1- COLPO DI SCENA AL CDA DI UNICREDIT: “SFIDUCIATO” IL PRESIDENTE DIETER RAMPL 2- LE FONDAZIONI CARIVERONA (4,8%), CASSA DI RISPARMIO DI TORINO (3,7%) E CARIMONTE HOLDING (3,1%), IN COMBUTTA CON IL PRESIDENTE DELLA BANCA CENTRALE LIBICA (4,99%) E CONSIGLIERE DEL FONDO SOVRANO LIBICO LIA (2,07%), FAHRAT BENGDARA, HANNO “PROTESTATO” IL PRESIDENTE AUSTRO-TEDESCO CHE È STATO COSTRETTO A FARE UN PASSO INDIETRO, QUINDI NON SI RICANDIDERA’ AL RINNOVO DELLA CARICA, LASCIANDO - COME DAGO ANNUNCIATO IL 16 FEBBRAIO - VIA LIBERA ALLA PRESIDENZA DI PALENZONA

1- UNICREDIT L'ADDIO DI RAMPL - LE FONDAZIONI PUNTANO SU UN ITALIANO NUOVO PRESIDENTE
Francesco Manacorda per "la Stampa"

Colpito e affondato. Colpito dalla freddezza mostrata dalle Fondazioni azioniste verso una sua riconferma, il presidente dell'Unicredit Dieter Rampl si dichiara ieri, al termine di un cda teso e lungo sei ore, «non disponibile per un ulteriore mandato». Si aprono così ufficialmente i giochi per il nuovo presidente.

Un presidente che si annuncia italiano e che potrebbe arrivare dal mondo accademico, ma anche avere sembianze più familiari. Fabrizio Palenzona, oggi vicepresidente di Unicredit, si è già detto non disponibile per la presidenza. Ma se dai soci dovessero arrivare sollecitazioni non è detto che la sua resistenza sarebbe strenua.

A dieci giorni da quel sabato in cui - parlando al Forex di Parma - Rampl aveva di fatto lanciato la sua candidatura per un terzo round, legandola però alla condizione che lo volessero «tutti gli azionisti», la ritirata suona comunque clamorosa.

Il presidente tedesco paga il suo desiderio di ridurre drasticamente il numero di consiglieri d'amministrazione della banca, che oggi sono a quota 23 - e anche di questo si è parlato ieri in cda - ma in sostanza pesa anche la rottura di un rapporto con le Fondazioni azioniste, alcune delle quali lo accusano pure di non aver saputo presidiare al meglio i rapporti con le autorità tedesche.

Così, al di là dei «più sentiti ringraziamenti» di prammatica del cda, la spaccatura segna anche simbolicamente la fine di un ciclo - espansione europea, guida di Alessandro Profumo, condizioni del credito più facili in tutto il mondo - e il pieno ingresso di un altro ciclo destinato ad essere più domestico.

Mentre l'amministratore delegato Federico Ghizzoni rimane infatti saldo nelle sue funzioni, con il sostegno dei soci che hanno appena sottoscritto l'aumento di capitale da 7,5 miliardi, il rinnovo dell'intero consiglio in programma per maggio porterà infatti con ogni probabilità a un presidente italiano.

Questa, almeno è l'intenzione delle Fondazioni azioniste, che nel complesso pesano per il 12% circa del capitale, unite ad alcuni soci privati, da Maramotti ai nuovi entranti Caltagirone e Della Valle. Sarà proprio questo nuovo «nocciolo duro» a mettere mano alla lista di maggioranza per il nuovo consiglio d'amministrazione, sfilando il gioco di mano a Rampl.

E, pur con le necessarie aperture ai soci internazionali che dopo l'aumento si sono rafforzati - il fondo arabo Aabar è il primo azionista con il 6,5% del capitale - c'è da scommettere che proprio le Fondazioni continueranno a tenere in mano saldamente il cda. Del resto il consiglio che ieri ha spodestato Rampl è stato preceduto proprio da un vertice degli enti azionisti dal quale è emersa chiara la voglia che il presidente facesse un passo indietro.

DAGOSPIA DEL 16-2-2012 - LA BATTAGLIA DI PRIMAVERA DI PALENZONA HA DUE OBIETTIVI PRECISI: LA SOSTITUZIONE DI RAMPL E QUELLA DEL VECCHIO COMBA - L'ASSE CON CALTARICCONE, VIA CORSICO, PER LA CONQUISTA DI UNICREDIT
http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/1-la-battaglia-di-primavera-di-palenzona-ha-due-obiettivi-precisi-la-sostituzione-di-35619.htm

Gli uscieri di piazza Cordusio hanno le idee assolutamente chiare sulle intenzioni di Fabrizio Pallenzona, l'ex-camionista di Novi Ligure e vicepresidente della banca che si sta agitando in funzione del futuro organigramma.
Per loro che hanno le antenne lunghe e sensibili ai movimenti della finanza e della politica, il massiccio banchiere ormai punta decisamente alla presidenza per sostituire Dieter Rampl, il tedesco dai dentoni sporgenti che dopo l'aumento di capitale da 7,5 miliardi si è indebolito per l'arrivo dei nuovi soci e del gruppetto dei patrioti italiani Della Valle, De Agostini, Del Vecchio e Caltagirone (per gli amici Caltariccone).

Secondo gli uscieri questa cordata è stata rimessa in piedi da Pallenzona con il preciso intento di conquistare la poltrona più alta dell'Istituto dove con la sua abilità manovriera e con il tessuto delle relazioni è convinto di poter mettere in riga l'amministratore delegato Federico Ghizzoni.

Il disegno è ambizioso e fa storcere la bocca a chi pensa che al vertice della banca più europea d'Italia possa arrivare un uomo che si porta alle spalle una storia di natura prevalentemente politica. Ma a quanto pare Pallenzona ha metabolizzato queste obiezioni e sta dedicando il massimo impegno per raggiungere l'obiettivo. La versione che corre fa riferimento all'asse che avrebbe stabilito con Caltariccone convincendolo a spostare da MontePaschi a Unicredit i suoi interessi. E c'è chi dice che il tramite tra i due personaggi sia stato Fabio Corsico, il 39enne assistente dell'imprenditore romano che dal 2008 siede tra i consiglieri di Crt, la Cassa di risparmio di Torino dove Pallenzona esercita un'influenza determinante.

Ora, senza togliere alcun merito a Corsico, che nel 2001 è stato capo della segreteria tecnica di Giulietto Tremonti ed è l'autore insieme a Paolo Messa del libro sulle Fondazioni "Da Frankenstein a Principe Azzurro", bisogna dire che Caltariccone non è un uomo che si fa condizionare da chicchessia. Se fin dal giovane lo chiamavano "il cattivo" questo si deve alla sua personalità autoritaria che lo porta a curare i suoi interessi in maniera assolutamente autonoma. D'altra parte Pallenzona ha un rapporto con il Calta cementato negli anni grazie anche all'apporto di altri personaggi come Cesarone Geronzi e Pierfurby Casini.

Sarebbe comunque un errore pensare che i neuroni e la fibra robusta di quest'uomo siano impegnati soltanto sulla presidenza di Unicredit. Nella sua agenda c'è anche il problema della presidenza alla Crt torinese dove nelle prossime settimane si deve decidere di mandare a casa Andrea Comba, il giurista nato a Torino nel 1936 che è presidente della Fondazione Crt dal 1994.

Le avvisaglie del ribaltone si sono percepite all'inizio di dicembre quando Crt ha confermato con una lettera l'intenzione di sottoscrivere l'aumento di capitale di Unicredit ponendo peraltro il problema di un cambiamento di rotta rispetto al passato. Quella lettera, secondo alcuni, era stata interpretata come un siluro di Comba e di altri consiglieri nei confronti di Pallenzona, poi l'aumento di capitale è stato sottoscritto con una quota del 3,5%, e con imbarazzo di Comba la richiesta di cambiamento è rientrata.

Le ultime notizie dicono che adesso in pole position per la Fondazione torinese sia Enzo Ghigo, l'ex-dirigente di Pubblitalia-Fininvest che è entrato nel Parlamento nel '94 e sei anni dopo è diventato presidente della Regione Piemonte.
La battaglia di primavera del massiccio Pallenzona ha quindi due obiettivi precisi: la sostituzione di Rampl e quella del vecchio Comba. In almeno una delle due uscirà vincitore.

DAGOSPIA DEL 21-2-2012 - PINOCCHIO PALENZONA ANNUNCIA: RIMETTIAMOCI A DIETER - IL BOSS DI UNICREDIT FA L'ABILE MOSSA DI CHIAMARSI FUORI DALLA CORSA PER LA PRESIDENZA UNICREDIT A FAVORE DELLA RICONFERMA DI DIETER RAMPL - TANTO IL DEMOCRISTIANONE SA BENE CHE LE FONDAZIONI, DA LUI MANOVRATE, INSIEME AI SOCI CHE HA FATTO ENTRARE IN UNICREDIT (IN PRIMIS CALTAGIRONE) PROPORRANNO UN LORO CANDIDATO ITALIANO CONTRO RAMPL - E TRA I DUE CANDIDATI, PALENZONA GODE...

 

 

Unicredit piazza CordusioFederico Ghizzoni ROBERTO NICASTRO DIETER RAMPL UNICREDIT Fabrizio Palenzona e Dieter Rampl Fabio Corsico Fabrizio Palenzona Paolo Messa Farhat Omar BengdaraPALENZONA

Ultimi Dagoreport

al thani bin salman zayed donald trump netanyahu saudita sauditi

DAGOREPORT – DOMANI TRUMP VOLA NEL GOLFO PERSICO, AD ATTENDERLO MILIARDI DI DOLLARI E UNA GRANA - PER CAPIRE QUANTI AFFARI SIANO IN BALLO, BASTA APRIRE IL PROGRAMMA DEL FORUM DI INVESTIMENTI USA-ARABIA SAUDITA. CI SARANNO TUTTI I BIG DELL’ECONOMIA USA: MUSK, ZUCKERBERG, ALTMAN, BLACKROCK, CITIGROUP, ETC. (OLTRE AL GENERO LOBBISTA DI TRUMP) - SAUDITI, EMIRATINI E QATARIOTI SONO PRONTI A FAR FELICE L'AMERICA "MAGA". MA PER INCASSARE LA CUCCAGNA, TRUMP QUALCOSA DEVE CONCEDERE: I REGNI MUSULMANI ARABI PERDEREBBERO LA FACCIA SENZA OTTENERE IL RICONOSCIMENTO DI UNO STATO PALESTINESE - L'INCONTRO DEI MINISTRI DEGLI ESTERI SAUDITA E IRANIANO PER UNA PACE TRA SCIITI E SUNNITI - PRESO PER IL NASO DA PUTIN SULL’UCRAINA E COSTRETTO DA XI JINPING A RINCULARE SUI DAZI, IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HA DISPERATAMENTE BISOGNO DI UN SUCCESSO INTERNAZIONALE, ANCHE A COSTO DI FAR INGOIARE IL ROSPONE PALESTINESE A NETANYAHU…

starmer - zelensky - macron - tusk - merz - a kiev giorgia meloni fico putin

DAGOREPORT – DOVEVA ESSERE UNA “PONTIERA”, GIORGIA MELONI ORMAI È UNA “PORTIERA”. NEL SENSO CHE APRE E CHIUDE IL PORTONE AGLI OSPITI IN ARRIVO A PALAZZO CHIGI: L’ULTIMO CHE SAREBBE DOVUTO ARRIVARE TRA FRIZZI E LAZZI È ROBERT FICO, IL PREMIER SLOVACCO UNICO LEADER EUROPEO PRESENTE ALLA PARATA MILITARE, A MOSCA, SCAMBIANDOSI SMANCERIE CON PUTIN - PER NON PERDERE LA FACCIA, LA DUCETTA HA DOVUTO RIMANDARE LA VISITA DI FICO A ROMA AL 3 GIUGNO - QUESTI SONO I FATTI: L’AUTOPROCLAMATASI “PONTIERA”, TOLTA LA PROPAGANDA RILANCIATA DAI TROMBETTIERI DI ''PA-FAZZO'' CHIGI, NON CONTA NIENTE SULLO SCENA INTERNAZIONALE (LA PROVA? IL VIAGGIO DI MACRON, MERZ, STARMER E TUSK A KIEV E IL LORO ACCORDO CON TRUMP) - RUMORS: IL TEDESCO MERZ PERPLESSO SUL VIAGGIO IN ITALIA DI LUGLIO. E MELONI PUNTA A INTORTARLO DOMENICA ALLA MESSA DI INIZIO PONTIFICATO DI LEONE XIV, IN PIAZZA SAN PIETRO...

orchesta la scala milano daniele gatti myung whun chung myung-whun ortombina fortunato

DAGOREPORT: CHE GUEVARA VIVE ALLA SCALA – ALLA FINE DEL 2026, SARÀ IL DIRETTORE D’ORCHESTRA COREANO MYUNG-WHUN CHUNG IL SUCCESSORE DI RICCARDO CHAILLY - IL CONIGLIO (CONIGLIO, NON CONSIGLIO) DI AMMINISTRAZIONE DELLA SCALA AVEVA SUGGERITO IL NOME DEL MILANESE DI FAMA MONDIALE DANIELE GATTI. MA LA CGIL DELL’ORCHESTRA, SOTTOTRACCIA, HA SUBITO FATTO CAPIRE CHE NON ERA DI SUO GRADIMENTO: A GATTI VENIVA “RIMPROVERATO” UN ATTEGGIAMENTO UN PO’ SEVERO VERSO GLI ORCHESTRALI (POCO INCLINI A NON FARE QUEL CHE VOGLIONO) – ORA I SINDACATI RECLAMANO L’AUMENTO DI PERSONALE (DEL RESTO, LA SCALA, HA SOLO MILLE DIPENDENTI!), AUMENTI RETRIBUTIVI, SCELTA DELL’UFFICIO STAMPA ALL’INTERNO DEL TEATRO, FINANCO LA RICHIESTA DI PARCHEGGIARE I MONOPATTINI NEL CORTILETTO INTERNO…

orcel giorgetti nagel castagna bpm unicredit

DAGOREPORT - RISIKO INDIGESTO: LA PROTERVIA DI GIORGETTI A DIFESA DI BPM DALLE GRINFIE DI UNICREDIT, INDISPETTISCE FORZA ITALIA E I FONDI CHE HANNO INVESTITO MILIARDI IN ITALIA - GLI SCAZZI SUL DECISIONISMO DI ORCEL NEL BOARD DI UNICREDIT: IL CDA PRENDE TEMPO SULL'OFFERTA DI SCAMBIO SU BPM, CHE LA LEGA CONSIDERA LA "SUA" BANCA - LA STILETTATA DI NAGEL A LOVAGLIO ("PER BUON GUSTO NON RIPERCORRO LA STORIA DEL MONTE DEI PASCHI") E L'INSOFFERENZA DI CALTAGIRONE PER IL CEO DI BPM, CASTAGNA...

keir starmer emmanuel macron e friedrich merz sul treno verso kiev giorgia meloni mario draghi olaf scholz ucraina donald trump

DAGOREPORT - IL SABATO BESTIALE DI GIORGIA MELONI: IL SUO VELLEITARISMO GEOPOLITICO CON LA GIORNATA DI IERI FINISCE NEL GIRONE DELL'IRRILEVANZA. LA PREMIER ITALIANA OGGI CONTA QUANTO IL DUE DI PICCHE. NIENTE! SUL TRENO DIRETTO IN UCRAINA PER INCONTRARE ZELENSKY CI SONO MACRON, STARMER, MERZ. AD ATTENDERLI, IL PRIMO MINISTRO POLACCO TUSK. NON C'È PIÙ, COME TRE ANNI FA, L’ITALIA DI MARIO DRAGHI. DOVE È FINITA L’AUTOCELEBRATOSI “PONTIERA” TRA USA E UE QUANDO, INSIEME CON ZELENSKY, I QUATTRO CABALLEROS HANNO CHIAMATO DIRETTAMENTE IL ‘’SUO CARO AMICO” TRUMP? E COME HA INCASSATO L’ENNESIMA GIRAVOLTA DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA CHE SI È DICHIARATO D’ACCORDO CON I VOLENTEROSI CHE DA LUNEDÌ DOVRÀ INIZIARE UNA TREGUA DI UN MESE, FUNZIONALE AD AVVIARE NEGOZIATI DI PACE DIRETTI TRA UCRAINA E RUSSIA? IN QUALE INFOSFERA SARANNO FINITI I SUOI OTOLITI QUANDO HA RICEVUTO LA NOTIZIA CHE TRUMP FA SCOPA NON PIÙ CON IL “FENOMENO” MELONI MA CON...

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…