1. MORIRE E DIVERTIRSI A BEIRUT, TRA SIGNORI IMBOTTITI DI ESPLOSIVO CHE HANNO PENSATO BENE DI FARSI SALTARE IN ARIA DAVANTI ALL’AMBASCIATA IRANIANA (26 MORTI E 140 FERITI) E GENTE CHE SI TUFFA NEI PIACERI DELLA NOTTE DELLA CAPITALE INDISCUSSA DELLA DOLCE VITA IN MEDIO ORIENTE. QUI CI SONO PIÙ BANCHE E DISCOTECHE CHE UFFICI PUBBLICI. E DOPO “PIZZA”, LA PAROLA ITALIANA PIÙ USATA È “BUNGA-BUNGA” 2. NONOSTANTE TUTTO E NONOSTANTE UNA GUERRA A POCHI KILOMETRI, BEIRUT OFFRE TUTTO IL MEGLIO E IL PEGGIO DELL’OCCIDENTE E DEL MONDO ARABO. LO HA FRULLATO ED È DIVENTATA QUELLO CHE È. CI SONO PIÙ SAUNE OMO CHE A MILANO. IN BARBA ALLA LEGGE ISLAMICA, SI BEVE SOLO VODKA. LA PROSTITUZIONE (ANCHE MINORILE) DEI PROFUGHI SIRIANI CHE SONO SCAPPATI IN LIBANO DILAGA, E OGNI LOCALE FA BABILONIA OGNI SERA 3. CURIOSITÀ: DOMENICA A BEIRUT IN SCENA IL CONCERTO DI VINICIO CAPOSSELA. SOLD OUT!

Alberto Dandolo per Dagospia

Premessa. Siamo in Libano per fare "una cosa seria seria" per dirla alla Lucia Annunziata (ve la ricordate qualche anno fa quando nel promo di un suo programma sostenne che lei faceva cose "serie serie" di contro ai vari e avariati dibattiti televisivi sul Festival di Sanremo?). Stiamo qua, con un gruppo di colleghi, a cercare di capire e raccontare gli effetti della tragedia siriana su questo Paese e la sua gente. E questi racconti li leggerete sui giornaloni.

Qui vogliamo lasciare uscire il "cafonal" che è in noi, e che non riesce proprio a sopirsi. Accanto ad ogni dramma c'è la vita che continua a scorrere. Con tutti i suoi chiaroscuri. Con gli alti e i bassi, il bello e il brutto, il buono e cattivo gusto. E non potevamo quindi rimanere indifferenti al volto più "dis-umano" della capitale della terra dei cedri, non potevamo restare impassibili di fronte alla "cafonalissima" Beirut.

Intanto siamo arrivati qua in pieno codice rosso. Dopo un'ora che avevamo posato i culi sulle sedie di una kebaberia del centro due signori imbottiti di esplosivo hanno pensato bene di farsi saltare in aria davanti all'Ambasciata iraniana. Risultato: 26 morti e 140 feriti.

Ma Beirut è Beirut. E sa sempre come reagire. E' rinata tante volte dalle sue ceneri. E a quest'attentato ha reagito con la freddezza e la (forzata) indifferenza di sempre. Beirut sembra impassibile di fronte alle tragedie che la colpiscono. Sembra algida e distaccata. Ma non è così. Beirut è come una madre che ha perso molti dei suoi figli. Una madre che di fronte alle nuove perdite non ha più manco una lacrima. E guarda avanti con coraggio e forse con rassegnazione.

Dopo un paio d'ore dall'attentato Beirut ha ripreso infatti la vita di sempre. Con i suoi eccessi e le sue "per-versioni". Beirut è la capitale indiscussa del piacere e della movida in Medio Oriente. Qui ci sono più banche e discoteche che uffici pubblici. Questo vuol dire banalmente che circola molto denaro e molta voglia di far festa. Nonostante tutto e nonostante una guerra a pochi kilometri.

Il libanese di Beirut esprime se stesso e la cultura del suo popolo alla guida. Qua so matti. Ogni macchina per strada fa di testa sua. Non esistono regole, non esiste il rispetto di alcun codice stradale. Tutti fanno quel che cazzo vogliono e come vogliono. L'"altro" è solo un ostacolo. Qui vige un individualismo sfrenato. Ai limiti del sopportabile. E' infatti cosa molto difficile "far gruppo" in sta città. La gente ti accoglie con cortesia e con rispetto. Ti fa arrivare (metaforicamente) fino all'uscio di casa sua ma poi non ti fa entrare. Il loro unico nucleo affettivo è quello della famiglia d'origine. "Tutto il resto è noia". Rottura di maroni (e di maroniti!).

Il quartiere più vivo della movida cittadina si chiama Hamra. E' pieno di locali e club. Aperti fino all'alba e dove scorrono fiumi e fiumi di alcol (ma il 60% della popolazione non è islamica?). Questo è il quartiere più tollerante e più aperto (è quello che si espone di più rispetto agli altri). Tanti i club in cui è possibile far casino o incontrare allegre signorine e signorini a tariffe occidentali. Ma il fenomeno più nuovo (e francamente triste) è quello della prostituzione (anche minorile) di alcuni cittadini siriani che si sono riversati qui a causa del conflitto. E che non hanno speranza e hanno visto nella vendita del "piacere" l'unico modo per sbarcare il lunario.

Qui la tariffa base è 200 dollari americani. Noi italiani ci facciamo sempre riconoscere. Alcuni ragazzi ci dicono che i loro clienti migliori e i più numerosi arrivano dal paese del Pompetta (ahimè il nostro). Che qua è considerato una specie di mito (ma perché non si trasferisce qui? Aridategli il passaporto!). E dopo la parola "pizza" la più usata è "bunga-bunga". Nnamo bene!

A dimostrazione che Beirut risorge dalle sue ceneri e simbolo di questo "atteggiamento" è un luogo: il club Q018.

Vi domanderete perché. Semplice: questa, che è la discoteca più cool del momento, nasce fisicamente su una collinetta dove sono sepolti 20.000 corpi. In realtà sotto il pavimento luccicante della pista da ballo c'è una enorme fossa comune. Quella che risale al conflitto estenuante che ha colpito Beirut negli anni a cavallo tra i '70 e gli '80.

Insomma qua "si balla sui morti" ed è un degenero totale. La serata più tosta è quella sponsorizzata da una nota marca di vodka (vedi foto). In questa serata si beve solo vodka. Se ne beve fino a perderei sensi (dicono che nei bagni si navigli a vista tra i vomiti e collassi). Qua le più disinibite sono le ragazze e c'è pure un gruppo di ballerine travestite da soldatesse (vedi foto).

Ma Beirut è anche tollerante con il mondo gay. Qua ci sono più saune omo che a Milano. La più famosa e lussuosa (carissima) si chiama "Spartacus". E' tutta un trionfo di architettura araba (vedi foto). Una babele di archi, colonnati, mosaici, piscine. Qua ci vengono i libanesi ricchi ( per lo più cristiani maroniti o ortodossi) e occidentali arrapati ( manco a dirlo folta la clientela italiana).

E poi c i ha colpito un locale: l'Elephant Gun (vedi foto). Qua si riuniscono i radical chic di Beirut. ‘Na banda di fulminati simpatici e figli di papà che si sentono artisti. L'ultimo spettacolo che hanno fatto era una commedia molto sofisticata e ben curata nei costumi e nelle musiche. Non è mancata nemmeno la scena dal vago sapore "sado". Un uomo legato a un guinzaglio portato a spasso dalla sua donna come un cagnolino (vedi foto). A dimostrazione che Beirut ha preso tutto il meglio e il peggio dall'occidente e dal mondo arabo. Lo ha frullato ed è diventata quello che è.

Ps: curiosità: questa domenica al Teatro Nazionale di Beirut si è tenuto il concerto di Vinicio Capossela. Sold out!

 

 

Buddha Bar playmate beirut Pier Beirut b Pier Beirut Milk Beirut la movida di beirut BEIRUT

Ultimi Dagoreport

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?

pippo baudo senato

SI E' SPENTO A 89 ANNI IL MITOLOGICO PIPPO BAUDO - L’UOMO CHE HA SCOPERTO TUTTI (PER PRIMO SE STESSO), DEMOCRISTIANO DI FERRO, HA ATTRAVERSATO CRISI DI GOVERNO E CAMBIAMENTI IN RAI E VANTA IL RECORD DEI FESTIVAL DI SANREMO CONDOTTI (13) – QUANDO SFIORÒ LA CRISI INTERNAZIONALE, NEL 1986, PER LO SKETCH DEL TRIO SOLENGHI-MARCHESINI-LOPEZ SULL'AYATOLLAH KHOMEINI. E QUANDO LANCIÒ BEPPE GRILLO CHE PRONUNCIÒ LA CELEBRE BATTUTA SU BETTINO CRAXI: "SE IN CINA SONO TUTTI SOCIALISTI, A CHI RUBANO?" (VIDEO) - "LO SHOWMAN DELLA TRADIZIONE, IL SUPERCONDUTTORE, L’ORGANIZZATORE DI UN INTRATTENIMENTO SEMPRE SINTONIZZATO SUL PENULTIMO PARADIGMA DEL CONSENSO POPOLARE, SENZA SQUILLI REAZIONARI E SENZA STRILLI AVANGUARDISTICI: CLASSI MEDIE, PUBBLICO MEDIO, SENSIBILITÀ MEDIA. PERCHÉ BAUDO È IL CENTRO. CULTURALE, POLITICO, SOCIALE" (EDMONDO BERSELLI)

putin trump

DAGOREPORT - IL FATTO CHE PUTIN SIA RITORNATO A MOSCA CON L’ALLORO DEL VINCITORE, LA DICE LUNGA DI COME SIA ANDATO L’INCONTRO CON TRUMP. DEL RESTO, COME PUOI CONFRONTARTI CON GLI ESPERTI DIPLOMATICI RUSSI (SERGEI LAVROV E YURI USHAKOV), AFFIANCATO DA UN SEGRETARIO DI STATO COME MARCO RUBIO, NOTORIAMENTE A DIGIUNO DI GEOPOLITICA, E DA UN VENDITORE DI APPARTAMENTI COME STEVE WITKOFF? – PUTIN, SORNIONE, HA CERCATO DI CONVINCERE TRUMP DI TAGLIARE I LACCI E LACCIUOLI CON I LEADER EUROPEI - MISSIONE NON OSTICA VISTO I “VAFFA” ALLA UE, ULTIMO DEI QUALI LA GUERRA DEI DAZI - TRA VARI MOTIVI CHE MANTENGONO ACCESO UN INTERESSE DI TRUMP CON L’EUROPA, FA CAPOLINO L’EGO-SMANIA DI ESSERE INCORONATO, COME OBAMA, CON IL NOBEL DELLA PACE. ONORIFICENZA CHE VIENE PRESA A OSLO E NON A MAR-A-LAGO - E ADESSO COSA POTRÀ SUCCEDERE LUNEDÌ PROSSIMO NELLA SALA OVALE DOVE È ATTESO L’INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY? LA PAURA CHE IL LEADER UCRAINO SI PRENDA UN’ALTRA DOSE DI SCHIAFFI E SBERLEFFI DAL TROMBONE A STELLE E STRISCE INCOLPANDOLO DI ESSERE IL RESPONSABILE DEL FALLIMENTO DELLA SUA TRATTATIVA CON MOSCA, HA SPINTO MACRON A CONVOCARE I ''VOLENTEROSI'' -OBIETTIVO: PREPARARE ZELENSKY AL SECONDO ROUND CON IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA...

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…