1- BELLA DOMANDA: “QUALE ASCOSO POTERE HA SOSTENUTO E SOSTIENE UN PERSONAGGIO COME BINI SMAGHI FINO AL PUNTO DI RESISTERE CONTRO TUTTO E CONTRO TUTTI?” 2- NELLA CITY DI LONDRA TRA I BOOKMAKERS CORRE VOCE CHE GRILLI POTREBBE SBARCARE PRESTO DA QUELLE PARTI, E QUALCUNO INDICA LA SEDE DI GOLDMAN SACHS 3- CHI PRENDERÀ IL POSTO ALLA VICE-DIREZIONE GENERALE LASCIATA DA VISCO? IL TOTONOMINE È GIÀ IN PISTA E LE SEGRETARIE SPINGONO LA CANDIDATURA DI SALVATORE ROSSI 4- MONTI, UN ASPIRANTE SALUMIERE: “LA CRESCITA NON È UN INSACCATO DOVE SI PRENDE UNA PARTE DEL MAIALE, SI METTONO I SOLDI E ALLA FINE ESCE UN PROSCIUTTO” 5- NEL BILANCIO DELLA RCS, DOVE SI DEVE GIOCARE LA PARTITA TRA I SOCI SCALPITANTI COME ROTELLI E DELLA VALLE PER METTERE LE MANI SUL “CORRIERE DELLA SERA”, È NASCOSTA UNA BOMBA (SPAGNOLA) CHE PUÒ SCOPPIARE CON EFFETTI DEVASTANTI 6- DOMANI ALLA FIERA DI RHO-PERO ANDRÀ IN SCENA UNO SCONTRO ALL’ULTIMO SANGUE E VEDRÀ CONTRAPPOSTI DUE GIOVANI BANCHIERI: ANDREA BONOMI E MATTEUCCIO ARPE

1- UNA BELLA DOMANDA: "QUALE ASCOSO POTERE HA SOSTENUTO E SOSTIENE UN PERSONAGGIO COME BINI SMAGHI?"
Gli uscieri della Banca d'Italia non si sono mai divertiti come ieri.

Bisogna risalire alla notte del 12 luglio di sei anni fa per ritrovare lo stesso godimento provato dopo le telefonate dell'allora Governatore Fazio con il banchiere Gianpiero Fiorani. In quelle ore il pio-Governatore comunicò all'amico il via libera all'Opa su Antonveneta e venne ricambiato con la frase memorabile: "ti darei un bacio in fronte".

Fu il segnale di una svolta epocale che fece letteralmente impazzire gli uscieri e le segretarie che lavorano ai piani alti di via Nazionale. Così, quando ieri poco prima delle 20 è arrivata la notizia che il napoletano Ignazio Visco si sarebbe seduto sulla poltrona di Draghi, sono scoppiati gli applausi e i tappi di champagne, un entusiasmo condiviso dai corazzieri del Quirinale che hanno ammirato il capolavoro di moral suasion del Presidente della Repubblica.

Per gli uscieri, in prevalenza romani, il successo di Visco significa la vittoria in una battaglia di civiltà e di continuità contro i "barbari" della Lega, che intendevano mettere a repentaglio l'identità e l'autonomia della Banca.

Oltre agli uscieri era contenta anche Anna Maria Tarantola, il vicedirettore della Vigilanza alla quale il canale televisivo Class CNBC di Paolo Panerai intorno alle 18 ha assegnato (con un eccesso di frettolosità) la palma della vittoria. Sono incidenti che capitano in una giornata febbrile che sarà ricordata anche da quegli indignados verso i quali perfino il taciturno Draghi ha indirizzato una benedizione frettolosa di cui ancora oggi è rammaricato.

Adesso la curiosità degli uscieri si rivolge sul nome dell'uomo che prenderà il posto alla vicedirezione generale lasciata da Visco. Il totonomine è già in pista e le segretarie spingono la candidatura di Salvatore Rossi, il 62enne barese che dopo la laurea in Matematica è entrato in Bankitalia nel '76 e dopo vari incarichi nel servizio studi l'anno scorso è stato nominato segretario generale e consigliere del Direttorio. Alle segretarie piace soprattutto il profilo da attore americano con quei baffetti che fanno venire strani pensieri, e l'aria sorridente che lo rende più vivo e interessante di Fabrizio Saccomanni.

Quest'ultimo si è unito al coro dei complimenti per Visco ed è probabile che si sia sentito sollevato. L'idea di sedersi sulla poltrona del Governatore a un anno e mezzo dalla pensione era certamente allettante, ma il "romano" Saccomanni aveva capito da almeno una settimana che sarebbe uscito sconfitto dalla partita. A tradire l'irritazione dei giorni scorsi è stato il tentativo goffo con cui davanti agli "alumni" della Bocconi quindici giorni fa aveva difeso in modo patetico le sue radici milanesi.

Ben altro clima si respirava ieri sera nell'anticamera del pallido Vittorio Grilli, il bocconiano che Giulietto Tremonti ha lasciato al suo destino per cavalcare all'ultimo momento, e con una buona dose di furbizia politica, la designazione di Visco. Nella City di Londra dove i bookmakers hanno già smesso da un mese di scommettere sulle sue quotazioni, corre voce che Grilli potrebbe sbarcare presto da quelle parti, e qualcuno indica in Goldman Sachs la sede per un nuovo incarico di prestigio.

Gli uscieri di via Nazionale erano pronti a un gesto estremo se avessero dovuto aprire il portone di Palazzo Koch a Lorenzo Bini Smaghi, il grande sconfitto dell'ultima ora. Nessuno ha capito l'ostinazione del banchiere fiorentino che con lucidità acuta oppure per cecità totale si è mosso - come scrive "La Stampa" - alla stregua di un elefante nella cristalleria. C'è però una domanda che ieri sera l'economista Giulio Sapelli, con il solito ardore, ha buttato lì durante la trasmissione di Class CNBC: "quale ascoso potere ha sostenuto e sostiene un personaggio come Bini Smaghi fino al punto di resistere contro tutto e contro tutti?".

Bella domanda che meriterebbe di essere approfondita e alla quale nemmeno gli uscieri di via Nazionale sanno rispondere (anche se qualcuno insinua che sia entrata in campo qualche lobby para-massonica). Ma il corpulento Sapelli ha aggiunto alla sua domanda l'invito a Bini Smaghi "per un corso accelerato di civil servant". E questo appare davvero un messaggio appropriato perché il "magnifico" Lorenzo di famiglia medicea sembra aver dimenticato le regole elementari che devono ispirare in ogni momento i servitori dello Stato. Ora si spera che nel vertice di Bruxelles Sarkozy (eccitato dalla nascita della figlia e dalla morte di Gheddafi) non la metta giù troppo dura e inneschi qualche ritorsione nei confronti dell'Italia.

Da parte loro gli uscieri ripongono le loro speranze nella moral suasion che può esercitare la moglie del banchiere fiorentino, Veronica De Romanis, una signora che vive prevalentemente a Francoforte ed è apprezzata tra gli studiosi. Anche lei ha la passione per l'economia e nel 2009 ha scritto il libro: "Il metodo Merkel" che ha ricevuto i complimenti di Corradino Passera e della moglie Giovanna Salza, a cui si sono aggiunti perfino gli applausi di Giovannino Malagò.

Mettere la camicia di forza dell'obbedienza sarà comunque un'impresa difficile anche per la moglie economista, e probabilmente il membro italiano della BCE preferirà galleggiare come un sughero per qualche mese in attesa che Tonino Catricalà gli lasci la poltrona all'Antitrust.


2- MONTI PIZZACAROLO: "LA CRESCITA NON È UN INSACCATO DOVE SI PRENDE UNA PARTE DEL MAIALE, SI METTONO I SOLDI E ALLA FINE ESCE UN PROSCIUTTO"
Alla fine dei conti valeva davvero la pena fare tanto casino e alzare un polverone così grande per la nomina del nuovo Governatore?

A leggere i giornali stranieri sembrerebbe di no. Oggi l'evento è richiamato in uno striminzito colonnino del "Wall Street Journal" e in un articoletto del quotidiano tedesco "Hasselblat", ma a ridare le giuste proporzioni è stato ieri sera Mario Monti durante la trasmissione su "La7" di Lilly Gruber.

In quel momento superMario parlava da Varsavia dove insieme a Trichet ha partecipato a un seminario sul futuro dell'Europa, e dopo aver rivolto il suo apprezzamento a Visco, ha definito un'autentica farsa la contesa per la Banca d'Italia. A suo avviso la nomina di un Governatore non appare così "centrale e decisiva" agli altri Paesi, perché si tratta di un problema che può apparire secondario rispetto alle grandi questioni che travagliano l'Italia e l'Eurozona.

"Comunque sia - ha aggiunto superMario - la vicenda è stata gestita molto male e con grande improvvisazione perché i candidati in ballo sono stati classificati all'interno di un gioco politico".

Dopo queste affermazioni la Gruber che ieri sera appariva più vispa del solito mentre accanto a lei il giornalista Giulio Anselmi non ha mai abbandonato il suo mood leopardiano, ha incalzato Monti con una serie di domande sul tema della crescita e sul Decreto Sviluppo. Sul primo argomento, la crescita, Monti ha abbandonato il linguaggio inamidato e freddo dell'economista e si è lasciato andare ad una analogia divertente perché ha detto: "la crescita non è un insaccato dove si prende una parte del maiale, si mettono i soldi e alla fine esce un prosciutto".

Il linguaggio poco bocconiano è apparso efficace e preciso, mentre ambigua è stata la risposta alla domanda sulle dimissioni di Berlusconi. Qui il furbo professore di Varese ha svicolato dicendo che a nessuno si può chiedere di dimettersi e poi ha ripetuto il ritornello di una collaborazione larga tra i partiti per voltare pagine e per evitare che l'Italia da paese fondatore diventi paese affondatore dell'Europa.

Parole belle che il tandem Gruber-Anselmi ha ascoltato con rispetto anche se da mezzora covava la domanda finale: "professore, lei si ritiene il premier ideale per un nuovo governo?". La risposta è stata in apparenza deludente perché da Varsavia è arrivato un discorsetto sulle riforme che si dovrebbero intraprendere (pensioni e tasse più graduali), ma mentre parlava gli occhi di superMario brillavano in modo eloquente.


3- NEL BILANCIO DELLA RCS, DOVE SI DEVE GIOCARE LA PARTITA TRA I SOCI SCALPITANTI COME DIEGUITO DELLA VALLE PER METTERE LE MANI SUL "CORRIERE DELLA SERA", È NASCOSTA UNA BOMBA (SPAGNOLA) CHE PUÒ SCOPPIARE CON EFFETTI DEVASTANTI
Nei bar di plaza Mayor a Madrid si parla molto dell'Italia.

Ieri seduti a un tavolino dove le pinte di sangria erano piuttosto abbondanti, gli spagnoli hanno visto felici e contenti tre personaggi come Fulvio Conti, Paolo Colombo e Ignacio Lula da Silva, l'ex-presidente del Brasile. I vertici dell'Enel sono sbarcati a Madrid per il consiglio di amministrazione di Endesa (la società controllata da Enel) al quale hanno invitato come ospite anche il barbuto Lula.

Intorno a loro l'aria era festosa e del tutto estranea alle preoccupazioni che gli spagnoli dovrebbero avere dopo la bocciatura di Moody's che ha tagliato il rating ai buoni statali e a 12 banche iberiche. I madrileni si rotolano dalle risate perché nella nota dell'Agenzia americana che flagella il mondo con i suoi giudizi, si legge testualmente che il rating negativo viene dato alla "Repubblica de Espana", un capolavoro di ignoranza dove si dimenticano la monarchia e il suo re.

C'è però un argomento che non fa per nulla ridere e riguarda le perdite accumulate da Unidad Editorial, la sub-holding spagnola del Gruppo italiano Rcs guidato dal siciliano Antonello Perricone. Secondo il report degli analisti e dei broker internazionali, a giugno questo Gruppo editoriale che controlla i conti di Unidad Editorial, guidata da Antonio Fernandez Galliano, sono molto preoccupanti. La posizione finanziaria netta è negativa per 456,1 milioni e a fine 2010 la società era esposta per 1.082 milioni di euro di cui ben 716,5 nei confronti proprio della capogruppo Rcs.

L'indebitamento non sembra frutto di cattiva gestione, bensì generato dall'operazione del 2007 con la quale Unidad Editorial ha comprato il gruppo avversario Recoletos per 817,4 milioni. Dalle comunicazioni ufficiali della società al registro mercantil si è appreso che comunque Unidad Editorial gode di una particolare garanzia da parte della sua holding capofila italiana che secondo una nota ufficiale sottoscritta da Antonello Perricone "si impegna a prestare l'apporto finanziario necessario per assicurare la continuità delle attività del Gruppo iberico".

Resta il fatto che alcuni analisti come il broker internazionale Kepler sostengono che rispetto a una valutazione di 1,1 miliardi di euro iscritta nell'ultimo bilancio 2010 di Rcs, la controllata spagnola varrebbe poco meno di 300 milioni. E a queste voci si aggiungono le preoccupazioni dei sindacati che temono un taglio di altri 220 dipendenti dopo quello già effettuato nel maggio di due anni fa.

La conclusione è che nel bilancio della Rcs, dove si deve giocare la partita tra i soci scalpitanti come Dieguito Della Valle per mettere le mani sul "Corriere della Sera", è nascosta una bomba che può scoppiare con effetti devastanti.


4- DOMANI ALLA FIERA DI RHO-PERO ANDRÀ IN SCENA SCONTRO SARÀ ALL'ULTIMO SANGUE E VEDRÀ CONTRAPPOSTI DUE GIOVANI BANCHIERI: ANDREA BONOMI E MATTEUCCIO ARPE

Avviso ai naviganti: "Si avvisano i signori naviganti che domani alla Fiera di Rho-Pero andrà in scena l'ultima edizione del kolossal sulla Banca Popolare di Milano.

A confrontarsi sul palco di fronte all'immensa platea saranno i rappresentanti delle liste che intendono guidare la banca gestita fino a pochi giorni fa dal massiccio Ponzellini. Lo scontro sarà all'ultimo sangue e vedrà contrapposti due giovani banchieri: Andrea Bonomi e Matteuccio Arpe. Quest'ultimo rivolgerà un appello finale questa sera alle 17,15 a Piazza Affari dove si presenterà sottobraccio al leader della Cisl, Raffaele Bonanni.

Qualcuno ha già bollato questa inconsueta compagnia di giro come una sequenza del film "il ricco e il povero".

 

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