uovo osimhen torta zeppola pesce

LA BANDA SPALLETTI E’ INARRESTABILE. E A NAPOLI HANNO ABBANDONATO ANCHE LA SCARAMANZIA – LO SCRITTORE MAURIZIO DE GIOVANNI RACCONTA COME IN CITTÀ SI STIA PREPARANDO LA FESTA-SCUDETTO (ALLA FACCIA DELLA PRUDENZA, DELLA SCARAMANZIA E DEGLI "STEREOTIPI PIU’ CONSOLIDATI DELLA CULTURA POP DEL PAESE") E SUGGERISCE

TRE NUMERI DA GIOCARE AL LOTTO SUL TRICOLORE CHE DOPO 33 ANNI STA PER TORNARE A NAPOLI - DAL PESCE ALLE UOVA DI PASQUA: TUTTI PAZZI PER OSIMHEN

Estratto dell'articolo di Maurizio De Giovanni per “la Repubblica”

 

maurizio de giovanni

Sembrerà strano, ma è comunque emblematico, spiegare l’evoluzione negativa della famosa scaramanzia napoletana, uno degli stereotipi più consolidati della cultura pop del paese, dando i numeri: tre, diciannove e trentatré. Prendere nota, please.

 

Da giocare come ambo e terno su tutte le ruote, ma attenzione: solo nelle prossime due settimane, perché uno di questi numeri potrebbe cambiare dal due di aprile.

 

La premessa è ovviamente l’esplosione delle manifestazioni di contenuto (ma poi non tanto) giubilo che si registrano in città negli ultimi giorni.

 

(...)

 

Di qui, l’invocazione sorridente e divertita alla scaramanzia. Eccoli, i soliti napoletani. Così disabituati a vincere, da far finta di niente anche nell’anno in cui gli azzurri inanellano record su record, stritolando la titolata concorrenza.

 

Ma allora, che è successo nell’ultima settimana? Che cosa è cambiato, per dar luogo all’esibizione di un’iconografia univoca, con scale e facciate di palazzi tricolori, sagome a grandezza naturale dell’intera formazione titolare disposte lungo le strade, mascherine di Osimhen indossate anche da mature signore sulla soglia dei bassi nei vicoli? Come mai hanno cominciato a circolare immagini e simboli che esplicitamente fanno riferimento al terzo trionfo, senza più remore?

TORTA Osimhen

 

Tre. Il primo numero che abbiamo dato. In Italia sono stati assegnati 118 titoli assoluti di Campione. Sapete quanti sono quelli vinti al di sotto della Capitale, quindi in una buona metà geografica del paese, isole incluse? Finora tre. Proprio così, tre: uno dal meraviglioso Cagliari di Gigi Riva, nel 1970, e due dal Napoli di Maradona, 1987 e 1990. Tre su centodiciotto. Capite bene che, se non altro numericamente, siamo alle porte di un evento che ha perlomeno dell’eccezionale, se non del clamorosamente eccezionale. Sarebbe il terzo per questa città, il quarto festeggiato da una tifoseria meridionale.

Trentatré. Gli anni passati dall’ultima volta che D10S alzò le braccia al cielo in segno di trionfo.

 

(...)

pesce osimhen in una pescheria di napoli 5

 

Ma poi è arrivato il diciannove. In termini di punti, il baratro che questo Napoli così poco celebrato dai media nazionali, indispettiti dalla mancanza di una competizione che toglie interessi alla platea d’utenza a grande maggioranza tifosa di squadre a strisce ben più aduse al trionfo, ha scavato tra sé e le inseguitrici. L’unico numero passibile di cambiamento, quindi affrettatevi alle ricevitorie perché ci sta che dopo la ripresa del campionato venga sostituito da altri, chissà, forse anche maggiori. Troppi punti per lasciare spazio alla prudenza. Troppi punti per far temere epocali tracolli, se uniti alla percezione dello strapotere meraviglioso di questa squadra in relazione alle tossicchianti ex inseguitrici, impegnate a confrontare le proprie piaghe tra loro, nella speranza di poter almeno cogliere il remunerativo obiettivo Champions per l’anno prossimo. E a proposito di Champions, il profilarsi della gustosa road to Istanbul ha forse abbattuto le ultime remore.

 

preparativi festa scudetto napoli

Un target nuovo implica necessariamente l’accantonamento del precedente, al di là di quanto lo si debba o lo si possa dare per acquisito. Sono questi i motivi per cui i barattoli di vernice sono usciti dai ripostigli, e per cui per strada, nei bar e negli uffici in questo lunedì di marzo ancora poco primaverile c’è un’aria di festa che prima non c’era. Se volete divertirvi, insomma, vi aspettiamo. Perché una cosa non è cambiata da trentatré anni fa: come si festeggia qui, non si festeggia da nessun’altra parte. Questo ve lo posso garantire.

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