
ARTSPIA -NON SOLO LEONARDO. MAI VISTI TANTI CAPOLAVORI RITROVATI COME IN TEMPO DI CRISI. GUERCINI, CARAVAGGI, VAN GOGH E ARTEMISIE CHE ALL'IMPROVVISO ESCONO DA CANTINE, SOFFITTE E SOPPALCHI
Alessandra Mammì per Dago-art
Deve essere la crisi che aguzza l'esperto, perchè mentre tutti strillano e si accapigliano sul vero-o-falso ritratto di Isabella d'Este di Leonardo, di capolavori perduti continuano a spuntarne fuori uno al mese.
Googlate “capolavoro ritrovato” oppure “ scoperto capolavoro” e troverete un museo intero con storie degne di fiction. Per esempio quella dello storico ungherese che ha riscoperto mentre guardava “Stuart Little” alla tv accanto alla figlia di tre anni
“La bella addormentata con vaso nero” opera degli anni Venti di Robert Bereny
Ebbene il dipinto scomparso di cui si conosceva solo una foto in bianco e nero,era proprio lì, dietro le spalle di Hugh Laurie e la scenografa l'aveva comprato da un rigattiere di Pasadena per un piatto di lenticchie. Evidentemente tanto capolavoro non era, però vuoi anche per l'eco mediatica, è stato battuto all'asta in quel di Budapest per 230 mila euro.
caravaggio-maria-maddalena-in-estasi-1606-
Ritrovare un capolavoro è sempre un buon business. Per esempio a giugno andò all'asta da Sotheby's Parigi la “Maddalena in estasi” di Artemisia Gentileschi stima 200-300mila euro. Anche lei si credeva perduta e poi “puff!!” ottant'anni dopo rieccola a battere i record olimpici aggiudicata con 850mila euro. Record dei record per l'artista caravaggesca.
Il 24 ottobre 2o14 invece salta fuori una “Maddalena penitente” di Caravaggio inpersona e Mina Gregori quasi sviene come raccontano le cronache. Era l'ultimo dipinto del maestro, e sembra l'avesse in barca con lui mentre veleggiava verso Porto Ercole. L'originale si credeva perduto anche se ne girano ben otto esemplari nel mondo tutti molto dubbi. Ma in questo nascosto nella soffitta di un'ignota famiglia di collezionisti l'esperta ha giurato di riconoscere finalmente quello vero.
Sebastiano_Ricci "David vince Golia"
Il 23 novembre invece spunta fuori un Luca Giordano. Anche qui famiglia marchigiana distratta che lo riteneva la solita martufonica crosta del nonno poco adatta ai nuovi arredi Molteni/Cassina. Invece la capacità e tenacia della dott.ssa Valentina Ciancio direttrice della casa d'aste Minerva dove il dipinto è stato subito spedito e battuto, ha restituito la giusta dignità all'opera (e il giusto valore ovviamente).
Poi c'è la riattribuzione a Sebastiano Ricci di un “David e Golia” grazie alle fatiche dell’antiquario fiorentino Fabrizio Moretti, nome assai noto fra gli addetti ai lavori per la sua competenza nel campo dei dipinti antichi
E che dire del Van Gogh “ Tramonto a Mpount Majour” scoperto ad Amsterdam?. Rimasto questa volta in una cantina (non soffitta) norvegese dal 1908 quando il compratore pensò che gli avessero tirato una sòla e che fosse autentica crosta. Invece ora con grande giubilo (soprattutto degli attuali proprietari) un team di esperti lo ha dichiarato vero. Mano del maestro. Tarda ma certa.
Il ritrovato " Tramonto" di Van Gogh
E poi c'è Il “Giuseppe e la moglie di Putifarre” del Guercino che spunta fuori dopo secoli oppure la folgorazione di Sgarbi che entra per caso in una chiesa di Bellagio “perla del lago di Como” e rimane folgorato dalla parete a sinistra dove vede un dipinto e seicentesco riconosce subito la mano di Suor Orsola Maddalena Caccia ( non è Leonardo ma una firma è sempre meglio dell'anonimo) e nonostante la distanza e il lusco e brusco (quando si dice l'occhio) il nostro critico si emoziona.
Insomma Googlando “Capolavoro scoperto, ritrovato riconosciuto...” si scopre che c'è un mondo di segugi e una folla di incompetenti che ficcano in soffitte, cantine e soppalchi opere di inestimabile valore, sia pure bruttine.
Del resto anche la Isabella resuscitata a colpo d'occhio non sembra un granchè. Di certo non all'altezza di quelle cose di Leonardo che non a caso stanno appese al Louvre o alla National Gallery di Londra, però vai a sapere. Una nuvola di esperti volteggia sulle pennellate accudita da una squadra scientifica che fa il Dna ai pigmenti. Poi c'è pure l'asta che batte il prezzo. E allora di fronte a tanto impegno, ogni rinato capolavoro diventa degno di tanto nome e pronto a finir su calendari e magliette dei bookshop. Contenti tutti e Viva l'arte!