
QUESTA SUPERCHAMPIONS NON S’HA DA FARE (PER ORA) – UEFA E EFC (GIÀ ECA) RESPINGONO IL PROGETTO DI RIFORMA DELLA COPPA CAMPIONI, CHE LA RENDEREBBE UN TORNEO ANCORA PIÙ ELITARIO, IN CUI SPADRONEGGIANO LE GRANDI SQUADRE - L’ATTUALE FORMAT SARÀ SALVO ALMENO FINO AL 2033 (QUANDO SCADRÀ L’ASSEGNAZIONE DEI DIRITTI TV A “UC3”), SBATTENDO FUORI LA "A22 SPORTS MANAGEMENT", L'AZIENDA CHE SOSTIENE IL PROGETTO DELLA SUPERLEGA CHE FA CAPO A FLORENTINO PEREZ – MA RESTA IL PERICOLO DELLA SPARTIZIONI DEI SOLDI E I GRANDI CLUB SONO IN AGGUATO…
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TRAMONTATA LA SUPERLEGA, ECCO LA SUPERCHAMPIONS! FA DISCUTERE IL PROGETTO DI RIFORMA...
Estratto dell’articolo di Davide Stoppini per il “Corriere della Sera”
Vade retro A22. […] È la società che ha provato (e forse sotto sotto ci spera ancora) a tenere in vita un’idea di Superlega rivisitata, riscrivendo il format dell’attuale Champions League per un torneo ancora più elitario, in cui le grandi squadre giocano solo contro le grandi squadre. Ecco: ieri all’ora di pranzo Uefa e Efc, il nuovo acronimo della vecchia Eca, hanno annunciato di aver affidato ancora a Uc3 la vendita dei diritti tv della Champions e delle altre competizioni europee per il periodo che va dal 2027 al 2033, in partnership con l’agenzia americana Relevent.
Sarà una vendita globale, non per singolo Paese come è avvenuto finora. La nota può essere letta in due modi. La prima: non c’è spazio per A22 e per Unify, la piattaforma di diffusione digitale che era stata pensata nel 2021 per la Superlega. […] E non c’è neppure tempo. Impensabile che si parta oggi con la vendita di diritti tv che si riferiscono a un format Champions e poi in corso d’opera il format cambi all’improvviso: come reagirebbero i broadcaster?
La seconda chiave di lettura è quella che regala meno sorrisi ai club medio piccoli e anche alle Leghe nazionali. Perché l’annuncio di Uc3 certifica la voglia e l’ambizione della Uefa e della Efc di incrementare i 4,4 miliardi di euro incassati dai diritti tv nella stagione scorsa, con l’obiettivo di superare quota 6 miliardi: si sussurra che ci sia già l’interesse di Netflix. Tutto legittimo, per carità.
Ma il problema è come eventualmente verranno distribuite queste risorse aggiuntive. La Efc è diventata un’associazione con oltre 800 club iscritti, con un board di 30 membri, ma in realtà le decisioni vere passano attraverso i top club, con Nasser Al Khelaifi in testa.
Dunque: è concreto il rischio che la quota aggiuntiva di diritti tv finisca nelle tasche dei grandi club, che dunque aumenti ancora di più il gap tra chi arriva in fondo alla Champions, chi magari si ferma alla prima fase o chi addirittura alle coppe proprio non partecipa, al quale attualmente viene destinato il 10,6% del totale. E non va lasciata inascoltata la preoccupazione delle Leghe nazionali, secondo cui l’Efc potrebbe diventare l’unico interlocutore della Uefa.
[…] Oggi resta fuori dall’Efc ormai solo il Real Madrid. Ma potrebbe essere solo una questione di tempo.
Nel pomeriggio l’assemblea Efc è proseguita con l’elezione nel board di Beppe Marotta: il presidente dell’Inter ha preso il posto lasciato vacante da Alessandro Antonello, attuale amministratore delegato del Marsiglia. Si è parlato anche di altri temi a margine, come le multiproprietà e il rilascio dei giocatori da parte dei club alle nazionali, argomento a cui i club tengono molto. Non è stata toccata, al contrario, la questione della riforma dei calendari. […]