
SI E’ MAGNATO TROPPO CULATELLO: LO RICONOSCETE? IL CORPULENTO 56ENNE E’ ARRIVATO QUARTO NELLA CLASSIFICA DEL PALLONE D'ORO NEL 1994, HA FATTO L’IMPRENDITORE NEL SETTORE DELLE CALZATURE, IL PRODUTTORE MUSICALE, IL RISTORATORE, L’IMMOBILIARISTA, IL GIOCATORE DI POKER A LIVELLO PROFESSIONISTICO E ADESSO, TRA LE TANTE ATTIVITÀ CHE HA MESSO IN PIEDI, VENDE ASPIRAPOLVERI (DOVREBBE TROVARE ANCHE UN ASPIRAGRASSO) – “LA VITA È TROPPO BREVE PER NON DIVERTIRSI, TUTTO CAMBIÒ QUANDO CONOBBI UN INVENTORE…” – DI CHI SI TRATTA? - VIDEO
Andrea Schianchi per gazzetta.it - Estratti
Se la vita è un’opera teatrale, lui ha dimostrato (e sta dimostrando) di saper calcare il palcoscenico con il coraggio e la consumata maestrìa che sono proprie dei grandi attori. Ogni sera una nuova recita, magari anche un nuovo ruolo.
Tomas Brolin, a 56 anni non ancora compiuti, è stato un calciatore di successo (con il Parma, il Leeds, il Crystal Palace e la nazionale svedese con cui ha conquistato il terzo posto al Mondiale del 1994), un imprenditore nel settore delle calzature, un produttore musicale, un ristoratore, un immobiliarista, un giocatore di poker a livello professionistico e adesso, tra le tante attività che ha messo in piedi, vende aspirapolveri. Il mondo del pallone, che resta il suo primo amore, lo segue con il distacco di chi conosce i momenti dell’esistenza: c’è un tempo per essere protagonisti e un tempo per fare la parte degli spettatori.
"Un divertimento quando ero un bambino e un lavoro quando sono diventato un po’ più grande. Sicuramente un’avventura indimenticabile, perché ho vinto tanto: con il Parma una Coppa Italia, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa Europea, una Coppa Uefa. Con la Svezia sono arrivato terzo al Mondiale nel 1994. E in quell’anno mi piazzai al quarto posto nella classifica del Pallone d’Oro, dietro a Stoichkov, Roberto Baggio e Paolo Maldini. Mica male, no?".
Una carriera di successo, ma a 28 anni ha detto basta. Perché?
"Ero sinceramente stanco di allenarmi tutti i giorni e mi frullavano altri progetti in testa. Sono sempre stato molto curioso".
Che cosa la incuriosì tanto?
"Un uomo si avvicinò a me. Era un personaggio strano: un inventore. Mi propose la sua nuova idea di aspirapolvere. Ne fui letteralmente attratto e con lui aprii un’azienda. Fu la spinta che non mi diede più la voglia di tornare in campo".
Ci fu qualcuno che le sconsigliò quel passo?
"All’epoca tutti mi dicevano che a 28 anni era troppo presto per ritirarsi, ma io rispondevo: 'Dipende da che cosa hai fatto in quei 28 anni'. Io, in carriera, avevo fatto parecchio. E la vita è troppo breve per fare cose noiose. Non faccio cose che non mi divertono".
Com’era il Brolin pokerista?
"Tranquillo, come in campo. Potevo avere carte bellissime o carte pessime, ma non lasciavo trasparire nulla dal volto. Cercavo di studiare gli avversari. Il gioco consiste soprattutto in questo. Poi, però, anche questo ambiente mi ha stancato. A volte mi chiedo: non sarò troppo inquieto? Il fatto è che ho sempre bisogno di nuovi stimoli".
(…)