credit suisse

CREDIT SUISSE PRENDE IN PRESTITO CIRCA 54 MILIARDI DI DOLLARI DALLA BANCA CENTRALE SVIZZERA - LA LIQUIDITÀ SERVE A SOSTENERE LE ATTIVITÀ CORE E I CLIENTI: LA BANCA SI E’ OFFERTA PER RIACQUISTARE DEBITO PER CIRCA 3 MILIARDI DI FRANCHI - FUBINI: “LO STRUMENTO NON PUÒ ESSERE UN SALVATAGGIO PUBBLICO: LA BANCA È TROPPO GRANDE PER IL SUO PAESE, CON UN BILANCIO CHE VALE PIÙ DELLA METÀ DEL PRODOTTO LORDO SVIZZERO. PIUTTOSTO SI PUNTA A UNA VENDITA MA DEV’ESSERE FATTA A PEZZI PER POTER ESSERE VENDUTA, PERCHÉ NESSUN CONCORRENTE È DISPOSTO A INGLOBARLA INTERA. DUNQUE VANNO TROVATI PIÙ COMPRATORI IN PIÙ PARTI DEL MONDO E IN FRETTA…”

CREDIT SUISSE,PRESTITO DA BANCA CENTRALE FINO A 54 MILIARDI  

AXEL LEHMANN CREDIT SUISSE

(ANSA) - NEW YORK, 15 MAR - Credit Suisse assume un'azione "decisa per rafforzare preventivamente la sua liquidità con l'intenzione di esercitare la sua opzione di prendere in prestito fino a 50 miliardi di franchi svizzeri", circa 54 miliardi di dollari "dalla banca centrale svizzera". Lo afferma Credit Suisse in una nota. "Questa ulteriore liquidità sosterrà le attività core e i clienti di Credit Suisse mentre Credit Suisse prende le misure necessarie per creare una banca più semplice e concentrata sulle necessità dei suoi clienti", afferma Credit Suisse che oltre al rafforzamento della liquidità si offre per riacquistare debito per circa 3 miliardi di franchi.

 

LE BANCHE CENTRALI FANNO QUADRATO. E PER IL MAXI SALVATAGGIO SCENDE IN CAMPO LA RIVALE UBS

MEME SUL CROLLO IN BORSA DI CREDIT SUISSE

Estratto dell’articolo di Federico Fubini per www.corriere.it

 

I danni del fallimento di Lehman Brothers restano marchiati a fuoco nella memoria collettiva dei decisori finanziari, […] L’aver lasciato cadere una banca con debiti per circa 600 miliardi di dollari, legata all’economia globale da mille fili allora non visti, provocò un colossale effetto domino. Congelò gli scambi, poiché tutti iniziarono a temere un’esposizione verso chiunque altro. […]

 

Oggi i decisori finanziari […] non vogliono più assumersi responsabilità del genere. Non vogliono essere ricordati come coloro che lasciarono al suo destino Credit Suisse, una banca troppo grande perché possa fallire senza generare nuove ondate sismiche a propagazione. È dunque anche la memoria di Lehman che alimenta in queste ore i contatti fra i banchieri centrali, i vertici del Tesoro dei principali Paesi occidentali e molti banchieri privati.

 

credit suisse azioni

Il primo obiettivo, il più immediato, è verificare quali altre banche siano esposte su Credit Suisse soprattutto in derivati. La priorità è capire quali istituti europei e americani subirebbero perdite nel caso di un fallimento a Zurigo: magari perché certe banche hanno venduto assicurazione ad altri contro il default di Credit Suisse o semplicemente perché hanno crediti verso di esso.

 

Quanto a questo, i sondaggi delle ultime ore stanno mettendo in luce che gli istituti italiani sono piuttosto al riparo. Meno chiaro al momento, invece, il quadro per altre grandi banche europee. Ma c’è anche un obiettivo ancora più impellente […] salvare Credit Suisse […] evitare che la banca porti i libri in tribunale, cercando protezione dai suoi creditori. Con passività in bilancio per 486 miliardi di franchi svizzeri (492 miliardi di euro) a fine 2022, questo è lo scenario che tutti vogliono assolutamente scongiurare.

 

Salvataggio pubblico

credit suisse

Lo strumento non può essere un salvataggio pubblico: la banca è troppo grande per il suo Paese, con un bilancio che vale più della metà del prodotto lordo svizzero. Piuttosto si punta a una vendita e non esiste un problema di prezzo: un’azienda con attivi per l’equivalente di 538 miliardi di euro alla fine dell’anno scorso, ma che ha perso 1,3 miliardi solo nell’ultimo trimestre e vale oggi in borsa l’equivalente di sette miliardi di euro, si compra con poco (in apparenza).

 

Il problema è che la banca dev’essere fatta a pezzi per poter essere venduta, perché nessun concorrente è disposto a inglobarla intera. Dunque vanno trovati più compratori in più parti del mondo e in fretta, perché Credit Suisse sta soffocando. La crisi di fiducia sta spingendo i depositanti a chiudere i conti per portarli altrove […] Benché in teoria solvibile, con livelli patrimoniali accettabili, la banca potrebbe saltare nelle prossime ore se dovesse restare senza cassa per far fronte alle continue richieste. Ieri sera la banca centrale di Berna ha offerto al Credit Suisse un supporto di liquidità straordinario, ma il rischio dell’asfissia finanziaria rimane.

 

L’operazione è in salita

CREDIT SUISSE

Dunque il tempo stringe e l’operazione è in salita. Ubs, che sta accogliendo molti ex correntisti di Credit Suisse, sembra interessata solo alle attività svizzere della rivale. Restano quelle di New York, di Londra, di Francoforte e altre. Ma non sarà facile convincere i potenziali compratori a farsene carico, lasciando loro solo poche ore per guardare dentro alle entità che dovrebbero assorbire. Perché alcune di esse contengono senz’altro materiali finanziariamente tossici.

 

Può fare gola la gestione dei risparmi dei clienti, equivalenti a 1.310 miliardi di euro alla fine dell’anno scorso, ma incredibilmente quell’area è riuscita a generare perdite per duecento milioni solo negli ultimi tre mesi. Fa invece decisamente paura a chiunque toccare l’attività di banca d’affari di Credit Suisse, concentrata a Londra e New York: alla fine dell’anno scorso, ha prodotto da sola più perdite di tutti utili generati da tutte le altre divisioni della banca insieme. È ancora fresca la memoria delle sbandate prese dall’investment banking degli svizzeri su scandali come quelli del fondo Archegos o con il finanziere australiano Lex Greensill nel 2021. I rivali vogliono dunque essere certi che non si chiede loro di inglobare attività potenzialmente corrosive, anche per un solo dollaro.

[…]

 

credit suisse

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni merz zelensky starmer ursula von der leyen macron

FLASH – ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE DELL’UCRAINA, PREVISTA A ROMA L’11 LUGLIO, IL PRIMO MINISTRO BRITANNICO, KEIR STARMER, E IL PRESIDENTE FRANCESE, EMMANUEL MACRON, NON CI SARANNO. I DUE HANNO FATTO IN MODO DI FAR COINCIDERE UNA RIUNIONE DEI "VOLENTEROSI" PRO-KIEV LO STESSO GIORNO – ALL’EVENTO PARTECIPERANNO INVECE IL CANCELLIERE TEDESCO, FRIEDRICH MERZ, E URSULA VON DER LEYEN. A CONFERMA DEL RIPOSIZIONAMENTO CENTRISTA DI GIORGIA MELONI CON GRADUALE AVVICINAMENTO DI GIORGIA MELONI AL PPE...

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!