antonio conte e aurelio de laurentiis a cena a roma

AURELIONE TORNA AL CENTRO DEL VILLAGGIO - ANTONIO CONTE HA INCONTRATO DE LAURENTIIS A ROMA PER LIMARE GLI ULTIMI DETTAGLI DEL CONTRATTO DEL TECNICO - L'ANNUNCIO DELL'ACCORDO CON IL NAPOLI DOVREBBE ARRIVARE GIA' OGGI - "AURELIONE" SBOTTA CONTRO I GIORNALISTI: "DICHIARAZIONI? NON HANNO CAPITO. SE CAPIVANO FACEVANO UN ALTRO MESTIERE" - GALLO (IL NAPOLISTA): "UN COLPO CHE CI FA RITROVARE IL PRESIDENTE CHE ABBIAMO APPREZZATO PER 19 ANNI. LE MAZZATE PRESE GLI HANNO FATTO BENE"

ANTONIO CONTE E AURELIO DE LAURENTIIS A CENA A ROMA

1. NAPOLI, CONTE È ARRIVATO OGGI A ROMA: POI FIRMA E ANNUNCIO

Estratto dell'articolo di Fabio Mandarini per www.corriere.it

 

L’avventura di Antonio Conte al Napoli sta per cominciare. Il nuovo tecnico azzurro in pectore è sbarcato nel pomeriggio a Roma per incontrare De Laurentiis e il ds Manna e preparare gli ultimi dettagli prima dell’annuncio.

 

CONTE AL NAPOLI: CONTRATTO TRIENNALE

Conte firmerà fino al 2027: […] con un ingaggio da 6 milioni a stagione più bonus Champions e scudetto. Dopo l’annuncio, in agenda domani, si passerà a pianificare la presentazion. […]

aurelio de laurentiis

 

LA CRONACA DELLA SERATA

De Laurentiis, Conte, il fratello e il ds Manna sono usciti dalla sede della Filmauro poco dopo le 20. Hanno lasciato Palazzo Bonaparte da un'uscita secondaria per evitare i tanti giornalisti presenti. Poi la cena in un ristorante del centro di Roma […] domani mattina firma e annuncio.

 

2. DE LAURENTIIS È TORNATO: CULTURA D’IMPRESA, CONTE E ADDIO AL PLEBEISMO

Da www.ilnapolista.it

 

Antonio Conte a Napoli è un grande colpo. Calcistico. Di immagine. Imprenditoriale. È il colpo che riporta il Napoli al centro della scena. E che ci fa ritrovare il presidente che abbiamo apprezzato per diciannove anni e che – dopo l’ebbrezza del successo – abbiamo creduto che avesse inesorabilmente imboccato il viale del tramonto.

 

statua di antonio conte a san gregorio armeno

Ad Aurelio De Laurentiis invece dobbiamo riconoscere che a dispetto dell’annata disastrosa farcita di dichiarazioni e comportamenti da vecchio (no anziano, vecchio) senza speranza e imbevuto di sé, era in atto un profondo e spietato processo di autoanalisi. Chiamiamola autocritica. De Laurentiis ha avuto la lucidità di osservare i bassifondi dove è riuscito a portare il Napoli che per diciannove anni era stato un gioiellino come azienda e come club.

 

aurelio de laurentiis 1

È come se una parte di sé fosse rimasta spettatrice. Come se avesse visto il De Laurentiis che entrava sempre negli spogliatoi tra il primo e il secondo tempo. Che assisteva agli allenamenti come se fosse dotato di poteri taumaturgici. Che all’errore Garcia (il meno grave di tutta l’annata) aggiungeva la follia di richiamare Mazzarri per poi affidarsi alla brace Calzona. Il De Laurentiis che ha creato disparità nello spogliatoio con un contratto da nababbi a Osimhen.

 

Che ha portato lo stato maggiore del Napoli alla presentazione del libro del procuratore Giuffredi (con cui adesso è in rottura prolungata) come se stessimo parlando di Giovanni Verga. E che si era rapidamente convertito al populismo. Beandosi di essere idolatrato da quegli stessi tifosi che lo avevano sommerso di critiche e insulti per anni.

ANTONIO CONTE

 

ANCHE GLI SCHIAFFI HANNO AIUTATO DE LAURENTIIS A RINSAVIRE

Il Napoli – è fondamentale ricordarlo e non dimenticarlo mai – ha vinto il campionato in opposizione alla città. La miglior campagna acquisti della storia del club è stata messa a segno in un clima di odio. Volevano cacciare tutti: da De Laurentiis a Spalletti. Poi, a campionato stravinto, sono saliti tutti sul carro del vincitore. E il vincitore ne è stato persino orgoglioso. Ha cominciato a parlare la loro lingua. A nutrire il “mostro” col cibo che prediligeva. Poltiglia neoborbonica in salsa calcistica. Come la frase su Giuntoli juventino.

AURELIO DE LAURENTIIS

 

Non capiva, allora, che più concedeva sul terreno dell’ignoranza, più affossava il Napoli e danneggiava i conti del club. Quel mostro infatti lo ha travolto. Quella foto con gli ultras (l’inizio del declino) altro non fu che un tradimento culturale. E i tradimenti culturali si pagano, com’è giusto che sia. Crediamo che il rinsavimento di De Laurentiis sia passato soprattutto attraverso l’analisi dei conti e del bilancio del Napoli. Ma ci prendiamo il merito, noi che lo avevamo sempre sostenuto, di avergli cominciato a rifilare ceffoni sonanti. E di averlo fatto quasi in solitudine, mentre tutt’attorno erano solo balli e festeggiamenti (perché, al fondo, c’era la convinzione che Napoli non potesse mai ri-vincere).

 

 Avevamo compreso subito, sin da quella foto, che il signor Aurelio aveva smarrito la retta via. Che stava portando il Napoli a deragliare. Quando si alza il livello del populismo, si accende la spia del Napolista. Se tieni a qualcuno che sta sbagliando, è doveroso riportarlo alla realtà. De Laurentiis si è meritato le stroncature più violente. Perché ha rischiato di buttare a mare il gioiellino che aveva creato.

ANTONIO CONTE

 

Guardiamo all’oggi e viene quasi da commuoversi pensando che laddove l’anno scorso c’era l’annuncio dell’ingresso in società del genero Sinicropi e del ds Meluso (brava persona e bravo professionista ma evidentemente ingaggiato solo per riempire la casella), oggi ci sono Antonio Conte e Gabriele Oriali (oltre a Manna). Ancor prima di Conte, proprio l’arrivo di Oriali è una novità assoluta nel Napoli di De Laurentiis.

 

 Non era mai esistita una figura simile, e poi così autorevole. Il ruolo di cui i tifosi hanno invano fantasticato per anni. Chi ama il calcio, non può non emozionarsi al pensiero che Oriali venga a lavorare qui. Viene voglia di intervistarlo per un’ora solo su Stielike e su quella finale. Un uomo che trasuda calcio.

aurelio de laurentiis

 

ADL HA COMPRESO CHE NEL NAPOLI C’ERA UN DEFICIT DI CULTURA CALCISTICA

De Laurentiis ha compreso che nel Napoli c’era un deficit di calcio. Di cultura calcistica. Di conoscenza calcistica. Ha capito che uno non vale uno. Che l’uomo solo al comando è roba da falliti che raccontano storie inventate al bar. Che servono competenza, esperienza, affidabilità. E ha deciso che era arrivato il momento di spendere.

 

Come dicono gli americani: “when in trouble, go big”. Quando sei in difficoltà, vai all’attacco, gioca pesante. È quel che ha fatto. Forse per la prima volta nella sua esperienza di presidente del Napoli, ha assunto un vero rischio d’impresa. Chapeau. Crediamo che dopo anni, il presidente tornerà anche negli Stati Uniti. Ha capito che deve fare il presidente del Napoli, non del Borgorosso. Ha creato una struttura in grado di governare al meglio la baracca. I suoi compiti sono lontano dal campo e dallo spogliatoio.

antonio conte

 

Manca un passaggio su Antonio Conte. Che cosa possiamo aggiungere? È un grandissimo allenatore, è ovvio. È un profondo conoscitore di calcio, si sa. Ha anche un brutto carattere, pure questo è noto. Napoli sarà un banco di prova per il suo carattere. Ci emoziona l’idea che il Napoli sia riuscito a convincerlo. Così come ci emoziona l’idea di vederlo in panchina dalla nostra parte. A noi il presunto processo di juventinizzazione piace, eccome. Ci allarga i polmoni (poi chiediamo: quindi con Giuntoli la Juve si è napoletanizzata?).

 

aurelio de laurentiis

Noi preferiamo raccontarla diversamente. Il Napoli è andato sul mercato e ha avuto la forza contrattuale (i dané) per prendere i migliori. È una rivoluzione culturale e del resto basta osservare la reazione di tanti “nordisti” che non si capacitano di questa resurrezione. La speranza è che De Laurentiis abbia compreso la lezione. Che non torni mai più al plebeismo. E per provare a convincerlo gli ricordiamo che ogni concessione al plebeismo gli è costata un bel po’ di milioni. In un’annata fallimentare di milioni ne ha bruciati circa un centinaio: qualcosa in più e non in meno.

Articoli correlati

\'ANDONIO\', NUOVO RE DI NAPOLI! - AURELIO DE LAURENTIIS PREPARA UNA PRESENTAZIONE AL PALAZZO REALE...

antonio conte 3antonio conte 2aurelio de laurentiis foto di baccoantonio conte

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….

mattarella nordio meloni giorgia carlo sergio magistrati toghe giudici

DAGOREPORT - MENTRE ELLY SCHLEIN PENSA DI FARE OPPOSIZIONE VOLANDO A BUDAPEST A SCULACCIARE ORBAN PER I DIRITTI DEI GAY UNGHERESI, GIORGIA MELONI E I SUOI FRATELLI D’ITALIA SI RITROVANO DAVANTI UN SOLO "NEMICO": LA COSTITUZIONE - SE DALLA CORTE DEI CONTI ALLA CASSAZIONE C'E' IL MATTARELLO DI MATTARELLA, LA MUSICA CAMBIA CON LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO - UNA VOLTA CHE IL PARLAMENTO APPROVERÀ LA “SEPARAZIONE DELLE CARRIERE” DI GIUDICI E PM, S’AVANZA IL RISCHIO CHE LE PROCURE DIPENDERANNO DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA - ULTIMA SPES È IL REFERENDUM CONFERMATIVO CHE PER AFFONDARE UNA LEGGE DI REVISIONE COSTITUZIONALE NON  STABILISCE UN QUORUM: È SUFFICIENTE CHE I VOTI FAVOREVOLI SUPERINO QUELLI SFAVOREVOLI - ECCO PERCHE' IL GOVERNO MELONI HA LA COSTITUZIONE SUL GOZZO...