generali philippe donnet

GENERALI DIETRO LA COLLINA – PHILIPPE DONNET DIFENDE L’OPERAZIONE CATTOLICA: "HA UNA FORTE LOGICA INDUSTRIALE, GIÀ 8 I MILIARDI DI ASSET IN GESTIONE” – LE DOMANDE DEI SOCI IN VISTA DELL’ASSEMBLEA DEL 29 APRILE: EVENTUALI OPERAZIONI CON AXA, UNICREDIT E MEDIOBANCA E LE PREOCCUPAZIONI PER UNA EVENTUALE SCALABILITÀ DEL GRUPPO

Cinzia Meoni per “il Giornale”

 

philippe donnet

«La domanda non è pertinente. Il management è impegnato nell'esecuzione della strategia al 2021 per cui sono ancora disponibili per eventuali operazioni di crescita 2,3 i miliardi. È questo il mantra con cui Generali ha risposto alle domande degli azionisti, pubblicate ieri in vista dell'assemblea del 29 aprile, su eventuali operazioni con Axa, Unicredit e Mediobanca.

 

Quanto alle preoccupazioni dei soci rispetto una eventuale scalabilità del gruppo, Generali ribadisce che la società «continua a mantenere grande solidità operativa, finanziaria, patrimoniale e di governance».

 

CATTOLICA ASSICURAZIONE

Il gruppo guidato da Philippe Donnet conferma la strategia di shopping «disciplinata e attenta alle potenziali opportunità», con un focus sul business assicurativo e sull'asset management, e volta a rafforzare la leadership in Europa. Quanto alla Russia, un Paese su cui Generali potrebbe in futuro rafforzare la presa (al momento ha il 38,5% di Ingosstrakh), il Leone «osserva gli sviluppi».

 

philippe donnet gabriele galateri di genola alberto minali

Tra le recenti acquisizioni che hanno destato più di un interrogativo tra gli azionisti (oltre che tra big come Del Vecchio e Caltagirone) c'è stato l'ingresso di Generali in Cattolica Assicurazioni (con il 24,4% del capitale) su cui più di un socio ha chiesto se ci sia un controllo di fatto.

 

In merito Generali ha chiarito che l'assicurazione veronese «è una partecipazione collegata» e che la partnership sviluppata in questi mesi ha «una forte logica industriale» e ha già portato frutti: 8 miliardi di asset Cattolica in gestione a Generali Investment Am, oltre a contratti commerciali e di distribuzione

 

francesco gaetano caltagirone philippe donnet

Nelle 72 pagine del documento hanno preso la parola otto investitori privati e una associazione (ReCommon), alternando richieste di approfondimento sul bilancio e sulla politica di remunerazione, oggetto dei lavori assembleari, a domande sulla strategia di crescita, oltre a quesiti peculiari (sulla spesa, ad esempio, destinata all'utilizzo di aerei privati, nello specifico, 871mila euro oltre che la domanda evergreen: se il presidente creda nel Paradiso).

 

PHILIPPE DONNET ALBERTO NAGEL

Non sono mancati spunti in tema Esg in cui Generali è stata chiamata a rispondere dei rapporti commerciali intrattenuti con Cez, Eph e Rwe che, secondo ReCommon, non avrebbero modelli di business coerenti con i principi di sostenibilità portati avanti a Trieste. La compagnia nell'appellarsi al principio di riservatezza, ha preferito non entrare nel dettaglio delle singole posizioni dei clienti.

 

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...