mauro cuppone

MERDA D’ARTISTA? NO DI CANE! - MARZIANI: "DA WES ANDERSON A TOMMASO FAGIOLI, IL MOSAICO RINASCE SU INSTAGRAM. NON SARÀ IL MASSIMO SE AVETE PROBLEMI DI STOMACO MA IL PROGETTO DI MAURO CUPPONE VINCE PER COERENZA ESTETICA E IDENTITÀ CONCETTUALE. OGNI GIORNO (O QUASI) UNA FOTO CON LA CACCA MATTUTINA DEL PROPRIO CANE. UN DIARIO FECALE CHE APRE LA SCATOLA DI PIERO MANZONI E CONTESTUALIZZA IL VOLUME “COLORS CACAS” DI OLIVIERO TOSCANI…"

Gianluca Marziani per Dagospia

 

Mosaico al Museo Archeologico Nazionale di Napoli

I mosaici bizantini che vidi a Ravenna li ricordo come una rivelazione, un linguaggio geometrico che indicava sinuosi connubi tra temi artistici e dimensione civica dei siti coinvolti. Mi diedero la misura aurea dell’ingegno poetico sulla Terra, una di quelle tecniche che noi marziani stiamo studiando da tempo, anche perché visti oggi sembrano la sintesi preveggente di un’immagine digitale, sorta di griglia smaltata che usava le tessere in argilla al posto dei pixel quadrati di un ipotetico ologramma.

 

Qui a Roma, devo ammetterlo, avete un’enciclopedia di mosaici che attraversa i secoli per giungere alle recenti tessere di Enzo Cucchi, artista che ha creato una lupa all’ingresso del Museo MACRO in via Reggio Emilia. Santa Costanza. Santa Maria in Trastevere, Santa Maria Maggiore, San Paolo, Santi Cosma e Damiano, Santo Stefano Rotondo, San Clemente, Santa Cecilia: solo alcuni dei luoghi romani che conservano testimonianze di mosaici cristiani; torno spesso a rivederli nei miei tour in bicicletta, giocando tra generale e particolare, muovendo lo sguardo da zoom umano, intuendo una veggente “via digitale” nella composizione.

 

Prima di Ravenna ebbi un lampo iniziatico guardando un ritratto di donna al Museo Archeologico Nazionale di Napoli: quel mosaico sembrava il post notturno di una ragazza davanti allo specchio della sua stanza.

 

Wes Anderson 02

Come in un flash ho visto in modo nuovo le schermate d’archivio su Instagram e TikTok; perché i post formano un mosaico elettronico che condensa il nostro diario ideale, sintesi di un modo di essere, e soprattutto apparire, davanti al mondo. Il nuovo mosaico da smartphone viene da una lunga storia di archivi e sequenze fotografiche, portandosi appresso le biblioteche del Novecento, la storia editoriale di riviste e cataloghi, la numismatica, la filatelia, il collezionismo radicale, gli album di negativi e positivi fotografici, l’animazione, gli annuari della moda… Il mosaico riguarda un modo di pensare per frammenti componibili, riguarda gli insiemi da raccordare dentro un cloud, l’ordine dopo il caos, il senso oltre l’informe. La lezione del mosaico artistico giunge fino ai device tecnologici, nei centri nevralgici dei cinque sensi, nel sistema infografico delle nostre relazioni: a riprova di un filo rosso che attraversa i secoli, trascinandosi sequenze ideali di DNA creativo, informazioni genomiche che si plasmano sulla téchne del tempo specifico.

Wes Anderson 01

 

Peccato che pochissimi comprendano il potenziale compositivo di quel mosaico sui monitor. In genere le persone si dedicano al singolo post quasi fosse un’isola senza relazioni, non capendo che ogni azione si situa sempre tra un prima e un dopo. Come nella nostra vita tutto crea conseguenze e filiazioni, così i nostri post diventano passaggi di una storia che è la nostra esistenza tra mondo solido e universo liquido. Si dovrebbe osservare la griglia nei panni di un drone nel cielo, districando assonanze e completamenti, sintonie e distonie, parentele e appartenenze. Solo alcuni artisti, davvero pochi devo ammetterlo, elaborano una strategia artistica del loro profilo, superando il confine informativo dei social media.

 

Certo, se guardiamo ai nativi digitali rimane più semplice scovare progetti coerenti ed evoluti; il problema si pone osservando artisti che giungono dai teoremi della filiera solida. Sembra che il “vecchio mondo” non capti il pieno segnale del presente, tentando con surrogati ma senza l’evidenza di un vero progetto, di una visione che sia grammatica e sintassi progettuale. 

 

Mauro Cuppone

Quello che pochissimi comprendono è il valore autonomo che riveste il linguaggio dei social media. Intanto usciamo dalla divisione tra reale e virtuale, questo perché i nostri device sono una seconda realtà che vale più dei nostri spazi onirici. La giornata di tutti si divide ormai in tre momenti: il mondo fuori da noi (la realtà della vita professionale, familiare, sociale), il mondo attorno a noi (i social media con il loro carico di seconda realtà) e il mondo dentro di noi (il sogno con le sue componenti di riformulazione del reale). Questi tre mondi creano tre modelli di realtà possibile in cui siamo immersi con tutto il nostro essere: motivo per cui sbagliano quanti parlano di “virtualità” rispetto ai processi biologici della vita da stories e reel.

 

KENDELLL GEERS è un grande artista sudafricano che va sempre a bersaglio per intuito estetico, impatto politico e forza etica delle opere. La sua grammatica affronta la fisicità pericolosa dei materiali, l’ambiguità semantica delle parole ideologiche, degli oggetti militanti, dei simboli strumentali. Oggi ha compreso il pieno valore del mosaico su Instagram, creando quadri a griglia chiusa, frame figurativi tra l’emancipazione del pop e la geometria sinaptica dei diorami optical. Nessun artista “solido” ha capito così bene il passaggio alla nuova dimensione liquida, ad un social status con una limpida autonomia semantica.

Joseph Kosuth 02

 

WES ANDERSON è un altro esempio di ottima costruzione del mosaico su Instagram. L’autore americano raccoglie immagini frontali di varie architetture, catturate in giro per il mondo, ovunque lo portino la professione di regista e il suo feticismo da collezionista vintage. Il mosaico di Anderson è un GPS da dandy con il rigore metodico di August Sander e il realismo geometrico di Bernd e Hilla Becher. Lo schema generale ci trascina nel mondo parallelo delle architetture anomale, stravaganti, eccessive, imperiose, oniriche… Un portfolio stiloso che parla con eleganza sopraffina e disciplina da grand tour intercontinentale.

 

 

JOSEPH KOSUTH e FRANCESCO CLEMENTE usano lo schema della striscia orizzontale in tre parti, postando blocchi che compongono una linea omogenea e dialogante. Non è la valenza più radicale ma almeno affronta l’archivio d’autore attraverso uno scroll efficiente, sensoriale ed esteticamente pregevole. Fateci caso: quando gli artisti postano opere senza una logica sequenziale, tutto diventa dispersivo, si perde il filo progettuale e un ordine significativo. Quando, al contrario, i post seguono una logica da montaggio filmico, ecco che si moltiplicano le chiave interpretative, al punto da rivelarci angolazioni che non credevamo plausibili.

 

Joseph Kosuth 01

 

Non sarà il massimo se avete problemi di stomaco ma il progetto sul cane Jack vince per coerenza estetica e identità concettuale.

 

MAURO CUPPONE, artista che provoca mentre evoca, entra nei gangli della comunicazione visuale, costruendo dispositivi che sfilettano la colonna vertebrale della retorica. Per Instagram il progetto è semplice e “quotidiano”: ogni giorno (o quasi) una foto con la cacca mattutina del proprio cane, fissata con precisione realista sui prati che uniformano il pattern del mosaico. Un diario fecale che apre la scatola di Piero Manzoni e contestualizza il volume “Colors Cacas” di Oliviero Toscani. Cuppone si sdoppia nel suo cane per uno dei più assurdi e intelligenti “diari del bordo” in un mondo ormai debordante.

 

Francesco Clemente 01

Chiudiamo con un Instagram narrativo, dove il mosaico raccoglie piccole storie nel singolo post. Sono attimi alla Luigi Ghirri con un elemento di disturbo al loro interno, il tutto utilizzando solo Apple iPhone, dichiarando nella didascalia il modello utilizzato, dando alla forma uno zeitgeist in continua trasformazione.

 

TOMMASO FAGIOLI crea visioni con l’anima della gif e lo spirito narrativo della staged photography alla Jeff Wall. Un mosaico straniante e alieno, sorta di sospensione dell’incredulità che colpisce lo sguardo mentre carpisce l’altra faccia del vero. 

tommaso_fagioli

Francesco Clemente 02Gianluca MarzianiGianluca MarzianiTommaso Fagioli

 

Ultimi Dagoreport

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…