amazon fresh consegna della spesa a casa

A NOI CE PIACE DA MAGNA' E BEVE - AMAZON VUOLE SFIDARE ESSELUNGA E COOP E PORTARE LA SPESA A CASA - L'ITALIA SAREBBE IL PRIMO MERCATO EUROPEO: NON AVREMO NETFLIX, L'APPLE WATCH O LA BANDA LARGA, MA QUANDO SI TRATTA DI CIBO, I COLOSSI AMERICANI PUNTANO SU DI NOI

Martina Pennisi per il "Corriere della Sera"

 

amazon  fresh  consegna della spesa a casaamazon fresh consegna della spesa a casa

Non siamo, ancora, il Paese della banda larga o dello streaming video, ma siamo quello del cibo. Un’ovvietà, che sta alla base della strategia di Amazon. Il colosso del commercio elettronico ha escluso l’Italia dal servizio di abbonamento a film e telefilm online, attivo invece in Germania e Regno Unito, ma sarebbe in procinto di vendere alimenti dalla sua piattaforma. Il condizionale è d’obbligo, perché le bocche dei diretti interessati sono cucite, ma nella grande distribuzione si parla apertamente dei movimenti di Jeff Bezos, come riportato nelle ultime ore anche da Milano Finanza.

 

Sul piatto ci sono i 15 miliardi di euro che, secondo le stime del Politecnico di Milano, gli italiani spenderanno online durante l’anno in corso. La scommessa per chi si avventura nella vendita digitale è capire quali sono i settori con una crescita potenziale più interessante: dato per assodato il dominio dei viaggi (37% della torta nostrana), è il rialzo del 30% registrato da alimenti e vino da gastronomia a far ben sperare chi guarda in direzione del cibo.

amazon fresh  consegna della spesa a casaamazon fresh consegna della spesa a casa

 

L’ITALIA PRIMA IN EUROPA

Amazon sta testando nei suoi Stati Uniti la vendita e consegna in un’ora di alimenti e pasti caldi. L’Italia, nell’anno di Expo, sembra in procinto di anticipare per una volta le solite Regno Unito e Germania. Come spiega al Corriere della Sera una fonte vicino alla vicenda che preferisce rimanere anonimia, “devono risolvere il problema del prezzo fisso: Bezos deve offrire in tutte le zone del Paese prodotti con lo stesso cartellino, mentre anche nella Gdo i prezzi possono variare lungo la Penisola”.

 

Dalla sua il colosso ha il possibile ingresso una situazione ancora embrionale e frammentata: sempre secondo l’Ateneo milanese, il contributo del cosidetto ‘grocery’ alla causa dell’e-commerce è fermo all’1%. Un dato ancor più preoccupante, spiega Riccardo Mangiaracina, responsabile dell’Osservatorio del Politecnico, “è quello relativo all’incidenza della spesa online su quella offline: 0,1%. C’è un problema di offerta che non è mai stata competitiva in Italia, a partire dagli importanti limiti geografici”.

 

ESSELUNGA E POCO ALTRO

esselunga  la spesa a casaesselunga la spesa a casa

Fra i pochi attori attivi, è Esselunga a spadroneggiare con i suoi 10mila prodotti sia freschi sia confezionati disponibili sulla vetrina digitale, ma Bezos sarà sicuramente a conoscenza del fatto che non si va più a Sud della Toscana e che la consegna richiede più di (almeno) un giorno di attesa. Coop si è buttata sull’e-commerce con prodotti diversi dal cibo, sostanzialmente la stessa scelta che per ora Amazon sta facendo con la sezione Casa e Cucina.

 

A lavorare sui tempi, con il supporto della startup italiana Risparmio Super, è Carrefour: oltre a offrire il ritiro di quanto acquistato online nel negozio, come fa anche Coop, i francesi hanno attivato in 120 punti vendita italiani le consegne che si attivano e concludono nel giro di 3 ore. “Il ritiro in loco continua a vincere di poco sulla consegna a domicilio”, fa comunque notare la fondatrice e Ceo della startup Barbara Labate.

esselunga la spesa a casaesselunga la spesa a casa

 

Carrefour e Risparmio Super stanno già facendo un passo successivo con l’acquisto in metropolitana (fermata di Loreto, Milano, nella foto sopra) inquadrando con il telefonino gli oltre mille prodotti presenti su uno scaffale virtuale. Ci sono poi Eataly, che negli Stati Uniti un accordo con Amazon lo ha già trovato e non è escluso possa far parte da subito anche dell’offerta nostrana sul sito di Bezos, e Auchan, attiva con l'esperimento del ritiro senza scendere dalla macchina.

 

Visione d’insieme è quella di Supermercato24, startup che permette di comparare in Rete da gran parte delle insegne in 58 province e di vedersi recapitare i sacchetti presso il proprio domicilio nel giro di un’ora. “Per essere competitivi bisogna poter contare su una rete di logistica proprietaria e anche in questo caso, vedi Esselunga, rischi di essere in perdita per anni. Amazon è probabilmente l’unica a poterselo permettere”, spiega il fondatore Enrico Pandian.

jeff bezos 169jeff bezos 169

 

Il suo segreto, per la logistica, è quello di sfruttare l’economia collaborativa: i fattorini sono privati cittadini che tengono il 90% dei 3,50 euro, più il sovrapprezzo del 5% sul prodotto, a spesa previsti per la consegna. L’idea è di annullare anche questi costi includendoli in accordo con i supermercati interessati a godere del servizio senza doversi fare carico dello sviluppo dello stesso. La firma è vicina con due catene provinciali e una nazionale su cui Pandian non si sbilancia. Le spese consegnate al momento sono 20mila al mese.

bernardo caprottibernardo caprotti

 

IL RISCHIO UBER

Tornando al gruppo di Bezos, Mangiaracina sottolinea come l’aspetto chiave della strategia sarà il genere di prodotti che deciderà di vendere: “Solo il secco o anche il fresco e il surgelato? In un caso rispetto a un altro bisogna tenere conto della necessità di fare magazzino o di dotarsi di un’apposita flotta”.

 

Di certa però c’è la fertilità del terreno: una domanda, quella delle persone in ogni zona del Paese, in crescita e un’offerta nostrana non abbastanza strutturata per rispondere all’imminente ondata dei colossi americani. Il rischio, vedi il caso di Uber, è di trovarsi a fare i conti con le proprie lacune, sistemi di pagamento diversi dal contante e piattaforme tecnologiche all’altezza quando si parla di taxi, quando i rivali si sono già insediati.

 

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?