apple tv+

MA QUINDI COM’È LA PIATTAFORMA STREAMING APPLE TV+? – DICE CHE FARÀ GRANDISSIME COSE, MA LA VERITÀ È CHE IL MERCATO È GIÀ SATURO, E L’ENNESIMA PIATTAFORMA, CON L’ENNESIMA OFFERTA ECONOMICA, NON RIUSCIRÀ A IMPORSI SUGLI ALTRI A MENO CHE NON SIA SUPERIORE ALLA CONCORRENZA – IL VERO PROGETTO NON RIGUARDA LA TV IN SÉ, MA DIVENTARE UNO STRUMENTO PER TUTTO: MUSICA, VIDEO, NOTIZIE. L’ESTENSIONE TECNOLOGICA DELLA VITA QUOTIDIANA DEI SUOI CLIENTI

 

Gianmaria Tammaro per Dagospia

 

apple tv+ 16

Fermi tutti: arriva Apple. Ieri, a Cupertino, si è tenuta la conferenza di lancio di Apple Tv+, la piattaforma streaming della Mela. Avrà contenuti originali (e non si sono risparmiati nel far sfilare grandi star sul palco, passando da Steven Spielberg a JJ Abrams, da Jennifer Aniston e Reese Witherspoon, fino a sua maestà Oprah) e sarà, così dice la reclame, “la casa dei grandi storyteller”.

 

Probabilmente, però, la novità/non-novità più importante è stata Apple Tv, con il suo potenziamento, la sua nuova interfaccia, la possibilità di cumulare l’offerta di più canali e piattaforme, e di mostrare più contenuti, alcuni – come nel caso dello sport – anche live. Al momento, è disponibile solo nel mercato nord-americano ma rappresenta la mossa più intelligente di Apple.

 

apple tv+ 17

Apple Tv+ è ancora – nonostante le immagini delle prime serie – una bella promessa: tanto fumo e una bella confezione. Non se ne conosce ancora il prezzo. Non si sa dove sarà disponibile. E a parte i nomi famosissimi che hanno sfilato, non si sa chi altro ci sarà. E, piccola nota, per fare buona tv serve chi conosce la tv, non chi fa cinema.

 

Ma questo è un punto, su cui torneremo quando verranno distribuiti i primi titoli. Passando oltre: non si sa nemmeno come verranno distribuiti questi contenuti: se stagione per stagione o se una puntata a settimana, se – insomma – come fa Netflix o come fa Amazon Prime Video per alcune serie co-prodotte con i canali americani.

 

oprah winfrey alla presentazione di apple tv+ 1

Apple arriva sul mercato dello streaming, e dice che farà grandi, grandissime cose: di fare più e meglio di Netflix, di essere la casa ideale non solo della tecnologia, ma pure dei bei contenuti (e qui, invece, il riferimento è stato a Disney+, la piattaforma streaming di Topolino che dovrebbe essere annunciata più tardi quest’anno). Ma la verità è che il mercato è già saturo, e l’ennesima piattaforma, con l’ennesima offerta economica (il WSJ parlava, nel suo lungo report, di “9.99 dollari al mese”), non riuscirà a imporsi sugli altri a meno che non riuscirà ad essere superiore al resto della competizione.

tim cook e oprah winfrey alla presentazione di apple tv+ 1

 

Al momento Netflix – per fare un nome – ha già trovato un suo equilibrio produttivo e tecnologico, ha un’interfaccia chiara e ha anche una scuderia di creativi al lavoro su tanti nuovi titoli originali (e sono, va detto, creativi che vengono dal piccolo schermo, come Ryan Murphy o Shonda Rhimes). Quanto ci vorrà ad Apple per arrivare allo stesso punto?

 

netflix 1

Apple Tv+ è la promessa – lo dicevamo prima – di una grandissima azienda di dare e fare molto. Di aiutare, e l’hanno ripetuto un po’ tutti, l’umanità con le grandi storie. La sensazione, però, è che tutto sia ancora America-centrico (Oprah come ciliegina della torta è abbastanza significativa sotto questo punto di vista), e un modo per rilanciare la vendita – che si è un po’ arenata, almeno per gli smartphone – di device. Apple Tv è disponibile anche su Roku, sulla Fire Stick di Amazon e su alcune smart Tv. Ma Apple Tv+? Potrà essere vista anche da chi non fa parte di quel miliardo e pass di possessori di aggeggi della Mela?

 

muppets apple tv+

In questo momento, il vero competitor non è né Netflix, né Amazon, né tantomeno la neonata Apple Tv+: ma la pirateria. Il download di torrent è tornato ad aumentare. Troppe offerte, tutte economicamente interessanti ma tutte così terribilmente simili, portano lo spettatore a una sola conclusione: non scegliere. E avere quello che vuole quando lo vuole gratuitamente. Forse è su questo che bisognerebbe concentrarsi. Ed è per questo che Apple Tv sembra così importante – molto più importante della neonata Tv+.

 

disney+, la piattaforma streaming 5

Lo stesso modello dell’abbonamento – un tot al mese, ogni mese, per vedere ogni cosa – è arrivato a un limite. Perché, banalmente, ce ne sono troppi in giro. Basti pensare al mercato italiano: Sky, Infinity, TimVision, Netflix, Prime Video. E ancora non si vedono Apple, Disney e Hulu.

 

La cosa migliore, come fanno per esempio ITunes e Google Play, potrebbe essere permettere al consumatore di comprare, o di pagare, solo quello che vuole (la differenza tra TVOD e SVOD, tra il modello transactional e subscription). Ma forse la verità è un’altra ancora. E cioè che ad Apple non interessa la televisione o almeno: non interessa solo quello. Nella conferenza di ieri, si è spinta oltre, ha toccato qualunque campo e qualunque settore, compreso il banking e i pagamenti con carta.

 

apple tv+ 13

L’idea di Apple è essere uno strumento per tutto: l’estensione tecnologica della vita quotidiana dei suoi clienti. E la televisione, che pure fa parte di questa macrocategoria, è solo una delle tantissime facce di questa medaglia. Apple non gioca contro qualcuno: Apple gioca contro tutti, e vuole essere la migliore. E al momento, contrariamente ad altri, ne possiede i mezzi.

apple tv+ 5apple tv+ 19apple tv+ 7apple tv+ 15steven spielberg apple tv+apple tv+ 6disney+, la piattaforma streaming 4tim cook e oprah winfrey alla presentazione di apple tv+tim cook e oprah winfrey alla presentazione di apple tv+ 2netflix 2disney+, la piattaforma streaming 1apple tv+ 14tim cook e oprah winfrey alla presentazione di apple tv+ 3apple tv+ 1oprah winfrey alla presentazione di apple tv+apple tv+ 18

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…