UN GARANTE PER THOHIR - DAL PATRIMONIO PERSONALE DEL TYCOON SONO ARRIVATI SOLO 75 MLN: L’INDONESIANO È RIUSCITO A COMPRARE HERNANES CON I SOLDI DI LOTITO!’ - LA FAMIGLIA MORATTI: ‘È SEMPRE MASSIMO CHE CONTINUA A PAGARE PER L'INTER!’

1. INTER, DUBBI SULLE STRATEGIE MORATTI-THOHIR PIÙ DISTANTI
Laura Bandinelli per ‘La Stampa'

L'Inter ripartirà da Walter Mazzarri e questa al momento è una delle poche certezze sulla prossima stagione. Il resto è un cantiere aperto che vive di scadenze e di questioni burocratiche legate alla liberazione delle garanzie che servono per il rifinanziamento del nuovo club. Senza questo passaggio diventa difficile programmare la stagione come è facilmente deducibile dai discorsi di Mazzarri che non si è voluto sbilanciare su quelli che sono i nuovi obiettivi.

La nuova Inter per prendere il volo ha bisogno di svincolarsi dal passato, un taglio è già stato dato con gli addii degli eroi del Triplete ma sono tanti i passaggi che mancano per consolidare la nuova struttura. Perché oltre a rinforzare la rosa sono necessari altri tagli che Massimo Moratti mal sopporterebbe e quindi meno vincoli ci sono meglio è.

I rapporti tra Thohir e il petroliere restano cortesi ma non c'è più quello spirito di condivisione totale che aveva caratterizzato l'inizio di questa avventura. Tra l'altro nelle ultime settimane la tensione è cresciuta proprio per le questioni finanziarie, ecco perché gli avvocati sperano di chiudere la questione garanzie entro la prima settimana di giugno quando, tra l'altro, sarà più chiaro anche il futuro dirigenziale di Zanetti.

Thohir arriverà in Italia domenica per seguire questa vicenda e se avanzerà del tempo rassicurerà Mazzarri sulla questione rinnovo. L'allenatore chiederà almeno tre rinforzi, la priorità è trovare il sostituito di Cambiasso, il modello è Luiz Gustavo del Wolfsburg ma costa 30 milioni ed è fuori budget. L'Inter inoltre segue Behrami e per l'attacco Fernando Torres (ma Thohir pensa ad un elemento più giovane), un altro nome caldo è quello di M'Vila, centrocampista del Rubin Kazan.

Mazzarri ieri ha provato a difendersi dalle critiche che gli sono piovute addosso andando al contrattacco: «Insieme alla Roma, tra le grandi l'Inter è l'unica ad aver fatto più punti dell'anno prima - per la verità anche la Juve -. E ci si ricordi pure del nostro mercato». Thohir ambisce a tornare in Champions, Mazzarri però avverte : «È stato lui a parlarne. Io posso tirare la macchina al massimo, ma ci devono essere delle basi oggettive. Cosa cambia con l'Europa League? Per vincere su tutti i fronti occorrono investimenti di un certo tipo».

2. HERNANES A MILANO COI SOLDI DI LOTITO
Da ‘Il Giornale'

La storia completa del trasferimento di Hernanes dalla Lazio all'Inter a gennaio contiene dettagli inediti e curiosi che sono venuti alla luce solo in queste ultime ore. All'epoca, riportiamo le lancette agli ultimi giorni della sessione di calciomercato, il presidente dell'Inter, Erick Thohir, era alle prese con una complicata ricerca di linea di credito presso le banche italiane e non era in grado perciò di portare a termine da solo l'affare Hernanes.

Per regolamento, infatti, ogni trasferimento "oneroso" deve essere coperto presso la Lega da una fidejussione a garanzia di una parte della cifra investita dalla società che acquista a tutela di quella che cede. L'operazione precedente, lo scambio Guarin-Vucinic negoziato a costo zero e condito da una discreta dose di reciproca plusvalenza, che avrebbe migliorato i numeri del bilancio interista, era sfumata per l'opposizione feroce del tifo.

A quel punto, il magnate indonesiano, messo con le spalle al muro dalla richiesta popolare di un acquisto di nome, ha telefonato a Claudio Lotito, presidente della Lazio, e gli ha fatto questa proposta: «Caro presidente, tu fai la cifra della cessione di Hernanes, in cambio mi firmi la garanzia per la Lega sull'operazione».

Detto e fatto: Lotito ha accettato ed Hernanes è finito all'Inter. Con reciproca soddisfazione. Perché così il presidente della Lazio è riuscito a cedere il brasiliano ad una cifra (20 milioni) che nessun altro club gli avrebbe mai riconosciuto, mentre Thohir è uscito dalle curve in attesa di ottenere la linea di credito utilizzata poi per trasferire i debiti personali di Moratti sulla nuova società creata, impreziosita dai diritti tv e dal valore del marchio.

Dal patrimonio personale del tycoon indonesiano sono arrivati a Milano quindi, al momento, soltanto i 75 milioni versati per l'aumento del capitale sociale (il resto, in forza del suo attuale 30% azionario, è stato coperto ancora dall'ex presidente nerazzurro, 32 milioni). Perciò alla battuta attribuita alla famiglia Moratti («Ma è sempre Massimo che continua a pagare per l'Inter!») se ne può aggiungere un'altra: «Tohir è riuscito a comprare Hernanes con i soldi di Lotito!».

 

NICOLA SAVINO E THOHIR THOHIR THOHIR MAZZARRI MASSIMO MORATTI Claudio Lotito THOHIR E MORATTI agf pr JUVENTUS INTER HERNANES

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”