risparmio in italia risparmiatori italiani

ITALIANI CORAGGIO, È L’ORA DI SPENDERE! – DE BORTOLI: MENTRE LO STATO DOVRÀ FARE I CONTI CON IL DEBITO FORTEMENTE MAGGIORATO, LE FAMIGLIE CON IL VIRUS HANNO CONTINUATO A RISPARMIARE – NEL MESE DI MARZO NELLE BANCHE DEPOSITATI 16,8 MILIARDI, IL TRIPLO DI UN ANNO FA: LA PAURA DEL FUTURO NON FA APRIRE IL PORTAFOGLI. MA IN UNA CRISI COME QUESTA SE NON SI SPENDE IL SISTEMA VA IN ROVINA...

Ferruccio De Bortoli per “l’Economia – Corriere della Sera”

 

Bernard de Mandeville

Il francese Bernard de Mandeville (1670-1733), vissuto in Olanda e poi in Inghilterra, scrisse la deliziosa Favola delle api. Il fatto che fosse un medico (studiò fenomeni di ipocondria e di isterismo), poi diventato economista, lo rende ancor più attuale. Al di là della tesi di fondo del suo celebre testo che possiamo riassumere così: senza la voglia di spendere anche il più virtuoso degli alveari (le nazioni) va in rovina.

 

Ora non sappiamo se Mandeville, la sua teoria l' avesse affinata, prima di scriverla, nella frugale Olanda dei suoi studi. Sergio Ricossa ricordava che una tesi analoga era stata anticipata, un paio di secoli prima, dal toscano Poggio Bracciolini nel suo trattato sull' avarizia.

 

Siamo sicuri però che il premier olandese, Mark Rutte, si augura che i consumatori europei siano tutt' altro che frugali e tantomeno avari in questo periodo. Ne va dell' economia del suo Paese (e non solo) che si regge anche sui dividendi delle tante aziende che vi hanno la sede legale o fiscale.

 

FERRUCCIO DE BORTOLI

In Prins Bernhardplein 200, poco fuori Amsterdam - si legge in un articolo su il Sole 24 Ore di Roberto Galullo e Angelo Mincuzzi - c' è un palazzo nel quale hanno la propria sede quasi tremila società. Un incredibile assembramento.

 

Molte le italiane. Che producono di tutto: spaghetti compresi. Non è tempo di formiche troppo prudenti. Ma spendere con la dovuta oculatezza fa bene. Anche se il buio all' orizzonte dell' economia e la perdita del lavoro non incoraggiano i consumi. Due terzi dei percettori di redditi in Italia - come ha notato a Radio Anch' io Massimiliano Valerii, direttore generale del Censis - non sono stati compromessi. Ma nell' incertezza non spendono.

 

URSULA VON DER LEYEN E MARK RUTTE

La crisi innestata dal coronavirus è foriera di drammatici paradossi. Lo Stato italiano si troverà a dover fare i conti con la gestione di un debito fortemente maggiorato anche per soccorrere (giustamente) chi ha perso il lavoro, è stato messo in cassa integrazione, non riesce a riaprire il proprio negozio o albergo. I Paesi del Nord guardano all' Italia ( e alle cicale del Mediterraneo) con sospetti e pregiudizi. Anche se hanno fatto la stessa cosa sostenendo generosamente (se lo possono permettere) redditi e imprese.

 

La diffidenza è cresciuta dopo l' ufficializzazione della proposta della Commissione europea, guidata da Ursula von der Leyen, che prevede sussidi accanto a prestiti. Nella morale nordica (ma anche, pensiamoci bene, nella nostra), il sussidio è per definizione diseducativo. Specie se il percettore non gode di una grande reputazione, spreca molto e investe poco. E noi ne sappiamo qualcosa. Ma le famiglie italiane, a differenza dello Stato, sono per definizione delle straordinarie formiche.

risparmio in italia

 

La ricchezza netta, reale e finanziaria, degli italiani è 8,1 volte il reddito, contro la media europea di 7,3. Il debito delle famiglie italiane è al 62% del proprio reddito disponibile; la media europea al 95%; la «frugale» Olanda al 200%.

 

L' alto risparmio privato è sempre stato portato ad esempio della solidità del Paese, della sua diligenza civica e, in fondo, della sostenibilità del debito pubblico.

 

Eppure in questa fase una grande virtù, se esasperata, potrebbe essere un grave limite alla ripresa dopo lo choc della pandemia. Si è discusso poco sui dati della propensione italiana al risparmio. Nel mese di marzo sono stati depositati sui conti correnti bancari 16,8 miliardi. Una cifra tre volte superiore a quella di un anno prima. Un analogo balzo, anzi leggermente superiore (19,8 miliardi), si è registrato in Francia. Segue la Spagna.

MARK RUTTE ANGELA MERKELrisparmio

 

I risparmiatori preferiscono la liquidità. Anche in forma difensiva. Curioso notare una correlazione positiva con la diffusione del virus. Le famiglie dei Paesi più colpiti hanno accresciuto la propria propensione al risparmio (e al cash). Germania e Austria, meno colpite dall' emergenza sanitaria, hanno conosciuto un fenomeno opposto con l' alleggerimento dei depositi bancari rispetto a un anno prima.

gli italiani amano i contanti 4

 

Siamo stati poi tutti orgogliosi e un po' sollevati per lo straordinario successo dell' emissione del Btp Italia: 22,3 miliardi all' 1,4% con un premio fedeltà all' 8 per mille del titolo indicizzato all' inflazione. L' emissione ha realizzato la più alta percentuale di sempre (72%) sottoscritta dalle famiglie. Una testimonianza patriottica di fiducia nel debito pubblico nel proprio Paese.

 

gli italiani amano i contanti 2

Tutto bene? Dipende. L' emissione è molto costosa per lo Stato che sostanzialmente paga un premio di cento punti superiore al mercato. Qualcosa come 230 milioni in più di maggiori interessi all' anno. Gli italiani sono stati costosamente patriottici. Dunque, un segnale a due facce. Una positiva, l' altra un po' meno perché dimostrano che non vogliono spendere. Mettono fieno in cascina.

 

risparmio GIUSEPPE CONTE E IL BONUS MONOPATTINO

Ma noi abbiamo disperatamente bisogno di accrescere consumi e investimenti - anche tenendo conto delle difficoltà delle esportazioni che hanno sorretto negli ultimi anni la pur modesta crescita - per uscire dal vicolo cieco della crisi e sostenere il debito pubblico. «L' Italia è tagliata in due parti - dice Fabrizio Fornezza di Eumetra - e si è aperto un solco profondo tra chi ha subìto la chiusura della propria attività, l' interruzione di contratti, la perdita di redditi e spesso scivola nella povertà, e chi è risparmiato almeno per ora dalla crisi ma, privo di fiducia, si comporta esattamente allo stesso modo, riduce al massimo i consumi. E risparmia più di prima».

 

giuseppe conte meme

Gli interventi del governo sono indirizzati a promuovere, nel limite del possibile, la spesa dei privati (superbonus per l' adeguamento energetico dei condominii, incentivi alla mobilità sostenibile, crediti d' imposta, buoni vacanze) ma certamente non sono sufficienti a mutare il sentimento generale. La filiera dell' auto per esempio, è un settore strategico. Il parco veicoli italiano è tra i più vecchi al mondo. Nelle classi da zero a euro 3 vi sono ben 12,6 milioni di auto. Il ritorno in alcuni casi obbligato alla mobilità con mezzi privati e tenendo conto dei problemi legati all' inquinamento, lascia spazio ad agevolazioni ulteriori negli acquisti.

giuseppe conte meme 1

 

Analoghe misure si potrebbero adottare per incoraggiare altre forme di consumi di beni durevoli con una particolare attenzione alle filiere del made in Italy. «Ma anche le aziende dovrebbero fare meglio la loro parte - aggiunge Fornezza - non bastano le pubblicità emozionali, gli slogan tipo ripartiamo tutti insieme, quando poi si bada solo al proprio settore, si fa lobbying per se stessi e magari si aumentano pure i prezzi». Non bastano però sconti e crediti d' imposta, la fiducia discende anche dall' orizzonte di serietà delle scelte del Paese e dai suoi impegni legati al futuro, alla formazione e alla trasformazione digitale. Ai benefici delle prossime generazioni.

 

Le liti giornaliere non aiutano, le incertezze sugli investimenti pubblici scoraggiano e ritardano anche le scelte private. La fiducia è nella coerenza delle scelte al di là delle convenienze di parte. Anche se sgradite. I cittadini hanno dimostrato nei mesi del lockdown di essere disciplinati e previdenti. Evitiamo che esagerino risparmiando troppo e consumando poco.

CONTANTI 35CONTANTI

Ultimi Dagoreport

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?