daniele de rossi

TORNA UN GRANDE CLASSICO: DE ROSSI CHE QUERELA I GIORNALISTI – IL TECNICO DELLA ROMA, INVECE DI SPIEGARE GLI ERRORI IN SEDE DI MERCATO E L’AVVIO CHOC IN CAMPIONATO, SE LA PRENDE PER GLI SCOOP INVENTATI SULLE SUE PRESUNTE LITI CON CRISTANTE, MANCINI E L'AD LINA SOULOUKOU - “L’UNICA COSA VERAMENTE ACCADUTA È UNA DISCUSSIONE CON BRYAN CRISTANTE” - NEL 2021 DE ROSSI QUERELÒ CARLO BONINI E MARCO MENSURATI DE "LA REPUBBLICA" PER...

Da professionereporter.eu

 

de rossi cristante

Lite con il difensore Gianluca Mancini. Contrasti con l’amministratore delegato Lina Souloukou. Rissa con il centrocampista Bryan Cristante. Nel giro delle prime due partite di campionato della Roma. Protagonista, sempre l’allenatore Daniele De Rossi. Che il 31 agosto, nella conferenza stampa alla vigilia di Juventus-Roma, ha detto: “L’unica cosa veramente accaduta è una discussione -non una rissa- con Bryan Cristante”. E ha annunciato querele.

 

Dice de Rossi riguardo a Cristante: “Abbiamo discusso per 10 secondi senza far volare parole grosse. Una discussione normale che è stata fatta passare per una rissa con io che avevo picchiato lui e viceversa. E’ grave perché la discussione era vera e qualcuno gli ha voluto dare una sfumatura diversa. Quindi mi tocca querelare. È stato detto che io ho messo le mani addosso a un giocatore e non è una cosa normale. Qui se ne inventano tante, ne ho sentite anche di peggiori e non va bene”.

 

 

de rossi cristante

Poi, sulle liti con Souloukou e Mancini. “E’ stato scritto che prima dell’Empoli ho litigato con Lina, ma io non l’avevo neanche vista. È stato scritto che ho  litigato con Mancini: magari è stata data una polpetta avvelenata, però potevi verificare. Con Cristante ho discusso, con Mancini non ho mai litigato. Non l’avevo neanche letta e me l’ha fatta leggere lui. Quando parlo di querele parlo di qualcuno che dice che metto le mani addosso ai giocatori”.

 

Poi, più specificamente sul giornalismo: “Il vostro lavoro è dire quello che è successo, trovare qualche scoop, lo capisco. Ma se li inventate non ho difesa e chi li legge fuori ci crede. Non facciamo il bene mio e della società. Non stiamo aiutando la Roma se ci inventiamo le cose gravi. L’unica vera era lo scontro con Bryan durata 20 secondi. Ne ho viste oltre 100 peggio. Il giorno dopo ci siamo abbracciati ed è stata trasformata in una rissa. Per me è tanto grave”.

 

 

 

de rossi cristante

La lite con Cristante è stata lanciata da Rai Sport e RaiNews e poi ripresa (quasi sempre citando le fonti) da tutti i principali giornali e radio. La lite con Mancini è stata data da la Repubblica. Mancini, secondo la ricostruzione, avrebbe contestato la scelta di De Rossi di lasciare fuori Dybala nella partita contro il Cagliari. Il calciatore sui social ha replicato: “Mi dispiace molto leggere la ricostruzione di oggi. Non ho mai messo in discussione le scelte degli allenatori e non intendo farlo. Non c’è stata alcuna discussione con il mister. La Roma è una cosa seria e noi la trattiamo con rispetto e siete pregati di fare lo stesso, senza inventare episodi mai accaduti, solo per mettere confusione intorno alla Roma. Siamo dispiaciuti per questo avvio di stagione, ma siamo uniti e concentrati per la partita di Torino”.

 

 

de rossi cristante

La notizia sulla lite con Souloukou è stata pubblicata su vari organi di informazione: “Sembra che l’allenatore della Roma De Rossi, il Ceo Souloukou e in generale la società abbiano avuto divergenze per quanto riguarda il mercato e la prestazione della squadra. Da quanto esce da Trigoria sembra che il tecnico giallorosso De Rossi e la società abbiano avuto forti divergenze su mercato e prestazioni della squadra”.

 

Da alcuni anni le squadre di calcio più importanti hanno blindato le informazioni. I giornalisti possono avere contatti con giocatori, staff tecnici e dirigenti solo quando la società decide e solo con chi la società decide. In questo clima è più facile che fioriscano false informazioni, che rimbalzano da un media all’altro senza controlli.

 

De Rossi è molto schietto nelle conferenze stampa, cerca di non rifugiarsi nelle formule di rito e nelle banalità, ma già lo scorso anno a un certo punto riprese i giornalisti proprio  sulla base di un giudizio gonfiato sull’allenatore del Milan, Pioli. Nel 2021 invece De Rossi querelò Carlo Bonini e Marco Mensurati de la Repubblica per la ricostruzione di una rivolta di De Rossi contro Totti e l’allenatore Di Francesco: il giudice ha dato ragione all’attuale allenatore della Roma.

daniele de rossi

Ultimi Dagoreport

giampaolo rossi rai report sigfrido ranucci giovanbattista fazzolari francesco lollobrigida filini

DAGOREPORT – GIAMPAOLO ROSSI IERI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI NON HA INCONTRATO SOLO I FRATELLINI D’ITALIA, MA TUTTI I PLENIPOTENZIARI PER LA RAI DEI TRE PARTITI DI MAGGIORANZA: GASPARRI (FI), MORELLI (LEGA) E FILINI (FDI). TUTTI SI SONO LAMENTATI CON L’EX FILOSOFO DI COLLE OPPIO, MA IL PIÙ DURO È STATO IL SOTTOTENENTE DI FAZZOLARI. FILINI SPRIZZAVA FIELE PER L’INCHIESTA DI “REPORT” SUI FINANZIAMENTI ALLEGRI DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA ALLA SAGRA DEL FUNGO PORCINO DI LARIANO…

giorgia meloni daria perrotta giancarlo giorgetti

FLASH – GIORGIA MELONI HA DETTO A BRUTTO MUSO AL RAGIONERE GENERALE DELLO STATO, DARIA PERROTTA: “QUESTO È UN ESECUTIVO POLITICO E NON TECNICO”. IL CENTRODESTRA HA GIÀ SILURATO IL DG DEL TESORO, ALESSANDRO RIVERA, HA LIQUIDATO L’EX RAGIONIERE BIAGIO MAZZOTTA E HA ACCOMPAGNATO ALL’USCITA IL DIRETTORE DELLE PARTECIPATE, MARCELLO SALA. ORA SE LA PRENDE ANCHE CON LA FEDELISSIMA DI GIANCARLO GIORGETTI, CHE NON È CERTO UNA PERICOLOSA COMUNISTA, NÉ UNA OSTILE “MANDARINA” IN QUOTA “DEEP STATE”. A DESTRA COSA PRETENDONO DA MEF E RAGIONERIA? CHE SIANO USI A OBBEDIR TACENDO? DAVANTI AI TRISTI NUMERI, NON CI SONO IDEOLOGIE O OPINIONI…

sangiuliano gasdia venezi giuli

SULLA SPOLITICA CULTURALE DELLA “DESTRA MALDESTRA” – ALBERTO MATTIOLI: “CI RENDEMMO SUBITO CONTO CHE DA SANGIULIANO C’ERA NULLA DA ASPETTARSI, A PARTE QUALCHE RISATA: E COSÌ È STATO. GIULI AVEVA COMINCIATO BENE, MOSTRANDO UNA CERTA APERTURA E RIVENDICANDO UN PO’ DI AUTONOMIA, MA MI SEMBRA SIA STATO RAPIDAMENTE RICHIAMATO ALL’ORDINE - CHE LA DESTRA ABBIA PIÙ POLTRONE DA DISTRIBUIRE CHE SEDERI PRESENTABILI DA METTERCI SOPRA, È PERÒ UN FATTO, E PER LA VERITÀ NON LIMITATO AL MONDO CULTURALE - IL PROBLEMA NON È TANTO DI DESTRA O SINISTRA, MA DI COMPETENZA. CHE BEATRICE VENEZI NON ABBIA IL CURRICULUM PER POTER FARE IL DIRETTORE MUSICALE DELLA FENICE È PALESE A CHIUNQUE SIA ENTRATO IN QUALSIASI TEATRO D’OPERA - (PERCHE' SULL’ARENA DI VERONA SOVRINTENDE - BENISSIMO - CECILIA GASDIA, DONNA E DI DESTRA, SENZA CHE NESSUNO FACCIA UN PLISSÉ?)’’

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA") 

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....