IL LENTO DECLINO DELLA “COPPA DAVIS”: DA TROFEO AMBITO A SECCATURA DA INFILARE TRA TORNEI PIÙ PRESTIGIOSI (E INFATTI MOLTI BIG LA EVITANO)

Stefano Semeraro per "la Stampa"

La amiamo tutti (o quasi) ma ce ne siamo dimenticati. Ci ha dato emozioni irripetibili, eppure oggi stentiamo a seguirla. Trattasi della Coppa Davis, che per chi scrive è sempre stata una gara splendida e affascinante, anomala e irresistibile. Un evento particolare, visto che trasforma in sport di squadra una disciplina ferocemente individuale, ma che ha comunque percorso quasi come una sorta di sistema nervoso la storia del tennis dal 1900 ad oggi.

Per un secolo la Insalatiera - meglio: la Zuppiera - è stata, insieme alla coppa di Wimbledon, del Roland Garros e degli Us Open (un po' meno quella degli Australian Open) il trofeo che tutti i tennisti volevano tenersi in casa. Ci sono momenti, va detto, in cui in una casa privata ci finì davvero: nel 1907, quando Mabel Brookes, fresca sposa di Norman Brookes, The Wizard, lo stregone australiano del tennis, sistemò il "punch-bowl" nel salotto a The Briars, la residenza di famiglia, per usarlo come portafiori in occasione delle cene più impegnative.

Erano, certo, tempi da pionieri, ma se vogliamo che la coppa non torni a quel ruolo decisamente modesto, o finisca nello scantinato dello sport, qualcosa bisognerà fare, cambiare, modificare nel formato della manifestazione. Perché anche se a tutti noi la Coppa piace come è, annuale e sanguigna; giocata in condizioni improbabili e faticose; capace di frantumare i nervi dei fuoriclasse e di trasformare in campioni anche giocatori modesti, ma dotati di "uevos", come dicono gli spagnoli - perché se a noi piace così, dicevo, ai big del tennis, così, non piace più.

Lo hanno fatto capire Federer, che la snobba quasi sempre, e Del Potro, che non la gioca (anche per dissidi politici con la Federazione argentina).Lo ha detto Djokovic, che dopo la delusione del bis mancato con la Repubblica Ceca nella finale di Belgrado ha dichiarato, in maniera sibillina, che l'anno prossimo potrebbe decidere di disertarla. Lo ribadiscono campioni del passato come Agassi, Courier, Corretja; e lo stesso Pat Rafter che pure, da buon australiano e da capitano di Coppa Davis della seconda nazione più ricca di vittorie, alla Zuppiera è affezionato come ad un parente stretto.

E adesso lo sostiene apertamente persino Nadal, che pure l'ha vinta quattro volte, ma che ormai la gioca soprattutto quando gli conviene o non gli disturba troppo una programmazione fitta di impegni, oltre che di rischi per il fisico. «Penso che la Davis si possa organizzare meglio - ha fatto sapere dal sudamerica, dove è impegnato in una serie di esibizioni -. Quando la competizione non la giocano i migliori, è segno che qualcosa non funziona.

E' una cosa su cui dovrebbero riflettere gli organizzatori». Ovvero l'Itf, la federazione internazionale. Che certo ha a cuore le finanze di piccole tante federazioni che sulle sfide casalinghe di coppa ci vivono, ma che potrebbe studiare un sistema di compensazione, per lanciare poi un nuovo format, sul modello di quello dei Campionati del Mondo di calcio, rugby o atletica. Una prima fase ad eliminazione, regionale, poi 8/16 squadre chiamate a giocare la fase finale ogni 2 o 4 anni, in sede unica, con un evento di 10/15 giorni capace di attirare i campioni, il pubblico, gli sponsor, le tv. Gli investimenti. Perché la Coppa è la Coppa. Ma a volte per restare se stessi bisogna avere il coraggio di cambiare.

 

COPPA DAVISCOPPA DAVISCOPPA DAVISind22 raf nadal roger federer

Ultimi Dagoreport

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...