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DAGOREPORT: TE LO DÒ IO IL TERZO POLO BANCARIO! – IL CEO DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, GRAZIE AL GOLDEN POWER PIANTATI DAL LEGHISTA GIORGETTI, MINISTRO DEL MEF, OGGI È LIBERO DELL’ASSEDIO DI UNICREDIT MA NON CI PENSA PROPRIO DI FINIRE SOTTOMESSO AL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, PREFERENDO LE NOZZE COL CRÉDIT AGRICOLE ITALIA – OVVIAMENTE UN’OPERAZIONE DI ESTREMA INGRATITUDINE SAREBBE UN SCHIAFFO IN FACCIA A GIORGETTI E AL GOVERNO: MA COME, DOPO CHE CI SIAMO INVENTATI CHE UNICREDIT COME ‘’BANCA STRANIERA’’, ORA RISCHIAMO DI RITROVARCI CON IL ‘’NOSTRO’’ BANCO BPM INGHIOTTITO DAI FRANCESI DI AGRICOLE? SARANNO TEMPI DURI PER IL BUON CASTAGNA…

Giuseppe Castagna - PRIMA DELLA SCALA 2024

DAGOREPORT

Il geniale Ceo di Banco Bpm, Giuseppe Castagna, grazie al golden power piantati dal ministro leghista a capo del Mef, Giancarlo Giorgetti oggi è libero dell’assedio di Unicredit.

 

Ma ora che non ha più quel mastino di Andrea Orcel alle calcagna, non ci pensa proprio di finire sottomesso al baffuto Ceo del Monte dei Paschi, Luigi Lovaglio, per essere poi impastato con Mediobanca in un fatidico Terzo Polo, preferendo di gran lunga le nozze con il Crédit Agricole Italia.

 

Giancarlo Giorgetti

 

Ovviamente un’operazione di tale ingratitudine sarebbe un boomerang in faccia ai salti mortali del varesotto Giorgetti e uno schiaffo al governo del Decreto Capitali: ma come, dopo che ci siamo inventati Unicredit come ‘’banca straniera’’, ora rischiamo di ritrovarci con il ‘’nostro’’ Banco Bpm inghiottito dai francesi di Agricole? (La stessa brutta fine fatta da Bnl con i galletti di Bnp Paribas).

 

BANCO BPM E' AL BIVIO: MPS O CREDIT AGRICOLE?

Articolo di Andrea Rinaldi per il “Corriere della Sera”

CREDIT AGRICOLE

 

Due opzioni, una con Crédit Agricole Italia, «l’opportunità più chiara» di cui l’istituto dispone. E un’altra con Monte dei Paschi, «una buona opportunità», che potrebbe originare dalle partnership distributive sul risparmio con Anima.

 

Banco Bpm è libera dopo la fine dell’assedio di Unicredit, ma è a un bivio. In un risiko bancario in continuo movimento, è naturale valutare eventuali aggregazioni, anche se da sola l’ex popolare milanese ha dimostrato di superare gli obiettivi prefissati di piano.

 

giampiero maioli credit agricole

Per ora l’ipotesi più percorribile e rapida sembrerebbe quella con la controllata italiana della Banque Verte tramite una fusione per incorporazione o un aumento di capitale, tanto che gli advisor storici dei due istituti sarebbero già al lavoro: Deutsche Bank e Rothschild per il Crédit Agricole, Citi e Lazard per Banco Bpm.

 

Secondo alcune indiscrezioni, rilanciate dal quotidiano francese «Les Echos», la banca guidata da Giuseppe Castagna rileverebbe la maggioranza di Crédit Agricole Italia dalla capogruppo francese, che ne detiene il 76%.

 

luigi lovaglio

La controllata italiana vale 5,5 miliardi (6 miliardi il valore di libro) e la capogruppo ne detiene il 76%: servirebbero quindi 4,2 miliardi per comprarla. A giugno il buffer di capitale in eccesso di Piazza Meda era di 1,9-2,7 miliardi secondo stime.

 

Il pagamento avverrebbe tramite i titoli dello stesso Banco e azioni Anima e Agos Ducato (di cui i francesi hanno il 61%) che garantirebbero di diluire i francesi e di non sborsare troppo denaro a Piazza Meda.

 

andrea orcel

L’Agricole salirebbe così nel capitale del Banco arrivando poco sotto la soglia d’opa del 30%, compatibile con l’ok della Bce a salire oltre il 20%. In un secondo momento l’istituto guidato da Giuseppe Castagna acquisirebbe un 14% di Cai in mano alle fondazioni, pagando con azioni di nuova emissione (circa il 5%) e consentendo così un rafforzamento all’11% del patto in Banco Bpm tra fondazioni ed enti previdenziali.

 

Il governo non ha ancora commentato le indiscrezioni, ma l’operazione andrebbe comunque sottoposta al vaglio del comitato per il Golden power. Certo è che l’uscita delle indiscrezioni potrebbe essere vista come una mossa per sondare le reazioni dell’esecutivo Meloni sulle eventuali nozze transalpine, oppure per stimolare ragionamenti su una possibile aggregazione alternativa con Montepaschi in ottica di «terzo polo bancario» (il Mef è socio di Rocca Salimbeni con l’11,7%).

 

GIUSEPPE CASTAGNA

Secondo alcune voci, Castagna starebbe cercando contatti con Roma per discutere di un’operazione di consolidamento che non necessariamente riguarderebbe i francesi. Difficile però che l’eventuale aggregazione avvenga prima del rinnovo del consiglio d’amministrazione del Banco in primavera, che maturerà sotto la piena operatività della legge Capitali.

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