zhang

L’INTER E’ IN VENDITA - LA TRATTATIVA PER LA CESSIONE DECOLLA: IL FONDO DI PRIVATE EQUITY BC PARTNERS METTE SUL PIATTO 500 MILIONI  – SUNING, FRENATO DAL GOVERNO CINESE, HA AVUTO PROBLEMI DI LIQUIDITÀ, IL CLUB HA UN DEBITO NETTO CHE SI AGGIRA SUI 350-400 MILIONI E I CONTI SONO DESTINATI A PEGGIORARE: VERRANNO MENO 50 MILIONI PER LA CHIUSURA DEGLI STADI E 20-25 MILIONI PER L'ELIMINAZIONE DALLA CHAMPIONS - BELLINAZZO A “RADIO 24”: "ZHANG CERCA SOCI DI MINORANZA, CEDERE L'INTER DOPO GLI INVESTIMENTI FATTI SAREBBE UN SUICIDIO FINANZIARIO"

Da corrieredellosport.it

 

ZHANG

Le rivelazioni di una trattativa con BC Partners per la clamorosa cessione dell’Inter trovano riscontri, seppure ancora ufficiosi, negli ambienti finanziari. Zhang aveva in effetti respinto le voci su un mandato a Rothschild ma non ha smentito l’articolo del Sole-24Ore che riferiva di incontri (in video) a carattere esplorativo tra Suning, BC Partners e il fondo LionRock, proprietario di una quota di minoranza. Nelle ultime ore è arrivata più di una conferma. Secondo rumours ben accreditati, i potenziali acquirenti sembrano orientati a valorizzare l’Inter tra 400 e 500 milioni, oltre il debito netto che si aggirerebbe sui 350-400 milioni.

 

 

La strategia di BC Partners

ZHANG CONTE

È bene sgombrare il campo da ipotesi poco realistiche: trattative con interlocutori di questo calibro non possono limitarsi a ingressi in minoranza. BC Partners è uno dei più blasonati investitori finanziari europei, segue operazioni da oltre 300 milioni e dichiara (anche nel suo sito) la vocazione ad acquisire il controllo delle aziende, sceglierne il management e indirizzarne le strategie.

 

In passato ha tenuto le società in portafoglio per 5-7 anni e (come tutti i fondi di private equity) ha interesse a rilevare aziende con risultati poco brillanti, riorganizzarle, migliorarne la performance per poi rivenderle con un ritorno sull’investimento di almeno il 10-15% annuo. Ciò equivale almeno a raddoppiarne il valore in cinque anni. Se non può realizzare queste condizioni l’investimento non viene concluso. Quale che sia il valore attribuibile all’Inter in un’acquisizione, il piano dovrebbe essere dunque di raddoppiarlo.

 

BELLINAZZO

Nikos Stathopoulos

 

Da fcinternews.it

 

Marco Bellinazzo, giornalista del Sole 24Ore esperto di economia nel mondo del calcio, prova a spiegare ai microfoni di Radio Nerazzurra cosa sta accadendo nella soceità nerazzurra, interessata da insistenti voci di cessione delle quote. "Suning ha avuto problemi di liquidità come tutte le grandi aziende mondiali, in particolare quelle che si basano sul commercio al dettaglio - spiega il giornalista -. In quest'ottica è quasi normale ci siano quote di proprietà date in pegno a fronte di esborsi finanziari della controparte. Quello di cui c'è da preoccuparsi è la necessità di far quadrare i conti rispetto all'investimento da parte di Suning.

zhang

 

Va detto che nell'ottica di trovare una liquidità proveniente dalla Cina, Suning ha deciso di guardare al mercato come già aveva fatto con l'emissione dei bond e quindi si stanno cercando finanziamenti più convenienti di quelli attuali o addirittura un partner minoritario. Questo è il senso di ciò che sta accadendo. Escludo possano esserci intenzioni di cessione di un asset su cui hanno investito 650 milioni e che deve dare frutti nei prossimi due-tre anni. Altri soggetti potrebbero entrando comprando quote e mettendo capitale in modo da consentire a Suning di mettere meno soldi rispetto a oggi. Non penso però vogliano scendere sotto il 51%, per cui credo verranno prese o da LionRock o dalla stessa Suning ma non in maniera così corposa. Altrimenti sarebbe un suicidio finanziario".

 

steven zhang

Altra specifica rispetto a quel che sta accadendo è che "al momento non è stata avviata alcuna trattativa. Quando si tratta è perché ci si siede in due al tavolo con un'esclusiva. Ad oggi non c'è nulla di questo. Faccio fatica a capire come si possa parlare in maniera superficiale di questi argomenti. Ognuno fa il suo lavoro ma le trattative finanziarie che hanno a che fare con i club non sono il calciomercato".

 

 

Il futuro prossimo sarà molto complicato, dopo la pandemia. "Questa sarà la vera stagione in cui si sentiranno gli effetti del Covid. All'Inter verranno meno 50 milioni per la chiusura degli stadi, con l'eliminazione dalla Champions ci saranno 20-25 milioni in meno rispetto a quanto preventivato se si fosse andato agli ottavi o ai quarti. Si dovrà far ricorso a plusvalenze per tenere in piedi i conti, considerando gli investimenti sulla rosa e la difficoltà a trattare sugli stipendi. Si dovrà trovare liquidità per rifinanziare il bond possibilmente a interessi più bassi, cosa che per il mercato che c'è oggi si può trovare. Se poi si troverà addirittura un socio di minoranza la famiglia Zhang è disponibile a questa soluzione, proprio per la difficoltà che si è creata".

 

steven zhang

Problemi, comunque, che non riguarderanno soltanto l'Inter. "Abbiamo perso di più come calcio italiano rispetto al resto dell'Europa perché siamo più fragili economicamente - spiega ancora Bellinazzo -. Siamo entrati peggio nella crisi e quindi stiamo pagando di più: 700 milioni di perdite ad oggi, figuriamoci cosa sarà a fine anno. Siamo messi molto peggio di Premier, Bundesliga e Liga. Real e Barcellona non vivono i loro momenti migliori ma stanno investendo nei propri stadi e quindi quando si ripartirà si troveranno con un vantaggio.

 

Zhang-9

A Milano si discute ancora del progetto, nemmeno del cantiere. I costi del calcio? Si sta ragionando molto seriamente in ambito europeo e mondiale perché il vero tema è abbassarli. Bisognerà aspettare almeno un triennio per salire con i ricavi. La grande battaglia sarà trovare un modo strutturale per abbassare i costi seguendo il modello americano per cui i ricavi generano i salari e non il contrario. A livello di ingaggi c'è una battaglia sotterranea tra Fifa e procuratori che si sono uniti in un gruppo di pressione".

 

Nessun timore, secondo Bellinazzo, dovranno avere i tifosi per il fatto che a trattare per le quote possano essere eventualmente dei fondi: "Se parliamo di Bc Partners o di altri fondi di questa portata non ci sono problemi. Non si deve guardare l'operazione con sospetto. Il calcio è oggetto di investimenti da parte dei grandi fondi. Ovviamente se cominciano a circolare fondi strani, magari non individuabili nel proprietario, bisogna essere più guardinghi".

zhang jack masteven zhang zhang jr ZHANG IN LACRIMEzhang jrzhang jack ma ceferin

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…

emmanuel macron

DAGOREPORT – MACRON, DOMANI CHE DECIDERAI: SCIOGLI IL PARLAMENTO O RASSEGNI LE DIMISSIONI DALL'ELISEO? - A DUE ANNI DALLA SCADENZA DEL SUO MANDATO PRESIDENZIALE, IL GALLETTO  È SOLO DI FRONTE A UN BIVIO: SE SCIOGLIE IL PARLAMENTO, RISCHIA DI RITROVARSI LA STESSA INGOVERNABILE MAGGIORANZA ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE – PER FORMARE IL GOVERNO, LECORNU SI È SPACCATO LE CORNA ANDANDO DIETRO AI GOLLISTI, E ORA FARÀ UN ULTIMO, DISPERATO, TENTATIVO A SINISTRA CON I SOCIALISTI DI OLIVIER FAURE (MA MACRON DOVRA' METTERE IN SOFFITTA LA RISANATRICE RIFORMA DELLE PENSIONI, DETESTATA DAL 60% DEI FRANCESI) – L’ALTERNATIVA E' SECCA: DIMETTERSI. COSÌ MACRON DISINNESCHEREBBE MARINE LE PEN, INELEGGIBILE DOPO LA CONDANNA - MA È UN SACRIFICIO ARDUO: SE DA TECNOCRATE EGOLATRICO, CHE SI SENTIVA NAPOLEONE E ORA È DI FRONTE A UNA WATERLOO, SAREBBE PORTATO A DIMETTERSI, TALE SCELTA SAREBBE UNA CATASTROFE PER L'EUROPA DISUNITA ALLE PRESE CON LA GUERRA RUSSO-UCRAINA E UN TRUMP CHE SE NE FOTTE DEL VECCHIO CONTINENTE (LA FRANCIA E' L'UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E UN POSTO NEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU), COL PERICOLO CONCRETO DI RITROVARSI ALL'ELISEO BARDELLA, IL GALLETTO COCCODE' DI LE PEN, CHE NEL 2014 AMMISE A "LE MONDE" DI AVER RICEVUTO UN FINANZIAMENTO DI 9 MILIONI DA UNA BANCA RUSSA CONTROLLATA DA PUTIN...