E SE LA VIA DI SALVEZZA PER DI MAIO FOSSE SMARCARSI DALLA CASALEGGIO ASSOCIATI? - PER PLACARE LA RIVOLTA INTERNA, LUIGINO HA BISOGNO DI RIDIMENSIONARE L’INGOMBRANTE PRESENZA DI DAVIDE CASALEGGIO (MA HA IL POTERE DI FARLO?) PER NON ESSERE SEMPRE IL PARAFULMINE DELLE SUE SCELTE - IL TENTATIVO DI COOPTARE PAOLA TAVERNA PER NON “REGALARLA” ALLA FRONDA…

-

Condividi questo articolo


LUIGI DI MAIO - DAVIDE CASALEGGIO - PIETRO DETTORI LUIGI DI MAIO - DAVIDE CASALEGGIO - PIETRO DETTORI

Simone Canettieri per “il Messaggero”

 

Smarcarsi dalla Casaleggio Associati. Arginare il potere di «influenza» di Davide fino ad arrivare a un clamoroso divorzio nella gestione del blog delle stelle, il sito del M5S. Luigi Di Maio in queste ore di assedio sta maturando un'unica convinzione: basta fare il «parafulmine» delle scelte prese a Milano, spostandosi così verso Beppe Grillo, anche lui autonomo sul web.

 

davide casaleggio luigi di maio davide casaleggio luigi di maio

Obiettivo: scrollarsi di dosso i sospetti di conflitto d'interessi che periodicamente spuntano fuori quando si parla della società privata di consulenza. I deputati e i ministri a lui più vicini gli ricordano gli ultimi casi che hanno creato scompiglio interno. A dicembre la decisione di nominare Enrica Sabatini, socia di Rousseau, nel team del futuro con il centrale ruolo di responsabile dell'organizzazione, è stato motivo di scontro - mai emerso - tra Davide e Luigi.

 

di maio grillo casaleggio di maio grillo casaleggio

Ma il figlio di Gianroberto ha avuto la meglio, mentre al capo politico sono arrivate solo le critiche per aver nominato una dirigente «poco riconosciuta dalla base». Per non parlare delle polemiche di quando sempre Casaleggio andò a parlare all'Onu, per l'Italia, di democrazia digitale. Fatti che ritornano in mente a Di Maio e che ora «per salvarsi» e rimanere alla guida del Movimento lo costringeranno a una svolta.

 

D'altronde il documento dei senatori pentastellati, oltre a dividere i ruoli di partito da quelli di governo, mette alla berlina proprio il sistema Rousseau: dalla quota fissa di 300 euro al mese che devono versare i parlamentari fino all'obbligo anche per il personale tecnico-amministrativo dei gruppi di essere iscritti alla piattaforma.

 

LUIGI DI MAIO E DAVIDE CASALEGGIO LUIGI DI MAIO E DAVIDE CASALEGGIO

Intanto, una scelta nel solco del «distaccamento» dalla casa madre di Milano è stata già presa: i disavanzi delle restituzioni non andranno più all'associazione. Un primo segnale inviato appunto a Casaleggio, percepito come «un corpo estraneo» dalla maggioranza delle truppe. In queste ore il cerchio di fedelissimi intorno a Di Maio gli consiglia in tutti i modi di staccarsi, per spuntare così un'arma a chi lo attacca. E per un leader «stanco» del fuoco amico questa sembra essere una scelta obbligata.

 

LE FRONDE

PAOLA TAVERNA PAOLA TAVERNA

Anche perché i focolai sono ovunque. Nei giorni scorsi il collegio dei garanti del M5S ha respinto il ricorso del senatore Gianluigi Paragone confermando così la sua espulsione. Ma il senatore è intenzionato a muoversi nell'alveo dei grillini anti-sistema: «Farò qualcosa con Alessandro Di Battista». Molto probabilmente un tour nei teatri o comunque «un progetto culturale».

 

Ecco perché Di Maio punta - per rimanere in sella - ad allargare la gestione del Movimento. Se Chiara Appendino si sfila («Penso ad amministrare Torino») sicuramente è in corso un tentativo di coinvolgere Paola Taverna per evitare che diventi un'antagonista, così come vuole un maggiore «protagonismo» del presidente della Camera Roberto Fico, altro storico nemico interno.

chiara appendino maria lapietra chiara appendino maria lapietra

 

«All'inizio lo schema dei facilitatori doveva prevedere questa formula, ma Casaleggio si oppose», dicono adesso i parlamentari legati al capo politico. Ma potranno bastare queste mosse per evitare la slavina post elezioni regionali? La domanda rimbalza nel bunker dove da giorni è asserragliato Di Maio. Anche perché la scure sui parlamentari morosi potrebbe accelerare la nascita del gruppo Eco dell'ex ministro Lorenzo Fioramonti. Che ieri, candido, ha ammesso: «Non mi aspettavo che le mie dimissioni venissero accettate».

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

MADONNA? EVITA-LA! – QUELLA VOLTA CHE MADONNA VENNE A ROMA PER LA PRIMA DI “EVITA’’ E SI INCAZZÒ FACENDO ASPETTARE IL PUBBLICO PER UN’ORA E MEZZO - IL PATTO ERA CHE SUA FIGLIA, LOURDES, VENISSE BATTEZZATA NEGLI STESSI GIORNI DAL PAPA ALLA PRESENZA DEL PADRE, CHE SI CHIAMAVA JESUS - IL PRODUTTORE VITTORIO CECCHI GORI CONOSCEVA UN CARDINALE: “PRONTO, AVREI MADONNA, L’ATTRICE, CHE VORREBBE BATTEZZARE LA FIGLIA, LOURDES, COL PADRE, JESUS… E SE FOSSE DISPONIBILE IL PAPA…” – VIDEO

DAGOREPORT - CON AMADEUS, DISCOVERY RISCHIA: NON È UN PERSONAGGIO-FORMAT ALLA STREGUA DI CROZZA E FAZIO. È SOLO UN BRAVISSIMO CONDUTTORE MA SENZA UN FORMAT FORTE CHE L’ACCOMPAGNI, SARÀ DURISSIMA FAR DIGITARE IL TASTO 9. NELLA TV DI OGGI I PRODUTTORI DI CONTENUTI VENDONO CHIAVI IN MANO IL PACCHETTO FORMAT+CONDUTTORE ALLE EMITTENTI - ALLA CRESCITA DI DISCOVERY ITALIA, NEL 2025 SEGUIRA' ''MAX'', LA PIATTAFORMA STREAMING DI WARNER BROS-HBO CHE PORTERÀ A UNA RIVOLUZIONE DEL MERCATO, A PARTIRE DALLA TORTA PUBBLICITARIA. E LE RIPERCUSSIONI RIMBALZERANNO SUI DIVIDENDI DI MEDIASET E LA7 - A DIFFERENZA DI RAI E IN PARTE DI MEDIASET, DISCOVERY HA UNA STRUTTURA SNELLA, SENZA STUDI DI REGISTRAZIONE, SENZA OBBLIGHI DI ASSUNZIONI CLIENTELARI NÉ DI FAR TALK POLITICI - LIBERI DI FARE UN CANALE5 PIÙ GIOVANE E UN’ITALIA1 PIÙ MODERNA, IL PROSSIMO 9 GIUGNO DOVRANNO DECIDERE SE FARE O MENO UNO SPAZIO INFORMATIVO. NEL CASO IN CUI PREVARRA' IL SÌ, SARÀ UN TG MOLTO LEGGERO, UNA SORTA DI ANSA ILLUSTRATA (E QUI RICICCIA L'OPZIONE ENRICO MENTANA)    

DAGOREPORT L’INTELLIGENCE DI USA E IRAN HANNO UN PROBLEMA: NETANYAHU - L'OPERAZIONE “TERRORISTICA” CON CUI IL MOSSAD HA ELIMINATO IL GENERALE DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE IRANIANE NELL'AMBASCIATA IRANIANA A DAMASCO E LA SUCCESSIVA TENSIONE CON TEHERAN NON È SPUNTATA PER CASO: È SERVITA AL PREMIER ISRAELIANO A "OSCURARE" TEMPORANEAMENTE LA MATTANZA NELLA STRISCIA DI GAZA, CHE TANTO HA DANNEGGIATO L'IMMAGINE DI ISRAELE IN MEZZO MONDO - NETANYAHU HA UN FUTURO POLITICO (ED EVITA LA GALERA) SOLO FINCHÉ LA GUERRA E LO STATO D'ALLARME PROSEGUONO...

DAGOREPORT – BIDEN HA DATO ORDINE ALL'INTELLIGENCE DELLA CIA CHE LA GUERRA IN UCRAINA DEVE FINIRE ENTRO AGOSTO, DI SICURO PRIMA DEL 5 NOVEMBRE, DATA DEL VOTO PRESIDENZIALE AMERICANO - LO SCENARIO E' QUESTO: L’ARMATA RUSSA AVANZERÀ ULTERIORMENTE IN TERRITORIO UCRAINO, IL CONGRESSO USA APPROVERÀ GLI AIUTI MILITARI A KIEV, QUINDI PUTIN IMPORRÀ DI FARE UN PASSO INDIETRO. APPARECCHIATA LA TREGUA, FUORI ZELENSKY CON NUOVE ELEZIONI (PUTIN NON LO VUOLE AL TAVOLO DELLA PACE), RESTERA' DA SCIOGLIERE IL NODO DELL'UCRAINA NELLA NATO, INACCETTABILE PER MOSCA – NON SOLO 55 MILA MORTI E CRISI ECONOMICA: PUTIN VUOLE CHIUDERE PRESTO IL CONFLITTO, PER NON DIVENTARE UN VASSALLO DI XI JINPING...