sgarbi cerizza sangiuliano

LA "BIENNALE NERA" AL VIA TRA LE POLEMICHE – VITTORIO SGARBI, CHE CERCÒ DI FERMARE LA NOMINA DI CERIZZA QUANDO ERA SOTTOSEGRETARIO, ANNUNCIA DI VOLER PRESENTARE UN ESPOSTO SUL PADIGLIONE ITALIA (CURATO DA CERIZZA) IN QUANTO RAPPRESENTA “UN DANNO ALL’ERARIO E INSULTO ALL’UMANITÀ” - MENTRE IL MINISTRO DELLA CULTURA SANGIULIANO SI INCONTRA CON L’OMOLOGA DELLA NIGERIA PER ILLUSTRARLE LA COLLABORAZIONE “PARITARIA E NON PREDATORIA” DEL PIANO MATTEI, IN UN FILMATO DI ALESSANDRA FERRINI SI SOSTIENE CHE DALL’EPOCA COLONIALE ALL’INCONTRO BERLUSCONI-GHEDDAFI NULLA È MUTATO…

Pierluigi Panza per il "Corriere della Sera" - Estratti

 

 

vittorio sgarbi

In Italia anche i tubi Innocenti possono essere colpevoli. Per la Biennale 2024 il curatore del Padiglione italiano, Luca Cerizza, ha scelto il progetto, sonoro fin dal titolo, Due qui / To Hear dell’artista Massimo Bartolini, incentrato sul tema dell’ascolto. «In un’epoca segnata dal rumore comunicativo, l’ascolto — afferma il curatore — è un’apertura verso l’altro, un segno di rispetto».

 

Ascoltare è molto inclusivo, ma come proporlo in uno dei luoghi di visita più caotici del mondo come i padiglioni della Biennale, che sembrano navate di una chiesa, ma non sono altrettanto silenziose?

 

luca cerizza

L’idea di Massimo Bartolini è stata quella di creare una foresta sonora di tubi Innocenti, con al centro una fontana che sembra progettata dall’ufficio tecnico di un piccolo comune. Dietro ci sta un complicato lavoro concettuale, studi sinestetici che rimandano al musicista Alexander Scriabin e molto altro, per esempio l’idea della provvisorietà che il ponteggio, per sua natura, esprime.

 

«Il ponteggio visualizza una rete di forze — afferma Bartolini — non allude a niente, circonda, come un bosco, uno spazio. La sua evidente provvisorietà e modularità nega la pretesa di essere personalità: esalta il sacro senza Dio che è in ognuno di noi».

 

La musica elettronica di Caterina Barbieri e Kali Malone che fuoriesce da queste 78 canne d’organo che sono i tubi Innocenti muta a seconda di dove ci collochiamo e accompagna il meccanico minimalismo del Padiglione, che esprime il concetto, direbbe Alberto Arbasino, di essere «senza»:

 

Un Paese senza (saggio scritto nel 1980 dallo scrittore di Voghera), uno spazio senza, il senza come atto di liberazione… Nell’altra navata del Padiglione, infatti, c’è solo una «lunga canna d’organo», una canaletta lunga decine di metri che emette un suono di La bemolle grazie a un ventilatore, con appoggiata sopra una statuetta di un Bodhisattva, colui che ha raggiunto l’Illuminazione e invita gli altri a non agire in favore della contemplazione, del raggiungimento dell’impersonale.

 

Luca Cerizza e Massimo Bartolini

All’esterno, nel Giardino delle Vergini, da altoparlanti fuoriesce, invece, la musica minimalista di Gavin Bryars alternata ai testi di Nicoletta Costa e Tiziano Scarpa, il cui scritto rimanda al contesto del giardino, all’heideggeriano «aver cura» della Terra e del paesaggio. Periodicamente, i testi sono letti da speaker.

 

Bartolini è un veterano della Biennale: la prima partecipazione risale al 1999 e da allora ha realizzato complesse sculture sonore, ma ha anche sperimentato altri media e pure performance , un linguaggio forse più adatto del solo suono per riempire quell’enorme doppio ventre di balena che è il Padiglione italiano.

 

Il Padiglione sarà ufficialmente inaugurato questo pomeriggio dal ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, che in una breve nota ha sottolineato l’importanza dell’ascolto «come un’opportunità di crescita personale e collettiva», che nel Padiglione si trasforma in una sorta di «viaggio filosofico.

 

Prestare orecchio alle voci che emergono dal basso, captare il magma sottostante la superficie della vita sociale e culturale significa aprire uno spazio per la genuina espressione dell’umanità in tutte le sue sfaccettature». Questo ascolto è anche una metafora per prestare orecchio alle voci per ora inascoltate.

 

3 gennaro sangiuliano

Forse anche per questo, ieri il ministro si è incontrato con l’omologa della Nigeria, Hannatu Musawa, per illustrarle la collaborazione «paritaria e non predatoria» del Piano Mattei.

 

Un concetto opposto a quello raccontato da un filmato di Alessandra Ferrini in loop nella mostra ai Giardini Stranieri Ovunque , curata da Adriano Pedrosa, in cui si sostiene che dall’epoca coloniale, all’incontro Berlusconi-Gheddafi al Piano Mattei nulla è mutato nei rapporti tra Italia e Libia (più in generale Africa).

 

alessandra ferrini 34

Ieri pomeriggio il ministro era all’Arsenale e ha visitato la mostra. Dei tre paradigmi sui quali si fonda il Padiglione italiano, ascolto, visione e contemplazione, il primo è disturbato, il secondo minimal e il terzo resta un traguardo da raggiungere ad personam.

 

Bisognerebbe proprio essere solo «due qui» per «to hear» la flebile musica elettronica che esce dai tubi e raggiungere un biennalistico nirvana d’acciaio: ma la Biennale si aspetta una chiassosa folla di 800 mila visitatori che attraversano gli sterminati padiglioni in un fluido battibaleno per farsi conquistare da una emozione.

 

Al di là delle intemerate di Vittorio Sgarbi, che cercò di fermare la nomina di Cerizza (docente alla Nuova Accademia di Belle Arti di Milano, come lo è stato anche Bartolini) quando era sottosegretario, e che oggi parla di voler fare «un esposto» sul Padiglione in quanto rappresenta «un danno all’erario e insulto all’umanità», c’è da chiedersi se stia pagando la tendenza — iniziata dal precedente ministero e solo proseguita, quest’anno, dall’attuale direttore generale per la Creatività del ministero Angelo Piero Cappello — di assegnare a un solo artista un padiglione così vasto, tre-quattro volte più grande di quello degli altri Paesi.

 

berlusconi gheddafi 45

È il caso di Germania (che pure, ogni volta, trasforma architettonicamente il proprio padiglione che mal sopporta), Francia, Regno Unito e Stati Uniti, i cui spazi sono pensati per le singole esposizioni di Yeal Bartana con altri, Julien Creuzet, John Akomfrah e Jeffrey Gibson (opere sui nativi vivaci, ma abbastanza naïve ).

 

Credo che per l’Italia la possibilità di vincere il Leone d’oro siano scarse, ma ritengo che non conteranno solo gli aspetti estetici nell’attribuzione del riconoscimento, che sarà annunciato sabato (ieri pomeriggio, ad esempio, l’inaugurazione del «padiglioncino» dell’Ucraina era sovraffollato di critici e giornalisti e dall’ex calciatore Shevchenko).

 

 

A memoria, l’ultimo Padiglione italiano davvero commovente fu quello curato da Cecilia Alemani che comprendeva tre artisti, due dei quali, Roberto Cuoghi e Giorgio Andreotta Calò, proposero allestimenti convincenti.

silvio berlusconi gheddafi

padiglione israele biennale veneziala biennale 2024pedrosa buttafuoco biennale 2024

 

Ultimi Dagoreport

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…