mai dire gol

"OGGI SAREBBE IMPROPONIBILE RIFARE MAI DIRE GOL". ECCO IL MOTIVO – MARCO SANTIN DELLA GIALAPPA’S: "IL MONDO DEL CALCIO  È UN PO’ PERMALOSO, I CALCIATORI ERANO I PRIMI A DIVERTIRSI. A NON DIGERIRE LE NOSTRE GAG ERANO I PRESIDENTI E QUALCHE MISTER. TRAPATTONI SI ARRABBIÒ" - "LA TV NON RISCHIA PIÙ. CON SKY ACCORDO SALTATO DUE VOLTE - GLI INIZI CON ALDO, GIOVANNI E GIACOMO FURONO DIFFICILI, ALE E FRANZ CON NOI HANNO RESO MENO DI QUANTO MERITASSERO. LUTTAZZI? GLI ABBIAMO TOLTO QUELLA PATINA DI FREDDEZZA" - E POI TEOCOLI, ARNOLDO FOA' E IL FILM: "ERAVAMO AVANTI" - VIDEO

Massimo Falcioni per https://www.tvblog.it/

 

 

Sono le voci più inconfondibili della tv. Voci che però mancano dal piccolo schermo da oltre due mesi. Un’assenza pesante quella della Gialappa’s Band che, a causa dell’emergenza coronavirus, è stata costretta a tirare il freno.

mai dire gol gialappa's marco santin

 

Non so quando torneremo a Le Iene, non ne ho la più pallida idea”, confida a TvBlog Marco Santin. “Abbiamo un contratto, in teoria scadrebbe a giugno, ma non avendo realizzato delle puntate potrebbe esserci una proroga. Non lo sappiamo davvero”.

 

Prima la sparizione del pubblico in studio, poi la sospensione dello show. Infine il ritorno, con la formula della conduzione al tavolo affidata ai tre inviati. L’allontanamento momentaneo di Santin, Taranto e Gherarducci è stato tanto graduale quanto inevitabile, all’interno di un universo televisivo che in brevissimo tempo ha stravolto toni, palinsesti e scalette.

Cazzeggiare in questo periodo? Dipende da come lo fai – spiega Santin – provare a ridere di tutto è indispensabile per vivere, ma pure il cinismo divertente a volte è stridente. Capisco che non sempre la missione riesca. Se si oltrepassa il confine, una battuta può diventare fuori luogo. E quel confine è molto sottile”.

 

mai dire gol

Trentatré virgola tre per cento del gruppo, Marco racconta i mesi del lockdown svelando sentimenti inediti di paura ed angoscia. “Ho vissuto momenti tosti, difficili. Ebbi una leggera febbre, proprio agli inizi dell’emergenza. Mi sono isolato da tutti per quindici giorni. Poi la febbre è sparita, ma persone che conoscevo bene si sono ammalate e miei parenti del Veneto sono morti. Non ho potuto né salutarli, né omaggiarli. Non erano nemmeno anziani, volendo dirla tutta. In quel frangente vedevo l’epilogo molto lontano. Finiremo nei libri di storia, non credo ci fosse persona al mondo che potesse immaginare una situazione del genere”.

 

 

In questa fase di restrizioni a livello produttivo, sarebbe stato interessante e vantaggioso mettere in piedi un programma di semplice commento al ricco materiale sfornato dai social.

“Mi fa piacere che tu dica questo. Gli spunti per le prese in giro ci sono. Personalmente, ho provato a costruire qualcosa su Instagram raccogliendo le robe più buffe che c’erano in giro, ma non è stato possibile. Il mondo dei social è un territorio che la televisione ha toccato pochissimo, mentre i social spesso toccano la televisione. E’ un peccato. Tanto tempo fa preparammo un programma dedicato al web, avrebbe dovuto condurlo Claudio Bisio. Alla fine non vide la luce, ma ai tempi di Rai dire news – ad esempio - usavamo a piene mani il materiale proveniente dalla rete”.

 

E’ dunque una tv che rischia poco.

mai dire gol gialappa's

“Purtroppo ha poca voglia di mettersi in gioco. Io, Giorgio e Carlo siamo figli di Italia 1 e c’è stato un periodo in cui quel canale era la fucina di nuove idee. C’era il desiderio di provare, di proporre un canale giovane. E’ rimasto poco di quel mondo. C’è poca voglia, forse anche meno soldi, allora si va sul sicuro e si sperimenta poco. La tv ha più fretta di una volta. Tanti programmi datati sono ancora in onda perché hanno avuto la forza di resistere alle fatiche iniziali. Si ebbe il coraggio di non stopparli, di insistere e i risultati si videro. In questo senso, la tv attuale fatica. Noi l’anno scorso lanciammo Mai dire talk, un programma nuovo che andava corretto, aggiustato, testato. Purtroppo dopo sei puntate è stato interrotto”.

 

A proposito dei vostri programmi, qual è stato il periodo più complicato vissuto in questi trent’anni?

“Quando cinque anni fa passammo in Rai. Mediaset in quel momento non credeva molto in noi, eravamo presenti solo con Le Iene, come quest’anno peraltro. Capimmo che era il caso di provare altro e le due stagioni successive furono ricche di soddisfazioni”.

 

La fase più esaltante?

“Ce ne sono state tante. Potrei citarti le prime stagioni di Mai dire gol. L’anno in cui se ne andò Teo (Teocoli, ndr) vincemmo il Telegatto. Tutti diedero qualcosa in più. Senza dimenticare il 1990, anno in cui diventammo famosi in tutta Italia per le nostre cronache dei Mondiali”.

mai dire gol gialappa's

 

Alle vostre sigle prendevano parte calciatori ed allenatori. Oggi sarebbe improponibile.

“Sarebbe improponibile rifare Mai dire gol, più che altro. Scoppierebbero dei casini sui social con offese e contro offese. All’epoca era tutto più semplice, Mandi Mandi e Frengo giocavano sugli stereotipi friulani e pugliesi, ma erano in realtà degli omaggi. Quel mondo è un po’ permaloso, anzi ci stupì l’entusiasmo dei calciatori. Erano i primi a divertirsi, addirittura facevano delle delazioni per prendere in giro altri giocatori. A non digerire le nostre gag erano al contrario i presidenti e qualche mister. Trapattoni si arrabbiò tantissimo, ma noi l’abbiamo sempre amato”.

 

C’è qualche personaggio che non ha funzionato?

“Sicuramente e più di uno. Ricordo la fatica degli inizi di Aldo, Giovanni e Giacomo. Avevano i loro pezzi e infilare le nostre voci era complicato. In effetti hanno iniziato a funzionare quando sono emersi i personaggi singoli, con gli altri due sullo sfondo. Nel caso del sardo Nico noi parlavamo solo con Giovanni”.

I bulgari però facevano eccezione.

“Erano sketch di movimento, i bulgari non parlavano. Mi vengono in mente gli arbitri rinchiusi nello spogliatoio, era un pezzo bellissimo ma probabilmente doveva essere concepito senza le nostre voci. Infatti lo abbandonammo. La Tv Svizzera, viceversa, prevedeva il nostro commento in un pezzo chiuso, dove non interagivamo. Anche Ale e Franz, attori bravissimi e di talento, con noi hanno reso meno di quanto meritassero”.

mai dire gol 4

 

Scopriste Paola Cortellesi grazie alla visione di un vhs. Con Virginia Raffaele invece come iniziò la collaborazione?

“Se non ricordo male ce la segnalarono Gigi e Ross. Virginia partecipava ad un programma radiofonico con Lillo e Greg e ci consigliarono di monitorarla. In seguito guardammo dei filmati su Youtube, la chiamammo subito. Venne a trovarci il 22 dicembre e la prendemmo immediatamente. Passò il Natale a Milano per provare i trucchi dei personaggi che avrebbe dovuto interpretare. Una grandissima, se la gente è valida è normale che venga richiesta altrove. La bravura scatena inevitabili dinamiche”.

 

In questi casi prevale l’orgoglio o un comprensibile fastidio?

“Personalmente, non ho mai pensato di nessuno ‘l’ho inventato io’. Quando una persona ha talento viene chiamata in giro. Anche Mai dire talk, che non è stato capito e non ha avuto una continuazione, ha rappresentato un trampolino per Francesca Manzini. Più complicato il discorso de Le Coliche, ma stavamo lavorando su di loro per renderli più televisivi. Avrebbero avuto bisogno di qualche uscita in più. Spesso non si capisce che se piazzi un fenomeno social paro paro in televisione, non è affatto detto che funzioni automaticamente”.

 

Per tre anni lavoraste con Daniele Luttazzi. Che tipo era?

mai dire gol teocoli albanese

“Era particolare, divideva molto, ma a me piaceva tantissimo. Da noi fece grandi stagioni. Combattemmo per togliergli quella patina di freddezza che mostrava in video. Il personaggio di Panfilo Maria Lippi, il giornalista di Tabloid, non era altro che un Luttazzi addolcito dal trucco. Quell’escamotage lo rendeva più simpatico e il pubblico lo accettò”.

Da decenni ospitate in radio le innumerevoli voci di Gianfranco Butinar. Perché non lo abbiamo mai visto nei vostri programmi televisivi?

“Ci abbiamo provato. Secondo me è straordinario, ma le performance in video forse erano troppo complesse. Ha una conformazione del viso particolare, non era facile da truccare, nonostante avessimo uno staff di truccatori mostruoso. La colpa fu pure nostra, dato che uno dei primi personaggi che tentammo fu Ronaldo, il Fenomeno. L’esperimento non andò bene, ma in radio a lui non abbiamo mai rinunciato”.

Nell'estate del 2006 approdaste a Sky per commentare i Mondiali. Come mai la collaborazione con la pay-tv non proseguì?

teo teocoli versione peo pericoli

“Fu un’esperienza bellissima. Avevamo un canale dedicato e, esclusi i match dell’Italia, facevamo ascolti più alti della partita col commento originale. L’azienda rimase talmente contenta che l’anno seguente avremmo dovuto realizzare una specie di Quelli che il calcio. Avevamo definito tutto, c’era già la redazione pronta. Ma quell’estate coincise con la retrocessione della Juventus, scenario che spinse Sky ad acquistare i diritti della serie B. Ci comunicarono che avevano esaurito il budget e il progetto saltò. Quattro anni dopo, nel 2010, ci fu un nuovo contatto alla vigilia del sorteggio dei gironi del Mondiale in Sudafrica. Avremmo dovuto commentare di nuovo le partite, raggiungemmo un accordo economico con stretta di mano finale, ma alla fine non se ne fece nulla”.

Tra i progetti saltati all’ultimo segnalo anche un Eurofestival, nel 2012.

“Vero, ma non ero presente alla riunione decisiva. Mi venne riferito che c’erano dei vincoli, non ricordo precisamente quali. Probabilmente non era consentito il nostro commento sopra le esibizioni dei cantanti”.

Negli ultimi anni avete regalato delle incursioni all’interno del Gf Vip e dell’Isola. Interventi considerati però brevi, circoscritti e in alcuni frangenti registrati.

“Inizialmente i nostri ingressi erano tutti in diretta. Poi decidemmo di registrare gli ultimi. Era soprattutto un problema di tempi. Eravamo chiusi negli studi di Milano e poteva capitare di essere spostati; non dipendeva da noi. I nostri interventi andavano sempre forte, ma nei reality eravamo la ciliegina e non la torta. A rimetterci fu la ciliegina”.

gialappa's band mai dire talk

 

All’attivo vantate anche un film, Tutti gli uomini del deficiente. Il successo televisivo non si spostò al cinema.

daniele luttazzi versione panfilo maria lippi

“Quel film non era male, era quindici anni avanti. Dentro c’erano i videogiochi, le interazioni. Oggi sarebbe campione d’incassi. Credo che ci fosse troppa roba all’interno, proposta in maniera troppo veloce. Riempivamo i cinema al pomeriggio, ci andavano i ragazzini, ma la sera le sale si svuotavano, gli spettatori preferivano altri titoli. Non era un film adatto al periodo natalizio. Incassò quasi 6 miliardi”.

Riusciste persino a convincere Arnoldo Foà.

“Sì, Arnoldo lo ricordo con gioia. Parlare con lui negli intervalli era davvero emozionante. Un gigante”.

rubagotti e felice caccamo gnocchi e teocolialdo giovanni e giacomo gli svizzeriantonio albanese il filosofo mino martinellicarcarlo pravettoniconte uguccione bebo storticrozza versione arrigo sacchifabio de luigi michael bublefabio de luigi versione dottor scarpafrego e stop antonio albanesegioele dix versione alberto tombai personaggi inventati dalla gialappas micio di claudio bisio i personaggi inventati dalla gialappas jean claudei personaggi inventati dalla gialappas tafazziluciana littizzetto sabbriluciana littizzetto versione bellamago oronzo raul cremonamarco santin carlo taranto giorgio gherarducci sergio ferrentinopier peter antonio albanesemarina massironi versione natoliapaola cortellesi strozusserse cosmi e maurizio crozzacetto laqualunque antonio albanesealdo giovanni e giacomo i bulgarialdo giovanni e giacomo i bulgari

 

Ultimi Dagoreport

benjamin netanyahu giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – CORRI A CASA IN TUTTA FRETTA, C’È UN CAMALEONTE CHE TI ASPETTA: QUELLA SIGNORINA ALLA FIAMMA CHE VUOLE MANTENERE UN RAPPORTO CON L’EUROPA MA NELLO STESSO TEMPO, TEMENDO DI ESSERE SCAVALCATA A DESTRA DA SALVINI, SBATTE GLI OCCHIONI A TRUMP. LA STESSA CHE IMPLORA LA FINE DELLA TRAGEDIA DI GAZA MA L’ITALIA CONTINUA A FORNIRE ARMI A ISRAELE (SECONDO PAESE DOPO GLI USA DOPO LA DECISIONE DI MERZ DI FERMARE L’INVIO DI ARMI A NETANYAHU) - A UNA DOMANDA SULL'EXPORT MILITARE ITALIANO VERSO ISRAELE, CROSETTO IN PARLAMENTO HA DETTO: "ABBIAMO ADOTTATO UN APPROCCIO CAUTO, EQUILIBRATO E PARTICOLARMENTE RESTRITTIVO". RISULTATO? NESSUNO È PIÙ IN GRADO DI SAPERE CON ESATTEZZA COSA L’ITALIA VENDE O ACQUISTA DA ISRAELE – TRA LA DISCORDANZA DELLE DICHIARAZIONI UFFICIALI E LA TRACCIABILITÀ REALE DELLE FORNITURE BELLICHE A NETANYAHU, C’È DI MEZZO LO SPORT PREFERITO DEL GOVERNO MELONI: IL SALTO TRIPLO DELLA VERITÀ… - VIDEO

elly schlein giuseppe conte goffredo bettini gaetano manfredi piero vincenzo de luca roberto gualtieri silvi salis vincenzo decaro michele emiliano

DAGOREPORT - IL PD GUIDATO DA ELLY SCHLEIN? E' COME "'A PAZZIELLA 'MMAN 'E CRIATURE". IL GIOCATTOLO STA IN MANO AI BAMBINI. E LORO CHE FANNO? CI GIOCANO, SO' BAMBINI. E LO FANNO A PEZZI - CONFONDENDO LA LEADERSHIP CON L'AMBIZIONE, LA SEGRETARIA DEL PD SI E’ RINTANATA IN UN BUNKER: DIFFIDA DI TUTTI E SI CIRCONDA SOLO DEI SUOI “PASDARAN”: BONAFONI, ALIVERNINI E TARUFFI - NON SOPPORTA L’ASSE TRA CONTE E BETTINI; VIVE CON LA PAURA CHE BONACCINI VOGLIA SOSTITUIRLA AL PRIMO PASSO FALSO E CHE SILVIA SALIS LE FREGHI LA SEGRETERIA – SOSPETTI VERSO IL SINDACO DI NAPOLI GAETANO MANFREDI, POSSIBILE “PAPA STRANIERO” DEL “CAMPO LARGO” – ELLY DIFFIDA (EUFEMISMO) DI PRODI, CHE NON LA VEDE CANDIDATA PREMIER, E DI FRANCESCHINI, CHE LA PENSA ALLO STESSO MODO MA NON LO DICE - IL FASTIDIO VERSO MISIANI, GUALTIERI, MANCINI E ONORATO - VOLEVA ELIMINARE I ''CACICCHI'' MA HA RINCULATO CON DE LUCA E SOFFRE LE SMANIE DI EMILIANO IN PUGLIA - QUALCHE ANIMA PIA SPIEGHI ALLA GRUPPETTARA DI BOLOGNA CHE NON SIAMO ALL’OCCUPAZIONE DEL LICEO, NÉ TANTOMENO SUL CARRO DEL PRIDE DOVE SI È ESIBITA IN MODALITÀ “CUBISTA” SULLE NOTE DI “MARACAIBO” (VIDEO)

beppe grillo marco travaglio giuseppe conte elly schlein eugenio giani

DAGOREPORT: IL CONTE TRAVAGLIATO - DI BOTTO, SIAMO RITORNATI AI TEMPI DI BEPPE GRILLO: SULL’OK ALLA CANDIDATURA IN TOSCANA DEL DEM EUGENIO GIANI, CONTE NON TROVA IL CORAGGIO DI METTERCI LA FACCIA E RICICCIA IL ''REFERENDUM'' ONLINE TRA GLI ISCRITTI, L’UNO VALE UNO, LA “BASE” DA ASCOLTARE - MA L'EX "AVVOCATO DEL POPOLO" NON DOVEVA ESSERE IL LEADER CHE I 5STELLE NON HANNO MAI AVUTO, QUELLO CHE SI IMPONE E TRACCIA LA VIA AL SUO PARTITO? - DATO CHE GIANI, PER VINCERE, PUO' FARE A MENO DEI VOTI 5STELLE, NEL PD S'INCAZZANO CON LA SUBALTERNITÀ A CONTE DI ELLY SCHLEIN CHE HA ACCETTATO E PROMOSSO LA CANDIDATURA DEL 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA: "QUESTI INGRATI È MEGLIO LASCIARLI CHE PRENDERLI" - MA TRA ELLY E PEPPINIELLO, C’È DI MEZZO LA COLONNA DI PIOMBO DI MARCO TRAVAGLIO, CHE DETTA OGNI MATTINA I DIECI COMANDAMENTI DELL'IDEOLOGIA M5S, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" PD-M5S SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL''ARMATA BRANCA-MELONI...

netflix disney plus streaming

DAGOREPORT - “TOPOLINO” HA FAME - DISNEY SCUCE 3 MILIARDI DI DOLLARI PER COMPRARSI LE ATTIVITÀ MEDIA DELLA NFL, LA LEGA DEL FOOTBALL AMERICANO. QUALE SARÀ IL PROSSIMO PASSO? UN CONSOLIDAMENTO NELLO STREAMING È INEVITABILE (IL MERCATO È SATURO DI SERVIZI E CONTENUTI) E C’È CHI SI SPINGE A UN’ACQUISIZIONE DI PESO, COME NETFLIX - LA PIATTAFORMA CAPITALIZZA IL DOPPIO MA FATTURA UN TERZO DELLA DISNEY  – RUMORS ANCHE SU UN INTERESSE DI AMAZON PER SPOTIFY: LÌ I SOLDI NON SAREBBERO UN PROBLEMA (IL SERVIZIO DI E-COMMERCE DI BEZOS CAPITALIZZA 2MILA MILIARDI CONTRO I 130 DELLO STREAMING MUSICALE)...

matteo piantedosi giorgia meloni carlo nordio giusi bartolozzi alfredo mantovano almasri

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI RISCHIA DI BRUTTO SUL CASO ALMASRI: PRENDERSI LA RESPONSABILITÀ DELLA SCARCERAZIONE E DEL RIMPATRIO (CON VOLO DI STATO) DEL TORTURATORE LIBICO EQUIVALE A UNA PUBBLICA SCONFESSIONE DEI MINISTRI NORDIO E PIANTEDOSI, CHE IN AULA HANNO MINIMIZZATO CON BUGIE LA QUESTIONE ATTACCANDO I GIUDICI – IL TRIBUNALE DEI MINISTRI, SCAGIONANDO LA STATISTA DELLA GARBATELLA E RINVIANDO A GIUDIZIO I DUE MINISTRI E IL SOTTOSEGRETARIO ADDETTO AI SERVIZI SEGRETI, HA APERTO UNA BOTOLA DOVE, DALL'ALTO DEL SUO DILENTATTISMO, MELONI È CLAMOROSAMENTE CADUTA - LO "SCUDO" PER SALVARE GIUSI BARTOLOZZI NON ESISTE: NON ESSENDO STATA RINVIATA A GIUDIZIO, IL GOVERNO NON PUÒ  ESTENDERE "IL CONCORSO" NEL REATO COL MINISTRO NORDIO. COSI', IL PARLAMENTO PUO' NEGARE L'AUTORIZZAZIONE A PROCEDERE CONTRO PIANTEDOSI, NORDIO E MANTOVANO, MA LA PROCURA DI ROMA NON AVRÀ ALCUNO OSTACOLO A RINVIARE A GIUDIZIO LA BARTOLOZZI, CON CONSEGUENTI ''RICADUTE POLITICHE'' SU MELONI - PERCHE' NON HANNO MESSO IL SEGRETO DI STATO...