donald trump crisi recessione usa stati uniti

C’È CRISI DAPPERTUTTO – TIRA UNA BRUTTA ARIA DI RECESSIONE SUI MERCATI MONDIALI: TRUMP ACCUSA LA FED DOPO CHE INDIA, NUOVA ZELANDA E THAILANDIA HANNO TAGLIATO I TASSI, E INTANTO DA MARZO C’È STATA LA TANTO TEMUTA INVERSIONE DELLA CURVA DEI RENDIMENTI, CHE DI SOLITO È PRELUDIO DELLA CRISI – LE BANCHE STATUNITENSI NON HANNO IMPARATO LA LEZIONE DEL 2008 E HANNO 272.500 MILIARDI DI DERIVATI. LA CORSA ALL’ORO FA SCHIZZARE LE QUOTAZIONI A 1500 DOLLARI L’ONCIA…

 

1 – USA, LO SPETTRO DELLA RECESSIONE TRUMP: «IL PROBLEMA È LA FED»

Flavio Pompetti per “il Messaggero”

 

donald trump

Il prezzo dell'oro raggiunge i 1500 dollari l'oncia, la rendita dei buoni decennali del Tesoro statunitensi vanno a picco a quota 1,63%, le banche centrali di India, Nuova Zelanda e Tailandia tagliano i tassi di sconto sulle relative valute, mentre le borse mondiali accusano un'altra giornata di alto nervosismo. Lo spettro di una possibile recessione che parte dagli Usa per investire il resto del mondo, negli ultimi giorni sta prendendo forma in una serie di dati preoccupanti, la cui concomitanza non si vedeva dall'estate del 2007.

 

LA CURVA DEI RENDIMENTI USA

L'allarme viene dall'alto, con un tweet presidenziale che ancora una volta sollecita l'intervento della Fed. Il presidente punta il dito sull'inversione della curva tra i bond a tre mesi e quelli decennali. In un'economia sana, la fiducia degli investitori spinge in alto il rendimento di quelli a lunga scadenza, e rende più rischiosi quelli a breve. Lo scorso marzo questo rapporto ha iniziato ad invertirsi, e ieri i bond a tre mesi garantivano un interesse del 2,05%, mentre quelli a dieci anni hanno perso 42 punti base (0,42%) in soli otto giorni.

 

DONALD TRUMP JEROME POWELL

La recessione è già in atto nel settore industriale, in crescita negativa da due trimestri, perché l'incertezza causata dalla guerra commerciale e la consapevolezza di una frenata del Pil globale hanno paralizzato gli investimenti, e la produzione ne risente. L'idea che una brusca frenata possa trasmettersi anche al resto dell'economia sembrava un ipotesi fantasiosa alla luce delle rassicurazioni della Fed; poi è arrivato il terremoto di lunedì scorso, seguito ieri da un altro profondo scivolone dei listini di Wall Street.

 

derivati Morgan Stanley

Lunedì, mentre i tre maggiori indici perdevano il 2,9% di valore, una sofferenza maggiore è stata accusata dalle maggiori banche: -4,42% per Bank of America, -3,87% Morgan Stanley, -3,67% Goldman Sachs, -3,59% per Citigroup. Significativo è il fatto che anche i due maggiori gruppi privati che assicurano il debito bancario sono ugualmente in difficoltà (-3,75% per Lincoln National e -3,58% per Ameriprice Financial).

 

I DATI

Dietro questa sofferenza c'è l'accumulo di una bolla creditizia gigantesca. Il totale dei derivati detenuti dalle banche Usa nel settembre 2008 al picco della crisi era di 184.000 miliardi. Lo stesso dato oggi è di 272.500 miliardi. La stagnazione delle paghe negli ultimi anni, unita alla lievitazione dei costi per le tasse scolastiche, hanno costretto i consumatori ad assumere un livello di debito a fine 2018 (13.300 miliardi) più alto di quanto lo era nel 2008 (12.700 miliardi).

 

Obama firma legge Dodd Frank

La leva dell'indebitamento industriale nei tre anni di presidenza Trump è cresciuta del 40%, e su questo sfondo il governo federale si prepara ad infrangere di nuovo a settembre il tetto di spesa di bilancio.

 

LA DOMANDA

Come è stato possibile ricreare le condizioni che innestarono la recessione globale undici anni fa? La legge Dodd Frank nel 2010 aveva imposto alle banche di isolare i derivati dagli altri asset come i conti correnti, che sono coperti da assicurazione federale. Le banche quattro anni dopo sono riuscite a far inserire un emendamento nella legge di bilancio di emergenza, che annullava questa disposizione. I derivati coperti da assicurazione sono tornati ad essere molto popolari sul mercato, e oggi sono di nuovo un iceberg che viaggia sotto il mare in tempesta della borsa degli ultimi giorni.

 

XI JINPING DONALD TRUMP

Basterebbe un nulla: l'annuncio di un riflusso dei dati sull'impiego; la conferma di un altro trimestre negativo per le imprese, l'impennata dei prezzi prevista dopo l'entrata in vigore dei nuovi dazi contro la Cina, a far saltare la polveriera. Di fronte a questi dati la richiesta pressante che Trump sta facendo alla Fed di Jerome Powell assume più l'aspetto di un intervento di salvataggio, piuttosto che di stimolo alla crescita. E le armi in mano al direttore della Banca centrale, per quanto potenti, potrebbero rivelarsi inadatte ad affrontare l'emergenza.

 

2 – CONTINUA LA CORSA AI BENI RIFUGIO, L'ORO SFONDA I 1.500 DOLLARI L'ONCIA

Roberta Amoruso per “il Messaggero”

lingotti d'oro

 

Meglio correre ai ripari. Lontano dal rischio e verso portafogli più diversificati tra titoli di Stato, obbligazioni corporate di qualità (investment grade), oro, yen giapponesi e franchi svizzeri. I mercati hanno capito subito, dopo la mossa a sorpresa di Pechino con tanto di valutazione dello yuan, che il nuovo affondo sui dazi di Donald Trump rischia di innescare una vera e propria guerra valutaria.

 

Certo, ci sono molte differenze con il precedente del 2015, l'ultima volta che Pechino è intervenuta a gamba tesa sullo yuan. Ma anche se Fed e Bce sono pronte a usare l'artiglieria per scongiurare una brusca frenata dell'economia mondiale, ci sono già tutti i segnali di una recessione imminente.

 

DONALD TRUMP XI JINPING

L'ALLARME

Da Pimco a Morgan Stanley, da Nomura a Natixis, evocano un rischio in salita di stop della macchina globale. E un po' tutti snocciolano le strategie di difesa per affrontare l'escalation di incertezza aggravata anche dall'incognita Brexit.

 

yuan dollaro 1

Così, mentre il petrolio è sceso del 2% l'oro è volato oltre la soglia psicologica dei 1.500 dollari l'oncia sui livelli di aprile 2013, ma lontano dai 1.900 del 2011, spingendo il rialzo da inizio anno oltre 17%. Un modo, per gli investitori, per puntare su un asset che conserva valore nel momento in cui i governi puntano a valute più deboli per essere maggiormente competitivi.

yuan

 

Dopo il timido taglio dei tassi deciso dalla Fed il 31 luglio, è ora più probabile una politica più aggressiva da parte di Jerome Powell, ieri attaccato di nuovo frontalmente da Donald Trump. In questo contesto il metallo giallo resta un approdo per gli investitori che alleggeriscono il portafoglio dagli asset a rischio e mantengono un approccio diversificato rispetto ai titoli di Stato costretti a una brusca contrazione dei rendimenti. I T-Bond sono scesi sotto l'1,6%, e i tassi reali Usa decennali stanno tornando verso lo zero (allo 0,16% contro l'1% di un anno fa) gettando un'ombra sulla sostenibilità del rally del dollaro.

lingotti

 

Mentre il Bund tedesco è sceso al record di -0,586% con i Btp all'1,4%. Tanto che la curva dei rendimenti tedeschi comincia ad assomigliare a quella Usa, prossima alla tipica inversione pre-recessione (con i titoli a breve che pagano più di quelli a lungo). A questo punto l'oro potrebbe spingersi anche oltre visto che l'indebolimento dello yuan può dare nuovo slancio alla domanda di oro fisico in Cina, tra i principali consumatori al mondo. La divisa locale rende del resto più attrattivo il metallo giallo che, espresso in dollari, garantisce anche l'esposizione al biglietto verde.

yuan dollaroyuan

Ultimi Dagoreport

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DELLA PROCURATRICE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, PROTETTA DA UNA MAXISCORTA DA PAURA, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA IL MINISTRO CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE STATUNITENSE IN ITALIA TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELLA PRIMA ITALOAMERICANA DIVENTATA MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOATRI - BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DEI FRATELLINI DI GIORGIA MELONI…

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE...