
SIAMO ALLE SOLITE: LE PIATTAFORME STREAMING SPREMONO I CLIENTI PER FAR TORNARE I CONTI – DISNEY+ ANNUNCIA L’AUMENTO DEI PREZZI DEGLI ABBONAMENTI: PER ORA L’INCREMENTO RIGUARDA SOLO GLI STATI UNITI, MA PRESTO ARRIVERÀ ANCHE IN ITALIA – I FILM E SERIE TV ON-DEMAND SEMBRAVANO L’EL DORADO DELL’INTRATTENIMENTO, MA LA CONCORRENZA SPIETATA, LA QUALITÀ BASSA DEI CONTENUTI E I COSTI STELLARI DELLE PRODUZIONI HANNO MESSO IN DIFFICOLTÀ LE AZIENDE, MENTRE GLI UTENTI SONO IN FUGA…
Estratto dell’articolo di Saverio Alloggio per www.corriere.it
È diventato un rito che si ripete con puntualità quasi svizzera: ogni autunno, Disney+ annuncia un aumento dei prezzi negli Stati Uniti. E ogni autunno, dopo poche settimane, la stessa sorte tocca agli abbonati europei e italiani. Il 2025 non fa eccezione: dal 21 ottobre, negli Usa, il piano con pubblicità salirà da 9,99 a 11,99 dollari al mese, mentre il Premium senza spot passerà da 15,99 a 18,99 dollari. Anche le formule annuali saranno ritoccate, con rincari fino a 30 dollari.
[…] anche in Italia i listini cambieranno. L’ultima promozione, attiva fino al 27 settembre, prevede che alla fine del periodo scontato venga applicato «il prezzo in vigore al momento del rinnovo». Prezzo che, nei documenti ufficiali, compare già a partire da 6,99 euro. Un dettaglio che vale più di un comunicato stampa.
PERCHÉ DISNEY+ AUMENTA
Oggi il piano con pubblicità costa 5,99 euro. L’aumento minimo, quindi, sarà di un euro. Ma il ritocco interesserà tutte le formule: lo Standard senza inserzioni sembra essere destinato a passare da 9,99 a 10,99 euro, mentre il Premium - quello che consente il 4K e lo streaming su quattro dispositivi in contemporanea - potrebbe salire a 15,99 euro, contro gli attuali 13,99. Le annualità, a loro volta, sembrano destinate a toccare quota 109,90 e 159,90 euro rispettivamente. […]
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SU DISNEY+ ARRIVA «L'UTENTE EXTRA». ECCO COME AGGIUNGERLO AL NUCLEO FAMILIARE E CHI POTRÀ UTILIZZARLO
Il punto è sempre lo stesso: rendere profittevole lo streaming. Lanciato nel 2019 con tariffe aggressive e contenuti di punta (Star Wars, Marvel, Pixar, i classici Disney), il servizio ha bruciato le tappe raggiungendo oltre 150 milioni di abbonati nel giro di pochi anni. Ma i conti non tornavano. Solo nel 2024 Disney+ ha registrato per la prima volta un trimestre in utile.
Bob Iger, tornato al timone della compagnia nel 2022, lo ha detto senza mezzi termini: basta crescita a tutti i costi, ora servono margini. E margini, nel mondo dello streaming, significa o tagliare costi (produzioni più selettive, licenze ridotte) oppure aumentare i ricavi per utente. Tradotto: più pubblicità e più caro l’abbonamento.
LA PARABOLA DELLO STREAMING: DA ELDORADO A MERCATO MATURO
Per anni lo streaming video è stato raccontato come l’eldorado dell’intrattenimento. Prezzi bassi, cataloghi sterminati, possibilità di vedere quello che si voleva, quando si voleva. […]
NETFLIX - DISNEY+ - HBO MAX - APPLE TV - AMAZON PRIME VIDEO
Ma quell’età dell’oro è finita. I costi di produzione sono esplosi: una serie originale di qualità può costare anche 15-20 milioni di dollari a episodio. La concorrenza è spietata […] Troppi player, troppi contenuti, troppi investimenti. E nel frattempo gli utenti iniziano a stancarsi. […]
Netflix è stato il primo ad alzare l’asticella. Negli ultimi tre anni ha aumentato i prezzi in quasi tutti i mercati, introducendo anche il piano con pubblicità per intercettare chi non vuole spendere troppo. […] La mossa di Netflix ha fatto da apripista. Gli altri operatori hanno capito che gli utenti, pur protestando, difficilmente abbandonano in massa: il rischio di perdere la nuova stagione della serie preferita pesa più di qualche euro in più al mese.
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Disney, dal canto suo, sta cercando di razionalizzare l’offerta. Negli ultimi mesi ha ridotto il numero di nuove produzioni, tagliato serie poco seguite e spostato parte dei contenuti su altre piattaforme, in alcuni casi addirittura rivendendoli ai competitor. La logica è chiara: meno spesa, più incassi per utente. Un cambio di passo rispetto agli anni in cui l’unico obiettivo era correre dietro a Netflix in termini di abbonati.
LA PUBBLICITÀ COME NUOVA FRONTIERA
Un altro tassello importante è la pubblicità. Disney ha spinto molto sui piani “ad-supported”: costano meno, ma includono interruzioni pubblicitarie. È una doppia fonte di ricavi: l’utente paga, ma paga anche l’inserzionista. […] Lo streaming, insomma, sta diventando sempre più simile alla vecchia televisione: spot obbligatori e abbonamenti sempre più cari.
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Un altro problema è la frammentazione. Per seguire l’universo Marvel serve Disney+, per Stranger Things Netflix, per The Boys Prime Video, per House of the Dragon HBO Max. L’idea di un’unica piattaforma con tutto il meglio dell’intrattenimento era un’illusione: la realtà è un mosaico di servizi che richiedono più abbonamenti contemporanei.
Molti utenti hanno iniziato ad attivare gli abbonamenti a cadenza mensile, guardano la serie desiderata per poi disdirlo subito dopo. Una pratica che complica i piani delle piattaforme, costringendole ad aumentare i prezzi per compensare l’instabilità della base utenti.
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[…] La domanda è se il pubblico sarà disposto a seguirli fino in fondo. L’alternativa, per molti, sarà tornare a forme di pirateria 2.0, già in crescita negli ultimi mesi: download illegali, IPTV, siti che aggregano contenuti senza licenza. Una spia d’allarme che le major non possono ignorare.