massimo moratti

“LA SERIE A ERA MANIPOLATA: DOVEVA VINCERE LA JUVE; E SE PROPRIO NON VINCEVA LA JUVE TOCCAVA AL MILAN” – BOMBASTICA INTERVISTA A MASSIMO MORATTI BY CAZZULLO: “MOGGI VOLEVA VENIRE ALL’INTER, MA NON L’AVREI MAI PRESO. LA PIÙ GRANDE FORMA DI DISONESTÀ È IMBROGLIARE SUI SENTIMENTI DELLA GENTE” – IL “FENOMENO” RONALDO, IL “BASTIANCONTRARIO” VIERI E IBRA: “SIMPATICISSIMO” – “MI HANNO CHIESTO TRE VOLTE DI CANDIDARMI A SINDACO DI MILANO. L’ULTIMA? LEADER DEL PD ERA VELTRONI. FORSE HO SBAGLIATO A RIFIUTARE” – “CONOBBI MIA MOGLIE MILLY ALLA CAPANNINA, NEL 1966. ERA BELLISSIMA E LA INVITAI A BALLARE. ABBIAMO SEMPRE CONDIVISO TUTTO. TRANNE UNA COSA…”

Aldo Cazzullo e Daniele Dallera per il “Corriere della Sera”

 

MASSIMO MORATTI

Massimo Moratti, lei è nato tre settimane dopo la fine della guerra. Qual è il suo primo ricordo?

«Il mattino in cui ho compiuto quattro anni. Sentivo che era una giornata importante. E mio fratello Gian Marco stava andando a scuola con una calza rossa e un'altra blu».

 

Distratto.

«Allegro. Eravamo una famiglia allegra. Papà lavorava tutto il giorno, ma ogni sera ci ritrovavamo a sentire la radio: Franca Valeri, Alberto Sordi...».

 

Com' era suo padre Angelo?

«Fantastico. Non ho mai ritrovato, in tutta la mia vita, un uomo al suo livello. E per tutta la mia vita ho tentato di imitarlo; pur sapendo che era inimitabile. Geniale, affascinante, spiritoso, simpatico, umanamente ricchissimo...».

 

Non solo umanamente.

LINA SOTIS - GIAN MARCO MORATTI - ANGELO MORATTI - MASSIMO MORATTI

«Però veniva dalla povertà. Il nonno aveva la farmacia di piazza Fontana a Milano, ma papà andò via di casa a 14 anni: sua mamma era morta, e non voleva vivere con la matrigna, dura come quella delle favole».

 

In casa eravate cinque figli: oltre a lei e Gian Marco, tre sorelle.

«Anche nostra madre Erminia era una persona allegra. Con papà scherzavano di continuo. Si amavano».

 

peppino prisco massimo moratti

Com' era la Milano degli Anni 50?

«Ancora semidistrutta. Da immaginare. Ma sapevamo che il futuro sarebbe stato migliore del presente».

 

Cosa votavano i Moratti?

«Dc. Eravamo antifascisti e anticomunisti».

 

Non c'era proprio nulla che non andasse?

«Qualcosa che non andava c'era. Nordahl».

 

Il centravanti del Milan?

«Grande, grosso, inarrestabile. Ne avevo una paura fisica: lo vedevo a San Siro e me lo sognavo di notte. Nordahl fu l'uomo nero della mia infanzia».

pellegrini moratti

 

Così suo padre comprò l'Inter.

«Ma andavamo a vederla già prima: ricordo il 6-5 nel derby del 1949. Allo stadio si litigava, volavano i cappelli».

 

Qual era il suo calciatore preferito?

«Benito Lorenzi, detto Veleno. Fuori dal campo era dolcissimo: si prendeva cura teneramente dei figli di Valentino Mazzola, Sandro e Ferruccio. Ma in campo diventava tremendo.

 

massimo moratti

Provocava il pubblico, prima e dopo aver segnato. Fu Lorenzi a soprannominare Boniperti Marisa, nonostante fossero amici. Boniperti si arrabbiava moltissimo».

 

Peggio il Milan o la Juve?

«La Juve, senza dubbio».

 

Il calciatore più forte che abbia mai visto?

«Ve ne dico due: Angelillo e Ronaldo. Due storie parallele. Come Herrera e Mourinho».

 

Cioè?

«Angelillo era classe pura. Fece un campionato straordinario, da 33 gol. Poi si innamorò perdutamente di una cantante, e si perse. Lo vendemmo e con il ricavato comprammo Luisito Suarez: intelligentissimo».

 

massimo e angelo moratti

E Ronaldo?

«Era venuto a trovarmi quando giocava nel Psv, con una fidanzatina olandese... Quando arrivò all'Inter era il calciatore più forte del mondo. Dopo gli infortuni non è più tornato a quel livello».

 

Si sentì tradito quando andò al Real Madrid, dopo che l'Inter l'aveva aspettato?

«No. Mi ero immedesimato in lui, nel suo dolore. Trovavo giusto che volesse cambiare, dopo aver sofferto tanto».

 

Herrera come lo trovaste?

«Ce lo segnalò un giornalista della Gazzetta dello Sport, mi pare proprio Franco Mentana, il papà di Enrico. Il Mago e Mourinho avevano molte cose in comune».

 

Quali?

ronaldo inter

«Lavoravano e studiavano moltissimo. Sapevano di psicologia e di medicina. Quando arrivò José, il nostro medico disse: finalmente un allenatore che mi aiuta».

 

Brera racconta che Herrera si aiutava pure con certe pastigliette negli spogliatoi...

«Brera scherzava. Mio padre non l'avrebbe mai permesso. E il Mago aveva molto rispetto per mio padre, quasi soggezione».

 

Nel 1964 l'Inter vinse la sua prima Coppa dei Campioni.

«Alla prima partecipazione. Battendo 3 a 1 il Real Madrid, che vinceva sempre. Ma Herrera mise Burgnich su Di Stefano e Tagnin su Puskas... Una gioia indescrivibile».

 

L'anno dopo rivinceste la Coppa a San Siro, gol di Jair.

massimo letizia e gian marco moratti

«Pioveva, la palla passò sotto la pancia del portiere del Benfica. Si vince anche così».

 

Chi era il suo eroe?

«Mariolino Corso. Mai vista un'ala con tanta classe. Ho amato Recoba perché in lui rivedevo l'imprevedibilità di Corso».

 

Poi però l'Inter la vendeste.

«E mio padre comprò il Cagliari, quando seppe che stava per cedere Riva alla Juve. Il mattino dopo i dirigenti sardi informarono Agnelli che l'affare non si poteva più fare: il club aveva un nuovo proprietario. L'Avvocato non chiese neppure chi fosse. Aveva capito».

 

bedy massimo moratti

E il Cagliari vinse clamorosamente lo scudetto.

«Con Domenghini che l'Inter aveva ceduto per Boninsegna».

 

Cosa accadde il 5 maggio 2002, la sconfitta con la Lazio che vi costò lo scudetto?

«I giocatori credettero di aver avuto segnali dai colleghi della Lazio: non si sarebbero impegnati, per non favorire la Roma. Tutte balle. Ne ero convinto già prima del fischio d'inizio, e li avvisai: "Nessuno ci regalerà nulla". Eppure entrarono in campo con una sicurezza eccessiva. E non sono mai riusciti a prendere in mano la partita. Mi sentivo così responsabile che mi dissi: non lascerò il calcio finché non avrò la rivincita».

 

In campo c'era un ex come il Cholo Simeone.

«E ci segnò contro. Grande combattente».

 

Il vostro centravanti era Bobo Vieri.

«Un bastiancontrario, sempre critico verso la dirigenza; ma non un cattivo ragazzo. All'Inter fece tutto quello che poteva fare; eppure non ha vinto nulla».

 

massimo moratti javier zanetti

Poi arrivò Ibra.

«Simpaticissimo. Avevo l'abitudine di consultare i giocatori più importanti per la campagna acquisti, e con Zlatan avevamo un rito. Lui mi diceva: "Di Cambiasso l'anno prossimo potremmo anche fare a meno...". Io ridevo. Poi andavo da Cambiasso, che mi diceva: "Di Ibra l'anno prossimo potremmo anche fare a meno..."».

 

Ibra e Cambiasso non si amavano.

«Ma in campo giocavano alla morte l'uno per l'altro».

 

massimo moratti mourinho

E nello scontro tra Ibra e Lukaku per chi parteggiava?

«Pareva un match di boxe tra due campioni del mondo. Lukaku è un tesoro... Mi sarei frapposto tra i due, a rischio di prenderne da entrambi».

 

Mazzola ha raccontato di aver lasciato l'Inter perché lei si consultava con Moggi.

«Non è andata così. È vero che Moggi voleva venire all'Inter, e io non gli ho mai detto esplicitamente che non lo volevo; ma non l'avrei mai preso».

 

Perché?

ronaldo all inter

«Perché la serie A era manipolata; e noi eravamo le vittime. Doveva vincere la Juve; e se proprio non vinceva la Juve toccava al Milan. Una vergogna: perché la più grande forma di disonestà è imbrogliare sui sentimenti della gente».

 

All'Inter comandava Facchetti.

«Un uomo splendido. Una volta gli dissi: "Giacinto, possibile che non si trovi un arbitro, uno solo, disposto a dare una mano a noi, anziché a loro?". Mi rispose: "Non può chiedere a me una cosa del genere"».

 

Alla Juve tolsero due scudetti, e uno lo assegnarono a lei. Lo rivendica?

gigi simoni massimo moratti

«Assolutamente sì. So che gli juventini si arrabbiano; e questo mi induce a rivendicarlo con maggiore convinzione. Quello scudetto era il risarcimento minimo per i furti che abbiamo subìto. Ci spetterebbe molto di più».

 

Poi arrivarono gli scudetti di Mancini e di Mourinho. Come scelse Mou?

«Ascoltando una sua intervista tv, tra una semifinale e l'altra della Champions 2004. Il suo Porto aveva pareggiato con il Deportivo La Coruna, il ritorno si annunciava molto difficile. E lui disse: "Ma quale Deportivo, io penso già alla finale". La sua spavalderia mi piacque moltissimo».

 

MASSIMO ANGELO MORATTI

E fu il triplete: campionato, Coppa Italia, Champions.

«Missione compiuta. Ero fiero che la stessa famiglia avesse rivinto la Coppa quasi mezzo secolo dopo. Per la prima volta mi sono sentito degno di mio padre; anche se lui resta inarrivabile. Ancora oggi mi capita di trovare persone che mi parlano di lui, che gli devono qualcosa».

 

Quali persone?

«Vado a Firenze da Giorgio Pinchiorri, tre stelle Michelin, e non mi fa pagare. Penso: sarà interista. Torno con Renzi sindaco, e non mi fa pagare. Penso: sarà amico di Renzi. Poi torno da solo, e di nuovo non vuol farmi pagare. Stavolta insisto: voglio il conto.  E Pinchiorri mi rivela che lo fa per mio padre. Tanto tempo fa gli aveva dato un consiglio che gli aveva cambiato la vita».

massimo moratti gino strada

 

Quanti soldi le è costata l'Inter in tutti questi anni?

«Questo non me lo potete chiedere. Non lo so, e non ve lo direi. Il calcio non è business; è passione. E le passioni non hanno prezzo».

 

Ora l'Inter è cinese, forse ancora per poco.

«Gli Zhang, sia il padre sia il figlio, mi sono sempre parsi in buona fede. All'inizio mi chiedevano di parlare ai giocatori, di motivarli. Ma oggi reggere a lungo nel calcio è impossibile. Ogni anno le perdite raddoppiano o quasi: 50 milioni, 100 milioni, 150 milioni...».

MASSIMO MORATTI E LUCIANO MOGGI

 

Come finirà?

«Forse arriverà un fondo americano. Ma attenti alla speculazione. Il calcio non è costruito per fare soldi. Gli americani vorrebbero trasformarlo in spettacolo. Show-business. Ma non so se in Italia sarà mai possibile».

 

Chi vincerà il campionato?

«Potrebbe davvero essere l'anno del Napoli. Anche il Milan fa paura. L'Inter ha una struttura forte; ma poi sul più bello si smarrisce».

 

massimo moratti

 Cosa pensa di Berlusconi?

«Lo considero un amico. Come imprenditore lo stimo molto».

 

E come politico?

«Non vorrei perdere la sua amicizia».

 

È vero che lei ha rifiutato di candidarsi a sindaco di Milano?

«Sì, per tre volte. E forse ho sbagliato. È un po' un rimpianto: mi sarebbe piaciuto».

 

MASSIMO E ANGELOMARIO MORATTI

Quando accadde la prima volta?

«Nel 1993, quando poi vinse la Lega. Andai a chiedere consiglio al milanese che stimavo di più». Chi? «Il cardinal Martini. Una persona stupenda. Mi sconsigliò».

 

E l'ultima volta?

«Leader del Pd era Veltroni. Quella volta il cardinal Martini mi disse di accettare. Eppure rinunciai, anche se mi sentii in colpa».

 

Perché rinunciò?

massimo e milly moratti

«Pensai ai miei cinque figli. Avrebbero preferito un papà sindaco, o un papà che insegnava loro un mestiere, che lasciava loro un'attività? E poi non mi andava di sfruttare la popolarità conquistata grazie all'Inter».

 

Come ha conosciuto sua moglie Milly?

«Alla Capannina. Era bellissima. La invitai a ballare. Era il 1966, aveva vent' anni ma ne dimostrava meno. Ci siamo sposati nel '71, abbiamo sempre condiviso tutto. Tranne una cosa».

 

Quale?

MILLY E MASSIMO MORATTI

«Quando comprai l'Inter non le dissi nulla. Lei lo apprese dalla tv. Diedi ordine di bloccare gli ascensori: temevo salisse in sede per fermarmi. Poi andai a casa. Non trovai nessuno. Brindai con la cameriera».

 

Sua moglie è una donna di centrosinistra, sua cognata Letizia Moratti è una donna di centrodestra. Com' è la convivenza?

«Serena. Si stimano e si vogliono bene. Che ci sia confidenza, questo no».

 

Come trova Milano oggi?

«Sempre la miglior città al mondo per lavorare».

 

STRAMACCIONI MASSIMO MORATTI jpeg

Perché?

«Perché lavorano tutti. E perché i milanesi hanno il senso della partecipazione. Come quando ripulirono in un pomeriggio la città imbrattata dai black-bloc».

 

Sala come lavora?

«Bene. Ma non deve sottovalutare l'insicurezza. L'inquinamento. E la speculazione edilizia».

 

Non le piacciono i nuovi grattacieli?

«Sono belli e, a dispetto dei timori, sono pieni. Attenzione però a non fare le cose tanto per farle. Non dobbiamo solo pensare agli sceicchi, ma ai giovani milanesi che non riescono a comprare casa, a fare famiglia, a costruirsi quel futuro che a noi sembrava meraviglioso».

Massimo Funerali Moratti

 

E il nuovo stadio?

«Non mi convince. Buttare giù San Siro sarebbe un delitto. Dice: così i club guadagnano 30 milioni l'anno. Ma cosa sono 30 milioni, rispetto alla storia? Vedrete che alla fine nessuno oserà demolire il nostro tempio».

MASSIMO MORATTIronaldo intermassimo bedy morattimostra di massimo gatti bedy e maria sole morattironaldoSTRETTA DI MANO TRA MASSIMO MORATTI E LUCIANO MOGGImassimo moratti e marco tronchetti proveragino strada con massimo e milly moratti massimo moratti camera ardente gino strada 4MASSIMO MORATTI E LUCIANO MOGGIFiori da parte di Massimo Moratti GIAN MARCO E MASSIMO MORATTI jpegMASSIMO MORATTI ERICK THOHIR MASSIMO MORATTI jpegMassimo Morattigian marco e massimo moratti

Ultimi Dagoreport

malago meloni abodi fazzolari carraro

DAGOREPORT - CHE LA CULTURA POLITICA DEI FRATELLINI D’ITALIA SIA RIMASTA AL SALTO NEL “CERCHIO DI FUOCO” DEL SABATO FASCISTA, È STATO LAMPANTE NELLA VICENDA DEL CONI - QUANDO, ALLA VIGILIA DELL’ELEZIONE DEL SUO CANDIDATO LUCIANO BUONFIGLIO ALLA PRESIDENZA DEL CONI, QUEL DEMOCRISTIANO IN MODALITÀ GIANNI LETTA DI GIOVANNINO MALAGÒ SI È FATTO INTERVISTARE DA “LA STAMPA” ANNUNCIANDO DI ESSERE UN “PATRIOTA” CHE “FA IL TIFO PER IL GOVERNO MELONI”, HA INVIATO AI MUSCOLARI CAMERATI DISDEGNOSI DELLE REGOLE DELLA POLITICA (DIALOGO, TRATTATIVA, COMPROMESSO) IL SEGUENTE MESSAGGIO: ORMAI È TARDI PER FAZZOLARI DI INCAZZARSI CON ABODI; DA TEMPO VI HO DETTO CHE AVETE SBAGLIATO CAVALLO QUANDO AVEVATE A DISPOSIZIONE UNO CHE È “PATRIOTA” E “TIFA MELONI”, CHE HA ALLE SPALLE IL SANTO PATRONO DEGLI INTRIGHI E COMBINE, ALIAS GIANNI LETTA, E DOPO DODICI ANNI ALLA GUIDA DEL CONI CONOSCE LA ROMANELLA POLITICA COME LA SUA FERRARI…(SALUTAME 'A SORETA!)

giorgia meloni matteo salvini difesa riarmo europeo

DAGOREPORT - SALVATE IL SOLDATO SALVINI! DA QUI ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, SARANNO GIORNI DA INCUBO PER IL PIÙ TRUMPUTINIANO DEL BELPAESE - I DELIRI DEL “BIMBOMINKIA” (COPYRIGHT FAZZOLARI) SU UE, NATO, UCRAINA SONO UN OSTACOLO PER IL RIPOSIZIONAMENTO DELLA DUCETTA VERSO L'EURO-CENTRISMO VON DER LEYEN-MERZ, DESTINAZIONE PPE – AL VERTICE DELL’AJA, LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” HA INIZIATO INTANTO A SPUTTANARLO AGLI OCCHI DI TRUMP: SALVINI È COSÌ TRUMPIANO CHE È CONTRARIO AL RIARMO E PROFONDAMENTE OSTILE AI DAZI... - MA SE DA AJA E BRUXELLES, SI SCENDE POI A ROMA, LA MUSICA CAMBIA. CON UNA LEGA SPACCATA TRA GOVERNATORI E VANNACCI, SALVINI E' UN'ANATRA ZOPPA. MA UN ANIMALE FERITO È UN ANIMALE PERICOLOSO, CAPACE DI GETTARE ALLE ORTICHE IL SUO GOVERNATORE ZAIA E TENERE STRETTO A SE' PER ALTRI DUE ANNI IL POTERE IN LOMBARDIA - IL BIG BANG TRA I DUELLANTI È RINVIATO ALL’ESITO DELLE REGIONALI (E CALENDA SI SCALDA PER SALIRE SUL CARRO DELLA FIAMMA...)

FARE SESSO A 40 GRADI (ALL’OMBRA): COSA SUCCEDE AL NOSTRO CUORE? - IL SALVA-VITA DEL PROF. COSIMO COMITO: “IN CONDIZIONI NORMALI E CON LA GIUSTA TEMPERATURA, UN RAPPORTO SESSUALE EQUIVALE A FARE 2-3 PIANI DI SCALE A PASSO SVELTO. LO STESSO RAPPORTO IN UN AMBIENTE CALDO-AFOSO, LO SFORZO EQUIVALE A FARE 4-5 PIANI DI SCALE A PASSO SVELTO. IN TAL CASO, GLI UOMINI CHE HANNO PIÙ DI 50 ANNI COME FANNO SCIENTIFICAMENTE AD ESCLUDERE LA POSSIBILITÀ DI AVERE UN INFARTO O UN ICTUS AL POSTO DELL’ORGASMO? (ATTENZIONE ALL’”AIUTINO”)…”

elly schlein giorgia meloni giuseppe conte matteo salvini elezioni

DAGOREPORT - COME FAR FUORI IL NEMICO PIÙ INTIMO E VIVERE FELICI? È LA DOMANDA CHE TORMENTA DA UN PEZZO GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI APPENA SI APPALESA LA SILHOUETTE SOVRAPPESO DI MATTEO SALVINI - RIPOSTO IN CANTINA IL PREMIERATO, BRUCIATO IL VOTO ANTICIPATO, CHE FARE? ALLE MENINGI DEI FAZZOLARI E DEI LA RUSSA È SPUNTATA LA RIFORMA ELETTORALE CHE NON SOLO PENALIZZEREBBE LA LEGA A FAVORE DI FRATELLI D'ITALIA MA TOGLIEREBBE DI MEZZO LE CHANCE DI VITTORIA DI UN’OPPOSIZIONE MIRACOLATA IN “CAMPO LARGO” - E QUI ARRIVA IL BELLO: COME FAR INGOIARE A PD-ELLY IL ROSPO DI UNA LEGGE ELETTORALE CHE LI PENALIZZA? C'EST FACILE! SE QUEEN GIORGIA VUOLE ASFALTARE SALVINI, ANCHE LA DUCETTA DEL NAZARENO SOGNA DI TOGLIERSI TRA I PIEDI QUELLA QUOTIDIANA ROTTURA DI COJONI DI GIUSEPPE CONTE…

riarmo armi pedro sanchez elly schlein giorgia meloni giuseppe conte donald trump

DAGOREPORT - AVVISO AI NAVIGANTI! DUE SVALVOLATI SI AGGIRANO PER L’EUROPA: PEDRO SANCHEZ E ELLY SCHLEIN – CON LA NATO MORENTE (TRUMP SOSTIENE CHE L'ARTICOLO 5, CARDINE DELL'ALLEANZA, SI DEBBA "INTERPRETARE"), I DUE SINISTRATI DEL PSE, CHE INSIEME AL PPE SOSTENGONO LA MAGGIORANZA URSULA, MINACCIANO DI STACCARE LA SPINA DICENDO "NO" AL RIARMO UE: UN "NO" CHE SAREBBE UN REGALONE ALLA GIORGIA DEI DUE MONDI CHE NON VEDE L'ORA DI DIVENTARE LA STAMPELLA DEL PPE (DOVE E' ATTESA A BRACCIA APERTE: AL VERTICE DELL'AJA HA SEDOTTO A COLPI DI SMORFIE TRUMP SUI DAZI AL 10% ALL'UE) - LA MOLLA DI TANTO TAFAZZISMO GEOPOLITICO DI ''FALCE & MART-TELLY'' È IDEOLOGICA, TROVANDOSI STRETTA TRA L'INCUDINE DEI RIFORMISTI PD E IL MARTELLO A CINQUESTELLE DI CONTE, CHE L'HA SCAVALCATA A SINISTRA A SUON DI MANIFESTAZIONI, SLOGAN E PROCLAMI "ARCOBALENO", SORPASSANDO PERFINO AVS - E TRA I DUE LITIGANTI, LA DUCETTA SE LA GODE... 

elly e alessandro onorato, goffredo bettini e dario franceschini, matteo renzi , ernesto maria ruffini schlein giuseppe conte

DAGOREPORT - ‘’AAA CERCASI UN CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE’’. IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027, ANCHE LA DUCETTA DEL NAZARENO, ELLY SCHLEIN, HA CAPITO CHE NON BASTA UN’ALLEANZA CON CONTE E FRATOIANNI PER RIMANDARE NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO IL GOVERNO MELONI. PER SPERARE DI VINCERE, OCCORRE DAR VITA A UN NUOVO ULIVO PRODIANO CAPACE DI FEDERARE LE VARIE ANIME DEI CENTROSINISTRATI, AL PARI DELLA DESTRA DOVE SI SFANCULANO DA MANE A SERA MA ALLA FINE IL COLLANTE DEL POTERE È PIÙ FORTE DELLA LORO EGOLATRIA – IL PRIMO A METTERSI IN MOTO È STATO MATTEO RENZI CHE, DA ABILISSIMO MANOVRATORE QUAL È, SI È TRASFORMATO IN UN ARIETE MEDIATICO DELL’OPPOSIZIONE – ALLA DISPERATA RICERCA DEL CENTRO PERDUTO, DOPO SALA E RUFFINI, OGGI SCENDE IN CAMPO ALESSANDRO ONORATO, ASSESSORE AL TURISMO DEL CAMPIDOGLIO, CHE MIRA A FEDERARE UNA RETE RIFORMISTA FORMATA DALLE PRINCIPALI REALTÀ CIVICHE DI CENTROSINISTRA PRESENTI IN ITALIA PER TOGLIERE L'ESKIMO A "FALCE E MART-ELLY''...