
QUANDO IL DIAVOLO SCELSE "ACCIUGHINA" – IL LIBRO “A CORTO MUSO” DI GIUSEPPE ALBERTO FALCI RACCONTA IL PRIMO PASSAGGIO DI MAX ALLEGRI AL MILAN: “A CAGLIARI GALLIANI NE SCORGE LE CARATTERISTICHE DI UN ALLENATORE VINCENTE: ‘LEI, HA IL PHISIQUE DU ROLE PER ARRIVARE AL MILAN’ GLI DICE OGNI VOLTA LO INCROCIA DA AVVERSARIO” – IL RAPPORTO CON IL CAV: “CI METTE UN PO’ PER ENTRARE IN SINTONIA CON BERLUSCONI. UNA FRECCIATA A BRUCIAPELO GLI ARRIVA NELL’AUTUNNO DEL 2010, DOPO UN KO CON LA JUVENTUS: 'SUGGERIMENTI PER ALLEGRI? CHE SI PETTINI PRIMA DI ANDARE A FARE LE INTERVISTE..."
Estratto del libro “A corto muso” di Giuseppe Alberto Falci pubblicato dal “Corriere della Sera”
A corto muso DI GIUSEPPE ALBERTO FALCI
È lontanissimo quel giorno in cui, nel 1997, Massimiliano Allegri da giocatore del Padova sbotta davanti alle telecamere delle tv locali: «Siete troppo polemici contro la squadra, attaccate troppo, nei momenti anche brutti. Siccome siete stampa locale e non nazionale, se il prossimo anno retrocediamo andremo ad Acireale o in questi posti qui… Nel bene di tutti in generale, la squadra non va presa di mira…».
Cronisti basiti, tifosi quasi spaventati. «Che caratterino…». Allegri da calciatore era anche fumantino e tutto questo rientrava nella sua già citata livornesità, un mix di guasconeria e anarchismo. Non le manda a dire, non si trattiene come prevede il protocollo di chi ambisce a diventare un punto di riferimento del calcio italiano.
massimiliano allegri al cagliari
Non è mai premiante essere considerato un bullo fuori e dentro il campo. Quel giorno del 1997 in pochi, forse, avrebbero scommesso sulla nascita di un allenatore di prima fascia. Uno di quelli, per intenderci, che è obbligato a rispondere a qualsiasi domanda ma soprattutto a tutte le critiche. Eppure pochi anni dopo Max o Massi - lo chiamano così alcuni amici - si sarebbe preparato a una lunga traversata nel deserto. (…).
IL COLPO DI FULMINE
massimiliano allegri adriano galliani
(…) Ecco così che Allegri riparte, per la sua seconda vita nel mondo del calcio, dai suggerimenti del maestro Galeone e dall’intuito che lo ha guidato in ogni sua tappa.
Si sporca, dunque. Comincia dall’Aglianese, provincia di Pistoia, ambiente che conosce a menadito perché ha indossato quella casacca. Poi Spal, Grosseto, Udinese, Lecco, Sassuolo, Cagliari. Il colpo di fulmine con Adriano Galliani. Nel capoluogo sardo avviene il grande salto. Adriano Galliani ne scorge le caratteristiche di un allenatore che ha un futuro da vincente.
massimiliano allegri adriano galliani
«Lei, Allegri, ha il phisique du role per arrivare al Milan», gli dice ogni qualvolta lo incrocia da avversario. «Vedremo, direttore» risponde il livornese (...) (...) In quelle conversazioni Galliani prepara dunque Allegri, lo instrada, gli fornisce dei suggerimenti. E Allegri prende appunti, comprende che una chance del genere appartiene a quelle occasioni che non si possono lasciar scappare.
Deve essere questo il vero punto di svolta della sua carriera. Non si scherza più. È il momento di mettere da parte il tratto della livornesità che finora lo aveva sempre contraddistinto.
Al contempo Berlusconi chiede a Galliani quali siano le preferenze sul piano tattico e quali i giocatori apprezzati dal tecnico livornese. È l’altro suggerimento che proprio Galliani fornisce ad Allegri: «Ricordi, caro Allegri, che Berlusconi vuole giocare con il trequartista, desidera che si esaltino i giocatori di qualità».
massimiliano allegri silvio berlusconi
COLAZIONE AD ARCORE
Arriva così il giorno dell’incontro con il presidente del Consiglio. Tutto si svolge nella residenza di villa San Martino ad Arcore, laddove si svolgono i vertici aziendali del Biscione così come i confronti con gli alleati politici di allora, il leghista Umberto Bossi e il leader di Alleanza Nazionale, poi assorbita nel Popolo della Libertà, Gianfranco Fini. (…) Il monologo del Cavaliere (…) La prima conferenza stampa si trasforma in un assolo di Berlusconi che presenta il nuovo tecnico come il «bel ragazzo» confinandolo al ruolo di semplice ascoltatore.
massimiliano allegri silvio berlusconi
Berlusconi la definisce una giornata importante, «visto che la squadra soggetto della presentazione è la squadra più titolata al mondo, me lo ricordano gli appunti che il signor Galliani mi ha preparato meticolosamente. (…) (…) Allegri ascolta, sembra quasi in imbarazzo. Sta forse pensando: «Ma io cosa ci faccio qui?». (…) La conferenza stampa finisce. E il giorno dopo Galliani sarà costretto a riconvocare i giornalisti per presentare il nuovo tecnico del Milan. (…)
massimiliano allegri scudetto milan
LO SCUDETTO DEL MILAN
(…) Al primo anno Allegri si presenta nel migliore dei modi vincendo lo scudetto. Resterà tre anni e mezzo sulla panchina dei rossoneri. Ci mette un po’ per entrare in sintonia con Berlusconi. Una frecciata a brucia pelo gli arriva dal Cavaliere nell’autunno del 2010, dopo un ko con la Juventus: «Suggerimenti per Allegri? Che si pettini prima di andare a fare le interviste».
(…) Provando a riassumere il primo mandato di Allegri sulla panchina del Diavolo, lo si potrebbe paragonare a un esecutivo guidato con una maggioranza difficile da gestire e con un partito dominante che ogni giorno fa le pulci al premier. Ma come in politica, anche nel calcio le porte restano sempre scorrevoli. E infatti più di dieci anni dopo Max si ritrova a ricoprire lo stesso incarico alla guida del Milan. Un’attrazione reciproca che, evidentemente, non è mai svanita del tutto.
massimiliano allegri adriano galliani
leao allegri
massimiliano allegri scudetto milan