1- FIUMICINO ADDIO? IL BRACCIO DI FERRO PALENZONA-BENETTON CON L’ENAC DI RIGGIO L’AREOPORTO “LEONARDO DA VINCI” STA LETTERALMENTE SCOPPIANDO (OGNI ANNO CIRCA 35 MILIONI DI PASSEGGERI) E AVREBBE BISOGNO DI ROBUSTI INVESTIMENTI MA L’ENAC BLOCCA LE TARIFFE. IL MEGAPROGETTO DI PALENZONA: CREARE FIUMICINO 2 2 - TRA GLI INSULTI DEI LICENZIATI DEI WAGON-LITS, MORETTI ACCOGLIE NAPOLITANO, PREOCCUPATO DELLA DECISIONE FINALE DELLE AUTORITÀ EUROPEE PER RENDERE OBBLIGATORIO IL CHECK-IN DEI PASSEGGERI CHE UTILIZZANO I TRENI DELL’ALTA VELOCITÀ 3- AVETE NOTIZIE SUL PIANO (“PER VIE STRAORDINARIE) DI NAGEL SU TELECOMITALIA? 4- A CANNES LA MARCEGAGLIA APPRENDE CHE È NATA LA NUOVA ASSOCIAZIONE “CONFINDUSTRIA KNOWLEDGE” CHE DOVRÀ RAPPRESENTARE LE IMPRESE DI COMUNICAZIONE

1 - FIUMICINO ADDIO? CREARE FIUMICINO 2? IL BRACCIO DI FERRO PALENZONA-BENETTON CON L'ENAC DI RIGGIO
Fa una certa impressione vedere un uomo grande e grosso vicino ai 60 anni con le lacrime che scendono sui baffi e la barba.

Se poi quest'uomo è Fabrizio Palenzona, il massiccio vicepresidente di Unicredit e grande collezionista di cariche, l'immagine è ancora più sconcertante. È quanto è avvenuto ieri sera intorno alle 19 al Palazzo delle Esposizioni nell'ambito della Festa del Cinema di Roma dopo la proiezione del film "La strada di Paolo", un'opera di ispirazione cattolica del regista Salvatore Nocita, che racconta la storia di un camionista impegnato alla guida del suo camion in un viaggio spirituale fino in Palestina.

Dietro le quinte qualcuno sussurrava che per realizzare il film Palenzona abbia cercato quattrini anche presso l'Aiscat, l'Associazione degli autotrasportatori, e la società Aeroporti di Roma di cui è presidente.

Si tratta probabilmente di un'illazione perché il politico-banchiere di Novi Ligure non può permettersi in questo momento di impegnare risorse per conto della società che gestisce l'aeroporto di Fiumicino. Per farlo dovrebbe misurarsi con gli azionisti di Sintonia, la società controllata da Gemina che gestisce l'hub romano, primi fra tutti quei Benetton che detengono il 73,4% dell'azienda. Resta il fatto che il "Leonardo da Vinci" sta letteralmente scoppiando per i volumi di traffico e avrebbe bisogno di robusti investimenti per andare rendere più efficiente la struttura dalla quale transitano ogni anno circa 35 milioni di passeggeri.

Purtroppo Benetton e gli altri azionisti tra cui Mediobanca, il Changi Airport di Singapore e un fondo che fa capo a Goldman Sachs, fanno orecchie da mercanti, ma il braccio di ferro è soprattutto con l'Enac, l'Ente presieduto dal siciliano Vito Riggio. Come si poteva leggere in un articolo di Daniele Autieri, pubblicato due giorni fa su "Repubblica", Benetton & Company si aspettano che l'Enac riconosca il pagamento di una tariffa superiore per ogni passeggero in transito. Allo stato attuale l'Ente dell'aviazione civile paga 16 euro, una cifra di gran lunga più bassa rispetto ai 46 di Heathrow e ai 35 di Francoforte.

Il braccio di ferro paralizza la strategia di Palenzona che sogna di creare Fiumicino 2, un megaprogetto per il quale occorrono dai 7 ai 10 miliardi. Su questo tema è già caduta prima dell'estate la testa di Giuliano Maleci che dall'aprile 2010 ricopriva la carica di amministratore delegato. Al suo posto i Benetton hanno designato Lorenzo Lo Presti, un ingegnere elettronico che prima di diventare condirettore generale in Autostrade, ha lavorato per molti anni in Agip Petroli.

2 - MORETTI TRA NAPOLITANO E INSULTI
Se Palenzona piange per colpa dei mancati investimenti a Fiumicino e per la misera trimestrale di Unicredit che si chiuderà con 6 milioni di utile, Mauro Moretti ride.
Da quando è stato eletto al vertice della società (era il settembre 2006) gli uscieri del palazzo-obitorio non l'avevano mai visto godere come in questi giorni. C'è addirittura chi sostiene di averlo colto mentre nel suo ufficio saltella sulle punte come un ballerino del Bolshoi, e le ragioni sono dalla sua parte.

La settimana scorsa ha accompagnato il Papa all'incontro interreligioso di Assisi dove a bordo della carrozza funzionava perfino il wi-fi che TelecomItalia non riesce a sistemare sui treni dell'Alta Velocità. E ieri il manager di Rimini aveva i 32 denti spalancati in un sorriso meraviglioso quando sul binario 1 della stazione Termini è arrivato Giorgio Napolitano per la cerimonia dedicata al 90° anniversario della traslazione del Milite Ignoto.

Anche in questo caso il capo di Ferrovie ha fatto le cose in grande e per accogliere il treno speciale "Il viaggio dell'Eroe", partito sabato scorso da Aquileia, ha invitato le massime autorità tra cui il sindaco dalle scarpe ortopediche Alemanno, la presidente con il volto della Merkel, Renata Polverini, Giuliano Amato e perfino il principe Emanuele Filiberto di Savoia.

Nemmeno uno sguardo è stato rivolto al gruppetto di dipendenti dei wagon lits che urlavano epiteti ingiuriosi nei confronti di Moretti ("siamo tutti ignoti").
La protesta nasce dalle 485 lettere di licenziamento che partiranno l'11 dicembre nei confronti dei dipendenti dei mitici vagoni letto nei quali si è consumata un'infinità di trame e di passioni.

Di fronte alla gioia di Moretti, così ostentata agli occhi di Napolitano e degli altri ospiti, i corazzieri del Quirinale e i ferrovieri si sono chiesti se il manager è al corrente di ciò che potrebbe avvenire la prossima settimana. Per martedì 15 è infatti prevista la decisione finale delle autorità europee per rendere obbligatorio il check-in dei passeggeri che utilizzano i treni dell'Alta Velocità.

A premere sono soprattutto le compagnie aeree che hanno tutto l'interesse a rallentare le operazioni di imbarco per chi deve salire sulle Freccerosse. Il tema della sicurezza è un terreno minato e particolarmente critico sul quale sarebbe difficile fare opposizione.
Se martedì la decisione sarà presa Moretti e i futuri concorrenti di Ntv dovranno rivedere i piani e gli orari.

3 - IL PIANO MISTERIOSO DI NAGEL SU TELECOMITALIA
Gli uscieri di TelecomItalia percepiscono un po' di nervosismo ai piani alti dell'azienda.
Per saperne di più non allungano le orecchie dietro la porte impenetrabile di Franchino Bernabè, ma cercano di strappare qualche parola da Carlotta Ventura, la donna delle relazioni esterne che segue con passione le mosse del presidente e dell'amministratore delegato, Marco Patuano.

Agli uscieri non interessa sapere se è vera la notizia di un video in cui un alto dirigente di Telecom viene ritratto mentre balla con una cravatta in testa, e vogliono capire che cosa si nasconde dietro le parole pronunciate la settimana scorsa dal pallido Alberto Nagel, l'amministratore di Mediobanca che detiene l'11% in Telco, la holding che controlla Telecom.

Parlando ai soci e ai consiglieri che hanno approvato i modesti risultati del bilancio, il buon Nagel ha detto testualmente che la partecipazione di Mediobanca in Telecom deve essere perseguita "anche per vie straordinarie". Sono parole pesanti e di difficile interpretazione che nessun giornale si è preso la briga di approfondire. A dire il vero il pallido Nagel ha anche parlato della partecipazione di Mediobanca in Rcs, il Gruppo editore del "Corriere della Sera", ma in questo caso ha riconfermato il rispetto degli impegni invitando i soci che scalpitano a mettere fine alla frenesia.

Adesso Franchino Bernabè, Marco Patuano e Carlotta Ventura si chiedono che cosa nasconda il messaggio partito da Piazzetta Cuccia. Quando si parla di operazione straordinaria si possono intendere tante cose: nuove acquisizioni, magari una fusione con un altro operatore, oppure un aumento di capitale visto che il titolo dai 2,5 euro pagati da Mediobanca nel 2007 si è svalutato fino agli 0,86 segnati ieri a Piazza Affari.

La cosa più probabile è che il pallido Nagel e la sua controfigura Pagliaro, abbiano la volontà di mettere in cantiere la cessione di alcuni asset fino a ieri intoccabili. E questa sarebbe la strada per lasciarsi alle spalle il modello polveroso della merchant bank in modo da imboccare quello prosperoso di una Mediobanca retail.

Il mistero continua, ma a confortare Franchino, Patuano e Carlotta Ventura arrivano per fortuna le buone notizie dall'Argentina e il Brasile, dove quel diavolaccio di Luca Luciani sta segnando risultati formidabili e mette le premesse per un napoleonico rientro in Italia.

4 - A CANNES LA MARCEGAGLIA APPRENDE CHE È NATA LA NUOVA ASSOCIAZIONE "CONFINDUSTRIA KNOWLEDGE"
Avviso ai naviganti: "Si avvisano i signori naviganti che ieri Emma Marcegaglia è stata avvistata all'uscita dall'hotel Martinez di Cannes dove ha partecipato insieme a importanti imprenditori europei a B-20, il Business Summit organizzato da Laurence Parisot, la 52enne presidente degli Industriali francesi.

Dopo una sosta sulla Croisette, affollata da giornalisti affamati e pensionati con il catetere, la Emma ha fatto numerose telefonate a viale dell'Astronomia e in una di queste ha appreso che nell'ambito di Confindustria è nata la nuova associazione "Confindustria Knowledge" che dovrà rappresentare le imprese di comunicazione.

Al vertice del nuovo organismo è stato eletto Diego Masi, il baffuto titolare di PromoDigital che ha bazzicato nella politica con l'Ulivo e Mariotto Segni".

 

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