inter curva nord vittorio boiocchi

“VITTORIO BOIOCCHI PER NOI RESTA UN ESEMPIO” - LA CURVA DEGLI ULTRÀ DELL’INTER SI STRINGE ATTORNO AL SUO CAPO PLURIPREGIUDICATO UCCISO A FINE OTTOBRE – “GLI SCERIFFI DA SOCIAL CHE CI CONDANNANO CI FANNO SOLO VENIRE LA NAUSEA”. LA DECISIONE DI SVUOTARE LA CURVA PER LUTTO DOPO L’OMICIDIO? ALCUNI TIFOSI AVEVANO RACCONTATO D’ESSER STATI PICCHIATI. “QUALCHE EPISODIO È AVVENUTO. CE NE SCUSIAMO”

Andrea Galli per corriere.it

 

vittorio boiocchi

A cento metri dal «baretto», il ritrovo dei seimila ultrà, i ragazzi se ne stanno come antichi strilloni: fermi col sorriso sotto la pioggia lenta mentre tutt’intorno gli altri 63 mila spettatori di Inter-Bologna vanno di fretta verso i cancelli, le mani poggiate su cappucci e cappelli, i mocassini a evitare le pozzanghere dove rotolano resti di panini straunti imbottiti di cipolle e peperoni; sì, strilloni ché in fondo distribuiscono un’edizione straordinaria, quantomeno nei contenuti del magazine di quattro pagine della Curva Nord. Dei tanti passaggi, questo: «Non negateci la purezza». Del resto «abbiamo le nostre regole». Così succede «da che mondo è mondo». Nei secoli dei secoli, militanza e fratellanza a oltranza. Le 20.45, secondo anello verde dello stadio Meazza.

 

 

«Ciao zio»

Di sera lo stadio regala il meglio della propria anacronistica bellezza: che tormento questa lunga fase di passaggio dei tornelli, che pesantezza questi gradoni, che pietà questi gabinetti. Partita di campionato dentro la tribù della Curva.

 

Ebbene: se non urli devi urlare, se non salti devi saltare, se non insulti devi insultare, insomma se pensi d’essere a teatro, fratello, ci ripete infastidito ogni vicino sia egli a fianco, dietro o davanti, tornatene a casa. E beninteso all’ode tributata allo «zio», che non è affatto la bandiera Giuseppe Bergomi, 519 presenze, ma il pluripregiudicato capo degli ultrà Vittorio Baiocchi ucciso a fine ottobre, 26 anni di galera, bisogna partecipare. Sentimento, commozione. Un comune grazie. Testa alta, mano sul cuore. Baci al cielo. «Da noi nessuno verrà discriminato per quello che è fuori dallo stadio».

vittorio boiocchi tifosi

 

Gli altri settori fischiano. Ultrà, Boiocchi... Ma basta, basta, basta. E già. Ci schifate ma tanto «siamo quelli che senza chiedere niente a nessuno fanno le coreografie che vi salvate come sfondo su computer e cellulari». Ah, i cellulari: altrove, ovunque altrove, sono puntati sul campo per filmare la partita senza godersi la partita medesima; qui no, qui sono in tasca, al diavolo i telefonini e quegli «sceriffi da social che ci hanno condannato fino alla nausea».

 

 

Gli umarell

La Curva vista e vissuta prima, durante e dopo (con annessa puntata proprio là, nella periferia della periferia, il quartiere Figino dove Boiocchi abitava e i killer l’hanno colpito). Due finanzieri, un bagarino, degli ambulanti. Completate le pacifiche operazioni di ordine pubblico, i finanzieri scelgono di farsi fare un panino alle bancarelle. O meglio, forse in considerazione dei prezzi che variano dai 6 euro in su, ne smezzano uno. Incrociano con gli occhi un bagarino, e chissà chi l’ha arruolato: poveretto, ha insormontabili problemi a parlare, lo aiutiamo a illustrare i prodotti che lui stesso offre (biglietti dal primo al secondo al terzo anello, cifre trattabili). Tre senegalesi che provano a piazzare braccialetti colorati di nerazzurro domandano monete per i caffè.

vittorio boiocchi funerali

 

Sfrecciano dei ragazzini, impennano sulle biciclette dello sharing che mollano lanciandole come stunt-man contro la recinzione saltando all’ultimo; un poliziotto racconta che sono presenze abituali, vengono dalle case popolari di San Siro, si mischiano per scippare i tifosi e pedalare via, in fuga.

 

Seduti su sedie da campeggio, in pausa, i commercianti delle bancarelle — non uno scontrino, un fluire di guadagni in nero nei quali peraltro, stando alle indagini, Boiocchi sguazzava inseguendo l’ossessione per il denaro —, ecco i commercianti cenano, mangiando non quello che vendono, per carità, ma insalate e zuppe cinesi. Dopodiché toh, ci sono anche gli umarell da stadio: amici che camminano intorno al Meazza, chiacchierano osservando manco fossero i cantieri i furgoni delle postazioni televisive, i blindati della polizia, i macchinoni dei ritardatari che s’infilano nei parcheggi (altro fluire di soldi in nero) lungo i cui perimetri, nelle aree laterali delle soste ufficiali a pagamento, i controllori staccano multe. Milano è sempre Milano.

 

Senza bandiere

vittorio boiocchi funerali

Il questore Giuseppe Petronzi aveva ordinato niente striscioni, niente bandiere, niente di niente se non la presenza fisica, e la Curva obbedisce pur rimarcando, nel magazine, i racconti in malafede alla pirotecnica ricerca di scoop. A cosa si riferiscono? Ai post di Twitter, Instagram e Facebook relativi a Inter-Sampdoria, in contemporanea cioè con l’apprendere dell’omicidio di Boiocchi, e con la decisione di svuotare la Curva per lutto: taluni non ultrà avevano raccontato d’esser stati picchiati, adulti oppure bimbi senza distinzione, in quanto refrattari ad andarsene… Le notizie erano divenute tali senza conferme, i successivi accertamenti non avevano documentato il ricorso a sistematici pestaggi di massa. Qualche episodio comunque è avvenuto, ma più che altro «imputabile a un’imperfetta gestione della situazione. Ce ne scusiamo».

 

Intanto in campo l’Inter fa l’Inter, affonda il Bologna perfino con fastidiosa facilità a ripensare alle cinque sconfitte in campionato. Pazienza, la fede calcistica è mistero e dolore con inusitata fiducia nel domani. Auto-definizione della Curva: «Siamo testuggine nella tempesta e volto fiero nell’avanzare».

 

vittorio boiocchi

Avanzano colossali cannoni di marijuana, bottigliette di whisky, un generale tanfo di sudore da un’ora di corsa al parco nonostante il freddo umido; avanza un tenace odio contro quelli del primo anello rosso, considerati dei debosciati convinti d’essere a teatro e lesti ad andarsene in anticipo, indifferentemente rispetto all’esito della partita pur di evitare il traffico al ritorno, d’altronde il milanese è sempre il milanese. Di nuovo fuori dallo stadio: i commercianti rimettono il grembiule e attaccano a friggere; frequenti le casse acustiche che rimandano a volume-bomba melodie napoletane; dietro al bancone si alternano anziani e ragazze, albanesi, romeni, coppie, volti stanchi; chiediamo in giro, in verità quale esercizio retorico, di Vittorio Boiocchi. «Chi?». Appunto.

 

Le indagini

gli ultras fanno evacuare la curva nord di san siro 2

Conviene spostarsi nella sua Figino, minuscola comunità con anima da paese; bello il bar «Sahary», che s’apre addirittura con una fornita libreria e inizia da una porta che sembra l’introduzione a un covo carbonaro; all’interno, vecchietti coi vestiti della festa consumano una torta fatta in casa, tre giovani in ciabatte e tuta conversano in arabo, due signore si consolano a vicenda evocando debiti su debiti, un gruppo di altri vecchietti gioca a carte sorseggiando un bianchino.

 

Boiocchi era un cliente fisso. Anche il 29 ottobre. Quando uscì, s’incamminò nella strada a senso unico e incrociò i killer. Che lo marcavano, che l’aspettavano, che se ne sono andati ignorando forse d’avere un insospettabile alleato: le telecamere comunali. Son queste le occasioni per narrare la distanza tra propaganda e reale: la maggioranza delle telecamere analizzate dagli investigatori difatti non funziona o ha prodotto filmati di penosa qualità.

 

gli ultras fanno evacuare la curva nord di san siro 5

Una moto però è stata isolata, e alla scoperta seguono le azioni per mappare gli spostamenti cercando frame più dettagliati che permettano di identificare la marca, il modello, l’anno di immissione sul mercato, pezzi di targa nell’eventualità di un veicolo rubato. Non facile, non impossibile, pur se Boiocchi apparteneva a vaste e variegate sceneggiature criminali, una miriade di contatti balordi e frequentazioni con pezzi grossi, più della ’ndrangheta che di altre organizzazioni mafiose. Killer da fuori, killer da lontano?

 

Mazzi di fiori veri e finti, bandierone, sciarpe sull’asfalto della morte. Il Meazza, a cinque chilometri, rimane vicino. Con i suoi ultrà. Che han voluto così scrivere due righe del magazine: «Vittorio Boiocchi è il capo che si è preso la Curva dopo un burrascoso passato (e magari presente)».

 

gli ultras fanno evacuare la curva nord di san siro 3gli ultras fanno evacuare la curva nord di san siro 4

Magari presente.

 

gli ultras fanno evacuare la curva nord di san siro 7gli ultras fanno evacuare la curva nord di san siro 1curva nord lascia meazza dopo omicidio boiocchiOMICIDIO VITTORIO BOIOCCHIvittorio boiocchi i due capi della curva dell'inter vittorio boiocchi e luca caravitaomicidio Vittorio Boiocchigli ultras fanno evacuare la curva nord di san siro 6

Ultimi Dagoreport

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA? 

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…