che non la prende benissimo: "Ci umiliano, senza quel denaro non potrei campare. Guadagno 1.380 euro, quell'aumento per me è fondamentale. Sono di sinistra, questo è un governo ipocrita che difende l'istruzione solo a parole: è solo l'ultimo sfregio" (p. 4).

2 - NON FA SOSTA LA SUPPOSTA
Spread ai minimi, ma c'è poco da gioire. Repubblica spiega molto onestamente che "i Paesi più deboli escono dall'emergenza ma il prezzo è salato: salari giù e poco lavoro. Ripresa trainata solo dall'export, non basta a ridurre i disoccupati. Buona parte della crescita è dovuta all'allentamento dei piani di austerità" (p. 11).

Il Messaggero ricorda che in Italia abbiamo "una pressione fiscale record: nel 2013 ha raggiunto il 44,3%", mentre Confcommercio "la riduzione delle tasse resta un'illusione anche per l'anno appena avviato" (p. 2).

E sulla casa, solito caos indigesto: "Imposte sulla casa, sfida sul 3 per mille. I Comuni insistono per l'aumento. I sindaci decideranno le detrazioni. Si potrebbe versare in due rate, a giugno e a dicembre" (Corriere, p. 8). "Rischio aumento per le abitazioni più povere", segnala il Messaggero (p. 3). Il Giornale allunga la lista: "Dalla Tasi l'ultima botta: 40 euro in più a famiglia" (p. 7).

3 - POLITICA POLITICHESE POLITICANTE
Oggi vi risparmiamo le fumosità di giornata su legge elettorale e cosiddetto "contratto di governo", che poi altro non è che la famosa "verifica" in stile Prima Repubblica. Spazio solo alla tattica, perché di mera tattica si tratta. Per il Corriere, "Sul ‘contratto' il premier teme il fuoco amico. Potrebbero arrivare riserve dal Pd sulla parte dedicata alle riforme economiche e sociali. Riflettori più sul partito che sul sindaco. ‘Lì ci sono maggiori tabù ideologici. Per il presidente del Consiglio l'eventuale rimpasto sarà dopo la firma del patto" (p. 2). Repubblica registra il nervosismo del premierino: "Letta: ‘La fase due del governo partirà entro il 20 gennaio'. E non esclude il rimpasto. Vede Scelta Civica. Fastidio per l'incontro Renzi-Monti" (p. 7). Il Messaggero sottolinea: "Letta-Matteo, la guerra delle consultazioni parallele" (p. 6).

Tutto va bene, invece, per la Stampa di Torino: "E Letta è ottimista: ‘Ci sono le condizioni per rilanciare'. Il premier vede Napolitano e apprezza le aperture di Ncd sulle riforme: ‘Siamo all'inizio ma vedo buona volontà di tutti, la mia in primis" (p. 5).

4 - NANO UNCHAINED
Repubblica scova il solito emendamento ad personam nel dl di riforma sulla custodia cautelare: "Norma pro Silvio: niente carcere per gli over 70. Arresto più difficile anche con il 416 bis", l'associazione esterna alla mafia (p. 2). Lo ha presentato il peone forzista Gianfranco Chiarelli, di Martina Franca, però è lo stesso giornale diretto da Eziolo Mauro ad ammettere che vi sono ben poche possibilità che l'astuto codicillo vada in porto. Il problema è che qualunque riforma della giustizia, finché c‘è in giro uno come il Banana, sarà sempre esposta a rischi del genere. E con un governo così pasticcione gli azzeccagarbugli di palazzo Grazioli ci provano e ci proveranno sempre.

5 - DI RE GIORGIO NON FAR SAPERE...
Il Cetriolo Quotidiano punta ancora la fionda sulla corona di Re Giorgio e va a intervistare Philippe Ridet, corrispondente di Le Monde da Roma. Non male il suo punto di vista: "Napolitano assomiglia sempre più a un Faraone. O a un Re. Quando Napolitano invocò una tregua fra politici e giudici scrissi che sbagliava: il Quirinale protestò per via diplomatica. Ovviamente nessuno fece una piega. Ma chi si crede di essere, la Regina d'Inghilterra? Se il Quirinale si scomoda pure per me, chissà come si agita per tutti gli altri attacchi" (p. 7).

6 - IL COMMERCIALISTA E GLI SPIONI
Il Corriere continua a esaltarsi per la storia di Paolo Oliverio, nella convinzione di avere per le mani una super-storia. La puntata di oggi sfiora il (fu) reame di Hardcore: "L'Ape regina e ricatti da 150 mila euro nei fascicoli segreti del fiscalista" (p. 19). Gli inquirenti romani stanno esaminando i vari file trovati in una pennetta del commercialista, tra i quali uno sulla Began, che potrebbe essere stata vittima di ricatti, oppure uno dei tanti clienti dell'uomo che bazzicava indifferentemente l'ambiente degli spioni, dei prelati e dello spettacolo. Pezzo in fotocopia sulla Stampa (p. 19).

7 - NON AVRAI ALTRA LEGGE CHE IL CODICE IBAN
Lodevole paginata del Corriere delle banche sull'ultima trovata delle banche stesse: "Banche, la beffa dei conti in rosso. Per un giorno si paga fino a 50 euro. Sconfinare costa anche il 10% di interessi in 24 ore. Via agli aumenti. Per l'Abi, "la Commissione di istruttoria veloce non è un profitto extra ma un recupero di costi" (p. 27). Farebbero meglio a chiamarla "Commissione di istruttoria con destrezza".

8 - UN FARO SULL'ITALIAN JOB DI MARPIONNE
Nel grave imbarazzo delle trombette italiche, che la scorsa settimana hanno lungamente strimpellato a festa su Fiat-Chrysler, oggi tocca registrare una notizia indigesta per il Lingotto: "Moody's avverte Marchionne. ‘Fiat rischia il declassamento. L'acquisto della Chrysler indebolisce la liquidità'. L'annuncio di osservazione riguarda 11,7 miliardi di euro di debiti" (Repubblica, p. 25).

Torna il buon umore su Illustrato Fiat, che ricorre al combo-titolo: "Record di vendite per le Jeep. Moody's: rating Fiat sotto esame. Manley, ceo del marchio: anche il 2014 andrà bene con le Cherokee (Stampa, p. 31). E già che sono in vena di scherzi, alla Stampa annunciano che "Rcs gestirà la pubblicità nazionale de La Stampa" sottolineando che "il titolo di via Rizzoli fa più 7,9% a Piazza Affari" (p. 31). In allarme il cdr del Corriere, che sta cercando su Tuttocittà dov'è questa "via Rizzoli".

9 - MONTE DEI PACCHI DI SIENA
Non sta mica a pettinare le bambole, l'occhiuta Consob di Vago Vegas. Ieri "lettera della Consob ai banchieri di Mps. ‘Chiarezza su dimissioni e rapporti con l'ente. L'ad Viola potrebbe lasciare dopo il cda del 14. Intanto si intensifica la trattativa tra le Fondazioni e il titolo guadagna un altro 2,77%" (Repubblica, p. 24). Intanto sia Stampa (p. 32) che Messaggero (p. 16) scrivono che Piero Giarda vuole Viola come nuovo ad della Popolare di Milano.
Ma la vera notizia del giorno la trova la Stampa: "Mps-Deutsche Bank, indagano anche i tedeschi. Sull'operazione è aperta l'inchiesta della procura di Siena. L'autorità di controllo: fuorviati sul caso Santorini" (p. 32).

10 - ULTIME DA ALI-TAGLIA
Mancano i soldi, ma non le poltrone, nell'Alitalia dei Capitani coraggiosi. "Alitalia, Cempella verso la presidenza. La spinta su Etihad. Oggi le liste per il rinnovo del board. Consiglio più leggero, a quota undici. Al tavolo i rappresentanti di Unicredit, Poste Italiane e Antonio Percassi" (Corriere, p. 29). Sul Giornale, invece, "Cda transitorio per Alitalia. Colaninno verso la riconferma. Il presidente potrebbe rimanere in attesa di Etihad. Oggi la presentazione di 3 o 4 liste da parte di Intesa, Poste, Air France e forse Unicredit. I francesi (con Pirelli e Immsi) hanno convertito il bond" (p. 21).

11 - LA FANTASIA IN REDAZIONE
Ai figli si potrà dare anche solo il nome della madre e a Repubblica si spremono le meningi sui cosiddetti vip. E così si spingono a scrivere che "se Lapo Elkann avesse preso il cognome della madre Margherita sarebbe Lapo Agnelli" (p. 21). Non hanno osato applicarsi sul fratello John, che potendo si chiamerebbe John Marchionne.

 

FABRIZIO SACCOMANNI CHICCA MONICELLI resize FABRIZIO SACCOMANNI BANCA DITALIA resize LETTA E SACCOMANNI images saccomanni, alfano e lettaMATTEO RENZI E LA BOMBA A ENRICO LETTA RENZI E LETTAcase e catasto renzi monti IL CAPODANNO DI SILVIO BERLUSCONI E FRANCESCA PASCALE SABINA BEGAN IN SARDEGNA DA OGGI jpegphilippe ridetMARCHIONNE MONTEZEMOLO YAKI ELKANN moodys alitalia etihad Piero Giarda

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