luca zaia matteo renzi rocco casalino giuseppe conte

REAL POLITIK - “FINCHÉ GLI EUROPEISTI GIORGETTI E ZAIA NON PRENDONO LE DISTANZE DAL SOVRANISMO DI SALVINI, NESSUN GOVERNO DI LARGHE INTESE SARÀ POSSIBILE. E CONTE NON CADE” – PER INCATENARSI ALLA POLTRONA, IL PREMIER DI TRAVAGLIO LANCIA UN NUOVO ‘PROGRAMMA DI LEGISLATURA’, UN LIBRO DEI SOGNI CHE NON SI È CAGATO NESSUNO NEMMENO DI STRISCIO NEL GIORNO DELLA PROPOSTA DEL ‘RECOVERY FUND’

 

 

 

Laura Cesaretti per “il Giornale”

giuseppe conte e rocco casalino

 

«Vaste programme»: Giuseppe Conte affida alle colonne amiche del Corriere della Sera e del Fatto Quotidiano, gemellati nella solenne occasione, il suo Piano Quinquennale.

Una fitta paginata di Grandi Riforme, anzi «profonde», per far fare al Paese un grande balzo in avanti, un «recovery plan» per uscire dalla crisi e «trasformarla in opportunità», perché «questo è il momento per alzare la testa e volgere il nostro sguardo al futuro».

 

GENTILONI CONTE

Si tratta di un programma di legislatura, anzi almeno un paio di legislature, con sterminato elenco di tutte quelle modernizzazioni e innovazioni e sburocratizzazioni e accelerazioni che - a dire il vero - erano già state promesse in almeno un paio di programmi di governo proposti dal medesimo Conte e votati da un paio di diverse maggioranze, per poi naturalmente sparire dall' orizzonte per lasciar spazio a navigator, porti chiusi, fiumi di sussidi ad Alitalia, prepensionamenti eccetera. Oggi vengono ripromesse, sull' onda del post-epidemia e dei massicci prestiti e aiuti che l' Unione europea si accinge a versare nelle esauste casse italiche.

giuseppe conte luigi di maio

 

conte casalino

La cosa curiosa, ieri, era che un simile colossale programma di epocali riforme, da quella del fisco a quella della burocrazia, dalle infrastrutture strategiche all' economia green, dalla digitalizzazione alla giustizia (inclusa una sostanziale eliminazione dell' abusatissimo reato di abuso di ufficio), non suscitasse pressoché nessun interesse, plauso o dissenso politico. Reazioni praticamente zero, a parte quelle del ministro per gli Affari europei Amendola e dei parlamentari M5s nella commissione Politiche europee. «L' Europa c' è.

salvini renzi

Ora il governo definirà, come ha detto il presidente Conte, un Recovery Plan nazionale collegato alle misure europee», dice il ministro, che è stato in queste settimane il vero tessitore, insieme al commissario italiano Paolo Gentiloni, dell' intesa per sbloccare il piano della Commissione.

 

giorgetti fontana zaia

Insomma, la solenne uscita del premier non è solo un messaggio interno, per far capire a chi - anche nella sua maggioranza - vorrebbe sgambettarlo che lui a Palazzo Chigi vuol restare incatenato fino a fine legislatura (poi si vede), perché ha grandi cose da realizzare. È anche un segnale richiesto in Europa, a garanzia che le enormi somme che la Ue si prepara a stanziare per farci uscire dal pantano non verranno come al solito dilapidate in miriadi di micro-interventi assistenzialistici, ma seriamente investite.

 

salvini giorgettiANTONIO TAJANI GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI

Conte, che vede il calo dei suoi sondaggi di popolarità e teme i contraccolpi della crisi sociale sulla stabilità del suo governo, spera di rilanciare la sua immagine, annettendosi il merito di aver spinto lui la Ue a decidere, al posto di Merkel e Macron: «Bruxelles va proprio nella direzione indicata dall' Italia, siamo stati descritti come visionari perché ci abbiamo creduto dall' inizio», twittava lirico ieri. Ora, auspica, sarà più facile far inghiottire ai M5s il boccone Mes, inzuccherato dal Recovery fund. Persino Gigino Di Maio, ieri, si profondeva in lodi del premier. E finché Salvini e Meloni continueranno a tenere una linea da estremisti no-euro, pensano a Palazzo Chigi, non potrà coagularsi alcuna maggioranza allargata alternativa alla sua. Altro che asse tra i due Mattei: anche i renziani lo ammettono: «Finché Giorgetti, Zaia eccetera non prendono le distanze dalla linea salviniana, nessuna larga intesa oltre Conte sarà proponibile».

roberto gualtieri giuseppe conte luigi di maio DENIS VERDINI MATTEO SALVINI GIANCARLO GIORGETTImatteo salvini giancarlo giorgettimatteo salvini giancarlo giorgetti 1salvini giorgettiGIUSEPPE CONTE ROCCO CASALINOgiuseppe conte con rocco casalino al dipartimento della protezione civileconte casalino

Ultimi Dagoreport

2025scala la russa

DAGOREPORT - LA DOMANDA CHE SERPEGGIAVA NEL FOYER DELLA SCALA, IERI SERA, ERA: “E ‘GNAZIO? DOVE STA LA RUSSA?”. COME MAI LA SECONDA CARICA DELLO STATO NON HA OCCUPATO LA POLTRONA DEL PALCO REALE, DOVE SI È SEMPRE DISTINTO NELLO STRAZIARE L’INNO DI MAMELI CON I SUOI SICULI ACUTI? IL PRESIDENTE DEL SENATO, TRA LA PRIMA DELLA SCALA SANTA E IL FESTIVAL DI SAN ATREJU, HA PREFERITO ATTOVAGLIARSI AL RISTORANTE “EL CAMINETO”, DIMORA DELLA SODALE SANTANCHÈ A CORTINA D’AMPEZZO...

john elkann theodore kyriakou repubblica

DAGOREPORT - DOMANI, FINALMENTE, GLI EMISSARI DI JOHN ELKANN SI DEGNERANNO DI INCONTRARE I CDR DI “REPUBBLICA” E “LA STAMPA” PER CHIARIRE LO STATO DELLA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRUPPO ANTENNA DI THEODORE KYRIAKOU. PER IL MAGNATE GRECO, I QUOTIDIANI SONO SOLO UN ANTIPASTO: IL SUO VERO OBIETTIVO SAREBBE ACQUISIRE UN'EMITTENTE TELEVISIVA - YAKI NON VEDE L'ORA DI LIQUIDARE IL GRUPPO EDITORIALE, PER FARE SEMPRE PIÙ AFFARI CON EXOR: LA CARTA RAPPRESENTA NEMMENO L'UN PER CENTO DELLA HOLDING, NON DÀ ALCUN GUADAGNO MA SOLO ROTTURE DI COJONI (E LA LINEA ANTI-TRUMP DEI DUE QUOTIDIANI È UNA ROGNA PER IL SEMPRE PIÙ AMERICANO JOHN) - KYRIAKOU HA SUBITO INIZIATO CON IL PIEDINO SBAGLIATO LA CAMPAGNA D’ITALIA: AVREBBE SCELTO COME ADVISOR NIENTEMENO CHE MIRJA CARTIA D’ASERO, EX AD DEL “SOLE 24 ORE” - RETTIFICA! CARTIA D'ASERO: "NON SONO ADVISOR DI ANTENNA O DI KYRIAKOU E NON MI OCCUPO DI EDITORIA DALL'USCITA DAL 'SOLE'"

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”