pietro labriola dario scannapieco cdp tim

BANDO ALLE CIANCE: CDP NON PUÒ PRENDERSI TIM DA SOLA! – LA CASSA NON HA ABBASTANZA RISORSE PER UN'OPA SOLITARIA SULL’EX TELECOM. NON SOLO: L'ACQUISIZIONE COMPORTA L'ACCOLLO DI 26 MILIARDI DI DEBITI E CDP RESTA UNA SOCIETÀ SOGGETTA ALLA VIGILANZA DI BANKITALIA. SENZA CONTARE IL RISCHIO CHE L'EUROPA APRA UN DOSSIER E FINISCA PER CHIEDERE DI SOMMARE IL DEBITO CDP A QUELLO PUBBLICO. SERVONO ALLEATI, MA CHI? BOLLORÉ GIÀ SI CANDIDA…

Manuel Follis per “MF”

 

DARIO SCANNAPIECO

In arrivo l'opa su Telecom Italia, ecco l'opa, Cdp farà l'opa, sempre più vicina l'opa su Tim. Cambia la forma ma il concetto resta identico, ed è evidente che il circolare insistente di un'indiscrezione l'abbia resa altamente credibile per il mercato, che adesso ha puntato i fari e aspetta con trepidazione i primi incontri ufficiali tra governo e Cassa Depositi e Prestiti.

 

I movimenti negli ultimi giorni sono stati violenti, il volume di scambio si è alzato e il titolo Tim anche ieri ha fatto registrare una fiammata, l'ennesima, chiudendo in rialzo addirittura del 10,65% a 0,2431 euro. Dal 12 ottobre, ossia dal minimo storico a 0,1713 euro il guadagno ora è arrivato al 42% e la capitalizzazione è tornata vicina a 5,2 miliardi (dopo essere scesa sotto 4 miliardi).

 

PIETRO LABRIOLA

Movimenti di quelli così bruschi che in passato hanno scomodato persino la Consob, il cui faro, se è stato acceso, sta vigilando in silenzio. La miccia è stata innescata ancora una volta dalla politica. Il sottosegretario alla presidenza del consiglio con deleghe all'innovazione digitale, Alessio Butti, ha spiegato a Skytg24 che intende incontrare i diversi stakeholder, a partire dai vertici di Cdp, per definire il percorso migliore per arrivare a una rete unica a controllo statale.

 

DARIO SCANNAPIECO GIOVANNI GORNO TEMPINI

La parola opa non è stata nemmeno citata, ma tanto è bastato per accendere il fuoco della speculazione. La citazione va al progetto Minerva, che prevedeva un'offerta di Cdp su Tim e la successiva dismissione di alcuni asset. Che in assoluto un'operazione simile possa avere un senso lo dimostra il fatto che altri grandi fondi di private equity (come ad esempio Cvc) hanno considerato scenari simili.

 

La differenza è che allo stato attuale Cdp non può portare a termine un'operazione del genere da sola e chi lo sostiene o non conosce i numeri della Cassa o è in malafede. La Cdp ereditata da Dario Scannapieco era in sostanza una società con patrimonio immenso, ma con poca cassa.

 

ALESSIO BUTTI GIORGIA MELONI

Il free capital di Cdp nell'estate del 2018 era di 4,5 miliardi, diventati 300 milioni nel giugno 2021. L'attuale board ha gestito (probabilmente non a caso) operazioni di exit da precedenti investimenti, per circa 750 milioni e riportato il pay out dividend nell'alveo di quanto previsto dallo statuto, intorno al 50% rispetto all'80-100% della gestione precedente.

 

Insomma, il free capital è stato in parte ricostituito, ma resta intorno a 1 miliardo con alcune controllate (il primo pensiero va ad Ansaldo) che potrebbero presto richiedere iniezioni di capitale, come è stato per Saipem. Non solo, ma rilevare Tim non è tanto o comunque non è solo un problema di equity, ma di enterprise value.

 

vincent bollore

L'acquisizione di Telecom comporta l'accollo di 26 miliardi di debiti e Cdp resta una società soggetta alla vigilanza di Bankitalia. Un aumento di capitale di Cdp? Per carità, tutto è possibile, ma cosa farebbero le fondazioni che al momento possiedono quasi il 16%? Senza contare il rischio che l'Europa apra un dossier e finisca per chiedere di sommare il debito Cdp a quello pubblico. Comunque la si giri, se davvero il governo vorrà fare della Cassa il perno di una rete tlc pubblica dovrà per forza trovare alleati, che in Open Fiber ci sono già (il fondo Macquarie). La stessa Vivendi (principale azionista con il 24% di Tim) si è già candidata a dialogare col governo. Insomma, la volontà è chiara, il fine condivisibile, ma la strada per arrivare al sacro Graal della rete unica sarà probabilmente in salita.

PIETRO LABRIOLApietro labriola dario scannapieco

Ultimi Dagoreport

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DISGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…

italo bocchino giorgia arianna meloni

DAGOREPORT – PER QUANTO SI SBATTA COME UN MOULINEX IMPAZZITO, ITALO BOCCHINO NON RIESCE A FARSI AMARE DALLA FIAMMA MAGICA DI GIORGIA MELONI: LUI SI PRODIGA NELL'OSPITATE TELEVISIVE CON LODI E PEANA ALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA, MA È TUTTO INUTILE: TROPPO CHIACCHIERATO E CON UN GIRO DI AMICIZIE DISCUTIBILI, L'EX DELFINO DI FINI NON ENTRA A ''PA-FAZZO CHIGI'' – LE SUE DICHIARAZIONI SIBILLINE SUL CASO GHIGLIA NON L’HANNO AIUTATO: HA SPECIFICATO, NON A CASO, CHE IL SUO INCONTRO CON  IL COMPONENTE DEL GARANTE DELLA PRIVACY ALLA SEDE DI FDI È DURATO “VENTI MINUTI AL MASSIMO”, METTENDO IN DIFFICOLTÀ ARIANNA MELONI – SE È TANTO "IMPRESENTABILE", PERCHÉ NON LO CACCIANO DA DIRETTORE EDITORIALE DEL "SECOLO D'ITALIA"? SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI ESTROMETTERLO. MA QUANTI SEGRETI CONOSCE L’EX SANCHO PANZA DI FINI, APPASSIONATO DI INTELLIGENCE E VICINO A LOBBISTI CONSIDERATI IMPRESENTABILI DALLA FIAMMA MAGICA DELLA MELONA? - VIDEO

giovambattista fazzolari roberto carlo mele

FLASH – I DAGO-LETTORI HANNO FATTO IL LORO DOVERE: HANNO SCOPERTO L'IDENTITÀ DELL’UOMO CHE DUE GIORNI FA ERA ATTOVAGLIATO CON GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI DA “VITTI”, A PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA. SI TRATTEREBBE DI ROBERTO CARLO MELE, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D’ITALIA (FIGURA NELL'ESECUTIVO DEL PARTITO COME SEGRETARIO AMMINISTRATIVO). COME “FAZZO”, DEVE AMARE MOLTO LA RISERVATEZZA, VISTO CHE ONLINE NON SI TROVANO SUE FOTO – ANCHE “L’UOMO PIÙ INTELLIGENTE” CHE CONOSCE GIORGIA MELONI (PENSA GLI ALTRI), SEMPRE RESTIO AI SALOTTI, HA FATTO IL SUO INGRESSO UFFICIALE NELLA ROMANELLA POLITICA DEL “FAMOSE DU’ SPAGHI”…

giorgia meloni donald trump al sisi

FLASH! - LA BOCCIATURA DEL PONTE SULLO STRETTO DA PARTE DELLA CORTE DEI CONTI HA FATTO SALTARE I NERVI NON SOLO A SALVINI MA SOPRATTUTTO ALLA MELONI – LA PREMIER, CHE SI ERA SPESA MOLTO IN EUROPA PER LA REALIZZAZIONE DEL PONTE, SI È TALMENTE INCAZZATA (“E’ L’ENNESIMO ATTO DI INVASIONE DE GIUDICI SULLE SCELTE DEL GOVERNO”) CHE HA CANCELLATO IL VIAGGIO AL CAIRO DI SABATO PER L’INAUGURAZIONE DEL MUSEO GEM - ALLA NOTIZIA CHE AL POSTO DELLA STATISTA, SBARCA IL FARAONE GIULI, ANCHE AL SISI NON L’HA PRESA PER NIENTE BENE…