vladimir putin viktor orban

VETO NON VETO - A FAR SLITTARE L’EMBARGO DEL GAS RUSSO È STATO IL NO DI BULGARIA, SLOVACCHIA E SOPRATTUTTO UNGHERIA: ORBAN, CHE DA ANNI È IL CAVALLO DI TROIA DI PUTIN IN EUROPA, SI È MESSO DI TRAVERSO NONOSTANTE LA VON DER LEYEN ABBIA PROMESSO UNA DEROGA AI TRE PAESI - MORALE DELLA FAVOLA: L’UNIONE EUROPEA È PIÙ DISUNITA CHE MAI, E LE SANZIONI SONO RIMANDATE A DATA DA DESTINARSI…

1 - UNGHERIA BOCCIA PROPOSTA UE SULL'EMBARGO AL PETROLIO RUSSO

putin orban

(ANSA) - L'Ungheria non sosterrà la proposta dell'Ue per un embargo graduale sul petrolio russo così come è stata presentata. Lo ha riferito il portavoce del governo ungherese, Zoltan Kovacs, spiegando che Budapest non vede "alcun piano o garanzia su come una transizione" dal petrolio russo "potrebbe essere gestita sulla base delle proposte attuali e su come sarebbe garantita la sicurezza energetica dell'Ungheria".

 

URSULA VON DER LEYEN VOLODYMYR ZELENSKY

A quanto si è appreso, Ungheria e Slovacchia hanno chiesto, a fronte di una possibile deroga per loro fino alla fine del 2023, di avere più tempo prima di interrompere il flusso del petrolio che arriva loro dalla Russia.

 

2 - ANCHE SOFIA VUOLE ESENZIONE SU EMBARGO AL PETROLIO RUSSO

(ANSAmed) - "Dal punto di vista puramente tecnologico, la Bulgaria può fare a meno del petrolio russo, ma ciò aumenterebbe notevolmente il costo dei carburanti nel Paese. Pertanto, se la Commissione europea consente eccezioni dell'embargo petrolifero, anche la Bulgaria eserciterà il diritto di chiederle".

sede swift a bruxelles

 

Lo ha affermato oggi il ministro delle Finanze bulgaro Assen Vassilev in un'intervista al settimanale di Sofia Kapital, riferendosi alle esenzioni previste per Ungheria e Slovacchia. La Bulgaria dipende per oltre il 90% dal petrolio russo.

 

3 - SLITTA LO STOP AL PETROLIO RUSSO: BULGARIA, UNGHERIA E SLOVACCHIA VOGLIONO UNA DEROGA

Vanessa Ricciardi per www.editorialedomani.it

 

Slitta il sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia, contenente un embargo graduale al petrolio in arrivo da Mosca. Le misure le ha annunciate questa mattina la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, durante il dibattito alla plenaria del parlamento europeo, riunito a Strasburgo, sulle conseguenze in Ue della guerra in Ucraina.

fornitura gas russo

 

Una fonte europea, quando il Coreper, il consiglio degli ambasciatori degli stati membri, ha riferito del mancato accordo, ha tenuto a specificare che comunque le misure sono state condivise a mezzanotte e dunque gli stati hanno chiesto più tempo per analizzarle. Per ora si prevede l'approvazione del “pacchetto” entro fine settimana, forse già domani. Ma al momento è già certo che non tutti i paesi dell’Unione europea sono d’accordo visto che Ungheria, Slovacchia e Bulgaria hanno chiesto una deroga e anche la Grecia non è soddisfatta.

 

L’EMBARGO TOTALE

vladimir putin viktor orban 3

Per quanto riguarda il petrolio, rivolgendosi agli eurodeputati, la presidente della Commissione ha annunciato «un embargo totale di importazione su tutto il petrolio russo, via mare e da oleodotto, greggio e raffinato», ma «graduale» e «in modo ordinato, in modo da consentire a noi e ai nostri partner di garantire rotte di approvvigionamento alternative e ridurre al minimo l'impatto sui mercati globali».

 

Per il petrolio e i prodotti raffinati sono previsti due tempi diversi. Il petrolio dovrebbe essere eliminato tra sei mesi, quindi lo stop definitivo dovrebbe essere fissato ai primi di novembre. L’embargo sui prodotti raffinati arriverà invece tra otto mesi, dunque sarà operativo dal 2023. «Massimizziamo la pressione sulla Russia, riducendo allo stesso tempo al minimo i danni collaterali a noi e ai nostri partner in tutto il mondo», ha aggiunto Von der Leyen, ma ha ammesso che «non sarà facile».

URSULA VON DER LEYEN OLAF SCHOLZ MARIO DRAGHI

 

La commissione propone inoltre di impedire alle navi europee di trasportare petrolio e carburanti russi in qualsiasi parte del mondo. Per quanto riguarda le nuove esclusioni dal sistema di pagamento internazionale Swift, la presidente della Commissione ha annunciato l'inserimento di Sberbank, «di gran lunga la più grande banca della Russia, e altre due grandi banche».

 

Von der Leyen ha poi annunciato un allargamento ulteriore della lista dei sanzioni agli «alti ufficiali militari e altre persone che hanno commesso crimini di guerra a Bucha e che sono responsabili dell'assedio disumano della città di Mariupol». Nel sesto pacchetto saranno incluse anche altre emittenti russe.

 

UNGHERIA E SLOVACCHIA

ursula von der leyen summit ue cina

Nei giorni scorsi Ungheria e Slovacchia avevano chiesto di essere espressamente esentate dalla misura, in quanto maggiormente dipendenti dai prodotti russi. I due paesi avevano chiesto una deroga speciale per quest’anno e il prossimo. L’embargo, hanno chiarito, sarebbe troppo pesante da sopportare per chi è senza sbocco sul mare e del tutto dipendente dalle consegne dell'oleodotto Druzhba. Una connessione che, così come quella del metano, passa attraverso l’Ucraina.

 

La Commissione per loro ha già previsto di lasciare che continuino a importare fino al 2023, senza la possibilità di aprire nuovi contratti che vadano oltre quella data.

vladimir putin viktor orban 2

 

Tuttavia ci sono anche Bulgaria e Repubblica Ceca, che sfiorano quasi il 100 per cento di dipendenza dal petrolio russo. La Bulgaria infatti ha chiesto alla Commissione europea lo stesso trattamento: «Se ci sono eccezioni, eserciteremo il nostro diritto di utilizzare la stessa eccezione», ha spiegato il vice premier e ministro delle Finanze bulgaro, Assen Vassilev, in un’intervista al quotidiano Capital.

le vie del gas russo

 

Se la commissione Europea prevedrà eccezioni per Slovacchia e Ungheria «vorremmo approfittare di queste eccezioni, poiché è nel migliore interesse dei consumatori bulgari, dei trasportatori bulgari e del popolo bulgaro nel suo insieme». La questione delle navi invece avrebbe riverberi soprattutto in Grecia.

 

LA SITUAZIONE IN ITALIA

Per quanto riguarda l’Italia, il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha affermato che l’Italia non porrà veti ma sul tema specifico non si è espresso. L’import di petrolio grezzo dalla Russia è basso, e si aggira intorno al 10 per cento, per un totale di circa 5,5 milioni di tonnellate all’anno.

 

mario draghi ursula von der leyen

Eni conferma che sin dall’inizio del conflitto ha sospeso la stipula di nuovi contratti relativi all’approvvigionamento di greggio o prodotti petroliferi dalla Russia, sostituiti con nuovi relativi a forniture provenienti dal mercato internazionale (Africa, Nord Europa, Middle East e Stati Uniti).

 

Lo schema è lo stesso per quasi tutte le 11 raffinerie presenti in Italia, ma con una rilevante eccezione, la raffineria posseduta dalla compagnia Lukoil tramite la scietà Litasco in Sicilia, la Isab di Priolo. Da quando sono partite le sanzioni contro la Russia, l’impianto ha avuto delle difficoltà sulle linee di credito, e attualmente importa quasi integralmente greggio russo.

I GASDOTTI VERSO L EUROPA

 

Per quanto riguarda i prodotti raffinati per l’approvvigionamento della rete carburanti, l’Italia importa piccole quantità, tuttavia sono ancora in corso i lavori per la diversificazione.

 

Eni riferisce che «stiamo massimizzando le produzioni dalle nostre raffinerie in Italia», ovvero due impianti posseduti direttamente, quello di Taranto e Livorno, e la Ram in società con Kuwait Petroleum, dunque la sostituzione non è ancora definitiva, un problema che potrebbe riguardare tutta la rete di distribuzione e soprattutto il gasolio, il carburante che la Russia esporta di più verso l’Italia e l’Europa.

vladimir putin viktor orban 1vladimir putin

Ultimi Dagoreport

pippo baudo senato

SI E' SPENTO A 89 ANNI IL MITOLOGICO PIPPO BAUDO - L’UOMO CHE HA SCOPERTO TUTTI (PER PRIMO SE STESSO), DEMOCRISTIANO DI FERRO, HA ATTRAVERSATO CRISI DI GOVERNO E CAMBIAMENTI IN RAI E VANTA IL RECORD DEI FESTIVAL DI SANREMO CONDOTTI (13) – QUANDO SFIORÒ LA CRISI INTERNAZIONALE, NEL 1986, PER LO SKETCH DEL TRIO SOLENGHI-MARCHESINI-LOPEZ SULL'AYATOLLAH KHOMEINI. E QUANDO LANCIÒ BEPPE GRILLO CHE PRONUNCIÒ LA CELEBRE BATTUTA SU BETTINO CRAXI: "SE IN CINA SONO TUTTI SOCIALISTI, A CHI RUBANO?" (VIDEO) - "LO SHOWMAN DELLA TRADIZIONE, IL SUPERCONDUTTORE, L’ORGANIZZATORE DI UN INTRATTENIMENTO SEMPRE SINTONIZZATO SUL PENULTIMO PARADIGMA DEL CONSENSO POPOLARE, SENZA SQUILLI REAZIONARI E SENZA STRILLI AVANGUARDISTICI: CLASSI MEDIE, PUBBLICO MEDIO, SENSIBILITÀ MEDIA. PERCHÉ BAUDO È IL CENTRO. CULTURALE, POLITICO, SOCIALE" (EDMONDO BERSELLI)

putin trump

DAGOREPORT - IL FATTO CHE PUTIN SIA RITORNATO A MOSCA CON L’ALLORO DEL VINCITORE, LA DICE LUNGA DI COME SIA ANDATO L’INCONTRO CON TRUMP. DEL RESTO, COME PUOI CONFRONTARTI CON GLI ESPERTI DIPLOMATICI RUSSI (SERGEI LAVROV E YURI USHAKOV), AFFIANCATO DA UN SEGRETARIO DI STATO COME MARCO RUBIO, NOTORIAMENTE A DIGIUNO DI GEOPOLITICA, E DA UN VENDITORE DI APPARTAMENTI COME STEVE WITKOFF? – PUTIN, SORNIONE, HA CERCATO DI CONVINCERE TRUMP DI TAGLIARE I LACCI E LACCIUOLI CON I LEADER EUROPEI - MISSIONE NON OSTICA VISTO I “VAFFA” ALLA UE, ULTIMO DEI QUALI LA GUERRA DEI DAZI - TRA VARI MOTIVI CHE MANTENGONO ACCESO UN INTERESSE DI TRUMP CON L’EUROPA, FA CAPOLINO L’EGO-SMANIA DI ESSERE INCORONATO, COME OBAMA, CON IL NOBEL DELLA PACE. ONORIFICENZA CHE VIENE PRESA A OSLO E NON A MAR-A-LAGO - E ADESSO COSA POTRÀ SUCCEDERE LUNEDÌ PROSSIMO NELLA SALA OVALE DOVE È ATTESO L’INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY? LA PAURA CHE IL LEADER UCRAINO SI PRENDA UN’ALTRA DOSE DI SCHIAFFI E SBERLEFFI DAL TROMBONE A STELLE E STRISCE INCOLPANDOLO DI ESSERE IL RESPONSABILE DEL FALLIMENTO DELLA SUA TRATTATIVA CON MOSCA, HA SPINTO MACRON A CONVOCARE I ''VOLENTEROSI'' -OBIETTIVO: PREPARARE ZELENSKY AL SECONDO ROUND CON IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA...

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…